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Sanremo: tornare sui propri passi
Musica e Spettacolo di Gabriele Biancardi
SANREMO: TORNARE SUI PROPRI PASSI
Anche l'edizione 2022 del Festival di Sanremo, sarà condotto da Amadeus. Aveva detto che la scorsa edizione (da record) sarebbe stata l'ultima, che aveva fatto il suo, che voleva lasciare con numeri indimenticabili di share e gradimento. Ma siamo sempre nel Paese dove Renzi aveva giurato di mollare tutto in caso di sconfitta al referendum. Invece è ancora lì, anzi, è l'ago della bilancia nella nostra palude politica. Quindi, non dobbiamo affatto stupirci che in conferenza stampa, quasi come dire : “vabbeh, dai, visto che non me lo avete chiesto ma si vede chiaramente che volevate farlo, me ne occuperò anche per il prossimo anno”. In fondo per un cachet che oscilla tra i 400 e 500 mila euro, uno può pure sacrificarsi. Non mi permetto di criticare la somma, il mercato è questo e Sanremo tra l'altro è “coperto” da tantissimi sponsor, che non solo pagano ingaggi e maestranze ma fa pure guadagnare, e non poco, diversi milioni alla Rai. Ma tralasciando questi discorsi da poveracci (sic), in dicembre si sono decisi cast e concorrenti. Via le giovani proposte, tutti campioni in quel di febbraio (dal 1 al 5). La speranza è quella di vedere l'Ariston pieno di gente, si si, i cartonati che tanto ci sono mancati lo scorso anno. Pellicce e preziosità messe in mostra con grande zelo, ristoranti pieni, casinò che gira a mille. Insomma, il solito caro e vecchio Sanremo. Ha il gusto del ragù di nonna, il calore del plaid scozzese che tanto odi ma sai che ti tiene al caldo. Ora sbircio tra i nomi... dunque, si è fatto il solito tracciato trasversale che serve ad acchiappare più pubblico possibile, potremmo addirittura dividere le sezioni. Quella un pochino “anta”, dove prima ci puoi mettere un cinque, un sei e pure un sette davanti. Quindi ecco arrivare Iva Zanicchi. In questi ultimi anni ha fatto più l'opinionista che la cantante. Ma a 81 anni, io credo possa e debba fare quello che le pare. Massimo Ranieri è quell'animale da palcoscenico che sa fare tutto. Gianni Morandi, si sa, ha il famoso ritratto in casa che invecchia per lui. Canterà un brano di Jovanotti, che comunque veleggia verso i 56 anni. A chiudere ci metterei anche una Donatella Rettore, non credibilissima da sola, quindi accoppiata con una vera fuoriclasse come Ditonellapiaga. Andiamo ad “acchiappare” quelli di mezzo. Giovanili ma non giovanissimi. Ecco allora attendere con gioia il gruppo delle Giusy Ferrero, Noemi, Fabrizio Moro, ingabbiato in quel clichè di maledetto, di cantore di sofferenze di periferia che portano solo guai. Solo che dopo tanti anni, diventa difficile sostenere una parte che oramai è lontana. Emma Marrone, Le Vibrazioni, Michele Bravi...poi arrivano i teen, quelli che verranno coinvolti da personaggi come Achille Lauro (che piace pure a me che la barba me la faccio da tanto), Aka7even, Highsnub & Hu, Mamhood e Blanco, Rkomi, Sangiovanni, Irama e Dargen d'amico. Il tutto va completato con l'artista impegnato, quello che non conoscono in molti, ma coloro che lo seguono sono estasiati da tanta bravura. Giovanni Truppi è tra questi. Il tocco esotico con la straniera che seguiva il festival fin da quando era bambina? C'è c'è tranquilli. Ana Mena, che comunque nel suo percorso fino ad oggi non ha fatto grossi danni. Poi due donne, due artiste secondo me con talento e carisma. La rappresentante di lista, già presente lo scorso anno, molto intensa e brava. A chiudere Elisa, già vincitrice venti anni fa, che torna sapendo di essere “superiore” alla gara. Con la voglia forse di rivivere anni lontani. Ci sarà Fiorello? Credo proprio di sì, Alessia Marcuzzi sarà al loro fianco e come jolly, Tommaso Paradiso. Il quale non lo fa perché improvvisamente ha voglia di imparare un nuovo lavoro, ma il 4 marzo uscirà il suo nuovo album. Vuoi quindi negargli una giusta promozione? Ecco, questi gli ingredienti del cocktail nazionale. Sarà seguito? In presenza? Tutte domande che non possono avere risposta. Ma solo speranze.