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La leggenda del Sanguanèlo
Le leggende del Tesino
di Andrea Casna
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Il Sanguanèlo
Fra i molti personaggi fantastici che animano il folklore popolare del Tesino troviamo il Sanguanèlo. Ma non solo in Tesino. Molte leggende del Trentino e del Feltrino hanno come attore principale questa figura mitologica dalle origini molto incerte.
Ma chi è il Sanguanèlo (detto anche Martorèo o Martorèlo)? Il Sanguanèlo è una figura simile ad un folletto che, come detto sopra, fa parte del panorama folkloristico delle nostre vallate. E, per certi aspetti, come narrano le leggende, era il terrore degli abitanti del Tesino. Amava, infatti, fare scherzi alle persone, ai bambini e agli animali. Con i bambini disobbedienti non andava certo leggero. La sua attività principale era andare di notte a caccia di bambini ai quali succhiava il sangue dopo averli catturati e immobilizzati. Era una sorta di vampiro ma, a differenza dei classici succhiasangue, utilizzava delle tecniche di persuasione assai, potremmo dire, in un certo senso scontate. Infatti si presentava alle sue future vittime vestito semplicemente di verde indossando un berretto rosso pieno di sonagli. Ma, se di luna buona, sapeva anche essere un vero burlone perché amava scherzare con uomini e donne facendo però (c’è sempre il però perché alla fine il Sanguanèlo è sempre il Sanguanèlo) perdere l’orientamento per condurli, di notte, per vie e sentieri sconosciuti. Amava anche divertirsi con gli animali ai quali, come si legge in molte leggende, annodava, per diletto, le code. Ma come la gran parte dei personaggi mitologici dell’arco alpino, anche il Sanguanèlo, come le anguane o le fate, poteva rivelarsi un prezioso aiuto per la gente del posto. Unica regola? Non tradire la sua fiducia. Si narra, infatti, che un servo di casa Buffa, al quale i padroni avevano affidato la gestione di un Maso in località Malene, era spesso in paese, nell’osteria, a breve e a mangiare, con ovviamente i suoi amici, fino a tarda notte. Ai Buffa sorse il sospetto e iniziarono a porsi qualche domanda: «Ma guarda quel servo -si diceva da qualche giorno in casa Buffa. È sempre in osteria a fare festa. Chi manda avanti il maso? In che condizioni saranno le nostre povere bestie?». Dopo qualche giorno i Buffa, mentre il servo era in osteria, salirono di nascosto al maso e, sorpresa delle sorprese, trovarono tutto in ordine: la casa ben tenuta senza un filo di polvere, le bestie nutrite e la stalla ben pulita. Il giorno seguente i Buffa chiesero al servo: «Come fai a tenere il maso in ordine se sei sempre a far festa giù in paese?». E il servo, con ancora da smaltire la sbornia del giorno prima: «Ma no... signor Buffa...il merito è tutto del Sanguanèlo. È lui che fa tutti i lavori per me: pulisce la casa, ordina la stalle e si prende cura delle mucche». La sera stessa, al rientro dalla solita festa in osteria, il servo trovò le bestie con le code legate, la casa sottosopra e la stalla sporca di letame. Era stato il Sanguanèlo per vendicarsi dell’amico che aveva svelato il segreto.
Il personaggio
di Claudio Girardi
SUOR ELENA BOSETTI
Ènata di agosto al Maso Rover baciata dal sole del Trentino, inebriata dal profumo di vigneti e frutteti, cullata dal suono dolcissimo delle campane di Maria Ausiliatrice. E’ la primogenita di tre fratelli e due sorelle, immenso dono di mamma Pia e papà Cornelio. Da piccola sognava di fare la missionaria nelle Filippine, viaggiare, attraversare monti e mari... era curiosa, amava studiare e incontrare genti di varie culture.Stiamo parlando di Elena Bosetti, suora di Gesù buon Pastore della famiglia Paolina, che ha conseguito il baccellierato in filosofia e la licenza in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Dopo aver trascorso diversi periodi di ricerca a Gerusalemme presso lo Studium Biblicum Franciscanum e l’École Biblique, ha conseguito con somma lode il dottorato in teologia alla Gregoriana, dove ha insegnato teologia ed esegesi del Nuovo Testamento. Per diversi anni ha commentato il Vangelo della domenica nel programma televisivo “A sua immagine - Le ragioni della speranza” (Rai 1). Ha contribuito a qualificare teologicamente le suore della sua Congregazione avviando il CTP (Corso di Teologia Pastorale) affiliato al Pontificio Ateneo Antoniano (Roma). Oggi conduce la rubrica “Percorsi biblici” su Radio Maria (ogni quarto sabato del mese, dalle 21,00 alle 22,30); si dedica alla formazione biblica, al ministero della Parola, alla guida di ritiri e di esercizi spirituali, in Italia e all’estero.
Suor Elena, è in arrivo l’estate, quali consigli per i lettori?
