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Racconti d’Arte: ai Nati Oggi

Racconti d'arte di Daniela Zangrando*

AI NATI OGGI

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Che siate credenti o meno, che a casa abbiate addobbato l’albero o posizionato con cura le pecore nel presepe, che vi siate lasciati andare ai festeggiamenti sfrenati per il nuovo anno appena iniziato o che abbiate deciso di abbassare tutte le tapparelle di casa e barricarvi in una stanza per non vedere le scie dei fuochi d’artificio e per sentir meno l’eco dell’allegria altrui, credo che in ogni caso almeno un pensiero, naturale e inevitabile, si sia divincolato dal vostro quotidiano per andare a riporre speranza in una qualche forma di nascita. L’opera che guarderemo insieme oggi parla proprio della nascita, ed è un’opera il cui incanto non smette mai di esercitare su di me un’incredibile meraviglia. Si intitola Ai Nati Oggi ed è stata realizzata da un’artista italiano, Alberto Garutti. Ha preso forma, dal 1998 ad oggi, in luoghi diversi, da Bergamo a Mosca, da Istanbul a Plovdiv, da Gallipoli a Roma, da Casarano a Gent. Qualche giorno fa mi trovavo proprio a Gent, e non ho potuto fare a meno di pensarci. Socchiudete un attimo gli occhi e disegnatevi in testa la classica piazza delle Fiandre, quella che vi viene in mente se vi dico Belgio. Case di mattoni strette una sull’altra, facciate allungate con tetti merlati, frontoni a gradoni, eleganze gotiche che parlano di canali, banchine e commerci. Immaginatevi di camminare all’interno della piazza in una giornata qualsiasi, magari dopo il lavoro, di passaggio per andare a fare la spesa o per rientrare a casa, assorti nei vostri pensieri. Sarà qualcosa di minimo ad attirare la vostra attenzione. Un piccolissimo cambiamento. Vedrete l’intensità della luce dei lampioni aumentare, gradualmente, e vi verrà spontaneo fermarvi a guardare. L’intensità della luce diventerà sempre più forte e poi, dopo una trentina di secondi, decrescerà tornando alla luminosità cui siete abituati. Tutto qui. Cos’è successo? A spiegarvelo sarà una grande pietra posta nella pavimentazione, con inciso un testo che dichiara il procedimento dell’opera. L’iscrizione recita, a caratteri maiuscoli: I LAMPIONI DI QUESTA PIAZZA SONO COLLEGATI CON IL REPARTO MATERNITÀ DEGLI OSPEDALI DI GENT. OGNI VOLTA CHE LA LUCE LENTAMENTE PULSERÀ VORRÀ DIRE CHE È NATO UN BAMBINO. L'OPERA È DEDICATA A LUI E AI NATI OGGI IN QUESTA CITTÀ. Vi renderete subito conto di non aver assistito solo ad una variazione di intensità luminosa dei lampioni, ma ad una nascita. E come è potuto succedere? Tecnicamente, è stato creato un collegamento di tipo telefonico, che ha messo in comunicazione la sala maternità con il sistema di illuminazione della piazza. Nella sala attigua è stato posto un pulsante che attiva un combinatore telefonico digitale che compone un numero che produce l’impulso per l’accensione dei lampioni. Grazie alla collaborazione del reparto di maternità, ad ogni nascita un’ostetrica o un genitore pigiando il pulsante accendono una piccola lampada dell’ospedale e in parallelo tutti i lampioni si illuminano. Anche accanto al pulsante compare una scritta, quasi a spiegare ulteriormente l’operazione: IN QUESTO MOMENTO QUALCUNO GUARDANDO UNA LUCE SAPRÀ CHE È NATO UN BAMBI-

NO. Ma Garutti ci ha fregati tutti. E non basta illustrare tecnicamente il procedimento o provare a dire qualcosa su quest’opera per uscire dall’incantesimo che ha orchestrato. Forse non c’è neanche un racconto possibile da costruire, perché è l’artista stesso ad averci messo al centro di una narrazione che è molto più grande di noi, che ci precede e ci supera. Con un gesto semplicissimo, con il baluginio di una luce, ci ha portato tutto il senso misterioso e mistico dell’accadimento magnificamente irreparabile che è la nascita. Frutto di un incontro, proteso verso l’incontro della vita e verso gli incontri della vita che gli sarà propria, l’essere umano viene colto da Alberto Garutti sul farsi del venire alla luce, ritratto su una soglia che è tutta in potenza. Che non è ancora, ma è già. Summa di un’energia primigenia, altissima. Proprio Garutti, in una delle brevi annotazioni presenti nel catalogo di Over The Edges (mostra per la quale una delle versioni dell’opera è stata realizzata nel 2000 a Gent) ci dice come gli torni in mente la soglia rappresentata dal parto nella Madonna del Parto di Piero Della Francesca. Io credo che Ai Nati Oggi parli lo stesso linguaggio dello sguardo delicato, intenso ed enigmatico della Madonna dell’affresco quattrocentesco di Piero della Francesca. Entrambe irrisolvibili – e come, d’altro canto, sarebbe possibile risolvere la nascita? – le due opere commuovono, concentrate nella statura di una totale viscerale naturalità. Buon anno a tutti voi. Che sia un momento di nascita, di venuta alla luce. * Questo racconto d’arte è dedicato a Marta e a Rosario. *Daniela Zangrando è Direttrice del Museo d'Arte Contemporanea Burel do Belluno

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