HEAVY BONE - La Storia del Rock a Fumetti

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JIMI HENDRIX THE CREAM

STEVIE RAY VAUGHAN

REM

PINK FLOYD JETHRO TULL

ENZO RIZZI

ENZO RIZZI

CREEDANCE CLEARWATER REVIVAL • HANK WILLIAMS • URIAH HEEP • ELTON JOHN • TRAFFIC • THE POLICE • YARDBIRDS

LITTLE THE BERRY HOLLY LEWIS HALEY RICHARDS WHO

THE CLASH IGGY POP ZZ TOP

FRANK ZAPPA JANIS JOPLIN • TODD RUNDGREN • FOO FIGHTERS • LYNYRD SKYNYRD • SLY & THE FAMILY STONE • CANNED HEAT

RED HOT CHILI PEPPERS JAM

The Doors Elvis Presley DIRE

PEARL

THE BEATLES

STORIA d e l

d e l

RADIOHEAD SEX PISTOLS MUSE ALLMANN BROTHERS BEN HARPER

STORIA

DAVID BOWIE CHUCK BUDDY JERRY LEE BILLY

THE FREE • BOB DYLAN & THE BAND JEFFERSON AIRPLANE • JOE COCKER LENNY KRAVITZ • T. REX

RUSH EAGLES STRAITS

ROBERT JOHNSON • NEW YORK DOLLS • MC5 • THE BYRDS • CSN & YOUNG • THE FACES • GREATFUL DEAD • SANTANA

U2 GRANDFUNK JACK WHITE THE KINKS

THE ANIMALS • RAMONES • TEN YEARS AFTER • TOTO • FLEETWOOD MAC • BRUCE SPRINGSTEEN • EMERSON, LAKE & PALMER

Genesis

JOHNNY CASH

«Heavy Bone non è solo un fumetto, è un’esplosione di note ed assoli e la Storia del Rock non sarà più la stessa raccontata da questo putrido zombie, la più grande rockstar del mondo, inferno compreso.» Gianni Della Cioppa

ISBN 978-88-97141-23-5

edizioninpe.it Edizioni NPE

9 788897 141235

€ 19,90

testi di Francesco Ceccamea

A FUMETTI

enzo rizzi

È il creatore di Heavy Bone, il serial killer di rockstar, protagonista in passato di una mini-serie di quattro albi (Inksteria) e successivamente di due volumi editi dalla NPE intitolati Heavy Bone: La Storia del Metal e Heavy Bone: Diabulus in Musica. Ha collaborato con i Fan Club italiani di Kiss, Aerosmith, Queen e Metallica nonché con le riviste metal «Flash» e «Rock Hard», con gli Almanacchi della Paura di Dylan Dog, con «H/M», «Metal Hammer», «Hard» e «Metal Shock». Attualmente collabora con il portale True Metal, con la collana Danze Macabre (CRAC ed.) e con la collana HorrorProject (Universitalia). Ha realizzato copertine, poster, locandine, T-shirt, gadgets e mascotte per diversi gruppi rock/metal italiani. Vive e lavora a Taranto.

LOU REED The Rolling Stones QUEEN

heavy bone

A FUMETTI

Heavy Bone non è un personaggio qualunque. È uno zombie in jeans attillati e stivali, puzza come può puzzare solo un cadavere ambulante che non vede la doccia da cinquant’anni, vomita acido e porta nel suo pancino due simpatiche bestioline zannute di nome ‘rock’ e ‘roll’, ed è un killer di rockstars. Avete capito bene: chi pensate che abbia fatto fuori Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin e tutte (e quando dico ‘tutte’ intendo proprio tutte) le altre figure più o meno importanti del panorama rock, dagli albori ad oggi? No cari, non si è trattato di incidenti. Da Robert Johnson in poi, uno e uno solo è il responsabile di questo stillicidio di morti eccellenti. Al servizio nientepopodimeno che di sua maestà infernale in persona, Heavy Bone ha svolto, e sempre svolgerà, il suo compito con implacabile efficienza e brutale sadismo.


