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Pianeta donna: Peggy Doris Hawkins

Pianeta donna di Alice Vettorata

Peggy Doris Hawkins Margaret Keane

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Iquadri di Walter Keane furono acclamati e ritenuti innovativi dalla critica grazie alle sue protagoniste, piccole bambine dagli occhi sproporzionati e pieni di mistero. Peculiarità che faceva emergere le sue opere tra quelle presenti nel panorama artistico degli anni ‘50 negli Stati Uniti. Ottenne approvazione da numerosi critici, galleristi e colleghi, tra i quali uno degli esponenti più influenti della Pop Art americana, Andy Warhol. Un incipit quasi veritiero; l’autore di questi quadri però non è stato il signor Keane, bensì sua moglie, la signora Keane. Una vicenda mediatica che emerse solo nel 1970 durante un’intervista radiofonica nella quale Margaret Keane, alla nascita Peggy Doris Hawkins si tolse il peso di questa truffa perpetrata per anni, situazione che lei subì, come dichiarò successivamente, per mancanza di forza d’azione. L’opinione pubblica iniziò a spostare la propria posizione sulla faccenda. I critici d’arte e i giornalisti cercarono di sollevare la vicenda in modo tale da ottenere la verità. Il pubblico era sconvolto dal fatto che quei grandi occhi, presenti anche nelle case private sottoforma di stampe vendute da Walter Keane celavano un sentimento ancora più profondo di quello tangibile al primo sguardo. Quegli occhi dipinti, mentre venivano accuratamente impressi sulla tela osservavano una pittrice sensibile nascosta al mondo per troppo tempo. Durante un’intervista Margaret dichiarò che per un lungo periodo dipinse anche sedici ore al giorno pur di riuscire a dare vita ai quadri commissionati dal marito. Lavorò costantemente nell’oscurità e nella menzogna, ponendo la firma “Keane” al fondo della tela, per consentire così di proseguire ingannando il mondo e sé stessa. Era complesso vendere arte e affermarsi con questo mezzo, soprattutto essendo una donna, madre divorziata in cerca di occupazione. Incontrare un uomo che si autoproclamava pittore, apparentemente a modo e interessato a farla emergere come artista, non poté che suscitare in Margaret delle buone prospettive di vita. Ovviamente non si sarebbe potuta aspettare il seguito. Walter permise di far spopolare il lavoro di Margaret grazie alle sue abilità di vendita, affermandosi come visionario creatore di quelle opere. Prese parte a interviste, inaugurazioni e accettò commissioni importanti, comunicando poi le indicazioni alla moglie, colei che effettivamente avrebbe dipinto le tele portando a termine gli incarichi. Un abuso mentale perpetrato per anni che culminò con una lite, causa la quale Walter tentò di incendiare lo studio della moglie. Margaret fuggì da San Francisco insieme alla figlia Jane a Honolulu, dove riuscì a processare l’accaduto e a denunciare l’ormai ex marito. Nel 1976 iniziò il processo che vedeva Walter Keane imputato per la truffa. Nella stessa sede il giudice decise che l’unico modo per conoscere la verità sa-

rebbe stato quello di far dipingere i due imputati. Margaret, in 56 minuti realizzò un’opera completa, togliendo ogni dubbio su chi fosse il creatore delle identità dai grandi occhi che avevano conquistato l’anima del pubblico. Ad oggi, Margaret Keane alla soglia dei 94 anni continua a dipingere ed esporre in una propria galleria, ispirando registi che hanno analizzato a presentato al pubblico la sua storia. Nel 2014 il regista Tim Burton, nonché collezionista delle opere della Keane realizzò un film biografico, Big Eyes, che presenta in modo eccellente la vita della pittrice, la quale ha dato la sua piena approvazione al prodotto finale di Burton, definendolo fedele e ben realizzato. Ancor prima, negli anni settanta Woody Allen nella pellicola Sleeper, commedia fantascientifica, presenta un futuro nel quale i dipinti della Keane vengono considerati eccellenti. Il problema? Sono ancora attribuiti al marito Walter. La tenacia di Margaret ha permesso di modificare il futuro visto da Allen.

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