UomoFaber
soggetto e sceneggiatura di Fabrizio Càlzia adattamento narrativo, disegni e acquerelli di Ivo Milazzo © degli autori, 2010 © per questa edizione NPE – Nicola Pesce Editore Tutti i diritti riservati. Collana Ivo Milazzo, 1 Prefazione di Oliviero Malaspina Si ringraziano Erasmo Frascaroli, Dario Morgante e Tommaso D’Alessandro Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio stampa per il volume: Stefano Romanini ufficiostampa@edizioninpe.it Stampato presso Peruzzo Industrie Grafiche SpA nel mese di ottobre 2017 Nicola Pesce Editore (Edizioni NPE) è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #EdizioniNPE
UomoFaber di Fabrizio CĂ lzia e Ivo Milazzo
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La solitudine e gli altri di Oliviero Malaspina
Idea formidabile la nuova edizione di UomoFaber, che già ebbe il suo perché e un buon successo alla prima uscita. Non c’è odore di vecchio, sarà che il soggetto Faber non invecchia, anzi, pur mancando, come un punto cardinale ringiovanisce e fa crescere i giovani. La sua Storia, narrata splendidamente da Càlzia e Milazzo ha il potere di commuovere. Pur essendo un’opera volutamente priva di metafore linguistiche e pittoriche nel suo significato, nel suo significante stratifica tra colori e bianco e nero la metafora più grande: la solitudine e gli altri, l’esplosione dello sfinimento esistenziale non compreso, ancor prima dello sfinimento fisico. Da una parte Càlzia agisce sugli eventi, concatenandoli anche con citazioni memorabili, dall’altra Milazzo agisce su una pasta e su forme assolutamente impagabili. Si rende omaggio all’uomo, quello che preferiva essere uomo, perché artista lo è dentro nelle corde dell’anima e del cuore, e al suo “zingarare salgariano”, che riusciva a raccontare il mondo, ad anticiparlo.
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Il dialogo tra Càlzia e Milazzo è tra neorealismo ed espressionismo. E le anime dei due autori si fondono perfettamente dando l’esatta profondità del centro di una vita e di anime comprimarie e collaterali. Si tratta di un’opera dialogata ma corale, un mosaico in cui ogni tassello è una perla che va a formare la collana più bella, di papaveri rossi, di un dialogo a sorpresa sulla sabbia dove le orme restano ad indicarci la pace. Un’opera, che pur mantenendo una quasi filologica struttura narrativa, va a stemperarsi nelle tavole come un emblematico andirivieni di visionarietà.
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