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Attualità: fumo, attenti ai giovani
Attualità di Nicola Maschio
Fumo: dati in miglioramento, ma attenzione ai giovani
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Forse non tutti lo sanno, ma il prossimo 31 maggio sarà la Giornata mondiale senza tabacco. Esattamente un anno fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità scelse di trattare un tema molto importante, ovvero “Tabacco e tattiche dell’industria per attirare le giovani generazioni”. Si perché, purtroppo, sono sempre più giovani i ragazzi che iniziano a fumare, spesso in compagnia, per divertimento o per apparire più grandi. Ed a poco sono serviti e servono tutt’ora i messaggi stampati sui pacchetti, che ricordano ai consumatori i tantissimi rischi legati al fumo. In particolar modo, va ricordato che l’uso di tabacco rappresenta il 25% di tutti i decessi per cancro non solo a livello nazionale, ma in tutto il mondo. Ed in egual misura, sono poco più di un milione le persone che ogni anno muoiono per fumo passivo. A fornire ulteriori precisazioni statistiche è stato, lo scorso anno, l’Istituto Superiore della Sanità, molto chiacchierato negli ultimi mesi per ciò che riguarda l’emergenza pandemica in atto. Proprio quest’ultima infatti ha inciso sul consumo di tabacco, ma in modo positivo: la percentuale di fumatori nel nostro Paese, soprattutto durante il lockdown di un anno fa, è passata dal 23,3% al 21,9%: in parole povere, si tratta di più di 600 mila persone fumatrici in meno in appena qualche mese. Considerando le specificità di genere in questo ultimo dato, parliamo di circa 334 mila uomini e quasi 300 mila donne. Relativamente alle fasce d’età, hanno cessato di consumare sigarette circa 206 mila giovani tra 18 e 34 anni, 270 mila tra 35 e 54 anni e ben 150 mila tra 55 e 74 anni. Infine, un altro 3,5% della popolazione pur non smettendo completamente e definitivamente il consumo dei prodotti del tabacco, ha ugualmente diminuito la quantità utilizzata in modo considerevole. Sposando invece il focus dalla pandemia al quadro generale italiano, i dati ISTAT rivelano che le persone dai 14 anni in su che consumano abitualmente tabacco sono poco meno di 10 milioni. Sostanzialmente il 18,4% della popolazione, incidenza scesa dal 19% rispetto agli anni precedenti e dunque in miglioramento. Tuttavia, coloro che fumano in modo più importante sono persone con età compresa tra i 20 ed i 44 anni, a testimonianza del fatto che sono appunto prevalentemente i giovani. I numeri più significativi arrivano però dai decessi: più di 93 mila quelli stimati ogni anno in Italia per complicazioni legate al fumo, con la preoccupante percentuale del 25% relativa a vittime tra i 35 ed i 65 anni d’età. Soprattutto per ciò che riguarda le donne, è in aumento la mortalità legata al carcinoma polmonare (tra le principali patologie legate al fumo), con dati che hanno addirittura superato il numero di morti legate al tumore allo stomaco e collocatisi al terzo posto, subito dopo tumore al seno ed al colo-retto. Infine, un ultimo focus occorre necessariamente farlo rispetto ai minorenni: i dati forniti dallo studio HBSC, il quale coinvolge studenti di tutte le Regioni italiane e con età compresa tra 11, 13 e 15 anni, ha dimostrato che nel 2018 il numero di ragazzi che ha dichiarato di aver fumato almeno una sigaretta su 30 giorni è aumentato in modo esponenziale con il progredire dell’età.