NEIL GAIMAN Adattato da: P. CRAIG RUSSELL
Basato sul romanzo di:
Disegni: KEVIN NOWLAN P. CRAIG RUSSELL TONY HARRIS SCOTT HAMPTON GALEN SHOWMAN JILL THOMPSON STEPHEN B. SCOTT DAVID LAFUENTE Colori: LOVERN KINDZIERSKI Traduzione: NICOLA PESCE ANDREA PLAZZI Lettering: GIORGIO CARTA ALESSIO D'UVA Supervisione: MATTIA DIBERNARDO STEFANO ROMANINI
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The Graveyard Book Graphic Novel, Volume 1 Text copyright © 2008 by Neil Gaiman Illustrations copyright © 2014 by P. Craig Russell All rights reserved. Per l'edizione italiana © 2015 Solone srls Stampato presso: Cartografica Toscana, Ponte Buggianese (PT)
edizioninpe.it ufficiostampa@edizioninpe.it Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Prima Edizione, Ottobre 2015
NPE - NICOLA PESCE EDITORE edizioninpe.it è un marchio in uso di Solone S.R.L.S., via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA)
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To Brooke and Andrew, Jadon and Josiah, and Naomi and Emmeline (and special thanks to Galen Showman and Scott Hampton for service above and beyond) —P.C.R.
A Brooke e Andrew, Jadon e Josiah, e Naomi e Emmeline
(e un ringraziamento speciale a Galen Showman e Scott Hampton per il supporto ben oltre il dovuto)
-P.C.R.
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1
Come Nobody arrivò al cimitero Disegni di Kevin Nowlan
il coltello aveva un manico lucido di osso nero, e una lama piĂš tagliente e affilata di qualunque rasoio. Se vi avesse tagliato, forse non ve ne sareste neppure accorti, non subito almeno. il coltello aveva giĂ fatto quasi tutto quello che era stato portato a fare in quella casa, e sia la lama che il manico erano bagnati.
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Un altro ancora e avrebbe finito.
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L’uomo Jack era, per prima cosa, un professionista, o almeno cosÏ diceva a sÊ stesso. Non si sarebbe mai permesso di sorridere fino a che il lavoro non fosse finito.
il bambino.
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odore di latte, cioccolato, biscotti... ...un pannolino... …shampoo per bambini…
…e qualcosa di piccolo e gommoso…
il bambino era qui.
…no, qualcosa da succhiare. Un gioco…
non c’è… dove sarà?
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UHM...
Jack annusò l’aria. Poi, senza fretta, cominciò a risalire la collina, un passo dopo l'altro.
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fin da quando aveva imparato a camminare, il bambino era stato la delizia e la disperazione dei suoi genitori, perchĂŠ non ci fu mai un bimbo che amasse esplorare quanto lui.
quella notte, era stato svegliato dal suono di qualcosa che si era infranto sul pavimento, al piano di sotto.
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Owens! Venga a vedere questo!
che io sia dannato, signora Owens, se quello non è un bambino.
ovvio che è un bambino, la domanda è: cosa bisogna fare con lui?
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di certo quella è una domanda, eppure non è la nostra domanda. dal momento che questo bambino è indiscutibilmente vivo, e perciò non ha nulla a che vedere con noi e non fa parte del nostro mondo.
ma guarda come sorride!
io dico che quello non somiglia alla famiglia di nessuno.
guardi là. deve essere la famiglia del bambino. saranno venuti a riprenderlo, per riportarlo a casa. lo lasci andare.
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Chi riposa lì? Sai, Bod, in molti casi è scritto sulla pietra, non sai leggere ancora?
La notte successiva, Silas si presentò alla cappella degli Owens con due libri dai colori sgargianti (“A di arancia”, “B di banana”) e una copia di “pinocchio”. Ehm, no.
Poi passeggiarono nel cimitero e Silas gli insegnò a riconoscere le lettere dell’alfabeto, cominciarono con l’acuminata guglia della lettera…
Silas diede un compito a Bod.
Trova ognuna delle ventisei lettere nel cimitero.
il suo custode era molto compiaciuto.
