VAMPIRI: DOVE TROVARLI di Michele Mingrone, Sara Vettori, Caterina Scardillo Edizione Italiana Collana: Horror, 12 Direttore editoriale: Nicola Pesce Ordini e informazioni: info@edizioninpe.it Caporedattore e Ufficio Stampa: Stefano Romanini – ufficiostampa@edizioninpe.it Coordinamento Editoriale: Valeria Morelli Stampato presso Rotomail Italia S.p.A. – Vignate (MI) Prima Edizione, settembre 2020 Edizioni NPE –Nicola Pesce Editore è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE #edizioninpe Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi modo senza preventiva autorizzazione scritta da parte di Solone srl. Fanno eccezione piccoli estratti a corredo di articoli e recensioni.
CONTENUTI DELLA GUIDA Come si diventa vampiri
PAG.
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EUROPA—
Stiria Inghilterra— Londra; Purfleet; Sussex; Whitby; Scozia; Derbyshire Isola d’Irlanda— Ulster; Stato Libero d’Irlanda Italia— Bormio; Capri; Cernobbio; Corridico; Napoli; San Nicola Arcella; Venezia; Volterra; Roma; Bologna Francia Svizzera Boemia e Moravia Come uccidere un vampiro Transilvania Ungheria Grecia Serbia Polonia Russia— Ekaterinburg; Supirgrad;
da 18 a 29 da 30 a 63 da 64 a 73
da 74 a 115 da 116 a 123 da 124 a 139 da 140 a 143 da 144 a 145 da 146 a 169 da 170 a 181 da 182 a 191 da 192 a 197 da 198 a 199 da 200 a 211
ASIA—
Estremo oriente— Sarawak & Malesia britannica; India; Indie olandesi; Cina; Giappone
da 214 a 225
AMERICA—
Louisiana Exeter Maine
da 228 a 243 da 244 a 247 da 248 a 251
ALTRI LUOGHI; ALTRE CREATURE
da 252 a 255
NOTE FINALI
da 258 a 271
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NARRATORI
MISS ABIGAIL HARVEY
Illustratrice, omicida a tempo perso MISS DELIVERANCE DAVENPORT
Redattrice, studiosa del sovrannaturale MR. JEROME K. ADAMS
Viaggiatore inglese alquanto monarchico MAGGIORE LINO TESI
Addetto all’ analisi e contrasto delle attività non morte MISS FRANÇOISE MADELEINE DE LA LUNE
Povera donna sola, ma non solo SIR ANDREW CHELTENHAM
Nobile londinese, assai devoto alla famiglia e agli affetti MR. BARRY MAJORS
Giornalista e donnaiolo CARMILLA DI KARNSTEIN, ELEONORA VON SCHWARZENBERG, VISCONTE DI MORIÈVE, VESPERTILIA, VLAD TEPES
Vampiri
“WET with thine own best blood shall drip Thy gnasting tooth and haggard lip Then stalking to thy sullen grave Go – and with Gouls and Afrits rave Till these in horror shrink away From spectre more accursed than they !"
“BAGNATI dal tuo stesso sangue gronderanno Il tuo dente digrignante e il labbro smunto Poi avviandosi alla tua torva tomba Vai, e infuria con i Gouls e gli Afrits Finché loro stessi in preda all’ orrore si ritrarranno da uno spettro ancora più maledetto di loro !”
THE GIAOUR LORD BYRON 1813
INTRODUZIONE A cura di C.
