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I giardini Zen

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Per una vita migliore di Elisa Corni

Tecnologia e sonno

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La tecnologia permea le nostre vite ogni giorno di più: l’orologio ci avvisa se sono arrivate mail; il telefono ci suggerisce dove andare a pranzo; il computer ci fa lavorare; apparecchiature intelligenti dialogano con noi in casa; i libri e i giornali li leggiamo non più su carta ma sullo schermo dei tablet. Ci sono sicuramente dei vantaggi nel vivere circondati da strumenti digitali capaci di incamerare grandi quantità di informazioni in poco, pochissimo spazio.

Ma ci sono anche, come sempre, delle controindicazioni. Per esempio, il rovescio della medaglia di questa lunga esposizione agli schermi è che una delle fasi più importanti della nostra vita quotidiana può risentirne seriamente. È il sonno, quel fenomeno che, usualmente di notte, permette a tutti noi di riposare, ricaricare le batterie e sognare. Ma se il sonno non è fatto a dovere, ci possono essere delle ripercussioni sulla giornata a venire, irritabilità, stanchezza, e nervosismo nel migliore dei casi. Ma, vi domanderete, che c'entrano gli smartphone e i computer con il nostro sonno? Ebbene, l’ultima chiacchierata serale su Whatsapp o la lettura del quotidiano preferito tra i cuscini del letto potrebbero essere la causa del vostro dormire male. E la colpa è tutta della famigerata “luce blu”. Tutti gli schermi dei dispositivi digitali che ci accompagnano letteralmente dalla mattina alla sera emettono una particolare luce, dal tenue colore blu, che poco si confà alle nostre necessità di riposare. Molto simile, se ci si fa caso, alla luce che precede il sorgere del sole. Vi sarà capitato di svegliarvi molto presto e assistere alla comparsa, in mezzo a tutto quell’azzurrognolo, dei primi raggi del nuovo giorno. Ecco, il colore della luce emessa dai nostri dispositivi digitali è molto vicina a quella del cielo poco prima dell’alba. Quindi dell’inizio della giornata, non della sua fine. Ed è qui che sta l’inghippo: per migliaia e migliaia di anni la vita dell’uomo è stata regolata dall’alternanza giorno-notte: si va a dormire quando il sole tramonta - e qui la luce tende all’arancio e ai colori caldi in generale - e ci si sveglia con l’alba. La luce azzurra, quindi, è indice dell’inizio della giornata, del lavoro: così il nostro sistema nervoso per millenni ha interpretato le variazioni di colore. Gli smartphone e gli schermi li maneggiamo solo da pochi anni e non ci siamo ancora abituati a questo cambiamento. Il messaggio che ci arriva dal nostro cervello è «svegliati che è giorno!», mentre l’orologio ci direbbe che è arrivato il momento di chiudere gli occhi e abbandonarsi a Morfeo. Il problema è ormai noto, e così si impostano i filtri con i colori caldi la sera, si progettano schermi che virano verso il giallo, si vendono pellicole da occhiali e da schermi. Ma forse la cosa migliore sarebbe abbandonare la tecnologia e tornare al buon vecchio libro. Sulla base degli studi collegati all’insonnia da schermo azzurro, alcune ditte hanno cominciato a produrre luci rosse e calde da mettere sul comodino per favorire il giusto tipo di sonno. Stimolando la melatonina, l’ormone del sonno, questo tipo di apparecchiature aiuterebbero a riposare meglio. Insomma, la tecnologia non è solo nemica del buon riposo, basta sapere come regolarsi.

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