Bod lo completò, orgogliosissimo, con il ritrovamento della…
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Ogni giorno Bod avrebbe preso carta e penna e avrebbe copiato i nomi e i numeri delle lapidi come meglio poteva.
E ogni notte sarebbe andato da Silas a farsi spiegare cosa avesse trascritto e a farsi tradurre quelle cose in latino che gli Owens trovavano ostiche.
Un giorno soleggiato: i calabroni esploravano i fiori selvatici che crescevano negli angoli del cimitero, mentre Bod era steso nella luce primaverile guardando uno scarafaggio color bronzo che si aggirava su una lastra tombale.
Bod aveva copiato l’iscrizione.
Adesso stava pensando soltanto all’insetto, quando qualcuno disse..
Ragazzo? Che stai facendo di bello?
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È lassù in cima?
No. È nella collina.
Dentro. È stato prima dei miei tempi.
“…Tre secoli dopo la sua morte, un fattore che cercava un nuovo posto dove sistemare le pecore, scoprì un grosso masso che ostruiva l’ingresso e lo spostò, pensando che magari vi fosse nascosto un tesoro.
“Ne venne fuori un po’ dopo. i suoi capelli neri erano diventati bianchi come i miei.”
Cosa aveva visto?
Non disse nulla. Né mai tornò.
“Rimisero il masso al suo posto e, col tempo, dimenticarono. "Poi, duecento anni fa, quando stavano costruendo la cappella dei Frobisher, lo trovarono di nuovo. il ragazzo che l’aveva trovato sognava chissà quali ricchezze nascoste, così non ne parlò con nessuno.
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“…O almeno così credeva.”
“…E vi discese di notte, senza essere visto.
“Lui non tornò affatto." Uhm. E quindi, chi è seppellito lì?
Tornò su coi capelli bianchi anche lui?
Non lo so, piccolo Owens.
Che cosa stava aspettando?
"Ma sentivo la sua presenza. Quando questo posto era ancora vuoto, avevo la percezione che qualcosa stesse attendendo, nella profondità della collina".
“Tutto quello che potevo sentire era l’attesa.”
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Mammina? Vado a fare una passeggiata.
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Resta sul sentiero, tesoro.
4
La tomba della strega Disegni di Galen Showmann
C’era una strega sepolta al confine del cimitero, lo sapevano tutti. A Bod era stato detto dagli Owens, di tenersi alla larga da quell’angolo di mondo, fin da quando aveva memoria.
PerchĂŠ?
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Non è salutare per una persona viva.
C’è un sacco di umidità da quelle parti.
È praticamente una palude.
Lì ci puoi solo morire.
il cimitero vero e proprio terminava con la collina sul lato ad est, sotto il vecchio albero di mele.
Bod tutto sommato era obbediente, e non si infilò tra le inferriate, limitandosi a guardarci attraverso.
Sono sicuro che non mi hanno raccontato le cose come stanno.
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Non è un bel posto.
Ma oltre quel punto c’era un terreno non curato, pieno di rovi ed erbacce.
Ritornò alla collina, alla piccola cappella all’entrata del cimitero, e attese che fosse buio.
Curiosità. Appena il crepuscolo passò dal grigio al viola ci fu un rumore nella guglia, come un pesante frusciare di velluto, e Silas abbandonò il suo giaciglio nella torre campanaria e discese all’ingiù lungo le tegole.
Cosa c’è nell’angolo più lontano del cimitero? Perché lo chiedi? È terreno sconsacrato. Sai cosa significa? Non esattamente.
Alcuni credono che tutta la terra sia sacra.
Ma qui, nel tuo mondo, ci sono altri che benedicono le chiese e il terreno dove seppelliscono i morti, per essere loro a consacrarlo.
Quindi le persone seppellite oltre il recinto sono cattive?
“Ma hanno lasciato del terreno non consacrato a fianco a quello consacrato, un posto dove seppellire i criminali, i suicidi e tutti coloro che in vita non furono credenti.”
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“Ricorda che in passato si poteva venire impiccati anche solo per aver rubato uno scellino.”