Mi pare che fosse l’anno scorso. Capitemi, per noi vampiri il tempo è alquanto relativo, ma, sì, doveva essere l’anno scorso. Nella mia noia millenaria mi sono imbattuta in un simpatico libretto¹ che raccontava con dovizia di particolari i luoghi dove fare conoscenza con alcune creature innominabili. Grande è stata la mia sorpresa quando ho saputo dalla prefazione che, il curatore di tale gradevole opera, era niente di meno che il mio caro, vecchio amico N. Invero, difficile parlare di amicizia con un essere simile, se possibile ancor più antico di me. Diciamo che tra noi, per motivi di affinità – per dire così – culturale, è nata una certa stima e simpatia; almeno, in una delle sue tante incarnazioni. Il manuale spingeva gli incauti turisti a visitare luoghi dove avrebbero presumibilmente fatto una fine atroce, contando sull’innata curiosità del greg… Ehm, del genere umano. Ora, vedete, la vita dei non morti può essere assai tediosa. Ho pensato, quindi, che sarebbe stato assai divertente fare un bel regalo a me stessa e a tutti gli altri Signori delle Tenebre, realizzando qualcosa di simile anche per loro. Un’agile guida che conducesse, come pecorelle al mattatoio, torme di visitatori presso le nostre tane, pronti a farci da nutrimento. Benché non escluda di agire in prima persona, in qualche occasione, la mia natura aristocratica mi rende più gradevole avvalermi di servitori. Ho chiesto così al caro N. di mettermi in contatto con gli autori di quell’utile libretto. Non è stato facilissimo convincerlo. Prima di tutto perché N. non è abituato a sentirsi dire cosa fare, secondo perché i tre si trovavano in situazioni alquanto bizzarre, a seguito del loro lavoro precedente. Ma ho anch’io qualche piccolo trucco femminile, così sono riuscita a persuaderlo. In fondo, anche lui lo trovava divertente. Così, ottenuto il privilegio di contattarli, mi sono permessa di vampirizzarli. Il vantaggio, per me, oltre a essermi concessa un gustoso spuntino, è stata la possibilità di vedere, attraverso i loro occhi, durante il loro girovagare. È un po’ come il moderno cinematografo, ma molto meglio, oltre che a colori. Un’ultima cosa: quel cialtrone di un irlandese, Le Fanu, ha raccontato in modo crudo e volgarmente dettagliato la mia morte in un libercolo pubblicato 1
I luoghi di Lovecraft - Novissima Guida ad uso del viaggiatore, edita per la prima volta nel 1937
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tempo fa. Questo immagino che abbia fatto credere a molti che Mircalla non sia più di questo mondo. Debbo deludere tutti costoro: mai credere a uno scrittore irlandese. La notizia della mia morte, per parafrasare un valido scrittore contemporaneo, è stata largamente sopravvalutata. Notte di San Giorgio, 23 aprile 1938 Mircalla (nei giorni pari), Carmilla (nei giorni dispari), Millarca (quando mi arrabbio).
La contessina di Karnstein si è dimostrata alquanto persuasiva, nel convincerci a collaborare con lei alla stesura del presente testo. In generale, i vampiri più antichi e potenti conoscono arti di convincimento assai raffinate, sia di tipo seduttivo che coercitivo. Talune molto piacevoli, altre decisamente meno. Così, abbiamo deciso di dare un seguito all’agile guida dell’anno scorso, concentrandoci stavolta sui luoghi dove è possibile incontrare dei revenants e fare la loro conoscenza. A nostra volta abbiamo avuto il piacere di avvalerci di alcuni validi collaboratori (talvolta dotati di canini affilati), e in qualche caso siamo riusciti a reperire fortunosamente alcuni polverosi carteggi che abbiamo deciso di inserire nel testo. Ci auguriamo che il lettore possa godere di questa piccola opera e la utilizzi per il suo prossimo viaggio: siamo certi che sarà per lui un’esperienza indimenticabile.
Gli autori Mr. Jerome K. Adams, viaggiatore e scribacchino, Miss Abigail Harvey, illustratrice, Miss Deliverance Davenport, redattrice. 14
TITOLO
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EUROPA
STIRIA, INGHILTERRA, ISOLA D'IRLANDA ITALIA, FRANCIA, SVIZZERA, BOEMIA MORAVIA, TRANSILVANIA, UNGHERIA GRECIA, SERBIA, POLONIA RUSSIA.
