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A parere mio: il valore dell’effimero
A parere mio di Laura Paleari
Il valore dell’“effimero”
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L’Italia è un paese di forti contrasti, nonostante abbia un patrimonio artistico e culturale gigantesco e in continua evoluzione, molte volte disdegna le professioni artistiche, considerandole “meno degne” rispetto ad altre quali la medicina, la legge, ecc…; per quanto riguarda la moda poi, non ne parliamo, lei e la frivolezza vanno a braccetto da sempre nell’immaginario comune per moltissimi. Vorrei, proprio per questo, e per le polemiche aperte contro l’ultima Fashion Week, durante la quale è, purtroppo, scoppiata la terribile guerra tra Russia e Ucraina, in questo articolo, fare alcune semplici riflessioni, poiché, come dice il detto: “non tutto è come appare”. Inizierò spiegando perché la moda non è un semplice passatempo ma una vera e propria industria in cui milioni e milioni di persone lavorano e che apporta alla nostra economia quasi 90 miliardi di euro di fatturato. Legata strettamente alla società, la rappresenta e la influenza, riuscendo a cambiarla in maniera importante, basti pensare all’enorme rivoluzione dell’abolizione dei corsetti ma non solo; chi fa moda deve essere in grado di capire chi e cosa lo circonda, saper leggere tra le righe per poi dare la propria interpretazione e, come, nella politica, c’è chi è più conservatore e chi più progressista e rivoluzionario; La guerra scoppiata è senza dubbio terribile ed è giusto parlarne, informarsi e aiutare attivamente al meglio delle proprie capacità; ma senza lavoro ed economia, tutto questo non può e non
LA PAROLA AI LETTORI COMUNICATO DI REDAZIONE
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A parere mio
potrà mai avvenire. In Italia, a differenza di moltissime altre nazioni, c’è ancora la distinzione tra la lavori di “classe A" e lavori di “classe B” e la moda, secondo questa classifica, rientra nella seconda categoria, se non più in basso. Le critiche riscontrate secondo questa logica, andrebbero quindi estese anche a tutti gli altri lavori non di “primaria importanza” o di informazione: ristorazione, cinema, teatro, televisione… ma, come dice la parola stessa, sono lavori e anche la moda, per quanto scettiche possano essere le persone, è un lavoro, è un’ industria; penso sia difficile poter immaginare quante persone lavorino all’interno di una sola azienda moda senza mai essere entrati in questo mondo ma bloccare questa industria non risolve un conflitto ne’ lo aiuta. Come può una realtà che muove così tante persone, soldi, lavoro ed energie non essere presa sul serio?! Inviterei ad ascoltare il breve dialogo tra Miranda e Andy sul colore ceruleo di un maglione (è facilmente visibile su Youtube) di un film leggero: “Il diavolo veste Prada” ma che nasconde alcune chicche al suo interno; con le sue parole la terribile direttrice della rivista di moda Runway, smonta una serie di convinzioni e pregiudizi che la protagonista riserva verso questo mondo. Vorrei inoltre ricordare come da sempre la moda si sia impegnata in battaglie a carattere sociale e umanitario ma di questa parte se ne parla molto molto poco, perché? Forse perché, proprio come si fa per la guerra in Ucraina e per molte altre vicende, è d’uso comune per i giornalisti italiani parlare solo di notizie o pseudo tali, di impatto, ossia di tutte quelle che vengono chiamate nel gergo di internet : “acchiappa views”(notizie che “acchiappano” il lettore grazie al titolo provocatorio e, in molti casi, gonfiate da fatti non verificati e da informazioni incerte). Purtroppo la guerra ha causato gravi danni non solo umani ma anche economici e uno dei settori più colpiti è stato quello del lusso che, reduce dal periodo pandemico del Covid, stava cercando di riprendersi. Purtroppo a farne le spese sono le famiglie che ci lavorano e, soprattutto le piccole e medie imprese, oltre a tutti i giovani che cercano di affermarsi nel loro piccolo. In conclusione, comunque la si pensi, il dialogo e la scrittura rimangono fondamentali e il fatto che se ne parli e si aprano dibattiti, un ottimo modo per conoscere nuove visioni della realtà e dei fatti; dovremo iniziare a preoccuparci quando tutto questo finirà per uniformarci ad una visone unica del mondo e delle sue dinamiche.
Bottega del Corredo
s.n.c.