Heavy Bone - La Storia del Rock a Fumetti

Disegni di Enzo Rizzi - Testi delle biografie di Francesco Ceccamea Il personaggio di “Heavy Bone - il serial killer di rockstar” è stato creato da Enzo Rizzi © 2013 Enzo Rizzi © 2013 per questa edizione: NPE - Nicola Pesce Editore © del logo di Heavy Bone: Enzo Rizzi © dei marchi: dei rispettivi proprietari © fotografia nell’aletta del fronte della copertina: Roberto De Giorgio Prima edizione: ottobre 2013 Collana Music & Comics, 3 Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio stampa: ufficiostampa@edizioninpe.it Grafica: Tespiedit service editoriale, tespiedit@gmail.com Grafica di copertina: Sebastiano Barcaroli Illustrazioni in copertina: Enzo Rizzi Stampato presso Rotomail Italia S.p.A. – Vignate (MI) Edizioni NPE – Nicola Pesce Editore è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #edizioninpe


Dedicato a mia mogle Stella e a mio figlio Emanuele, il mio universo.


28 - Johnny Cash

Fuck Off, dude... e benvenuto nel regno dell’ uomo in nero! Tutti i pionieri del rock and roll imparano ad amare la musica in chiesa quando da piccoli vengono portati a messa.

Crescendo però finiscono per servire il demonio, diffondendo anarchia, caos e violenza. O almeno così sostengono i benpensanti. Johnny Cash cresce lavorando nei campi di cotone assieme alla famiglia, andando alle funzioni domenicali e ascoltando le canzoni country alla radio.

Johnny ne rimane così colpito che se lo porta dietro come il più terribile dei torti subiti: i poveri muoiono, nessuno li aiuta, vengono sfruttati e c’è bisogno di qualcuno che dia voce alle loro storie! Nel ’55 ottiene un contratto con la Sun Records di Memphis. Incide i suoi primi singoli di successo: “Cry, Cry, Cry” e “Folsom Prison Blues” e soprattutto “I Walk The Line”. Si guadagna il soprannome di “Man In Black” a causa del suo look scuro in onore degli oppressi.

Un giorno suo fratello si ferisce a un braccio lavorando con una sega circolare e muore dopo otto giorni di sofferenze terribili, solo perché non riceve le cure adeguate.

Non a caso diviene il cantante preferito dai carcerati. Si esibisce spesso nelle prigioni, stringe la mano ai detenuti, i quali sentono che quel tipo non è un chiacchierone da strapazzo, sa cosa significhi sbagliare e dover pagare per i propri errori. La Sun cerca di trasformarlo nel nuovo Elvis, visto che il re li lascia per andare alla RCA, ma Johnny non si trova troppo bene in questa veste e nel 1960 passa alla Columbia con un contratto che gli garantisce maggiore libertà creativa. Le droghe pongono fine al suo matrimonio e, a causa dello stato pietoso in cui lo riducono gli eccessi, è spesso costretto ad annullare i concerti. Ben presto arriva anche la prigione. Lo arrestano a El Paso per aver cercato di introdurre illegalmente delle amfetamine. Neanche a dirlo si ritrova a scontare la pena proprio a Folsom!


29 - Johnny Cash

Di seguito lo mettono dentro, ancora e ancora per detenzione di marjuana e violazione di domicilio, quando si ritrova nel giardino di qualcuno senza sapere assolutamente il perché.

Lo processano e condannano anche per aver dato fuoco a un bosco intero. Lui però non sa in cuor suo se sia innocente o colpevole: non se lo ricorda. Una volta lo trovano nudo e addormentato nella macchina di un altro. Nel 1967 va in overdose e per poco non ci rimane. Ha anche un terribile incidente da cui esce vivo non si sa come. pieno di droghe, Alla fine capisce di aver toccato davvero il fondo; il demone del rock (sapete... sono sempre stato un tipo incorreggibile) è lì con un badile, sornione e sghignazzante.

Scopre di essere stimato da un sacco di musicisti. Tra loro c’è Bob Dylan, con cui scrive una ventina di canzoni in quella che diventa una collaborazione piuttosto chiacchierata. Ma la bestia in lui è chiusa in una gabbia fragile e Johnny deve continuare a conviverci.

Ci sono delle tremende ricadute, come quando si esibisce davanti alle truppe in Vietnam in uno stato tale che tutti provano vergogna per lui. June però rimane al suo fianco e lo aiuta sempre a rialzarsi. Dovrà aspettare gli anni ‘90 e il genio del produttore Rick Rubin per risorgere e chiudere in modo trionfale la sua lunga carriera. Fisicamente messo sempre peggio, sopravvive a tutto, ma non alla morte di June. Quando nel 2003 lei se ne va, la raggiunge quasi subito. Nel 2007, quattro anni dopo la sua morte, un misterioso incendio divora la casa in cui avevano passato gli anni migliori della loro esistenza. Lo confesso.... non ho mai saputo rinunciare alla teatralità... eheh!

