Nevio Zeccara - dall'Aeronautica all'Astronautica (preview)

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Nevio Zeccara - Dall’aeronautica all’astronautica

prefazione di Gianni Brunoro didascalie a cura di Lucia Zeccara

Con la gentile collaborazione dell’Aeronautica Militare. Volume catalogo della mostra del 20-25 aprile presso il Palazzo dell’ Aeronautica Militare Italiana in Viale Pretoriano n.18, Roma © delle immagini di Lucia e Paolo Zeccara © dell’introduzione di Solone srls © 2015 per questa edizione: Solone srls - npe Prima edizione: aprile 2015 Collana: L’Arte delle Nuvole, 15 Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio stampa: ufficiostampa@edizioninpe.it Grafica: Tespiedit service editoriale, tespiedit@gmail.com Grafica di copertina: Sebastiano Barcaroli Illustrazione in copertina: Nevio Zeccara Nicola Pesce Editore è un marchio in uso di Solone srls via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) Recapito postale: c/o GoldenStore, via de Amicis n. 22/28, 84091 Battipaglia (SA) edizioninpe.it - https://www.facebook.com/EdizioniNPE


I tanti volti di un artista di Gianni Brunoro

Nella lingua italiana, gli aggettivi “sconosciuto” e “misconosciuto” vengono a volte confusi l’uno per l’altro, ma per fortuna non è così in questo caso. Per cui, del disegnatore di fumetti Nevio Zeccara non si può dire che sia sconosciuto, perché ci sono molti lettori di fumetti che lo apprezzano e senza dubbio vari altri che decisamente lo amano. Non altrettanto si può dire però della critica, da parte della quale egli è un disegnatore senza dubbio misconosciuto: per lo meno nel senso che su di lui non si è mai avuta (e nemmeno cercata, a dire il vero) l’occasione di scrivere, per approfondirne l’arte e lo stile. A parte una bella intervista fattagli da Giuseppe Pollicelli, uscita nel marzo 1997 sul n.21 della rivista «Fumetto».

Frammenti di memoria Personalmente, mi fa dunque piacere avere la presente occasione, perché a Nevio Zeccara mi lega un certo aspetto affettivo, al quale mi è gradevole riandare qui nella memoria. Perché, se è vero che anche i critici di fumetti hanno avuto un’infanzia, è altrettanto vero che forse, già da allora, c’è qualcosa di tale prospettiva nel loro destino. Ebbene, nel 1948 – che è l’anno al quale mi riconduce il ricordo – ero soltanto un ragazzetto e i fumetti mi limitavo a leggerli. Però avevo già in qualche modo una sensibilità di tipo particolare, la quale per le mie amate letture – e anche dei miei coetanei di allora – i fumetti, com’è ovvio, mi orientava anche in una direzione che

incuriosiva soltanto me e non loro. Fu dunque in quell’ormai lontano 1948 che, fra i tanti albi, mi capitò di acquistare all’edicola la prima uscita di una serie intitolata «Texas Bill». Della quale, ancora più del racconto, mi colpirono subito certi elementi tecnici nient’affatto comuni tra i fumetti di allora. Da una parte c’era un tipo di disegno insolito: invece di essere eseguito nella forma che molto tempo dopo avrei imparato a chiamare “al tratto” (ossia quel tipo di immagini delineate da netti segni neri sul bianco della carta) esso si presentava a “mezzatinta” (espressione ugualmente appresa molto tempo dopo), ossia con sfumature di grigio idonee a rendere le figure in qualche modo simili alle fotografie. Nei fumetti del tempo, era una novità abbastanza insolita che a me, sempre attento e curioso degli aspetti tecnici, colpiva parecchio. Ma in quell’albo c’era un’altra caratteristica tecnica a colpirmi. Devo premettere che sono sempre stato sensibile (già fin da lettore-bambino) al lettering, ossia la “calligrafia” dei testi scritti dentro le nuvolette. Ebbene, in «Texas Bill» essi mi colpirono in quanto scritti con un carattere particolare: sembravano stesi col “normografo”, un semplice strumento col quale noi bambini ci divertivamo a scrivere un regolare e gradevole stampatello. Ovvio dunque che grazie a tali requisiti Texas Bill mi fu subito simpatico. Anche perché ero bensì coinvolto da quelle caratteristiche, ma soprattutto esse erano il contorno di una sostanza effettiva, il disegno. Il quale era di una qualità fra le migliori, rispetto agli albi del tempo: un segno rotondo e amabile, anatomie ben equilibrate, fisionomie ottimamente delineate. Chi




Fig. 18 - 1970. Concept.


Fig. 19 - 1958. Un caccia inglese Hawker Typhoon in azione.


Fig. 23 - 1987. Concept.


In alto: Fig. 24 - 1970. Concept. vtol (decollo e atterraggio verticale).

In basso: Fig. 25 - 1969. Concept. vtol (decollo e atterraggio verticale).


A sinistra: Fig. 58 - Studio rivista ÂŤIl FuturoÂť.

Sotto: Fig. 59 Studio rivista Ufologia, 3 viste ufo fotografato a Rio de Janeiro 1957.

Nella pagina successiva: Fig. 60 - 1994. Studio rivista Ufologia, il caso Mantell.






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