Scene dalla Bibbia
Un ringraziamento a Walter Strobel e Roland Francart agli editori e alle riviste: «Il Giornalino», Edizioni Paoline, «Jesus».
Le illustrazioni della Bibbia sono state realizzate da Sergio Toppi durante gli anni Ottanta e Novanta per il supplemento Conoscere del periodico «Il Giornalino»; sono poi state in gran parte riprese nel 1990 e 1991 nei volumi I grandi personaggi della Bibbia e I personaggi del Vangelo, editi dalle Edizioni Paoline di Milano. Poiché alcuni lavori originali sono scomparsi, abbiamo ripreso le illustrazioni a colori de «Il Giornalino», con le indicazioni di colore date dallo stesso Sergio Toppi.
Le citazioni della Bibbia sono tratte dalla traduzione di Louis Segond del 1910, ad eccezione dei testi apocrifi Giuditta e Maccabei
Ove non specificato altrimenti, le citazioni della Bibbia sono tratte dalla versione C.E.I. 1974. [NR] Nuova Riveduta [T] Tintori
Scene dalla Bibbia di Sergio Toppi
© 2023, Editions Mosquito/Fonds de dotation les amis de Sergio Toppi © 2024, Solone srl Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Toppi, 20
Direttore editoriale: Nicola Pesce
Caporedattore: Stefano Romanini
Ufficio stampa: Gloria Grieco
Coordinamento editoriale: Cristina Fortunato
Trascrizione testi e correzione bozze: a cura della redazione
Traduzione e adattamento a cura di Stefano Andrea Cresti
Impaginazione: Valeria Morelli
Stampato tramite
Tespi srl – Eboli (SA) nel mese di aprile 2024
Pubblicato per la prima volta nel 2011 da Mosquito
Edizioni NPE
è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA)
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Illustrare la Bibbia
di Sergio Toppi
Senza entrare nella sfera del privato, è chiaro che gli italiani della mia generazione sono stati immersi sin dall’infanzia in un’atmosfera in cui la religione era importante, e gli episodi della Bibbia e del Vangelo facevano parte integrante della cultura collettiva. Era dunque naturale, lavorando per delle riviste cattoliche, realizzassi delle illustrazioni a tema religioso.
A partire dal 1976 ho collaborato con «Il Giornalino», un periodico cattolico destinato ai bambini – e continuo tuttora a farlo. C’era, in particolare, un supplemento a cui ho partecipato spesso e volentieri, consacrato ad argomenti via via diversi: scienza, storia, archeologia, le Sacre Scritture… Il caporedattore del giornale, Tommaso Matandrea, un prete, mi propose di illustrare alcuni passi della Bibbia, lasciandomi assoluta libertà in materia di scelte grafche. Mi davano un testo da illustrare: citazioni della Bibbia, corredate da commentari storici e interviste immaginarie di personaggi biblici. Si trattava di rendere accessibili ai bambini le scene salienti della Bibbia, ricontestualizzandole. Vi era una volontà didattica molto ragionata.
Dovevo quindi trovare l’angolo giusto da cui abbordare grafcamente il soggetto, e mi documentavo premurandomi di essere più rigoroso che potevo, da un punto di vista storico, pur restando fedele al testo. Ho fn dall’inizio tentato di smarcarmi dalla rappresentazione convenzionale delle scene bibliche. Ho cercato, in tutta modestia, di restituire una visione di un Medio Oriente storicamente plausibile. Certo è che confrontarsi con un tema simile, af rontato da tanti artisti immensi, era una vera e propria sfda. Ognuno ha dato la propria visione secondo l’epoca in cui viveva. In tal senso, durante il Rinascimento, gli artisti rappresentavano i personaggi della Bibbia vestiti come uomini e donne del sedicesimo secolo. Ho così scelto di trattare il soggetto a modo mio, con il mio sguardo, e me ne assumo la responsabilità. Ho tentato di evitare gli stereotipi: per esempio, per la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso, tradizionalmente si
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rappresentava un grande angelo biondo dai capelli lunghi, mentre io ho disegnato una creatura alata con un becco da uccello che corrisponde di più, a mio modo di vedere, agli idoli arcaici delle civiltà babilonesi.