STIRIA
MRC Karnstein
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STIRIA
STIRIA UN INCONTRO CON LA CONTESSA DI KARNSTEIN di J. K. Adams Ci sono offerte a cui non si può dire di no. Per esempio, quella di chi ti resuscita da una morte orribile e ti risveglia con un compito ben preciso: incontrare una certa contessina stiriana in un paese misterioso dell’Europa centrale. Così, ancora una volta lontano dai territori della mia amata Corona Britannica, ma perlomeno in vita, mi sono diretto alla volta di una regione tra le più isolate dell’ormai tristemente ex Impero d’Austria e Ungheria. La Stiria! Già il suo stemma ne rivela la ferocia antica. Regione nota per le sue foreste, i suoi paesaggi fieri e incontaminati e i suoi abitanti dal carattere rude e indomito, fino a pochi anni fa era parte del Grande Impero, ma oggi è divisa tra la nuova ridimensionata Austria e il nuovo regno degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi chiamato Iugoslavia. Il luogo ove mi dirigo quest’oggi, nel mio ostinato (e obbligatorio) peregrinare tra le terre più scostanti del globo, è un piccolo Schloss immerso in un paesaggio selvaggio e solitario, ma di grande bellezza. Si tratta del castello ove la penna di Sheridan Le Fanu, uno scrittore irlandese di un certo talento, ambientò una delle sue storie più cupe. Una storia in buona parte autentica, tranne il finale: la mia stessa presenza qui, e il mio imminente appuntamento, lo afferma a voce chiara. 19
STIRIA dal bel velluto rosso tipico di Utrecht. Alcune cornici dorate ospitano arazzi consunti, che raffigurano vari soggetti vestiti con strane, antiche fogge, e alcune scene di caccia al falcone. In un angolo, un paio di casse piene di antichi quadri di famiglia. Tra tutti, ne spicca uno, piccolo e quadrato, appoggiato alla parete. Rappresenta una splendida e giovane donna con un neo sul collo, ed è datato 1688. Un cartiglio semicancellato riporta parte di un nome. Si vedono una M, una R, una C e, per intero, il cognome Karnstein. Mi sento osservato, mentre guardo il volto intenso dai grandi occhi espressivi. Poi un rumore mi scuote, all’improvviso. Mi volto, e vedo un movimento rapido alle mie spalle. Mi è parso di intravedere un gatto nero, ma mi devo essere sbagliato: quale gatto è lungo oltre cinque piedi? Al fianco dello Schloss, una piccola e pregevole cappella gotica, ottima per funzioni private. Tutt’intorno, la foresta, che si estende per 15 miglia a destra e 12 a sinistra. Il luogo abitato più vicino si trova a ben sette miglia inglesi, per dare l’idea del grande isolamento in cui regna questo luogo di grande bellezza, ma non di altrettanta serenità. A destra, a venti miglia, sorge un altro castello, anch’esso attualmente abbandonato, chiamato Schloss Spielsdorf, d’antica solennità. Ma non è lì che mi dirigo. Nei pressi del ponticello, difatti, una grande carrozza nera mi attende, e una civettuola mano guantata di pizzo nero mi viene porta con grazia. Salgo a bordo: che altro potrei mai fare?
CASTELLO DI LAURA
Antica dimora feudale appartenuta alla decaduta famiglia dei Karnstein. Acquistato nel XIX secolo da un mio compatriota, un funzionario inglese che offrì i suoi servigi all’impero asburgico al fine di opporsi a Napoleone. Il maniero è immerso nella foresta, che sovrasta di poco, e si raggiunge attraversando un sentiero a stento definibile “strada”, superando un ponte levatoio e un bel fossato punteggiato di bianche ninfee e popolato da cigni. Al fianco del ponte levatoio, un grande tiglio ombroso sembra proteggere dagli elementi un’antica croce d’arenaria. Ci arrivo quando il giorno è finito: una grande luna piena bagna le antiche pietre, che risplendono e si riflettono nell’acqua placida. Di fronte al castello, turrito e ricco di grandi finestre che luccicano alla luce della luna, una grande radura illuminata dall’astro della notte e, a dritta, un ponte a schiena d’asino che supera un ruscello mormorante e conduce al bosco, dopo aver superato una piccola torre mozzata. L’interno del castello è in evidente rovina e in stato d’abbandono, il grande portale spalancato mi permette una rapida esplorazione. LA GRANDE SALA — Quattro immensi finestroni che danno sul ponte levatoio illuminano quel che resta di un grande soggiorno. L’arredamento non è stato saccheggiato: strano. Possiamo apprezzare alcuni mobili antichi di solida quercia, delle credenze finemente intagliate, alcuni grandi seggioloni scolpiti da mani abili e ricoperti
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STIRIA La carrozza e il castello di Laura
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STIRIA
Castello di Laura, ponte levatoio
I tetti sono quasi tutti crollati e i comignoli non gettano fumo. Non si sente alcun rumore tranne i nostri passi e il mio respiro. La bella creatura al mio fianco, beh, non respira affatto. È una bizzarra sensazione. Raggiungiamo le rovine imponenti dell’antico Schloss Karnstein, che la mia nuova compagna sembra guardare di sottecchi con uno sguardo indefinibile. Forse è nostalgia di un remoto passato? Ricorda, Mircalla, le imprese sanguinarie della sua famiglia? L’interno è desolato: i saloni sono deserti, gli androni tetri, le mura parzialmente crollate, il tetto è il cielo. Restano i ruderi di due grandi scale a chiocciola che conducono ormai nel nulla, e una grande bifora, che guarda il villaggio.
