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Il personaggio: Marylin Monroe
Il personaggio
di Chiara Paoli
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60 anni senza Marylin
Queste sono parole pronunciate dall’amatissima icona pop Marylin Monroe, che muore a soli 36 anni il 5 agosto del 1962. Norma Jeane Baker Monroe nasce a Los Angeles l’1 giugno del 1926; mentre l’identità del padre rimane ancora oggi incerta, sappiamo che sua madre, Gladys Pearl Monroe (1902-1984), lavorava alla Consolidated Film Industries, aveva già alle spalle 2 matrimoni e 2 figli di primo letto. Incapace di provvedere finanziariamente alla bambina e con problemi psicologici, decide di dare Norma in affidamento, prima ad una coppia, poi tra orfanotrofio, parenti e un’amica della madre, Grace Mckee. Nel 1941 frequentando la scuola conosce James Dougherty, che sposa, appena sedicenne nel giugno del 1942 per non dover far ritorno in orfanotrofio. La giovane abbandona gli studi per divenire una moglie casalinga, nel 1944 il marito si arruola nella marina mercantile e Norma si trasferisce a Los Angeles con la suocera; lavora alla fabbrica Radio Plane e proprio qui l’anno successivo viene fotografata da David Conover, che le consiglia di tentare la professione di modella, questo incontro segna la fine del suo primo matrimonio e l’inizio della sua carriera. La giovane bellezza va ad Hollywood, dove grazie a Ben Lyon, che le suggerisce anche di mutare il suo nome in quello che tutti conosciamo, ottiene un primo contratto con la Twentieth Century Fox, ma nonostante la retribuzione di 125 dollari a settimana il suo viso compare a mala pena in qualche pellicola, il contratto alla scadenza non viene rinnovato. La sua prima reale apparizione sul grande schermo avviene nel 1948 in “Orchidea Bionda”, ma il film non ha successo e il suo astro fatica a brillare. Nello stesso anno viene eletta
Marilyn Monroe (1953 - da Wikipedia)
come prima Miss California Artichoke Queen a Castroville. Segue un periodo difficile, in cui Norma è costretta a fare diversi lavori e forse anche a prostituirsi per sbarcare il lunario; inizia a frequentare corsi di recitazione per migliorarsi e inseguire il suo sogno. Nel maggio del 1949 posa nuda per soli 50 dollari, i soldi le servivano per pagare l’affitto, la foto però acquistata per 900 dollari viene inserita nel sexy calendario “Miss Golden Dreams” e 3 anni dopo viene ricattata per queste immagini; la giovane diva su consiglio della Fox decide di rivelare lei stessa di aver posato nuda per scampare alla miseria e questa confessione accresce la sua popolarità. Hugh Hefner, fondatore della celebre rivista Playboy acquisisce i diritti di quelle fotografie. Nella notte di San Silvestro del ‘48 aveva conosciuto ad una festa Johnny Hyde, talent scout che presto si innamora di lei e cerca in tutti i modi di aiutarla a sfondare a Hollywood, è grazie a lui che nel 1950 ottiene ruoli in “Giungla d’asfalto”, “Eva contro Eva” e si assicura un nuovo contratto che la lega per 7 anni alla Twentieth Century Fox, lui vorrebbe lasciare la moglie per sposare lei, ma Marylin lo rifiuta e quando l’uomo muore per un attacco di cuore il 18 dicembre del ’50 il suo senso di colpa la porta a tentare il suicidio. Nel 1951, è una delle presentatrici della cerimonia di premiazione degli Oscar e si iscrive all’Università della California Los Angeles per studiare critica letteraria e artistica. Nel ’52 sposa il critico letterario Robert Slatzer, ma il matrimonio viene annullato dopo soli 3 giorni. Le sue interpretazioni si susseguono e il successo giunge nel 1953 con il film “Niagara” e “Gli uomini preferiscono le bionde”, ma il suo ruolo è sempre quello dell’“oca bionda” fino alla più nota e imitatissima scena in cui la gonna si solleva in “Quando la moglie è in vacanza”. Nel gennaio del ‘54, un nuovo matrimonio la lega per pochi mesi al giocatore di baseball Joe Di Maggio, con lui in luna di miele in Giappone, canta per i soldati feriti, affrontando la sua ansia da palcoscenico. Nello stesso anno vince l’Henrietta Award ai Golden Globe 1954 per la “migliore attrice del mondo”. Sempre più sex symbol, ma consapevole di volere ruoli di maggiore spessore, Maylin rompe il contratto con la casa cinematografica e va a New York, dove apre il suo studio, il Marylin Monroe Productions. Rinegozia quindi il contratto con la Twentieth Century Fox e nel 1956 è la protagonista del film “Fermata d’autobus”; nello stesso anno sposa il drammaturgo Arthur Miller, convertendosi all’ebraismo, Marylin purtroppo era affetta da endometriosi e nel tentativo di avere figli ebbe diversi aborti. All’uscita del film “Il principe e la ballerina”, il primo della sua casa di produzione, il giudizio della critica è positivo e il 13 maggio 1958 Monroe si reca a New York per ricevere il David di Donatello come migliore attrice straniera. Qualche mese dopo gira “A qualcuno piace caldo” di Billy Wilder che ottiene ben sei nomination ai Premi Oscar del 1960 e per il quale lei vince il Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale. Il divorzio, la fine della storia con Frank Sinatra, la relazione con JFK e poi con il fratello Bob, la dipendenza dai farmaci e dall’alcool misti ai problemi di salute la accompagneranno verso la tragica fine.
Il personaggio
Marilyn Monroe (da Wikipedia)
La letteratura per il BenEssere
Il Disorientamento
Quante volte nella vita ci è capitato di fare delle scelte sull’onda delle emozioni? Quante volte ci siamo resi conto che un’emozione ci mette in difficoltà? La nostra vita è scandita dall’alternarsi delle emozioni che vengono stimolate ogni giorno da infiniti stimoli, interni o esterni; gli stati d’animo che ne derivano hanno il potere di modificare il nostro stato fisico. Non tutti gli stati emotivi sono piacevoli; alcuni possono risultare decisamente fastidiosi. In questa rubrica parleremo di emozioni e vedremo come uscire dalle emozioni negative grazie ai suggerimenti che ci vengono dai grandi della letteratura. La prima emozione di cui parliamo è il “disorientamento”. A chi non è mai capitato di sentirsi in confusione, di non sapere che strada prendere? Gli esperti dicono che questa sia una di quelle emozioni fastidiose che le persone sopportano peggio. E come si può uscire da un simile fastidio? Il mito di Teseo ci mostra una strategia d’uscita. Teseo era sulla porta del labirinto del palazzo di Cnosso; era arrivato lì perché voleva sconfiggere il terribile Minotauro che imponeva pesanti tributi a tutte le civiltà mediterranee. Teseo figlio del re di Atene voleva liberare la sua città dal giogo cretese. Ma, quando arrivò lì, la sua determinazione ebbe un sussulto: era certo che sarebbe stato in grado di uccidere il mostro, ma non sapeva come entrare e uscire dal labirinto. Mentre Teseo era in preda al disorientamento gli venne in soccorso Arianna. La fanciulla non solo riesce a rassicurarlo e a infondergli fiducia, ma gli offre anche il sottile filo della salvezza: si tratta solo di un filo, che si sarebbe potuto rompere, che poteva essere tagliato o lasciato cadere. Eppure quel filo d’amore fa il miracolo: Teseo, grazie al sostegno di Arianna, affronta il labirinto, sconfigge il Minotauro e esce trionfante accolto dalle braccia di della fanciulla. Il messaggio che ne deriva è prezioso nella sua semplicità: a volte basta affidarsi a qualcuno che sentiamo amico per uscire dal disorientamento. Certo è necessario un certo grado di umiltà per chiedere aiuto, ma con un sostegno fidato possiamo uscire dalla confusione. Vedremo affrontando altre emozioni che molto spesso l’umiltà è un atteggiamento prezioso che costituisce l’antidoto al veleno di molte emozioni negative. Può capitare però che, a volte, noi non abbiamo due braccia amiche a cui riferirci. In questo caso allora possiamo usare un’altra strategia che ci viene offerta da Eugenio Montale. Nella poesia “Non chiederci la parola” lui dichiara che, quando si perdono le certezze, quando i riferimenti sono tutti caduti, quando siamo disorientati, abbiamo solo una possibilità: “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Quando ci sentiamo disorientati possiamo almeno prendere distanza da ciò che non vogliamo, possiamo decidere dove NON vogliamo andare. Questo semplice atteggiamento ci permette di sentire che qualcosa si muove, che non siamo immobili, fermi, ma iniziamo, pian piano, a ritrovare la nostra bussola. Nel prossimo numero parleremo di paura e vedremo come fare quando questo stato d’animo ci impedisce di andare avanti.
di Silvana Poli