Estate in arrivo e dunque possibilità di fare il pieno di aria pura, di
Suor Elena Bosetti
passeggiate in montagna, tra valli e boschi… Ma per godere davvero della bellezza che la natura ci offre non basta andare in montagna e tuffarsi nella natura. Occorrono occhi di stupore, pieni di meraviglia come quelli dei bambini. “Noi non vediamo le cose come sono, vediamo le cose come siamo”, recita un detto del Talmud. E dunque con quale animo affrontiamo l’estate? Anche la natura più bella potrebbe apparire opaca se il tuo animo è offuscato.
Pensa di passare qualche giorno in Trentino?
A Dio piacendo direi proprio di sì, e non solo per impegni, anche per ossigenarmi. Recentemente a fine di giugno ho tenuto un corso di esercizi spirituali alle Orsoline nella splendida casa di “Villa Moretta”, in quel di Pergine. Poi ho fatto qualche giorno di relax con i miei cari al Maso Rover (Pressano) dove sono nata, e sul lago di Caldonazzo dove mia sorella ha una roulotte e una comoda piazzola
in campeggio. Sogno già di fare belle e lunghe passeggiate anche a Levico e dintorni dove ho ricordi bellissimi vissuti con la mia mamma, godendo le acque termali e il meraviglioso parco con la Villa dell’imperatrice Sissi.
Progetti da sviluppare in Trentino?
Carissimo, non è in mio potere organizzare eventi e progetti nella Provincia autonoma di Trento. La mia residenza è altrove (attualmente a Verona) e sono spesso itinerante nelle varie Diocesi di Italia e anche all’estero. Mi è però molto gradito, quando è possibile, rispondere a richieste specifiche, a progetti culturali e religiosi organizzati dalle parrocchie e dalla diocesi di Trento. La scorsa Quaresima, ad esempio, sono stata invitata da don Lamberto, parroco della comunità di Lavis-Pressano-Sorni e anche di Giovo in Val di Cembra, a predicare ogni mercoledi i Quaresimali… Abbiamo vissuto un percorso sinodale sulla traccia del Vangelo di Luca, un percorso che ad ogni tappa ha visto coinvolte nell’animazione le diverse comunità parrocchiali. L’entusiasmo suscitato non si è esaurito con la fine dell’evento perché Don Lamberto ha già lanciato una nuova proposta decisamente coinvolgente: mi ha chiesto di guidare un pellegrinaggio in Terrasanta preceduto da accurata preparazione biblica. Dunque, in Trentino avrò diverse occasioni per ritornare anche nel prossimo anno pastorale.
Lei gira spesso in tutta Italia, secondo lei ogni persona ha qualcosa da darci? E se sì, secondo lei i Trentini che cosa le hanno dato?
Non c’è dubbio che ogni persona, per il fatto stesso di essere unica e originale, ha molto da darci. Noi siamo le nostre relazioni. Incontrare l’altro, ogni “altro/a” qualsiasi esso sia, lo ritengo una grazia speciale. È proprio nell’incontro, guardandoci negli occhi senza pregiudizi e presunzioni, che ci
Il personaggio
Parlo della bellezza del Trentino
è dato di cogliere in ogni persona un raggio della bellezza divina. A volte è più facile cogliere la bellezza di Dio nella natura (in un fiore, nel bosco silente, nelle vette mozze fiato delle Dolomiti…) che nelle persone. Ma sarebbe sconcertante lodare Dio per il sole e per le stelle e non avere occhi per le persone che ci vivo accanto, per l’uomo e la donna che Dio ha creato a sua immagine. Dunque, cosa consiglio per le vacanze? Di riempirsi gli occhi della bellezza e bontà della creazione e al contempo aprire occhi e cuore per incontrarci come fratelli e sorelle. Possiamo incontrare persone nuove sulle strade alpine ma anche, magari, alla stazione di servizio dove ti fermi per fare benzina o al mercato, facendo la spesa. Per dirla con papa Francesco, abbiamo bisogno di una “ecologia integrale”, rispettosa della madre terra e di tutte le sue creature, dalle piante, agli animali, agli umani.
Suor Elena, cosa le hanno dato i Trentini?
Mi hanno dato le radici, il DNA delle montagne, il senso del dovere e anche dell’ironia. Mai prendersi troppo sul serio. Le montagne stanno lì a ricordarci che a salire si fa fatica, ma quando sei sulla cima l’orizzonte si allarga e ti sembra di toccare il cielo. Non potrei pensarmi Elena senza il Trentino.
Nuovi progetti in cantiere, può illustraceli?