VILLAGGIO DI KARNSTEIN
A tre miglia a ponente dal vecchio, diruto castello Spieldorf, c’è la mia destinazione. La strada dopo il bivio per Drunstall, che imbocchiamo per raggiungere la meta, è assai pittoresca, immersa nel bosco. Si snoda tra mille curve, rivelando colline scoscese, dirupi spaventevoli e vallate di grande dolcezza. Appena giunti, io e la mia silenziosa compagna scendiamo dalla carrozza e proseguiamo a piedi. Il postiglione, un gran brutto ceffo, rimane invece a badare ai cavalli. Pregno di desolazione e abbandono, un villaggio solitario si presenta alla mia vista. Le vie coperte di detriti si insinuano tra povere case semidiroccate, le mute facciate sembrano nascondere orrori dimenticati. 22
STIRIA
Karnstein, rovine
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STIRIA
Karnstein, cappella
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STIRIA venu della letteratura: la distruzione del mostro, specie se femmina! Peccato che il finale sia stato ben diverso, e l’abbandono di questi luoghi ne è valido testimone». Millarca estrae dal seno un minuscolo libriccino ingiallito coperto da una scrittura fine. «Questo l’ho strappato di mano a quel Vonderberg personalmente. Insieme alle chiavi di una linda villetta a Graz, che ora uso come dependance quando ho voglia di sangue di città. Adesso quel presuntuoso vecchio fa compagnia agli abitanti del villaggio perduto di Karnstein, insieme a tutti gli altri, compreso il noioso padre di Laura. Lei no, lei è rimasta con me per qualche tempo. Ci siamo unite come fanno gli amanti e, in un momento di emozione, le ho proposto il bacio nero e una vita insieme per l'eternità. Ma ella ha rifiutato, ahimè, e l’ho lasciata libera, come è giusto che faccia il vero amore. Le volevo bene...» Sono affascinato, ma in parte anche atterrito. Che cosa vuole da me la contessina? Perché mi ha fatto venire fin qua? «Tu sei vivo perché io ti ho voluto vivo. Caro Adams, ho deciso che queste terre rinasceranno. Non mi piace viaggiare per procurarmi il cibo, preferisco che gli umani vengano a me… E cosa meglio di una piccola guida di viaggio, per portare ignari turisti tra le mie braccia? Ma non sono così egoista: voglio che tutti gli altri vampiri, o almeno quelli che mi onorano della loro amicizia, possano fruire di un così moderno servizio a domicilio: Dracula,
CAPPELLA DI KARNSTEIN
Ci dirigiamo lungo un sentiero che si allontana dal centro del villaggio, dominato da una chiesetta scoperchiata a una sola navata, le mura coperte di rampicanti. Un blocco di legno squadrato, coperto di gramigna, sembra osservarci. All’interno, una moltitudine di lapidi coperte di muffa e marciume aumentano la desolazione del luogo. «Io vivo qui, se vita si può chiamare», sussurra la bella. Sono le sue prime parole. «La mia famiglia si è estinta da oltre un secolo. Sono tutti qui». Facciamo qualche passo su un lato del muro perimetrale della cappella, e la mia compagna sposta la fitta edera che lo copre. C’è una grande lastra di marmo coperta di iscrizioni, e sormontata da uno stemma a rilievo: quello dei Karnstein, senza dubbio alcuno. «Benvenuto nella mia umile dimora», sorride Carmilla, con quegli adorabili, sottili, dentini appuntiti. «Ma non era morta, signorina? Le Fanu...» Il volto di Mircalla si deforma, una smorfia di disprezzo le deforma i lineamenti. «Le Fanu! Chi può credere a uno scrittore irlandese? O a uno scrittore in generale? In quell’occasione, è vero, mi ero incapricciata di quell’adorabile Laura, una mia lontana discendente. Era così attraente, la sua pelle era morbida e il suo sangue così dolce! Peccato che una confraternita di grotteschi anziani maschi si siano impegnati allo spasimo per venirmi a distruggere. Le Fanu ha raccontato ciò che poteva confortare il suo pubblico di sospirosi, romantici par25
