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Caldonazzo e le due città scomparse
Le leggende della Valsugana
di Andrea Casna
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CALDONAZZO
le due città scomparse
Un tempo lontano e remoto, nella parte della Valsugana oggi bagnata dalle acque del lago di Caldonazzo, si trovava una bella e verde vallata con due ricche città: Susa e Caldón. Gli abitanti di Susa e Caldón erano ricchi e benestanti. Tutti vivevano in belle a grandi case di pietra e marmo. I più ricchi in sontuosi palazzi. La gente passava gran parte del tempo a crogiolarsi nell’ozio, fra feste e banchetti che duravano tutta la notte, a bere vino e mangiare del buon cibo. Gli abitanti erano famosi per essere avidi e per nulla caritatevoli. Persino i sacerdoti erano avidi e guai al poveraccio che avesse solo pensato di bussare alla porta della sacrestia per chiedere un solo pezzo di pane. Susa era protetta da un’alta e possente cinta muraria. Gli abitanti non volevano, infatti, vedere circolare per le vie e nelle piazze poveri e vagabondi. Ai quattro ingressi guardie armate, ben pagate, presidiavano giorno e notte il perimetro affinché nessun mendicante potesse entrare a disturbare la ricca gente di Susa. Un giorno si avvicinò, ad uno degli ingressi, un povero mendicante in cerca di un tetto e di una zuppa calda. Non fece in tempo ad avvicinarsi alle mura. Due guardie armate, con spade e lance scintillanti, giunte dinanzi a lui lo fermarono bruscamente facendolo cadere a terra. «Vattene vecchio -urlò uno di loro- qui non c’è posto per te». «Tornatene da dove sei venuto -disse l’altro- e non farti più vedere». «Ma io non sto facendo nulla di male -disse il povero mendicante in ginocchio. Cerco solo un tetto sopra la testa per la notte e una zuppa calda». «Ti abbiamo detto che qui non ti vogliamo. Prova ad andare a Caldón...forse lì saranno più misericordiosi di noi». Il vecchio mendicante si alzò in piedi e si diresse, a malincuore, verso la vicina città di Caldón. A differenza di Susa, Caldón non era protetta da mura e quindi poté arrivare fino alla piazza della chiesa. Lì chiese ad una giovane donna un tozzo di pane ma fu subito fermato da due guardie armate e ben protette da armature scintillanti. «Vattene poveraccio -dissero in coro di due gendarmi. Qui non sei il benvenuto». Lo presero di forza e lo trascinarono fuori dalla città. A quel punto, triste affamato e infreddolito, il povero mendicante si diresse verso la Marzola. Appena imboccata l’antica strada, che oggi conduce al passo, notò una piccola e umile casetta appena fuori dal bosco. Era in pietra e in legno, con annessa una piccola stalla con pollaio. E poco distante un orticello. Dal camino fuoriusciva un esile fumo. Il nostro povero mendicante tentò la sorte. Giunto sull’uscio busso alla porta. Ad aprire fu una donna. «Buongiorno -disse la donna con voce gentile. Avete bisogno?». «Sì – disse il mendicante. È tutto il giorno che cerco un piatto caldo e un luogo dove passare la notte. Sono stato cacciato da Susa e Caldón. Sono stanco e affamato». «Mi spiace tanto -disse la donna. Non dovrebbe essere stato facile per voi, signore, affrontare gli abitanti di Susa e Caldón. Su venite dentro. Non ho moto da offrire. Sono vedova e vivo con il mio piccolo figlio. Ho soltanto un mucca per il latte, un piccolo orto e due galline per le uova. Ma in qualche modo facciamo». I quattro divisero una tazza di latte caldo, un paio di uova e un tozzo di pane. Giunta l’ora di andare a dormire, la donna accompagnò il mendicate alla stalla: «vi posso mettere qui per la notte perché in casa non ho posto. Però la paglia è comoda e la stalla è calda». «Vi ringrazio per l’ospitalità -disse il mendicante. Siete una persona buona. Questa notte succederà qualcosa di tremendo e spaventoso. Qualunque cosa accada, però, non aprite per nessun motivo la finestra». Arrivò la mezzanotte e il cielo diventò nero. Un forte vento invase la valle e un forte temporale iniziò ad abbattersi su Susa e Caldón. I tuoni scuotevano le foreste e i fulmini illuminavano la notte nera. I fiumi in piena travolsero le mura, le case e le chiese delle due città. La vedova e i figli erano tentati di aprire la finestra per vedere la distruzione delle due città. Ma non lo fecero. Al mattino un grande lago copriva l’intera vallata. Gli abitanti di Susa e Caldón furono spazzati via per la loro avarizia. Quel lago prese il nome di Caldonazzo.
