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Associazione Taiapaia: saltare il muro
Da parte dell’Associazione Taiapaia ci giunge questa lettera che volentieri pubblichiamo
SALTARE IL MURO
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Domenica 6 febbraio si è svolta un’assemblea dell’Associazione Taiapaia, con un ordine del giorno molto particolare. Il clima di rancore e divisione generato dalle politiche di contenimento del virus è stato al centro di un dibattito online fra soci e simpatizzanti della nostra Associazione. Dalla discussione è emersa la consapevolezza che questa frattura nella società lascerà pesanti strascichi anche ad emergenza rientrata. Ci siamo anche resi conto, però, che esiste nella società una quota di persone che rifiuta questa dicotomia e, pur avendo fatto scelte diverse, non accetta di farsi ingabbiare in uno schieramento provax o novax, riconoscendo punti di forza e di debolezza in entrambe le posizioni. Questo rifiuto, domenica sera, si è espresso soprattutto nei fatti, perché le persone che si sono incontrate sono riuscite a confrontarsi serenamente per due ore, pur partendo da posizioni anche molto diverse, trovando importanti punti di convergenza sulla visione della situazione attuale, al di là della campagna vaccinale e del green pass. Consideriamo preziosa questa realtà che può aiutare una ricomposizione e un dialogo, partendo dalla ferma convinzione che i diritti fondamentali non possono essere trattati come un premio per far aderire i cittadini alle politiche governative. Evidente diventa anche come, questo scontro fra fazioni apparentemente monolitiche, oscuri responsabilità di gestione che invece dovrebbero venire focalizzate con grande attenzione. La pandemia è giunta in una fase storica dove già incombevano diverse crisi sia di tipo economico che finanziario, politico, climatico e ambientale. Non è escluso che anche la crisi sanitaria si possa, assieme alle sopracitate, ascrivere almeno in parte ad un determinato modello di società diseguale sempre più in conflitto con le leggi della biosfera che la ospita. Crediamo che questi segnali, per noi molto chiari, vadano interpretati ripensando radicalmente il nostro modo di abitare il pianeta e molto di ciò che oggi appare una legge di natura, ma che tale non è. Alcuni si erano forse ingenuamente illusi che la pandemia avrebbe suscitato la consapevolezza necessaria per una rimessa in discussione del modello neoliberista tecnofinanziario, ma sembra al contrario che ci sia una recrudescenza di tali politiche. Si è evidenziata anche una forte spinta verso quella tecnica che sembra avanzare incontrastata sempre più svincolata da un discorso etico che la dovrebbe sorreggere. Ormai la tecnica sembra imporsi e sostituirsi anche a competenze nominalmente ascrivibili a processi democratici, vedi comitati tecnico-scientifici e governi tecnici accettati in modo sempre più acritico e quasi acclamati. Da queste ed altre interessanti riflessioni ed analisi è emersa la volontà di organizzare una manifestazione per la “ riconciliazione” e per rendere pubblico il rifiuto di dicotomie artificiali e di politiche miopi che impongono limitazioni e sacrifici in nome della tutela della salute mentre alla Sanità Pubblica si continuano a togliere risorse, cercando di favorire il privato e le sue logiche. E mentre si rinuncia, sempre in nome di competizione e profitto, ad una seria prevenzione di moltissime malattie dovute a inquinamento e alimentazione, si evita scrupolosamente anche di parlare di togliere i brevetti sui vaccini. La nausea che queste politiche di difesa del profitto, spacciate per tutela della salute, sta suscitando potrebbe contribuire a rinsaldare attorno a questioni vere le nostre iperatomizzate e confuse comunità? Noi pensiamo di sì. Contattateci e fateci sapere se sarete assieme a noi per dare questo segnale importante.