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Agli albori della medicina
Indietro nel tempo di Chiara Paoli
Agli albori della medicina
Le origini della medicina si perdono nella notte dei tempi, se la Bibbia è testimonianza assieme ai testi antropologici di una esclusione sociale del malato, medicina e religiosità si intrecciano per lungo tempo. Quella che potremmo definire un tipo di “medicina esperienziale” si diffonde tra gli ebrei, in Egitto, Grecia, e Mesopotamia, chi esercita la professione medica è un sacerdote che pratica una sorta di esorcismo, per ottenere la guarigione è necessario praticare la penitenza, perché la malattia è vista come una punizione divina. In parallelo a questa tipologia curativa, si sviluppa anche una medicina di tipo artigianale, fatta di guaritori che utilizzano manipolazione e infusi curativi. Gli stessi Egizi a partire dal 2700 a.C. praticavano la medicina, accompagnandola con formule apotropaiche (per allontanare un influsso maligno). Per quanto concerne la civiltà mesopotamica, ci resta ancora oggi una importante testimonianza scritta: il Codice di Hammurabi, databile al 1772 a.C. e conservato al Louvre di Parigi, una tra le più antiche raccolte di leggi scritte, riporta, in tredici articoli, gli obblighi del medico nell'esercizio della sua professione e parimenti le pene previste. Più a oriente, la medicina tradizionale cinese, vede la malattia come una mancanza di equilibrio tra le due forze primordiali: Yin (la terra, il freddo, il femminile) e lo Yang (il calore, il caldo, il maschile), che sono in grado di mutare i cinque elementi di cui si compone l'Universo: acqua, terra, fuoco, legno, e metallo. In questo caso si rende necessario ristabilire l’equilibrio, come ben descritto nel Nei Jing, trattato di medicina risalente al 2600 a.C., all’interno del quale è possibile trovare contenuti d’avanguardia, specialmente in campo chirurgico. In considerazione della ritrosia a effettuare quelle che oggi chiamiamo autopsie, questo tipo di medicina ha lasciato spazio all’agopuntura, fino a 600 aghi sui punti d’inserzione per ristabilire l'equilibrio tra lo Yin e lo Yang. A partire dal secondo secolo avanti Cristo il “taoismo” raggiunge l’apice e si privilegiano i rimedi naturali, la dietetica e l'esercizio fisico. Nel 624 viene istituito il Grande Servizio Medico, sede di studi e ricerche che consentono di enunciare moltissime differenti tipologie di malattie, sia di tipo infettivo che dovute a particolari carenze vitaminiche. La medicina greca nasce nel V secolo a.C. con Ippocrate di Coo, essa prende le distanze dalla religione, per fondarsi su un metodo rigoroso, razionale e di tipo sperimentale. Le malattie hanno un’origine naturale, riprendendo gli studi effettuati dal pitagorico Alcmeone secondo il quale la malattia si genera a causa di una rottura dell'equilibrio esistente tra i 4 umori fondamentali: sangue, flegma, bile gialla, e bile nera. Ippocrate si conforma alle idee elaborate dal predecessore anche per quanto riguarda sensazioni, emozioni, pensiero e sentimenti il cui centro viene collocato nel cervello anziché nel cuore, come si supponeva all'epoca. Disgiunta dalla religione e dalla filosofia, a differenza della scuola medica di Empedocle, l’insegnamento di Ippocrate sottolinea l'importanza fondamentale dell'esame metodico dei sintomi riscontrati per individuare l’esatta patologia. A Ippocrate si riconosce l’origine della medicina quale scienza autonoma e a lui si attribuisce il giuramento che ancora oggi viene pronunciato da chi si affaccia alla professione medica.