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La politica e l’interesse generale

Società e politica

di Cesare Scotoni

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LA POLITICA

E L’INTERESSE GENERALE

Sono tempi complessi. Un’Unione Europea malamente allargata sotto la complice guida di un Romano Prodi ampiamente sopravvalutato in Patria, nel 2013 ha presentato il conto a quella Angela Merkel cancelliere tedesco allora in carica la cui statura, misurata sullo scarso parterre, sembrava altro ed al ghignante Nicolas Sarkozy, nel frattempo condannato ai domiciliari ed allora sostituito all’Eliseo da un François Gérard Georges Nicolas Hollande noto anche per le visite clandestine all’amante . La sempre invocata trazione “Franco Tedesca” dell’Unione si concretizzò quindi nel 2012 e fu un vero disastro. Però quella frana tra Londra e Berlino cominciò tra Roma e Bengasi e non, come si pensa oggi, in piazza Maidan, da allora “Euro Maidan” in segno di scherno. Quella roba andava archiviata e la NATO doveva poter arretrare e ribilanciare uno strapotere tedesco costruito su troppi compromessi e l’uomo di Londra che Berlusconi (con molti altri) volle alla BCE prima giocò da Frankfurt e poi da Roma. Noi, dalla periferia dell’Impero cosa possiamo notare? Che i tanti cadaveri che ci son passati davanti agli occhi mentre guardavamo il Fiume non erano Morti. O forse ancora rivendicano delle posizioni da difendere perché non han capito che nel frattempo li ha uccisi la Storia. La Conservazione prevede da sempre il Cambiare Tutto per Non Cambiare Alcunché, ma si riferisce ai Burattinai e non ai troppi burattini. Le scelte dell’ultimo biennio hanno archiviato anche la pretesa di riconoscere almeno formalmente alle Costituzioni il Valore Fondante per le Comunità che su quelle si basano. Il Compromesso come Arte del Possibile ha lasciato spazio alla Prepotenza di Governi la cui Legittimazione prescinde ormai dal Consenso. Il danno attraversa così le singole Comunità Nazionali. A quel punto del racconto però le scelte sbagliate cessano di invocare forme di condivisione delle colpe e divengono responsabilità precise. Proprio su questo si gioca una Nuova Complessità che chiederà molti riposizionamenti, altrettanti passi indietro e la rinuncia da parte dei più a tre decenni di slogan ormai disgiunti da ogni significante. Questo per accadere ha bisogno che più di una parte riconosca la propria oggettiva e devastante inadeguatezza e ricomponga i pezzi di un Progetto che, così come si pone oggi, non contenta alcuno e danneggia troppi. L’Alleato d’Oltre Atlantico la sua capacità di leadership la perse nei comportamenti di Blair e Bush, ma ciò non toglie che per molti il duo Merkel – Sarkozy sia stato una iattura. E chi ha celebrato quelle scelte, ma anche chi ha solo taciuto deve trovare il modo per spiegare quelle scelte. Difficile. Molto difficile. Prendiamo a riferimento ciò che più da vicino tocca questi nostri territori di confine. Confine degli Stati, degli Eventi e della Storia. Come possono pensare coloro che han fatto quelle scelte sbagliate, che la gente ha pagato e continua a pagare, di poter vantare una credibilità che non passi

Nicolas Sarkozy (da Wikipedia)

Società e politica

da quei processi di revisione dei meccanismi decisionali che tutelino i più deboli dal ripetersi dello scempio? La Costituzione o è Garanzia per Tutti o non è. Questa la prima dura lezione che viene dalla superficialità con cui quella è stata docilmente piegata, da pochi e deboli, all’Opportunità ed all’Opportunismo. La seconda lezione riguarda l’uso che troppe di quelle forze politiche che profondamente schifano l’impianto della Costituzione Repubblicana, senza produrre un’idea di assieme sul valore del Consenso su di un Interesse Nazionale, fanno del malcontento o dei malcontenti che, come banale strumento di costruzione del Consenso diventano soggetto anziché oggetto dell’Azione Politica. Il risolvere i problemi della gente, nell’ambito di un Interesse Generale che per certo non può non interessare l’evoluzione multipolare del consesso internazionale dopo la fine di un Bipolarismo morto 33 anni fa, è il senso di un’Azione Politica che non può rifugiarsi nell’Astrazione, né ridursi a mera gestione dell’Ordinario. I Cambiamenti richiedono Idee, tempo e idee. Non si può scambiare la ricerca di vuota visibilità come fine dell’agire politico, perché quel consenso così ottenuto si fonda sul nulla e si riduce a reazione pavloviana. In Italia è dal 1994 che si contrabbandano di volta in volta la gestione delle risorse più o meno scarse o gli interessi di pochi, come obiettivi necessari al conseguimento del Bene Comune. L’uso proposto da parte del Governo Draghi dell’incompleto e non funzionale PNRR voluto dal Governo Conte sostenuto dal PD è in quest’ottica l’ultimo e più disastroso esempio di Impotenza della Politica. Speriamo solo che sia l’ennesimo fallimento di una burocrazia orfana di una Politica che agisca nel perseguimento di un Interesse Generale.