Che tempo che fa
di Giampaolo Rizzonelli
APRILE 2021
Un mese particolarmente freddo in Trentino ma...
Dopo che per mesi e mesi abbiamo raccontato un susseguirsi di record di temperature sopra la media, l’aprile 2021, almeno in gran parte di Europa in Italia e in Trentino è andato in controtendenza, come abbiamo avuto anche già modo di descrivere nel numero del mese precedente parlando delle gelate tardive.
TRENTINO
Secondo l’analisi meteorologica mensile pubblicata da Meteotrentino, l’aprile 2021 in Trentino è stato meno piovoso e molto più freddo della media, da 23 anni, e precisamente dal 1998 non si registrava un aprile più freddo di quello del 2021, segnalando in particolare le gelate della prima e della seconda decade con temperature minime qualche grado sotto lo zero anche nei fondivalle più bassi, questo per la presenza di frequenti irruzioni di aria fredda dai quadranti settentrionali. Alcuni dati relativi al Trentino sono evidenziati nella tabella di fig. 1 con le varie località per le quali sono riportate la temperatura media di aprile 2021, la media climatica e la differenza (per tutte aprile 2021 risulta un mese più freddo della media).
ITALIA
Vediamo ora come è stata la situazione in Italia, secondo il CNR/ISAC il mese di aprile 2021 ha registrato un’anomalia negativa di temperatura di -0,7°C rispetto alla media 1981/2010, come ben evidenziato nell’immagine di fig. 2 Fig. 2 Anomalie di temperatura Italia Aprile 2021 rispetto a media 1981/2010
Dal 1800 ad oggi il mese di aprile 2021 in Italia è stato il 99° più freddo, aprile più freddo in assoluto fu quello del 1809 con un’anomalia rispetto alla media 1981/2010 di -4,2°C, più caldo quello del 2018 con un’anomalia di +2,91°C. Dall’immagine di fig. 2 peraltro risulta ben evidente che tra le zone più fredde d’Italia rispetto alle medie spicca il Trentino Alto Adige.
EUROPA
Per l’Europa (fonte programma Copernicus) l’aprile 2021 è stato il più fresco dal 2003, con un’anomalia negativa di 0,9 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Le temperature medie per aprile 2021 sono state al di sotto della media in un’ampia fascia dall’Islanda al Mediterraneo e al Mar Nero, ma al di sopra della media nell’ovest della penisola iberica e nell’estremo oriente del continente. Il mese è iniziato con condizioni insolitamente miti in molti luoghi, ma le temperature sono crollate su una vasta regione nella prima settimana del mese, raggiungendo minimi record su parti dell’Europa occidentale e centrale, ad esempio sulla Slovenia. La Francia è stata tra i paesi che hanno subito notevoli danni da gelo a viti e alberi da frutto che avevano iniziato a svilupparsi prima del solito.
Stazione meteo Temperatura media aprile 2021 Media climatica Differenza
Castello Tesino Cavalese Lavarone Malé Predazzo
+6,7°C +6,3°C +5,0°C +7,7°C +6,2°C
Rovereto Tione di Trento
+12,4°C +8,9°C
+8,0°C -1,3°C +7,3°C -1,0°C +6,2°C -1,2°C +9,8°C -2,1°C +7,6°C -1,4°C +13,1°C -0,7°C +10,5°C -1,6°C Trento Laste +11,7°C +13,0°C -1,3°C Fig. 1 Da report Meteotrentino temperature medie mese di aprile 2021 e confronto con media climatica