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Le strategie per la sicurezza stradale

Società e cittadino di Grazioso Piazza

Le strategie per la sicurezza stradale

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Il tema della sicurezza stradale è un aspetto del quotidiano che tocca ciascuno di noi, automobilisti, pedoni o ciclisti, per i rischi che si corrono lungo le strade, teatro di eventi talvolta con finale tragico. L’anno 2020, comunemente ritenuto come da dimenticare, ha tuttavia mostrato un aspetto positivo, l’essere quello in cui, secondo l’Istat, si è registrato il maggior calo di incidentalità stradale e di relativi danni con “soli”159.249 feriti e 2.395 morti, come ovvia conseguenza delle restrizioni connesse alla pandemia da Covid-19. Andando invece a osservare i dati dell’anno immediatamente precedente, il 2019, scopriamo come i 172.183 incidenti verificatisi con danni alle persone abbiano determinato 3.173 decessi e 241.384 feriti. Numeri importanti, benché già in tendenziale riduzione rispetto all'annualità 2018 e minimi rispetto alla decade precedente. Pedoni e i ciclisti i soggetti maggiormente coinvolti nei decessi, per circa un quarto del totale, con un ulteriore quarto rappresentato dagli utenti delle due ruote a motore. L’ ambito urbano è stato teatro di quasi 3/4 degli incidenti con danni alle persone, mentre la rete autostradale e i suoi raccordi, ove si circola a più alta velocità, sono stati interessati dal 5% degli eventi. Tra le cause le prime tre in ordine di frequenza raccolgono oltre il 38% degli eventi: la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. Consapevoli di come l’errore umano sia l’anello debole, favorire la completa e corretta percezione del contesto e mitigare le conseguenze di eventuali errori sono elementi su cui gli operatori del settore possono lavorare per limitare sempre più il numero e l’entità dei danni che la statistica ci offre impietosamente. Le norme che regolano la guida, prime tra tutte il Codice della Strada e il suo Regolamento di esecuzione, si accompagnano così a ulteriori norme tecniche per la progettazione e la realizzazione di strade e intersezioni. Una normativa tecnica che, nella parte indirizzata alla progettazione, sconta spesso una grave limitazione, non tanto rappresentata da un difetto della norma, quanto invece dal suo scontro con la realtà. Una realtà che vede da un lato una proposta progettuale con rapporti ottimali delle dimensioni o tra gli sviluppi dei rettifili e delle curve, oppure dei raccordi orizzontali e verticali. Dall’altro una rete esistente ben lontana dal rispetto delle stesse regole, costruita in epoche in cui la dimensione del traffico non era quella di oggi, inserita in contesti in cui le limitazioni al contorno, tra cui l’orografia, non agevolano l’applicazione delle regole ottimali, come ben sa chi opera in ambiente montano o in contesti già densamente urbanizzati. Tuttavia, sono molteplici le esperienze, le circolari o le norme che, in diverse nazioni hanno sostenuto la spinta verso la sicurezza lungo le strade, fino a giungere a una definizione che ha visto le istituzioni Europeo come fulcro di un’iniziativa di omogeneizzazione, attuata con la Direttiva 2008/96/CE, recepita in Italia dal Decreto Legislativo 35/2011. Purtroppo, il decreto ha scontato alcuni ritardi nel suo avvio, in quanto attivato in termini operativi all’inizio del 2019, divenendo però uno strumento importante per il futuro. Molte le novità introdotte, a partire da un approccio a scalare che vede l’attuazione delle nuove procedure a partire dalla rete TEN (Trans-European Network), rappresentata dai collegamenti a scala europea, per poi estendersi all’intera rete di interesse nazionale e da qui alle strade di livello inferiore e di proprietà delle Regioni e degli Enti Locali, per i quali il coinvolgimento era inizialmente previsto nel 2021. Il decreto principale agisce tramite una serie di decreti attuativi, il primo dei quali riguarda appunto le “Linee Guida per la gestione della sicurezza nelle infrastrutture stradali”. Gli oneri che investono i gestori e i progettisti non sono certamente marginali, a partire dall’istituzione delle attività di ispezione e di controllo. Le ispezioni indirizzate alla valutazione delle strade in

esercizio, mentre i controlli rivolti verso l’ambito della progettazione di nuove opere o di adeguamento di quelle esistenti. Un controllo che accompagna la nuova opera in ogni sua fase, dalla progettazione, durante la fase costruttiva, oltre che nel primo anno della sua entrata in servizio. Ulteriore innovazione riguarda la richiesta di accompagnare il progetto, fin dalle sue prime fasi di ideazione, con una Valutazione di Impatto sulla Sicurezza Stradale (VISS) una specifica analisi che coinvolge diversi punti di osservazione, tutti indirizzati ad evidenziare quelle criticità di sicurezza che la progettazione è chiamata ad affrontare e risolvere. Un approccio che potrà sembrare banale, ma non lo è nel momento in cui la realizzazione di un’infrastruttura o un suo adeguamento devono affrontare percorsi approvativi abbastanza tortuosi, articolati e complessi, dove talvolta l’attenzione si concentra su alcune esigenze, portandone altre in secondo piano, benché tra quelle che dovrebbero comunque comporre l’utilità complessiva dell’opera. Il Dlgs 35/2011 punta a garantire che la sicurezza della circolazione sia tra i temi da mantenere costantemente in primo piano. L’attuazione del decreto è nella sua fase di attenzione verso la rete TEN, ma ci si augura che veda quanto prima un’estensione verso le reti di livello inferiore, anche urbane in quanto lì, come abbiamo visto in apertura, sussistono i rischi maggiori. L’esperienza diretta nei controlli ha portato il sottoscritto a sperimentare come un percorso condiviso tra soggetti che affrontano un tema partendo da punti di osservazione diversi conduca a una più efficace proposta delle soluzioni.

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