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Cose dal mondo: la Turchia
Cose dal mondo: Mamma li Turchi!
di Guido Tommasini
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TURCHIA: ERDOGAN
LO STRATEGA MUSULMANO
Sul bordo esterno della linea di demarcazione Europa – Asia c’è anche la Turchia: Stato islamico ma anche membro della Nato, Stato asiatico ma con un’ enclave europea. E’ indubbio che da qualche anno l’indirizzo politico della Turchia stia provocando contraddizioni nella Nato stessa , la quale era stata già posta nel 2019 di fronte al fatto compiuto del suo intervento nell’alta Siria contro i curdi dell’YPG i quali erano appoggiati dagli americani ed avevano strappato quel territorio all’Isis. Oltretutto i turchi hanno poi emarginato politicamente l’ YPG combattendo direttamente quanto restava dell’Isis, che avevano inizialmente favorito in funzione anti -Assad Con una buona approssimazione, la posizione della Turchia nella Nato oscilla fra quella della Francia di De Gaulle e quella di un emergente – Voyou State (Stato – canaglia, secondo la politologa Dorothee Schmid ). E tutto ciò tenendo conto che la Turchia è essenziale per gli USA in funzione anti Iran. Del resto, abbandonata l’idea del suo ingresso nell’Unione Europea, la Nato resta il fondamentale ancoraggio turco all’Occidente. Andando con ordine nello scenario, bisogna premettere che dietro la Turchia c’è un campo strategico dove si aprono più problemi come quelli di stabilità degli Stati, della tenuta dei confini, dell’affrontamento indiretto Russia -USA e non ultimo quello dei migranti. La Turchia attuale guidata dal fratello musulmano Erdogan, è il risultato di un percorso storico che parte dalla caduta dell’Impero Ottomano(”L’uomo malato d’Europa”) nel primo Novecento ed è poi continuato con l’instaurazione del ridotto Stato laico anatolico di Ataturk, il quale viene ora superato dalla politica religiosa di Erdogan che s’ispira ad una restaurazione del precedente Impero. Su questa base Erdogan ha appoggiato e finanziato tutte le insurrezioni e guerre di stampo sunnita: in primo luogo quella degli insorti siriani(assieme al Qatar). Inoltre supporta i talebani afgani, aiuta militarmente gli azeri musulmani contro gli armeni cristiani ed in un primo momento aveva appoggiato anche l’Isis. Ha occupato il cosiddetto Firat Kalkani(Scudo dell’Eufrate), una fascia di territorio siriano e questo non solo per contenere i curdi contando anche sull’alleata Armata Siriana Libera(ASL), un patchwork(mosaico) eteroclito di una trentina di fazioni ma anche per creare un’ enclave sunnita che ripristini il passato ottomano imponendo la sola religione musulmana a dispetto di tutte le minoranze curde, yhazide, cristiane aramaiche e melquite, sciite, shabacks, alauite ed addirittura pretendendo di farsi finanziare quest’operazione dall’Europa con la scusa di
Cose dal mondo: Mamma li Turchi!
Recep Tayyip Erdoğan
collocare nella fascia i profughi siriani che ora stanno in Turchia. A livello culturale diffonde i modelli ottomani nella cosiddetta Dorsale Verde (Bosnia – Albania – Kosovo) e questo soprattutto prendendosi spazi televisivi con telenovelas che s’ispirano ai tempi d’oro dei sultani e padiscià turchi. Tutto ciò lo attua con il sostegno del Qatar in quanto quell’emirato è molto affine all’Organizzazione dei Fratelli Musulmani alla quale appartiene Erdogan. A Doha c’è fra l’altro una base militare turca e proprio il Qatar è stato il primo paese a dichiararsi solidale con Erdogan in occasione del fallito colpo di stato contro di lui. Due parole sull’organizzazione “Fratelli Musulmani” che con riferimento alla Turchia, date le reciproche affinità svolge un’attività da quinta colonna ideologica sostenendo Erdogan. A livello europeo si espande bene soprattutto in Francia dove ormai è in grado di egemonizzare la comunità musulmana ponendosi come interlocutore unico fra la stessa ed i pubblici poteri attraverso un apparato di élite universitarie e mediatiche. Sulla scacchiera turco-siriana la Turchia è un elemento cardine per la strategia russa(la Russia ha fornito alla Turchia il sistema di difesa S 400) ed Erdogan del resto è in grado di destreggiarsi nel gran bazar diplomatico come dimostra la partecipazione turca al cosiddetto – Processo di Astana –(Kazakistan) dove fra Russia ed Iran si pianificava già dal 2016 la ricerca di soluzioni per riportare la pace in Siria e questo al di là delle trattative ufficiali di Ginevra. Così i turchi sono entrati di fatto nel grande gioco levantino assieme ad USA, Russia ed Iran. Per quanto concerne il Mediterraneo, in quel mare la Turchia rivendica un’inesistente diritto di fare ricerche petrolifere nelle acque di Cipro e nel canale fra Cipro e Creta intralciando anche l’ ENI, mobilitando navi da guerra e provocando infine la reazione di ben sette paesi europei che si sono uniti in un consorzio per fermare i turchi. Inoltre la Turchia rivendica anche le isole del Dodecanneso greco pretendendo addirittura di cambiare i confini marittimi. Per finire la Turchia sta ormai prendendo campo nella Libia di Serraj con il sunnismo di marca turca per poi potersi inserire nella gestione delle risorse petrolifere con la possibilità di un accordo che le permetterà di iniziare anche le proprie esplorazioni nelle acque limitrofe. La Turchia, Stato membro della Nato ha ora una politica estera a tutto campo con un Erdogan biscazziere nelle partite levantine, egemonico in quelle libiche, aggressivo nel Mediterraneo, prevaricatore con i profughi siriani ed epigono ottomano nei Balcani. Niente sembra più funzionare fra la Turchia ed i paesi occidentali.