Johnny però cerca di reagire. June Carter non è solo la ragazza più carina e di talento che Cash abbia mai incontrato: rappresenta la mano tesa di Dio. La sposa e per la prima volta in vita sua sente di aver fatto la cosa giusta. subito dopo il matrimonio incide uno dei brani più celebri della sua carriera, “Ring Of Fire”.


30 - Elvis Presley

Are you lonely, tonite? Non temere, my friend... ci sono qua io a farti compagnia.. eheheh!

Jerry Lee emarginato per il suo matrimonio con una minorenne; Little Richard in preda a crisi mistico-sessuali; Chuck Berry processato e condannato per essere un nero di successo che desidera una donna bianca. Quando la musica muore per la prima volta con Buddy e gli altri in quell’incidente aereo, tira una brutta aria per il rock and roll.

Non ci vuole uno scienziato a capire che la situazione si sta facendo pesante anche per Elvis. Così il famigerato Colonnello Parker, manager del re alla Columbia, ha la pensata di spedirlo nell’esercito, sospendendolo temporaneamente dai palchi e la furia perbenista. È una svolta fondamentale per la sua carriera ma anche l’inizio del suo inferno personale. Elvis con la divisa dell’esercito si salva dalla “caccia alle streghe del rock” ma sotto le armi assaggia per la prima volta gli psicofarmaci che girano tra i soldati.

Al suo ritorno in America trova un trono e una corona ad aspettarlo. ma non è più così sicuro di meritarseli. Sposa Priscilla, ragazza conosciuta durante la leva, e si lascia incastrare a forza nello stampo dell’icona mondiale che gli hanno creato i giornali durante il periodo di inattività. Crolla come tutti gli altri sotto il peso dei suoi sogni trasformati in fredda e pesante realtà.

Elvis Aaron Presley viene al mondo nel 1935 insieme a un gemello, Jessie, nato e morto prima di lui.

Quando si trasferisce con la famiglia a Memphis il giovane è timido e fatica a farsi degli amici. Adora sua madre e per il compleanno decide di farle una sorpresa: incidere una vecchia ballata che ha ascoltato in radio.

Sam Philips, produttore della Sun Records, che pochi mesi prima ha pronunciato la frase storica: “Se trovo un bianco con la voce da nero faccio milioni”, ascolta per caso quel ragazzo schivo mentre registra la sua canzone e ne rimane colpito.

Gli propone di incidere un altro pezzo mettendogli a disposizione il suo studio e un paio di musicisti ed Elvis non lo delude. I primi tempi, in radio arrivano richieste per quel nero che canta roba country.


La sua voce e quel modo di interpretare vecchie canzoni, così energico, sincopato, è trascinante. Presto passa dalla Sun alla RCA e nelle mani del “Colonnello” le cose decollano una volta per tutte con brani divenuti presto classici intramontabili del rock and roll: “Jealhouse Rock” “Heartbreak Hotel” “Love Me Tender” “Hound Dog”.

31 - Elvis Presley

nulla però se paragonato a quando il pubblico lo vede in tutta la sua fisicità sfrenata: quei movimenti del bacino, la furia, il sudore sono sesso allo stato puro.

Quando torna dal militare Elvis vorrebbe liberarsi del ruolo di re del rock and roll per andare a Hollywood e diventare il nuovo James Dean ma Parker gli fa girare solo film mediocri. E così Elvis vive nel suo castello dorato, sempre più impaurito dal mondo che fuori lo reclama. Gli psicofarmaci, le sostanze eccitanti e i sonniferi, uniti a schifezze ipercaloriche, diventano la sua dieta quotidiana. Tutto questo lo rende flaccido, fuori forma e deve sottoporsi a diete naziste per buttar via i chili di troppo e andare sul palco a dimostrare che il re è ancora vivo.

Si separa dalla moglie Priscilla e trasforma la sua casa in un locale notturno dove altri si abbandonano al piacere e lui si limita a guardare ingurgitando schifezze, sempre più insensibile, stordito e flaccido.

