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Lettera al Direttore
Da parte di una nostra lettrice, la Sig.ra Liliana Vadagnin, ci giunge questa sua testimonianza che molto volentieri pubblichiamo.
Tempo di economia
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Sta tornando il tempo di fare economia in casa, nel tempo libero, nei viaggi. Essendo nata nel 1940 ho qualche ricordo della II Guerra Mondiale. In casa eravamo in sette: sei figli e nostra madre. Papà era in guerra, anche in Abissinia, poi prigioniero non ricordo in quale Paese. Mi raccontava di essere riuscito a fuggire dal campo di prigionia 10 giorni prima della fine della guerra, coprendo tutto il tragitto a piedi con mille precauzioni. Fare economia in quei tempi era obbligatorio data la grande penuria di ogni genere di conforto. Ricordo l'illuminazione era al limite, se si accendevano due lampadine contemporaneamente, saltava il contatore. Il pane era razionato, si comperava con una tessera piena di bollini nella piccola bottega gestita dalla signora Maria che aveva molta simpatia per me, ogni tanto mi diceva che poteva darmi due panini in più visto che eravamo tanti bambini. Il cibo era limitato, non tanto nella quantità ma nella qualità. A mezzogiorno sempre polenta e formaggio. Non cerano certo “le merendine”, io ero golosa di pane e lardo che mia madre aveva sempre in casa e lo usava al posto del burro. D'estate noi bambini eravamo “la grandine dei frutteti” e permettevamo a ben pochi frutti di arrivare alla naturale maturazione! Per cena, sempre minestrone. Ricordo ancora quanto era buono, cotto sopra la stufa economica, ne potevamo mangiare a volontà ma era pur sempre lo stesso minestrone tutti i giorni! A Natale solamente c'era buon brodo di gallina, piena di “occhi” di grasso. In casa mancava l'acqua corrente ed ero io, la maggiore dei miei fratelli, ad andare alla fontana con due secchi. Per quanto facessi attenzione, i secchi oscillavano e l'acqua usciva e prima di essere a casa, era dimezzata. Il bagno si faceva nella tinozza del bucato solo il sabato, tutti i 6 bambini nella stessa a turno nella stessa acqua. Altro che oggi: bagni e docce in continuazione con enormi sprechi di acqua, luce, saponi vari! Anche la biancheria si cambiava molto poco, gli odori non ci infastidivano, eravamo tutti nelle stesse condizioni. Al mattino nostra madre ci spediva tutti a trovare la legna necessaria per cucinare. Nulla andava buttato come invece avviene oggi. Ma anche nei decenni successivi, lo stile parsimonioso non era scomparso. Ci si telefonava solo in casi estremi: morti, nascite e poche altre occasioni. E' sconcertante per me ora vedere in ogni luogo tutti smanettare sui tasti degli smartphones, assenti a tutto ciò che li circonda. La scuola come l'ho conosciuta io era una cosa molto seria anche se la “dotazione” degli studenti era molto scarsa: 2 quaderni, il sussidiario, un piccolo astuccio e tuttalpiù una scatoletta da 6 matite colorate. I libri duravano anni, il figlio maggiore lo passava al fratello minore....Oggi gli studenti hanno decine di libri, alcuni fatti acquistare ma mai aperti in classe. E non parliamo degli abiti! Noi, famiglia numerosa, avevamo solo un armadio a due ante e un paio di comò, non come ora invece che anche i “single” accumulano tante scarpe ed abiti da doverli stipare in garage e soffitte. Anche a noi piaceva vestirci bene e le fotografie dell'epoca dimostrano che umili come eravamo, si aveva un senso dell'eleganza forse maggiore di oggi. Le feste e i divertimenti erano pochi ma molto sentiti e attesi. I mezzi di trasporto fino a 60 anni fa non c'erano, solo qualche corriera con poche corse e al mio paese solo un signore che faceva i mercati possedeva un furgone. C'erano solo qualche bicicletta, tenuta in massimo ordine, mia madre era molto gelosa della sua e ci faceva pulire i raggi uno ad uno per poi riporla con la massima cura. Ora i cortili sembrano parcheggi, una macchina per ogni persona perché nella stessa famiglia c'è qualcuno che va a lavorare a Belluno, un'altro a Feltre e l'altro altrove. I ragazzi oggi non credono a questo modo di vivere e, forse dopo tutto questo odierno benessere, non si adatterebbero mai. Fatto sta che indietro non si può più tornare e così con tutto questo spreco di acqua, gas, luce, cibo, vestiario eccetera il mondo va a rotoli, con scarsa possibilità di poter rimediare.