STIRIA il povero Visconte di Moriéve, Vespertilia e tutti gli altri! Dalla Transilvania all’Italia, dalla Serbia all’Inghilterra e alle sue lontane colonie, dalla Stiria alla grande Russia, sarà una splendida festa di sangue!». Rabbrividisco, ovviamente, anche se con britannico understatement. Ma una domanda non vuole saperne di restare chiusa nella mia mente, così la pongo: «Contessa, la prego, ma sono stati tutti uccisi da secoli!». A questa mia intemerata, Carmilla (o Mircalla, o Millarca, ho scoperto col tempo che questa tizia cambia nome a seconda di come si sveglia e ha una vera passione per gli anagrammi) soffia come un gatto. I canini ora sembrano più lunghi. Si avvicina, soave. «Te l’ho già detto prima: la letteratura è menzogna. Come ho già avuto modo di dire, la notizia delle nostre morti è stata grandemente sopravvalutata. Non solo la mia. Siamo tutti vivi, e tu da questo momento sei al nostro servizio». Ciò detto, la contessina di Karnstein (com’è bella! E quel neo sul collo…) si piega su di me, mi strappa il panciotto e… beh, fa il suo comodo. Diciamo che si dedica alla colazione. Forse era meglio se rimanevo morto: temo che mi aspettino giorni alquanto faticosi.
ci e un’accoglienza burbera. Crocifissi ovunque: i residenti del paese più vicino a Karnstein sembrano assai convinti dell’efficacia di questo rimedio contro i vampiri, anche se temo serva a poco con la cara Mircalla.
Dove dormire La stanza da letto che fu di Laura è comoda, benché un poco tetra. Si tratta della più pregevole tra le camere del castello: è dominata da un arazzo sbiadito che rappresenta Cleopatra con l’aspide al seno. Gli arredi, per quanto impolverati, sono colorati vivacemente, quasi a compensare l’aria severa della stanza. Dei portacandele circondano il letto, con neri mozziconi spenti da decenni. Le finestre danno su un grande viale di tigli. Si consiglia di chiudere la porta a chiave, specie dopo il tramonto.
Dove fare shopping
Dove mangiare e bere qualcosa
Sempre a Durnstall si trova Der Aschenpflock, un piccolo emporio dalla curiosa insegna che rappresenta un cadavere trafitto da un paletto. La merce venduta in questo ridente paesino è appunto questa: paletti di ogni tipo e qualità. Dal flessibile pioppo al più classico frassino, dalla solida quercia al magnifico ebano, se siete in cerca di un souvenir unico nel suo genere, qui lo troverete.
Dopo tante fatiche, un pasto caldo è quello che ci vuole. I vini di Stiria sono assai pregiati, e il vitto è abbondante, con un posto d’onore per la cacciagione. Ho scelto la Gasthaus Karnstein, nel centro del piccolo villaggio di Drunstall. Tanto legno, travi a vista, tavolac-
Il miglior amico del cacciatore di vampiri, il paletto, è l’articolo più apprezzato in città, disponibile anche in simpatici souvenir in formato mignon da tenere sulla scrivania, o in schegge acuminate, come ciondolo da collo o fermacravatta. 26
STIRIA Mircalla ha avuto un certo moto di fastidio, quando le ho descritto il negozietto. Ha detto solo: «Uno di questi giorni passerò a trovarli».
La tomba di Carmilla
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S T I R I A — M A P PA
S T I R I A — M A P PA
ISBN:978-88-36270-29-3
euro 12,00