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Il senso religioso

Il senso religioso di Franco Zadra

la SCINTILLA che mette in azione il MOTORE UMANO

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Nel percorso che abbiamo intrapreso con questa rubrìca stiamo ancora confrontandoci con gli aspetti primari di un approccio più “vero”, “umano”, e “ragionevole” al fatto religioso, facendoci condurre passo passo dal genio educativo di Luigi Giussani nel suo testo intitolato appunto “Il senso religioso”. Ci sappiamo dunque dotati dalla natura, come esseri umani, di uno “strumento” che ci rende capaci di rapportarci con la realtà tutta intera, una “scintilla” che «mette in azione il motore umano» che possiamo riconoscere come esigenza di felicità, di verità, di giustizia, di bellezza..., dalla quale dipende tutto ciò che diciamo o facciamo.

Mi ha fatto pensare molto, proprio su questo punto, una lettera di un sedicente intellettuale parmense apparsa nei primi giorni del mese scorso sul quotidiano “Il foglio” che è possibile ritrovare in rete digitando nel motore di ricerca “Cristo sequestrato”. Un testo che mi ha fatto subito rabbrividire per la volgarità che esprime, al limite dell'insulto personale e nei confronti di una intera comunità ecclesiale, ma che possiamo utilizzare come esempio di scuola per verificare l'esattezza della logica aristotelica che Andronico di Rodi, seguace di Aristotele tra i Peripatetici, ci ha messo a disposizione nell'edizione delle sue sei opere di logica conosciuta come “Organon”. Una sola frase di quell'opera basta a definire l'autore della lettera al Foglio: «è da pazzi chiedersi le ragioni di ciò che l'evidenza mostra come fatto!». Il nostro, “ragionando” su un fatto accadutogli in una chiesa della Valsugana nella quale era «corso dentro a pregare» - fate caso che non si tratta di un “nemico della fede”, anzi, si presenta come “cattolico fervente” -, trovandosi davanti alle limitazioni che la parrocchia aveva installato in ottemperanza alle direttive sanitarie anti-Covid, «corde con appesi segnali di divieto», le legge inorridito come «folle esempio di bondage ecclesiastico». “Bondage” è quella pratica sessuale consistente nel legare o immobilizzare il partner, consenziente, nei preliminari erotici o durante il rapporto; un termine che riferito a Nostro Signore suona come una bestemmia orripilante. E via di seguito a dire che i preti hanno perso la fede, i parrocchiani sono dei “cerberi”, e che è molto meglio per lui stare lontano dalle chiese. Vogliamo comunque provare a considerare come vero il punto di vista di questo parmense, così come ha fatto “Il foglio” pubblicandone la lettera, ma che cosa fa, secondo me e Aristotele, della polemica del nostro, un ragionamento illogico? La questione è semplice ed evidente, anche se insidiosa e fatale, e un rischio reale al quale siamo tutti esposti. Incontrando un fatto è doveroso tenere conto di tutti gli elementi in gioco – e il nostro sembra fare finta di non sapere del Covid - altrimenti si cade inevitabilmente in un riduzionismo che ci fa sragionare, e alla lunga danneggia la nostra sanità mentale. Un riduzionismo che scegliamo spesso per paura, per autodifesa, ma che è peggiore della morte, perché ci aliena dal nostro essere umani. Una storia importante, per me, per fare più attenzione a questo rischio, è quella raccontata da Eric Emmanuel Schmitt nel suo romanzo “Oscar e la dama in rosa”, pubblicato da Rizzoli nelle edizioni Bur.

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