3 minute read

Il nespolo dimenticato

Il giardino d'inverno di Niccolò Sovilla

Il Nespolo dimenticato

Advertisement

Marzo è il mese in cui orde di appassionati di orto e giardino ricominciano a riversarsi nei vivai in cerca di nuove piante. Nelle nostre zone, le piante da frutto sono ancora un must, e così si fa a gara per la varietà più produttiva di melo, per il pesco più resistente, per il ciliegio che prometta i frutti più grossi. Ma che ne è del nespolo? Così come il corniolo, il giuggiolo e il cotogno, il nespolo europeo è progressivamente finito nel dimenticatoio. Nella tradizione contadina i suoi frutti, le nespole, erano considerati ricchi di proprietà; una sua buona fioritura preannunciava un raccolto abbondante; esso aiutava la gente a scandire il passare delle stagioni, in quanto ultimo tra gli alberi i cui frutti sarebbero maturati. “Col tempo e con la paglia maturano le nespole” si diceva infatti, suggerendo che nella vita ci vuol pazienza. Forse il lento processo di post-maturazione delle nespole, detto più propriamente “ammezzimento”, ha fatto sì che le persone se ne stufassero. Non sono frutti “da fast food”: non commestibili appena raccolte, causa l’alto contenuto di tannini, le nespole vanno deposte su paglia e lasciate fermentare a lungo in un locale fresco. In questo modo, diminuisce il contenuto di tannini e aumenta quello dei glucidi. La polpa, ammorbiditasi, risulta pastosa, dolciastra, gradevole, ideale come dessert. Non solo: dalle nespole si ottengono marmellate, gelatine, salse, brandy, liquori (tra i quali il Nespolino). Il nespolo è originario di Caucaso, Iran, Turchia e Grecia. Perché allora venne classificato da Linneo col nome scientifico di “Mespilus germanica”? E com’è che oggi lo troviamo in tutta Europa, anche come pianta spontanea o rinselvatichita? Merito dei Romani, che apprezzando le nespole ne favorirono la diffusione. La coltivazione prese piede in particolar modo in Germania. Il nespolo europeo, o germanico, o comune, è perfetto tanto per il frutteto familiare quanto per il giardino, dove viene spesso utilizzato come pianta ornamentale grazie al portamento grazioso, alla gradevole fioritura e alla folta fronda ombreggiante. Albero deciduo di medie dimensioni, si sviluppa più in larghezza che in altezza (può crescere fino ad un massimo di 5 o 6 m). È una pianta molto rustica, che può resistere senza problemi a temperature molto basse, anche fino a -15°C. La fioritura tardiva, che avviene all’inizio dell’estate, la rende ideale per la coltivazione nelle nostre zone, dove molte piante da frutto soffrono a causa delle gelate primaverili. La miglior esposizione è in pieno sole, dove si ha la massima resa nella produzione di frutti; tuttavia, il nespolo può vegetare anche in mezz’ombra, se al riparo dai venti. In quanto a suolo è molto adattabile, ma preferisce terreni drenanti e non calcarei, l’umidità dei quali è fondamentale per la produzione di nespole qualitativamente buone e per la salute generale della pianta. Meglio, insomma, non far patire la siccità al nespolo, se non si vogliono ottenere frutti piccoli e inconsistenti. Da evitare le irrigazioni a spruzzo sulle chiome e i ristagni idrici, poiché favoriscono l’instaurarsi di patologie fungine. La crescita della pianta e la produzione di frutti sottraggono al terreno molti nutrienti, che è opportuno reintegrare con concimazioni primaverili: lo stallatico animale maturo ben decomposto è un’ottima scelta. Ai meno esperti piacerà sapere che, se allevato con forma libera, il nespolo non necessita di particolari interventi di potatura, se non le solite semplici manutenzioni: basterà rimuovere di tanto in tanto i rami secchi, vecchi o improduttivi. Un ultimo consiglio: se deciderete di cimentarvi nella coltivazione del nespolo, specificate al vostro vivaista di fiducia che siete alla ricerca del nespolo europeo! Potreste altrimenti facilmente ritrovarvi con un nespolo giapponese (Eryobotrya japonica), una pianta appartenente a tutt’altra famiglia e che non c’entra proprio nulla con quanto avete letto in queste pagine…

This article is from: