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Cinema e società: Circle, giudicare gli altri
Cinema e società di Nicola Maschio
Circle: giudicare gli altri per proteggere sé stessi
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Prende il via, con questo numero, una rubrica dedicata al cinema. Ma non a quei film di cui abbiamo già sentito parlare tanto, bensì a quelle pellicole meno famose ma che, per certi aspetti, trasmettono messaggi o richiamano analogie particolari. Non si tratterà inoltre di un giudizio rispetto alla qualità del film, né tantomeno di una recensione, ma semplicemente di un’analisi di elementi interessanti e d’attualità. Il lungometraggio che consideriamo in questo primo appuntamento è Circle, un film disponibile sul portale Netflix in lingua originale (inglese) con sottotitoli in italiano. Al suo interno, nonostante la trama per certi aspetti scontata, troviamo tanti elementi attuali: differenze di etnie, giudizi sul sesso, aspetti legati alla pandemia Covid. La trama di Circle La storia, in realtà, è abbastanza banale: 50 persone vengono rapite da un’astronave aliena e rinchiuse in una stanza, all’interno della quale devono restare in piedi al proprio posto. Non possono uscire dalla loro zona e neppure toccarsi l’uno con l’altro. Ogni due minuti circa, un raggio di luce viene emanato da un nucleo centrale, colpendo ed uccidendo una persona dell’ampio “cerchio umano”. La selezione all’inizio sembra casuale, ma i protagonisti capiscono presto che sono loro stessi a votare, in modo segreto, chi eliminare ad ogni turno. I personaggi Il gruppo di soggetti che compongono il cerchio è eterogeneo. Abbiamo il pessimista, che fin dal principio ritiene che non ci sia alcuna speranza di sopravvivenza. C’è poi l’egoista, un ragazzo giovane che, per guadagnare tempo, convince gli altri che sia necessario sacrificare prima di tutto le persone anziane. Ancora, abbiamo i patrioti ed i tradizionalisti, persone che sostengono sia imperativo difendere prima la propria cultura. Ci sono poi esponenti delle Forze dell’ordine, dediti alla giustizia ed al sacrificio, ed infine anche quelli che potremmo definire come simboli dell’innocenza: una donna incinta ed una bambina piccola. Perchè la storia di Circle sembra così attuale? Il film, ovviamente, è frutto della pura e semplice fantasia. Eppure, ci sono momenti e passaggi che sembrano calarsi perfettamente all’interno del contesto sociale in cui stiamo vivendo. In primo luogo, pensiamo ai soggetti anziani: nel film vengono etichettati come persone che “hanno già vissuto la loro vita” lasciando intendere che quest’ultima, in qualche modo, valga meno di quella di un giovane; un po’ come ciò che è successo durante le prime fasi della pandemia di Coronavirus quando, nonostante l’elevato numero di persone anziane decedute, in tanti pensavano che fosse un fatto meno rilevante rispetto a giovani o adulti di mezza età. Ancora, il tema dell’omofobia: quando una donna dichiara di avere una moglie, c’è chi si schiera a suo favore e chi, viceversa, la giudica “colpevole” di un qualche reato verso la società. Vi è poi anche il tentativo di dialogo e di confronto, volto alla costruzione di conoscenza, che tuttavia si sgretola in pochi minuti, sbattendo contro idee e convinzioni contrarie ed opposte: si pensi ad esempio, in questo caso, all’attuale dibattito sulla vaccinazione anti-Covid. Infine, si ripresentano il tema del razzismo (un uomo di colore accusa i “bianchi” di accanimento nei suoi confronti), ma anche della violenza di genere (il voto unanime condanna un uomo che ha picchiato la fidanzata). Insomma, per quanto la trama non ricalchi i grandi capolavori cinematografici del passato, Circle è sicuramente un film ricco di spunti. Una frase in particolare ne riassume il significato: “Hanno fatto questo per vedere a cosa diamo valore, cosa ci sta a cuore: quando giudichiamo qualcuno, sosteniamo che ci sia qualcosa di sbagliato in lui”.