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Come si elegge il Presidente della Repubblica

Qui Quirinale di Emanuele Paccher

Come si elegge il Presidente della Repubblica?

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Afine gennaio si procederà all’elezione del successore di Sergio Mattarella, che ha esaurito il suo incarico settennale. Ma da chi viene eletto il Presidente della Repubblica? La Costituzione, all’articolo 83, dice che il Presidente è eletto dal Parlamento in seduta comune, con l’integrazione dei rappresentanti delle Regioni, le quali delegheranno 3 consiglieri per Regione (eccettuata la Valle d’Aosta, che ha un solo rappresentante). La riforma costituzionale, confermata con il referendum del 2020, ha ridotto il numero dei deputati e dei senatori. Ma tale riforma non è ancora efficace: lo diverrà con le prossime elezioni politiche. Quindi attualmente per l’elezione del Presidente si avranno 630 deputati, 321 senatori (compresi i senatori a vita) e 58 delegati regionali, per un totale di 1009 votanti. L’elezione si terrà nella sede della Camera dei deputati, ossia Montecitorio. Come avverrà la votazione? La Costituzione prescrive che la votazione avvenga a scrutinio segreto. Non sarà pertanto possibile conoscere il voto del singolo parlamentare o consigliere regionale. Ciò è stato previsto poiché per l’elezione del massimo organo della Repubblica italiana si cerca di fare in modo che il soggetto votante esprima la sua preferenza senza subire pressioni da parte del partito. Chi può essere eletto? Anche se all’inizio può apparire strano, può essere eletto chiunque abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici. Non serve quindi che sia un soggetto che abbia militato per anni all’interno del circuito politico, né che durante la sua vita abbia ricoperto cariche particolari. Va da sé, comunque, che i partiti politici cercheranno di trovare un esponente noto, competente e possibilmente non troppo di parte, capace di fare da garante di tutto il sistema. Interessante è poi guardare alle maggioranze richieste: per le prime 3 votazioni è necessario che si raggiunga la maggioranza dei due terzi dell’assemblea. Nel nostro caso 673 voti. Dalla quarta votazione saranno sufficienti 505 preferenze, ossia la maggioranza assoluta. Nella storia della Repubblica solo tre Presidenti sono stati eletti nelle prime 3 votazioni: Ciampi, Cossiga e De Nicola. Al lato opposto, fu l’elezione di Giovanni Leone quella che richiese più scrutini: in quel caso fu la ventitreesima la votazione decisiva. Infine, un’attenzione particolare va data alla possibilità che il Presidente uscente venga rieletto. La rielezione del Presidente della Repubblica fu un argomento molto dibattuto fino a non molto tempo fa, e molti ritenevano che ciò non fosse possibile. La rielezione, nel 2013, di Giorgio Napolitano è stata decisiva: oggi la rielezione è ammessa. Ma Mattarella sembra aver escluso tale possibilità, dichiarando anzi che vedrebbe con favore una riforma della costituzione volta ad introdurre un divieto espresso alla rielezione.

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