Le esibizioni dal vivo diventano terribili: spesso non termina le canzoni, balbetta frasi incomprensibili, fa monologhi estenuanti sempre incitato dal suo pubblico, che ancora si ostina a vedere il mito anziché i resti malconci dell’uomo.

Il 16 agosto del 1977 ha un arresto cardiaco nel bagno di casa. Lo trova steso a terra Ginger, la sua nuova ragazza. Molti sostengono che sia ancora vivo, in un posto sicuro, lontano dai riflettori e dalle pressioni che lo stavano uccidendo. Altri che sia morto e sepolto sotto la superficialità del suo stesso pubblico. Voi siete liberi di credere a ciò che volete.


Hell-O my friend... mentre aspetto un amico qui al Dakota building, ti racconterò la storia di 4 scarafaggi che cambiarono per sempre le regole della musica.

Forse Paul muore quella fredda notte di novembre del 1966, schiantandosi con la sua Aston Martin. Il suo posto lo prende un altro, tale William Campbell, ex poliziotto canadese assunto a un concorso per sosia di Paul McCartney.

32 - The Beatles

Il resto della band, convinta dal manager e dalla casa discografica delle terribili conseguenze che subirebbero le vendite dopo la morte di Paul, decide di stare al gioco.

Si va dalla celebre copertina di Abbey Road, con i Beatles che attraversano la strada e l’unico di loro a non portare scarpe ai piedi (come i defunti secondo il folklore inglese) è Paul.

Poi, colta dal rimorso, inizia a disseminare indizi sulle copertine e nelle canzoni dei dischi successivi, così da formare un mosaico sotterraneo che rappresenterebbe la confessione di una delle più ciniche (e incredibili) truffe del rock and roll.

Poi c’è la canzone “A Day In A Life”, ultimo brano di Sgt. Pepper, che presenta un riferimento esplicito a un truculento incidente d’auto. C’è una foto del gruppo dove Paul indossa un braccialetto con le iniziali OPD (Officially Pronounced Dead) e altro ancora.

I Beatles partecipano, per esempio, anche loro al gioco dei messaggi satanici nascosti nei dischi: la canzone Helter Skelter ne diventa un chiaro esempio.

Magari è solo un macabro scherzo che i Beatles hanno voluto orchestrare ai danni del proprio pubblico. In ogni caso, l’immagine iniziale dei bravi ragazzi, dolci e spensierati, finisce per fargli guadagnare un alone di ambiguità proprio grazie a queste enigmatiche trovate sulla morte di McCartney.

concepita con l’intento di sopraffare la violenza spericolata degli Who, diventa poi il fulcro metaforico ossessivo di un guru sanguinario di nome Charles Manson.


L’incontro di John con Yoko Ono in una galleria d’arte a S.Francisco, nel 1967, è l’evento che erode del tutto la già precaria stabilità del gruppo.

Una volta sciolti, tutti e quattro i musicisti si dedicheranno alle proprie carriere soliste, con risultati altalenanti.

C’è da tempo una progressiva tensione creativa e personale che spinge i membri, ormai tutti compositori attivi, su binari differenti. Il “White Album” vede quattro musicisti indipendenti costretti a una convivenza forzata nello stesso disco, sebbene doppio.

La morte violenta di Lennon per mano di uno squilibrato ammiratore folle di nome David Chapman (un giorno vi racconterò di come l’ho conosciuto... eheheh!) avvenuta nel 1980, sconvolgerà milioni di ammiratori dei Fab Four in tutto il mondo. Il secondo ad andarsene sarà George Harrison nel 2001, a causa di un tumore. Ringo è ancora tra noi. Paul assicura di non essere il sosia di se stesso.

33 - The Beatles

questo pazzo semianalfabeta passa i giorni a plagiare le menti di giovani reietti e a setacciare la musica dei Beatles (in particolare il “White Album”) alla ricerca di un segno che profetizzi l’apocalisse di cui lui si riconosce vero messia.

