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Fra storia e tradizione : San Prosdocimo di Padova

Fra storia e tradizione di Andrea Casna

San Prosdocimo di Padova. L'evangelizzatore di Feltre

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Sarebbe stato San Prosdocimo, vescovo di Padova vissuto nel I secolo d.C, a gettare le basi del cristianesimo nel feltrino. Di lui sappiamo poco e le principali informazioni provengono dalla tradizione agiografica. Nonostante la tradizione lo vuole come primo vescovo di Feltre, è Fonteio il primo vescovo feltrino di cui si abbia un vero riscontro storico. A Feltre le più antiche testimonianze della venerazione di san Prosdocimo risalgono al 1399. Si tratta della scritta che adorna il bordo superiore della vasca battesimale nella cattedrale cittadina. Nella cattedrale medievale, inoltre, si trovava un altare al lui dedicato. E sempre a Feltre vi sono due immagini del santo. Sono la statua lignea, opera dello scultore Francesco Terilli (15841635) e il dipinto seicentesco nel salone delle udienze del palazzo vescovile, dove sono raffigurati i vescovi feltrini. In questo dipinto San Prosdocimo è raffigurato vicino alla città di Feltre nell’atto di versarvi l’acqua del battesimo. Stando comunque alla tradizione cristiana, Prosdocimo fu uno dei primi discepoli dell'apostolo San Pietro. Fu proprio il santo a consacralo vescovo per poi inviarlo a Padova per proseguire l'opera di evangelizzazione già in corso nel nord della penisola. Sempre secondo la tradizione, Prsodocimo sarebbe morto a Padova attorno all'anno 100. La tradizione cristiana, quindi, vuole Prosdocimo primo vescovo di Padova. La tradizione agiografica, infatti, vede il santo come l’evangelizzatore del Veneto centrale, esattamente del territorio compreso fra Este e Feltre. Sarebbe stato sempre lui, Prosdcimo, ad iniziare l'evangelizzazione dell'alto vicentino promuovendo la costruzione della prima chiesa locale a Pievebelvicino, sopra il già esistente tempio pagano dedicato a Diana. Prosdocimo proveniva dalla parte orientale dell'Impero Romano (aspetto comune a molti evangelizzatori del tempo come, per esempio, i tre martiri della Vale di Non, Sisinio, Martirio e Alessandro). Fu istruito alla fede cristiana ad Antiochia, assieme ad altri due compagni, Marco e Apollinare, dall'apostolo Pietro. Terminato questo primo percorso spirituale, Prosdocimo, Marco e Apollinare seguirono Pietro a Roma. Una volta giunti nella capitale dell'Impero l'apostolo inviò i tre compagni ad evangelizzare l'Italia settentrionale: Marco si recò ad Aquileia, Apollinare a Ravenna e Prosdocimo a Padova. A Padova Prosdocimo iniziò a diffondere il Vangelo e la tradizione cristiana parla anche di guarigioni miracolose. Da Padova il santo iniziò poi un viaggio che lo portò progressivamente all'evangelizzazione di Este, Vicenza, Asolo, Feltre e Treviso. Organizzò le comunità cristiane da lui fondate, ordinando sacerdoti e diaconi e fece costruire edifici di culto. A Feltre – come narra il testo agiografico – dedicò a San Pietro la prima chiesa. Le testimonianze scritte non sono molte, e quelle poche esistenti sono relativamente tarde, e quindi poco attendibili sotto il profilo storico. Le fonti e la tradizione descrivono Posdocimo come un instancabile battezzatore. Ed è per questo motivo che, sotto l'aspetto iconografico, viene sempre raffigurato con il pastorale e con una brocca: quest'ultima un simbolo legato al sacramento del battesimo. Dalla fine del Settecento questa narrazione venne messa in seria discussione a causa di una serie di inesattezze storiche. Secondo ad alcuni studiosi, infatti, Prosdocimo non sarebbe mai esistito. Fu mons. Ireneo Daniele, al termine di una lunga e meticolosa ricerca, a fare luce sulla figura del santo. Secondo Ireneo Daniele il racconto agiografico, basato quindi sulla tradizione cristiana, è inutilizzabile per stilare un profilo storico e coerente. Il racconto, infatti, nasce solo nell’XI secolo, (quindi molti secoli dopo i fatti narrati). Diverso è il discorso sull'esistenza del santo: vi sono infatti molte testimonianze monumentali e liturgiche che dimostrano la presenza del culto di san Prosdocimo nel periodo precedente al racconto agiografico. Stando inoltre alle analisi di alcuni studiosi, non vi sarebbe nessun legame fra il santo e le città di Vicenza, Asolo, Treviso e Feltre.

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