Mm? No, per niente.
devo dire che è trascorso un bel po’ di tempo dall’ultima volta che sono stato da quelle parti, ma non ricordo nessuno particolarmente cattivo.
“E ci sono sempre state persone che hanno ritenuto le loro vite così insopportabili da voler affrettare la loro transizione a un altro piano dell’esistenza.”
intendi quelli che si sono suicidati?
Proprio loro.
E ha funzionato? Sono più felici da morti?
Qualche volta. Di solito no. Sono come quelle persone che credono che sarebbero felici in un altro posto, ma che poi si rendono conto che non è così. il punto è che ovunque vai, porti te stesso con te, se capisci cosa intendo. Sì, anche loro.
Suicidi, criminali e streghe. Coloro che sono morti senza i sacramenti.
Così così. E le streghe?
Ma abbiamo parlato così tanto, e io devo ancora fare colazione, mentre tu farai tardi per le tue lezioni.
Nel crepuscolo del cimitero, un bisbiglio di velluto nero, e Silas era sparito.
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Sei in ritardo. La luna aveva appena iniziato a sorgere quando Bod raggiunse il mausoleo di Mr Pennyworth.
Mi dispiace, Mr. Pennyworth.
Qui Giace nella Certezza di una splendente Resurrezione.
Mr Pennyworth aveva cercato di insegnare a Bod gli elementi e gli umori, ma Bod continuava a confonderli tra loro.
io credo proprio sia il momento di spendere un po’ di giorni a far pratica. il tempo fugge, dopotutto.
Temo di sì, signorino Owens.
Ora, una domanda…
Non chiedermi di svanire. Non chiedermi di svanire.
Ah sì?
Come se la cava a svanire?
Cioè. Ah, benissimo.
Bod ebbe un tuffo al cuore, prese un respiro profondo e fece del suo meglio.
Mmg
h.
Come sempre.
No, signorino Owens. Non va benissimo. Perché non mi dà una piccola dimostrazione?
Pah. Questa non è una dimostrazione. Questa non è proprio un bel niente.
Essere furtivi e sparire, ragazzo, come i morti. Furtivo tra le ombre, sparisca dalla consapevolezza della sua presenza.
Forza, riprovi.
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Bod si concentrò.
Lei è ovvio come il naso sulla sua faccia. E il suo naso è straordinariamente ovvio. Come il resto della sua faccia, giovanotto. Come lei.
Lei è un vicolo vuoto.
Lei è un ingresso sgombro.
Lei è nulla. Gli occhi
non poLe menti tranno vederla. non potranno concentrarsi su di lei.
Dov’è lei c’è niente e nessuno.
Adesso. Per amore di tutto ciò che è sacro, svuoti la sua mente.
Forza, riprovi.
Bod chiuse gli occhi e immaginò di essere un’ombra nella notte.
Spaventoso.
Mi sa che dovrò parlare di tutto questo col suo custode. Ora. Gli umori. Elencameli.
Um.
Sanguigno.
Melancolico…
Collerico. Flemmatico.
…mi pare.
E com’era quell’altro…
E andò avanti così, finché fu l’ora della grammatica e della composizione con…
Nubile di questa parrocchia. Che non Fece del Male A Nessuno durante tutti I Giorni della Sua Vita. Tu che Leggi Puoi Dire altrettanto?
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A Bod piaceva Miss Borrows. Era così facile cambiare discorso con lei.
Quella gente non fa per noi.
Dicono che c’è una strega nel terreno scon… sconsacrato.
Ma è comunque nel cimitero, no? E quindi io posso andarci.
Sì, caro, ma non andarci lì, mi raccomando.
Perché no?
Ciò sarebbe inopportuno.
Bod era obbediente, ma curioso, e così quando le lezioni per quella notte furono finite, lui non corse ai piedi della collina al terreno sconsacrato, ma camminò fino a dove un picnic di tanto tempo fa aveva lasciato il suo segno sottoforma di un grande melo.