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Il Teatro del Mondo
di Laura Mansini
SHAKESPEARE ITALIANO FORSE VENETO
Questa riflessione, che avrebbe fatto inorridire gli inglesi, ce la pose Fabio Storelli (Roma 1937-Trento 2011) autore, sceneggiatore regista della Rai; fra le sue regie più apprezzate ci piace ricordare lo sceneggiato televisivo dei primi anni 70, “Le sorelle Materassi” di Aldo Palazzeschi. Eravamo ad una Castagnata fra amici e Fabio, personaggio quanto mai interessante e divertente, grande affabulatore, al ritorno da una trasferta teatrale nel Veneto se ne uscì con questa riflessione. Naturalmente tutti fummo sorpresi e divertiti dalla sua uscita, fatta con molta serietà. Iniziò col dirci che, tradotto dall’inglese, Shakespeare vuol dire “Scuoti scene” o “ Scuoti lancia”; potrebbe essere stato, quindi, un soprannome dato ad una compagnia di Attori della commedia dell’arte italiani andata in Inghilterra. Forse una compagnia veronese, vista la conoscenza dei luoghi, la descrizione dei castelli delle colline. Certamente la provocazione di un amico innamorato come noi di Shakespeare. Fu infatti una serata divertente ed interessante dove contrapponemmo le nostre teorie che lo accusavano di essersi fatto influenzare dalla cultura romantica del ‘700 e ‘800 , la quale aveva costruito varie storie attorno alla figura di Shakespeare; si diceva infatti che dietro questo nome si celassero nobili come Lord Southampton che lo presentò alla regina Elisabetta, oppure attori italiani, come Florio. La tesi Romantica del genio che si era fatto dal nulla e che poteva avvallare le ipotesi più bizzarre come appunto essere un fenomeno senza radici, scoppiato all’improvviso miracolosamente, che addirittura venisse dalla commedia dell’Arte italiana si infrange contro la grandezza della sua genialità. Gli storici hanno, infatti, affermato con sicurezza che William era nato a Stratford-on-Avon nel 1564 da famiglia benestante. La madre, Mary Arden discendeva da un’antica famiglia di proprietari terrieri, di fede cattolica come il padre, commerciante e coltivatore di orzo e legname. Il giovane Shakespeare dapprima condusse una vita agiata e frequentò la Grammar Scool locale, studiando grammatica e latino, ma a quindici anni dovette abbandonarla, causa dissesti finanziari del padre, probabilmente dovuti alla fede cattolica. A 18 anni sposò Anna Hathaway, di otto anni più grande di lui, dalla quale ebbe tre figli. Si racconta che per difficoltà finanziarie verso il 1586 si sia trasferito a Londra. I più maligni dicevano per liberarsi del peso famigliare, in realtà andò a Londra per cercare un lavoro che lo aiutasse sia psicologicamente che finanziariamente. Le notizie dico-
William Shakespeare
Il Teatro del Mondo
no infatti che non fece mai mancare aiuti alla famiglia. Si racconta che fu garzone di macellaio ed è stato tramandato l’aneddoto della sua grande eloquenza nel rivolgere agli animali macellati una sorta di rituale elogio funebre. Il suo primo lavoro a Londra lo trovò presso l’impresario teatrale James Burbage, proprietario del “Theatre”. Dopo l’inizio, come servo di scena, ben presto cominciò a recitare ed a cercare copioni adatti ad essere rappresentati dimostrando immediatamente le sue immense capacità. Come spiegare allora la conoscenza di Verona, delle sue chiese, delle colline e Castelli, di Venezia, di Padova, furono le prime domande che ci rivolse Fabio, riferendosi a “La Bisbetica domata” (1590/91), ”I due gentiluomini di Verona” (1590/91), “Romeo e Giulietta” (1594/95), lo straordinario “Mercante di Venezia, (1596/98) o la tragedia della Gelosia per eccellenza, l’”Otello” (1602). Sappiamo che molti autori dell’età Elisabettiana ,come Marlove, King, e Shakespeare amavano la cultura italiana, leggevano le storie, le cronache, le novelle, non esclusi copioni della Commedia italiana (classica e dell’Arte). In realtà Shakespeare non inventò nulla. Col suo lavoro d’attore e di regista si impadroniva del lavoro altrui per rielaborarlo, ridurlo e trasformarlo a suo modo. Il risultato ? Opere o storie mediocri, divengono in mano sua opere d’arte e capolavori. L’originalità della tecnica, dello stile, che ancora ci affascina ed offre ai registi contemporanei la possibilità di sviluppare gli intrecci anche con tecniche, attualissime era quella che tutti i drammaturghi elisabettiani ed i loro predecessori avevano ereditato dal teatro medievale. Lo stile di Shakespeare è tuttavia inimitabile e personalissimo tanto da farcelo apparire straordinario anche ai nostri giorni. Il Bardo, ad esempio in “Romeo e Giulietta” dramma giovanile, costruito con una certa inesperienza, ci racconta una storia d’amore fra due adolescenti, figli di famiglie rivali , che nasce da uno sguardo durante un ballo e che si sviluppa in poche ore, costruendo e donandoci la più romantica e straziante storia d’amore di tutti i tempi. Nulla è infatti comparabile alle scene sul balcone fra i due innamorati, che ha reso famosa Verona nel mondo. Come straordinaria e la figura del mercante Schylock , o Catina e Petruccio, senza dimenticare la folle gelosia di Otello e la perfidia di Jago. Su una cosa eravamo tutti d’accordo: Shakespeare può stare al Teatro, alla poesia, come Michelangelo alla scultura ed alla Pittura.