Ebbene sì. Ho progetti di carattere editoriale e progetti formativi. Curo la collana “Tra Bibbia e psicologia” per la Cittadella editrice di Assisi. E ho varie scadenze di libri in cantiere… Inoltre sono coinvolta in progetti formativi della Famiglia Paolina fondata dal beato don Giacomo Alberione, composta di 10 diverse realtà, congregazioni religiose, istituti secolari, famiglie e cooperatori, accomunati dalla medesima spiritualità che pone al centro Cristo Via Verità e Vita e la comunicazione del Vangelo che occorre annunciare, secondo don Alberione, con la passione dell’apostolo Paolo che si è fatto tutto a tutti, avvalendosi a tale scopo di tutti i mezzi che il progresso ci offre, dalla editoria alla radio alla Tv ai vari social. In particolare io collaboro al corso di formazione annuale sul carisma della famiglia Paolina, mettendo in luce i fondamenti biblici. Ho in vista anche viaggi di predicazione all’estero, a partire dalle Filippine dove guiderò di esercizi spirituali ai Sacerdoti Paolini e agli membri della Famiglia Paolina. Insomma, lavoro e progetti non mancano. Ma finché Dio mi dà le forze e la buona salute, cosa c’è di più bello che restituire i doni ricevuti?
Valsugana e mobilità
di Laura Mansini
In attesa delle Olimpiadi invernali del 2026
Finalmente si parla anche in Valsugana di Mobilità alternativa. Nell’assemblea dei soci dell’APT Valsugana, avvenuta a Levico lo scorso giugno, durante la quale si è rilevato il bilancio positivo con l’incremento delle attività privatistiche ed un lusinghiero fatturato che è arrivato a superare i 2,6 milioni di euro, il presidente Denis Pasqualini ha sottolineato l’importanza di rendere sempre più appetibile il nostro territorio per un turismo sostenibile, rivalutando vecchi sentieri, riprendendo la costruzione della circumlacuale del lago di Caldonazzo, già iniziata con gli accordi di programma dei primi anni 2000 che ora da Calceranica porta a Pergine. Fra le proposte da riprendere è stata sottolineata l’importanza di una Funivia che possa collegare il fondovalle con gli Altipiani. Evviva ! Correva l’anno 2002 quando un gruppo di amministratori ed operatori turistici, forse visionari, certamente innamorati del proprio territorio decisero di formare un comitato teso alla realizzazione di una Funivia che potesse collegare l’Alta Valsugana agli Altipiani Cimbri. Devo dire che all’entusiasmo dei fondatori, i quali si diedero il nome di “Avianova”, non ne corrispose uno altrettanto importante da parte degli amministratori Provinciali, e da quelli turistici del tempo. Non si era capita l’importanza strategica di una funivia che andasse da Caldonazzo a Monterovere calcando le orme della funicolare usata durante la prima guerra mondiale dagli Austriaci nel 1915 che partiva dalla ferrovia di Levico fino agli Altipiani. L'Alta Valsugana aveva già visto sfumare la possibilità di collegare Levico alla Panarotta con una funivia, progettata negli anni 90, che godeva di progettazioni, finanziamenti, aiutando in tal modo il turismo locale, dopo anni di impegni dei vari amministratori. Avianova era certa che la nuova idea, avrebbe potuto creare importanti opportunità turistiche, ecologicamente compatibili collegandosi con Folgaria, Lavarone, Luserna....Naturalmente adeguando nel tempo una mirata rete ferroviaria che collegasse le nostre terre. Presentata ufficialmente nel 2006 Avianova sembrò decollare, ma invano il Comitato per molti anni ha cercato di coinvolgere la Provincia. Si dovette arrivare al 25 gennaio 2012 per vedere approvata all’unanimità dei consiglieri provinciali la Mozione presentata da Nerio Giovannazzi, (che è di Dro) . Seguirono le mozioni approvate dai comuni di Luserna (6/07 2012), Lavarone (28/07/2016), Tenna (20/04/2017), Caldonazzo (19 07 2017), La Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri ( 28/09/2017). Levico Terme (30/10/2017) il Consiglio Comunità dell’Alta Valsugana e Bersntol il 19/04/2019 con 4 astenuti. L’ultima approvazione è venuta da Folgaria il (30/ 07/ 2020). Ora attendiamo. Forse è finalmente giunto il tempo che due delle più belle terre del trentino vengano adeguatamente valorizzate, sperando nelle Olimpiadi invernali del 2026. Il Giro d’ Italia con il passaggio sul Menador ha dimostrato la grande bellezza dei nostri territori che sanno offrire Terme, piste da sci, passeggiate, laghi che hanno incantato Freud, Musil ed anche il grande martire trentino Cesare Battisti, che scrisse in uno dei suoi volumi sul Trentino :” Il paese di San Cristoforo si trova a Nord del Lago e fra le attrattive del luogo vi è la stazione di partenza di un piccolo Battello che nei giorni festivi percorre il lago. Una fresca brezza increspa sempre il boschetto sulle rive che nel pomeriggio dei giorni festivi fa diventare la Valsugana il Parco dei cittadini di Trento.” Forse riuscire a collegare adeguatamente treni, funivie, piccoli battelli, ci aiuterebbe a riscoprire antiche bellezze, sommerse ora dal traffico di Camion durante la settimana e di automobili il sabato e la domenica.