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Il Museo etnografico di Belluno
Museo etnografico di Belluno di Walter Laurana
UN ANNO D'INTENSA ATTIVITÀ
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Anche le galline hanno fatto festa all'inaugurazione d'anno del Museo etnografico della provincia di Belluno. La festa dei pennuti ha inaugurato l'intensa attività 2022 del museo, ma le galline in penne e piume non c'erano ma erano rappresentate dalle forme scultoree in versione ornamentale realizzate da Giancarlo Dalla Zanna e Claudia Alpago Novello con l'appoggio dell'Azienda agricola Vallenzai. Il tutto senza spargimento di penne. L'anno nuovo, il primo post pandemia, ha anche rinnovato l'appuntamento con le tradizioni pasquali, notoriamente legate alle uova, che ha visto la partecipazione di una rappresentanza della comunità ucraina attualmente ospitata nel Bellunese. I bambini bellunesi hanno spiegato il gioco del rolo ai loro coetanei ucraini. Anche questa volta, le piste per il gioco vengono attrezzate con tavola inclinata per far prendere velocità alle uova (al lavador). Il rolo è un gioco assai diffuso, nel territorio bellunese. E' un gioco antico e “povero”, lasciato in soffitta per diversi anni, che, grazie anche al Museo, è stato recuperato. Rolo prende il nome, con ogni probabilità, dal verbo “rotolare”: infatti, l’uovo sodo e colorato viene preso e fatto scivolare su un “lavador” verso la “leda” con l’intento di arrivare il più lontano possibile. Se si raggiunge lo scopo, si può ripetere il lancio. E l’uovo che arriva più lontano vince. In caso contrario, l’uovo rimane nel piano sabbioso, in attesa di essere colpito da altri partecipanti. In provincia esistono alcune varianti: a Belluno l’uovo veniva fatto correre sulla tavola per lavare i panni, mentre nel Feltrino e nella zona di Limana si usava una tegola (“coppo”) come piano inclinato. In genere, il rolo si gioca nel giorno di Pasquetta. Qualcosa di simile ha radici slovene dove si pratica una sorta di gioco delle bocce. E anche nei Paesi Bassi e in Scozia i bambini fanno rotolare delle uova colorate lungo un pendio. E dall’altra parte, gli ucraini (alcuni dei quali giunti al museo in abito tipico tradizionale) hanno cantato un canto popolare del loro Paese e mostrato come fare la pysanka, vale a dire la decorazione delle uova di Pasqua, con disegni a cera, che caratterizza la festività ucraina. Nell’occasione, il Museo ha raccolto una piccola somma da destinare alle attività solidali di Insieme si può. L'appuntamento delle "Galline in festa" ha segnato la ripartenza delle attività didattiche del Museo etnografico, in collaborazione con l’associazione Isoipse. Con la ripresa delle gite scolastiche, sono circa 50 le classi che hanno programmato un percorso con il museo con visita alla villa di Seravella, un edificio che, dice il presidente della Provincia Roberto Padrin: " è uno dei fiori all’occhiello del nostro patrimonio provinciale e in quanto tale dobbiamo continuare a valorizzarlo, facendolo conoscere prima di tutto ai bellunesi e poi anche fuori provincia». Il Museo etnografico, situato in località Seravella di Cesiomaggiore, ha sede nell’ottocentesca villa di campagna appartenuta ai conti Avogadro degli Azzoni composta dall’edificio padronale e dagli
Museo etnografico di Belluno
annessi rustici, ed è organizzato in spazi funzionali: l’edificio padronale ospita l'allestimento permanente su tre piani e il laboratorio didattico, mentre negli annessi rustici si trovano lo spazio per le esposizioni temporanee, la biblioteca specializzata, l’archivio sonoro e fotografico, la sala conferenze e un piccolo laboratorio per la pulizia degli oggetti. Il Museo si trova in una splendida posizione panoramica ai piedi del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, ed è circondato da un giardino di rose. Conserva e valorizza un importante patrimonio di beni materiali e immateriali relativi agli aspetti più significativi della vita rurale in un'area alpina e prealpina. Di particolare interesse sono le sezioni dedicate alla mobilità della popolazione (balie da latte, esodo di fine XIX secolo in Brasile) e ai modi di adattamento ad un ambiente difficile (forte pendenza dei terreni, rigidità del clima, sfruttamento scalare dei versanti, sviluppo dell'allevamento ovino e bovino). Una peculiarità del Museo è l'attenzione per il patrimonio immateriale (fiabe, leggende, suoni, testimonianze) che si traduce, a livello di allestimento, nell'utilizzazione di linguaggi diversi (sonoro, visivo, testuale). Il Museo è dotato di una biblioteca specializzata, di un archivio fotografico e filmico e di un archivio sonoro. La valorizzazione del patrimonio avviene attraverso un'intensa attività didattica e numerose iniziative di carattere scientifico e ludico.
Bottega del Corredo
s.n.c.