L’Antico Testamento rappresenta un grande stimolo per l’immaginazione di un illustratore; si tratta infatti di un universo di cui in fondo si sa ben poco e, pur essendo tenuti a osservare una certa coerenza con i testi, questo ci concede un ampio margine creativo. Abbiamo una certa libertà nella rappresentazione di quelle antiche tribù, mentre con il Vangelo tutto è nettamente più inquadrato, vi sono meno eventi, battaglie ed elementi pittoreschi. Ho evitato di trattare le scene più classiche o spettacolari come il Diluvio o l’attraversamento del Mar Rosso perché, in un certo senso, sono state viste sin troppo! E inoltre perché ciò che più m’interessava era mettere in scena gli uomini; mi sento più toccato dai destini individuali. Alcune scene sono di grande durezza – penso al martirio dei Maccabei, per il quale non ho voluto compiacermi nella descrizione della violenza ma ho pensato fosse più efcace e commovente mostrare un ragazzo in catene, diretto al supplizio, piuttosto che esibire sanguinose torture.
L’Antico Testamento evoca un mondo arcaico e molto più duro di quello del Vangelo, vi si trova un modo molto più antico di descrivere la religione e il mondo; senza voler aprire un dibattito teologico, il concetto di perdono, di amore tra gli uomini, è più moderno.
Il Nuovo Testamento è per certi versi più delicato da rappresentare, poiché tutti quanti ne abbiamo le immagini ben chiare nella mente; ho tentato perciò di mettere l’accento sui singoli individui e sul contesto in cui si muovevano, piuttosto che sugli eventi spettacolari come i miracoli – c’è da dire, naturalmente, che anche i testi selezionati andavano in questa direzione.
Ho evitato di rappresentare Maria o il Cristo: questi personaggi hanno una tale complessità e un tale peso simbolico che vi è il rischio di stemperarli, di banalizzarli, e non avevo intenzione di riprodurre il cliché del bel giovane biondo e barbuto… Com’era fsicamente, Gesù, nella realtà? Ho quindi preferito evocarlo grafcamente in secondo piano, ho sempre avuto molto ritegno in queste rappresentazioni.
In linea generale, questo mio lavoro è stato ricevuto con favore, apprezzato per fno. Mi ci sono investito con la volontà di restituire queste atmosfere così particolari con la più grande cura, e sono riconoscente alla redazione del «Giornalino» per aver accettato questa mia interpretazione senz’altro poco ortodossa.
Milano, 2011
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Antico Testamento
Evil-Merodach, 2 Re, 25-27
Dio creò l’uomo…
E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
Genesi 1, 26
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Dio creò la donna…
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Genesi 2, 21-22
il giardino dell’Eden e il peccato di Adamo il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza…
Genesi 3, 1-6
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Cacciati dal Paradiso il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.
Genesi 3, 23-24
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Noè
Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. Noè entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo entrarono a due a due con Noè nell’arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
Genesi 7, 6-9
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Sem, Cam e iafet, i tre figli di Noè
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Giobbe
C’era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente.
Giobbe 1, 1-3
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Abramo
il Signore disse ad Abramo: «Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà…
Genesi 12, 1-3 [NR]
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Soggiorno di Abramo in Egitto
Venne una carestia nel paese e Abramo scese in Egitto per soggiornarvi, perché la fame era grande nel paese. Come stava per entrare in Egitto, disse a Sarai sua moglie: «Ecco, io so che tu sei una donna di bell’aspetto; quando gli Egiziani ti vedranno, diranno: “È sua moglie”. Essi mi uccideranno, ma a te lasceranno la vita. Di’ dunque che sei mia sorella, perché io sia trattato bene a motivo di te e la vita mi sia conservata per amor tuo». Quando Abramo giunse in Egitto, gli Egiziani osservarono che la donna era molto bella. i prìncipi del faraone la videro, ne fecero le lodi in presenza del faraone; e la donna fu condotta in casa del faraone. Questi fece del bene ad Abramo per amore di lei e Abramo ebbe pecore, buoi, asini, servi, serve, asine e cammelli. Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con grandi piaghe, a motivo di Sarai, moglie di Abramo. Allora il faraone chiamò Abramo e disse: «Che cosa mi hai fatto? Perché non m’hai detto che era tua moglie? Perché hai detto: “È mia sorella”? Così io l’ho presa per moglie. Ora eccoti tua moglie, prendila e vattene!».
Genesi 12, 10-19 [NR]
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Sodoma e Gomorra
Disse allora il Signore: «il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere…»
Genesi 18, 20-21
quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra
Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.
Genesi 19, 24-26
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Sarai – Sara, madre di isacco
Dio aggiunse ad Abramo: «Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara. io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei». Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: «Ad uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all’età di novanta anni potrà partorire?». Abramo disse a Dio: «Se almeno ismaele potesse vivere davanti a te!». E Dio disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai isacco».
Genesi 17, 15-19
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Sara fa cacciare Agar e suo figlio nel deserto
Quando Sara era ancora sterile, Abramo aveva avuto un figlio da Agar, una serva egiziana
Disse allora [Sara] ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio isacco» […] Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l’acqua dell’otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d’arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!».
Genesi 21, 10-16
Dio udì la voce del fanciullo e fece comparire un pozzo nel deserto…
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Abramo messo alla prova
Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo […] Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
Genesi 22, 1-3
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Volumi di Sergio Toppi
già pubblicati in questa collana:
Sharaz-de – isbn: 978-88-88893-86-0
Blues – isbn: 978-88-88893-94-5
Bestiario – isbn: 978-88-88893-98-3
Lo spazio dentro il corpo – isbn: 978-88-94818-66-6
Finché vivrai – isbn: 978-88-94818-08-6
Il Collezionista – isbn: 978-88-94818-16-1
Tanka – isbn: 978-88-94818-39-0
Solitudinis Morbus – isbn: 978-88-94818-48-2
Chapungo – isbn: 978-88-36270-20-0
Ogoniok – isbn: 978-88-36270-33-0
Il dossier Kokombo – isbn: 978-88-36270-53-8
Dio Minore – isbn: 978-88-36270-71-2
Myetzko – isbn: 978-88-36270-87-3
Krull – isbn: 978-88-36270-93-4
Isola gentile – isbn: 978-88-36271-02-3
Il tesoro di Cibola – isbn: 978-88-36271-09-2
La leggenda di Potosì – isbn: 978-88-36271-43-6
Warramunga 1856 - M’Felewzi – isbn: 978-88-36271-80-1
Colt Frontier – isbn: 978-88-36272-05-1
d’autore edizioninpe.it
La casa editrice del fumetto
«Ho scelto di trattare il soggetto a modo mio, con il mio sguardo, e me ne assumo la responsabilità.»
Quella con «Il Giornalino» è stata per Sergio Toppi una delle collaborazioni più prolifche della sua carriera. Oltre trent’anni di illustrazioni e storie disegnate sui temi più vari, dalla storia alla scienza, dai protagonisti della cultura agli usi e costumi dei popoli della Terra. Trattandosi di un periodico di stampo cattolico, non è mancata la componente religiosa.
Numerosi i passi della Bibbia illustrati dal maestro, corredati da commentari storici e interviste immaginarie di personaggi biblici. Una produzione molto vasta sull’argomento, riproposta in questo volume in un’accurata selezione efettuata dallo stesso Toppi un anno prima della sua scomparsa.
Sergio Toppi (Milano 1932 – 2012), è stato un illustratore ed un fumettista italiano. Oggi è considerato uno dei più grandi autori mai esistiti.
“Dalle sue tavole così incise e così bulinate, dalla ricchezza traboccante delle sue storie misteriose e tragiche ci viene costantemente il conforto che può esistere un uomo così responsabile, così pronto a rispettare il suo impegno. Come una religione. Il suo lavoro tende alla perfezione, per semplice senso del dovere”.
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