Eppure agli inizi i Beatles sono solo un quintetto su cui nessuno mai scommetterebbe un soldo. A pensarla diversamente è Brian Epstein, un imprenditore di Liverpool che assiste a un’esibizione e si convince che quei teppisti vestiti di pelle e cuoio saranno qualcosa di grandissimo. È il 1963 e grazie anche al coinvolgimento di George Martin della EMI, nel giro di tre anni la band diviene più famosa di Elvis e i Beach Boys messi insieme. Nel ‘65 la regina decide addirittura di farli baronetti e loro accettano per poi andare a stemperare la tensione fumando erba nei bagni di Buckingham Palace. La band coltiva la sua immagine positiva ma dietro le quinte è dissoluta quanto i loro rivali Rolling Stones... Nessuno di loro può comunicare con il mondo perché sono immersi nelle droghe che finiranno col dettare l’evoluzione artistica della band. Poi Brian Epstein muore per overdose da barbiturici e per la band è un colpo durissimo.


34 - The Rolling Stones

I know, boyZ... it’s only “rock’n’roll”, but I like it... OuyesS! Nel 1969, mentre le altre rock band si esibiscono gratis a grandi raduni in nome della pace e dell’amore, i Rolling Stones si dedicano a tour miliardari negli USA.

per mettere a tacere le critiche, organizzano un festival dove esibirsi senza compenso Con Altamont - è lì che si terrà lo show - il sogno di Woodstock finirà nel sangue e nella polvere. Gli Stones si sono fatti largo nell’ambiente del Rhythm & Blues inglese reinterpretando in chiave più acidula e aggressiva i cavalli di battaglia di Howlin’ Wolf e altri artisti americani.

Non una gran vita, almeno fino a che un lungimirante manager non vede in loro i perfetti antagonisti di quei quattro ragazzi gioviali e dall’aria tranquilla che si fanno chiamare gli “Scarafaggi” e mandano fuori di testa le ragazzine come non accadeva dai tempi di Elvis!

Quello che i Beatles NON sono, lo saranno gli Stones: brutti, sporchi, cialtroni, delinquenti, tossici, violenti e ingestibili. La loro musica trasmetterà sensazioni disturbanti, contraddittorie. Saranno così guasti che nessuno si sognerebbe di far suonare le loro canzoni a una festa.

Basta il sapiente lavoro di un manager spregiudicato e un sinistro riff di tre note. “Satisfaction”, tratto dal disco “Out Of Our Heads” è un successo clamoroso negli Stati Uniti.

Non è tanto facile da credere ma il gioco riesce e nel giro di poco tempo, i cinque ragazzotti diventano le rock star più temute e invidiate del mondo.

Da lì a parlare di patto con il diavolo (un giorno vi racconterò tutti i particolari, boyZ!) in cambio del successo ci vuole poco e la band non fa nulla per dissimulare simili rimandi, anzi. Su “Beggar’s Banquet” del 1969 Jagger scrive addirittura un brano che dà la parola a Satana in persona.


Nei dischi successivi alla morte di Jones e dopo Altamont, gli Stones non cambiano registro: le tematiche affrontate sono ancora incentrate sul male, la morte, l’odio, i serial killer e il vizio.

Dicevamo di Altamont: per mantenere l’ordine durante il festival gli Stones chiamano gli Hell’s Angels, sapendo benissimo chi sono e cosa aspettarsi da loro. Una inesorabile progressione di violenza porta all’accoltellamento di Meredith Hunter, un giovane che gli Angels hanno giudicato troppo turbolento.

Dopo quel festival, gli Stones vedono la fama di satanisti ritorcerglisi contro e quando la cosa inizia a pesare anche sulle vendite, da bravi uomini d’affari sdrammatizzano le loro simpatie per il lato oscuro e si avvicinano ad un pubblico ancora più vasto con un sound più commerciale e meno intriso di sfumature blues e dannate.

35 - The Rolling Stones

La canzone è “Sympathy For The Devil” e Lucifero usa gli Stones per vantarsi con l’umanità di tutti i suoi più grandi trionfi, esortando e minacciando la gente a consegnare le proprie anime a lui nell’eterna dannazione.

A una simile provocazione bisogna aggiungere gli arresti per uso di sostanze stupefacenti, gli scandali sessuali e gli strani interessi per l’occulto che Jagger ostenta sempre di più. Come se non bastasse, Brian Jones, da molti considerato l’unico vero genio del gruppo, muore in circostanze mai chiarite. Ufficialmente è un incidente: un uomo ubriaco e drogato che annega nella propria piscina durante una festa. Per molti è omicidio, magari organizzato da Keith e Mick, giusto per saldare il debito con qualcuno molto... ma molto in basso (Cosa c’è? Perchè state guardando il sottoscritto? Eheheh!).



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