Mario Draghi (da Wikipedia)

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Protagonisti del nostro mondo

di Waimer Perinelli

IL MONDO VISTO

CON GLI OCCHIALI DI DEL VECCHIO

La comunità di Agordo ha donato due pezzi della sua terra a Leonardo Del Vecchio. Sul primo, molto ampio, l’imprenditore ha costruito le fondamenta dell’impero Luxottica; sul secondo, più piccolo, ha voluto fosse onorata la sua salma. Leonardo De Vecchio è morto il 27 giugno scorso all’età di 87 anni lasciando al mondo intero un’eredità di miliardaria ma e soprattutto un modello imprenditoriale. Era nato a Milano nel 1935 da genitori emigrati dalla Puglia, ultimo di quattro figli. Il padre muore poco prima della sua nascita e la madre lo affida all’ orfanatrofio Martinitt, la struttura per orfani o bimbi abbandonati, fondata nel XVI secolo dal nobile veneziano san Girolamo Emiliani. Era consuetudine in quegli anni incontrare per la vie milanesi i ragazzini, in fila per due, con i capelli rasati, il berrettino con la visiera rigida e la mantellina grigia. Leonardo rimane nell’orfanatrofio fino al termine delle scuole medie. A 14 anni trova lavoro come garzone alla Johnson dove si incidono coppe e medaglie e la sera studia arte e incisione a Brera. Aveva 26 anni quando la comunità di Agordo offre un terreno a chiunque s’impegni ad avviare un’azienda. Inizia così l’avventura della Luxottica Group la fabbrica mondiale produttrice di montature, occhiali finiti, proprietaria come EssilorLuxottica dei più prestigiosi marchi internazionali. Una produzione globale che inizia nel 1961 nel fazzoletto di terra bellunese e si espande grazie all’ingegno e alla creatività di Del Vecchio. Produceva soprattutto parti per conto terzi ma un giorno assieme al collaboratore ed amico Luigi Francavilla decise di partecipare al Mido, la grande fiera di Milano. “Con una decina di modelli ideati da me e da Luigi, amava raccontare, ci siamo presentati alla fiera. Eravamo timorosi di non riuscire a vendere nulla, invece fu un successo. Il nostro futuro era cambiato per sempre”. Creativo, pratico, rispettoso dei suoi collaboratori, dipendenti, queste le qualità principali di Leonardo De Vecchio. Investire in negozi di proprietà e acquistare marchi importanti e fra questi i mitici Ray-Ban, quelli per intenderci indossati di Blues Brothers, da Johnny Depp, dalle Iene di Quentin

Leonardo Del Vecchio (da Biografieonline)

Tarantino, sono le scelte manageriali che hanno segnato la crescita del suo impero che oggi conta 9mila negozi in tutto il mondo e 80 mila dipendenti, almeno 5 mila negli stabilimenti del bellunese e 600 circa a Rovereto. Del Vecchio acquisisce nel tempo potere ed esperienza anche in gruppi bancari ma di lui è bene ricordare la disponibilità verso gli altri. Nei suoi stabilimenti introduce e rispetta l’orario flessibile, il nido per le lavoratrici madri e incentiva la partecipazione azionaria dei dipendenti al gruppo industriale. Di sè diceva:«Sono cresciuto senza padre e in istituto. Crescere senza famiglia è qualcosa che non si può spiegare. Ti segna» Per essere uno senza famiglia è stato capace di formarne una con 80 mila persone che nel giorno del suo funerale, in tutto il mondo si sono fermate in segno di affetto e stima.

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