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La giornata mondiale della gratitudine

Giornata mondiale della Gratitudine di Nicola Maschio

L’importanza di dire “Grazie”

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Era il 1965, ma la parola “grazie” esisteva già da parecchio tempo. Eppure, per sottolineare quanto sia importante il suo significato, solo il 21 settembre di quell’anno (precisamente alle Hawaii) si pensò d'istituire quella che poi sarebbe passata alla storia come la “Giornata della Gratitudine”. L’idea è semplice: la parola “grazie” racchiude tante cose, dalla gentilezza all’educazione, dall’empatia alla cortesia. È un modo forte e diretto per dimostrare vicinanza ad un’altra persona, per riconoscere l’importanza rispetto a quanto si è ricevuto. Inoltre, ci sono anche alcuni aspetti particolarmente significativi del ringraziare gli altri: si pensi ad esempio alla ricerca di Robert Emmons, dell’Università della California, che ha scoperto come la gratitudine impatti sull’essere umano in un modo straordinario, riducendo del 23% il livello di stress e del 7% i sintomi di infiammazione nei pazienti con insufficienza cardiaca. Lo stesso dottor Emmons, unitamente al collega Michael McCullough, condusse poi ulteriori esperimenti: in particolar modo, i due chiesero ad alcuni volontari di scrivere una serie di note ed appunti, ogni giorno per parecchie settimane; i gruppi in tutto furono tre, con uno di questi composto da persone che riportavano solo fatti positivi, uno invece solo quelli negativi ed il terzo ed ultimo gruppo riportava indistintamente episodi di ogni genere. Il risultato? Coloro che decisero

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di concentrarsi sugli aspetti positivi delle loro giornate, videro incrementare il loro livello di ottimismo e soddisfazione, come conseguenza dell’essere grati nei confronti di qualcosa o di qualcuno, sviluppando poi una maggiore resistenza fisica in termini di salute, recandosi in meno occasioni dal medico. Inoltre, combatte la depressione, diminuisce la pressione sanguigna e può impattare sulla qualità del sonno, migliorandola, così come sembra favorire notevolmente le capacità di apprendimento e giudizio. Essere grati permette di instaurare rapporti di fiducia, relazioni interpersonali solide, ottenendo spesso il rispetto di chi sta dall’altra parte o, quantomeno, di non causare effetti negativi come sospetto o disprezzo. Questo ovviamente nel caso in cui la parola “grazie” non venga usata in tono sarcastico o fuori luogo, magari per evidenziare una qualche mancanza o dimenticanza. Ancora, uno stato d’animo caratterizzato dall’essere disposti a ringraziare ed essere “aperti” con chi ci sta attorno influenza positivamente l’umore, migliora la salute ed impatta addirittura sull’efficienza lavorativa, rendendo infatti più sereno l’individuo. Ancora, gli studi pubblicati da The Journal of Psychology e quelli condotti dalle dottoresse Blaire e Rita Justice dell'University of Texas - Health Science Centre, hanno confermato che che la gratitudine apporta notevoli benefici fisici e psicosociali, soprattutto relativamente a salute, umore e legami. Addirittura, hanno spiegato gli esperti dell'University of Birmingham "La lista di potenziali benefici è circa infinita: meno errori di giudizio, efficaci strategie di apprendimento, più supporto verso le persone, maggiore fiducia in sé stessi, migliore approccio al lavoro, rinforza la resilienza, diminuisce la sofferenza fisica, influisce positivamente su salute e longevità". Insomma, quello che oggi in tanti conoscono come il World Gratitude Day sarà un appuntamento molto importante per la nostra salute psico-fisica. Essere grati infatti sembra comportare, in modo scientifico e comprovato, una migliore qualità della vita.

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