C’erano alcune lezioni che Bod non aveva dimenticato. Una volta si era riempito la pancia di mele ancora acerbe e se ne era pentito per giorni interi. Da quel momento aveva sempre aspettato che fossero mature. Aveva mangiato l’ultima la settimana prima, ma quell’albero gli piaceva anche come posto per pensare.
Viaggia in una casa con gambe di gallina? Ha una scopa di saggina?
Chissà che tipo di strega se ne sta lì sepolta.
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Lo stomaco di Bod rumoreggiò e lui si rese conto di essere affamato.
Se non avessi mangiato tutte le mele.
Magari ne fosse rimasta…
…Almeno una.
il dolore come un fulmine invase il suo corpo, ma per fortuna era atterrato su di un montone di erba ammucchiata dal giardiniere.
Guarda un po’, piovono ragazzini.
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E tu da dove vieni, caduto dal cielo come un fulmine? È così che ci si comporta?
Hai una fortuna del diavolo, a cadere proprio sul mucchio d'erba.
io… ero sopra il melo.
Ah, bene: mi sono fatto male la gamba, mi sa. io sono Bod.
il ragazzo vivo?
Ho sentito parlare di te, persino quaggiù. Come ti hanno chiamato?
Owens. Nobody Owens. Ma chiamami Bod.
bel pasticcio, signor Bod.
Comunque i suicidi sono tutti laggiù, dall’altro lato delle siepi.
Tu sei una suicida? O hai rubato uno scellino?
E quelli che se lo meritavano sono nel sentiero delle more, entrambi.
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Uno era un falsario, l’altro un grande ladro, a suo dire, ma se vuoi sapere la mia opinione era solo un ladruncolo da quattro soldi.
Mai rubato niente io!
Heh. Aspetta.
il cavallo bianco che si fece strada al passo attraverso di loro non era affatto come i cavalli che Bod aveva sempre immaginato. Era di gran lunga più grande, e su di lui c’era una donna che lo cavalcava senza sella, con un lungo vestito grigio che pendeva drappeggiando e dava l’idea di ragnatele imperlate di rugiada.
La dama in grigio smontò dal cavallo e si inchinò. Tutti, come un sol uomo, ricambiarono l’inchino.
E ora…
Nostra dama grigia delle tenebre Balla insieme a noi le Danse Macabre
Le ondate delle danze trascinarono Liza lontano da Bod. Le persone si dimenavano seguendo il ritmo con tutto il corpo, mani, piedi, testa e fianchi.
il ballo si fece più frenetico e con esso i ballerini. Le Danse Macabre, il ballo dei vivi con i morti, il ballo con la morte stessa. Bod sorrideva, insieme con tutti gli altri.
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Nel momento stesso in cui lo disse, si accorse di essersi sbagliato.
Tutti quanti! Tutti quanti stanno ballando!
A un certo punto qualcuno gridò…
L’ultima danza!
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E la musica si tramutò in qualcosa di lento, solenne e conclusivo.
Allora ognuno dei ballerini trovò il suo partner, ogni morto con un vivo.
Ciao, Bod.
i nomi in fondo non sono poi così importanti.
Ciao. Non so come ti chiami. Adoro il tuo cavallo. Non avrei mai immaginato che i cavalli potessero essere così grandi.
Posso cavalcarlo?
Lo prometti?
Un giorno. Un giorno tutti devono farlo.
Lo prometto.
E le danze ebbero fine.
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È tanto gentile da poter portare via il più possente di voi sulla sua groppa, e tanto forte da portare allo stesso modo anche il più piccolo.
Dodici rintocchi. Abbiamo danzato per dodici ore, oppure per ventiquattro…
Allora e solo allora Bod si rese conto di essere esausto, e di aver danzato per ore ed ore.
“…o nemmeno per un minuto?”
Si guardò intorno. i morti erano andati via, così come la dama in grigio. Solo i vivi erano rimasti, e stavano lasciando la piazza, rigidi come le scope, come persone appena svegliatesi da un profondo sonno. La piazza era ricoperta da un tappeto di piccoli fiori bianchi.
Sembrava vi fosse stato celebrato un matrimonio.
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