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Scenari UE: previsioni a breve termine per il mercato delle carni in ambito europeo

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di Elena

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1. Falorni, passione e bellezza

Nell’Antica Macelleria Falorni c’è tutta la cultura e tradizione salumiera e delle carni della Toscana. È molto più di un negozio: è un mondo di tradizioni e gusti da scoprire, immersi nella storia e nella bellezza della rinomata piazza di Greve in Chianti. L’attenzione al dettaglio è ovunque, anche nella shopping bag (photo © facebook.com/anticamacelleriafalorni).

2. Il macellaio di fi ducia on-line!

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“CarneScelta è la tua macelleria on-line di fi ducia, un sito che ha nell’attenzione al cliente e nella qualità della carne i due pilastri portarti. La nostra è una passione che dura da quasi 100 anni e, oggi come allora, la nostra mission è quella di portare sulla tua tavola i prodotti più genuini e gustosi». Al link carnescelta.it trovate un’ampia scelta di tagli di manzo e suino.

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meat

Benedetti

3. Dalla Scozia nel segno della tradizione

MacDuff (macduffbutcher.co.uk) è un bell’esempio di macelleria che fa della sostenibilità e della selezione degli animali la propria fi losofi a di business. Il manzo proviene solo da aziende zootecniche grass-fed o a semipascolo e ogni prodotto è tracciato all’origine. Il metodo di allevamento selezionato è quello incentrato sul benessere animale. L’offerta prevede anche ovino, suino e naturalmente avicolo, come questo splendido tacchino. Noi li seguiamo su instagram.com/macduffbutcher (photo © instagram.com/macduffbutcher).

4. Butcher’s Map by Gruppo Galli

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“Il nostro obiettivo principale è rendere codifi cabile un prodotto che per sua natura è incodifi cabile come è la carne. La nostra selezione Sakura è una carne extramarezzata che offre un gusto unico, succoso e intenso, deciso ma mai aggressivo al palato”. Questa la presentazione della linea Sakura ideata e sviluppata dal Gruppo Galli, azienda leader nell’ingrosso carni in Italia che nella pagina www.gruppogalli.it/butchers-map guida l’acquirente B2B e B2C all’acquisto (in foto, FABIO GALLI; photo © gruppogalli.it).

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Focus su carni bovine, avicole e ovicaprine

UE: previsioni a breve termine per il mercato delle carni in ambito europeo

L’ aumento dei prezzi dell’energia e dei trasporti e le conseguenze della diffusione della variante Delta del Covid-19, in particolare in Asia, stanno avendo un impatto dirompente sulle catene di approvvigionamento in tutto il mondo. Il settore agroalimentare dell’UE deve far fronte all’impennata dei prezzi delle materie prime, in particolare a causa della ripresa delle economie dell’UE, degli Stati Uniti e della Cina. I prezzi dell’energia, in particolare del gas naturale in Europa, stanno toccando nuovi massimi. I prezzi dei prodotti di origine animale (di manzo, pollame e latticini) sono relativamente buoni, ma i margini rischiano di essere schiacciati dall’aumento dei costi dei mangimi (cereali, semi oleosi e panelli) e dei prodotti energetici.

In fl essione la produzione di carni bovine

Nella prima metà del 2021, la produzione di carne bovina dell’UE è diminuita dello 0,5% in volume su base annua, ma il quadro per singolo Paese è molto diversifi cato. Il contributo principale a questo calo è venuto dall’Irlanda (–7% o 41.000 t). Ciò è dovuto principalmente alle incertezze sulla gestione del confi ne tra Regno Unito e Irlanda dopo che il Regno Unito ha lasciato il mercato unico e all’anticipazione di potenziali tensioni che hanno portato a un aumento della produzione alla fi ne del 2020. La produzione di carne bovina in Germania ha mostrato una riduzione di –1,5% (16.000 t) nel primo semestre, che rifl ette una riduzione della mandria, misure Nella prima metà del 2021, la produzione di carne bovina dell’UE è diminuita dello 0,5% in volume su base annua, ma il quadro per singolo Paese dell’UE è molto diversifi cato (photo © Eiliv Sonas Aceron x unsplash).

Grafi co 1 – Gen.-Giu., cambiamenti

nella produzione EU di carne bovina

Fonte: DG Agriculture and Rural Development based on Eurostat. Fonte: DG Agriculture and Rural Development based on M% notifi cations.

Grafi co 2 – Prezzi settimanali delle carni

bovine in UE (e/100 kg)

Covid-19 e una bassa domanda da parte dei servizi di ristorazione. In Spagna, al contrario, la produzione è aumentata del 6,3% (20.000 t). Prezzi favorevoli in un mercato interno ristretto e una mandria di vacche in aumento costituiscono la base di questa evoluzione.

A causa dell’aumento dei prezzi dei mangimi, sono previsti incrementi delle macellazioni nella seconda metà del 2021. Ma la situazione economica in graduale miglioramento e gli attuali prezzi favorevoli nell’UE limiteranno l’ulteriore calo della produzione di carne bovina, a solo –0,5% nel 2021, riprenderà poi la tendenza al ribasso nel 2022 (–0,9%).

Il calo del consumo apparente potrebbe continuare nel 2021 (–0,6%), nonostante la prevista ripresa della domanda nella seconda metà del 2021.

Previsto il recupero di importazioni ed esportazioni Le esportazioni di carne bovina dell’UE sono diminuite di quasi il 6% nel primo semestre 2021, principalmente a causa del calo delle esportazioni verso il Regno Unito (–27.000 t), sebbene i fl ussi commerciali tra Regno Unito e UE sembrino stabilizzarsi (–29% e –6%; Grafi ci 1 e 2). I prezzi dell’UE relativamente alti stanno giocando un ruolo importante in questo contesto. Continuano invece a crescere le esportazioni verso alcuni mercati ad alto valore come Hong Kong e Norvegia. Pertanto, si prevede un piccolo aumento su base annua nel 2021 (+2%) e un aumento più importante nel 2022 (+5%).

Attualmente c’è una carenza di carne bovina sul mercato internazionale. Australia e Brasile stanno rifornendo i mercati interni e quindi hanno meno carne bovina disponibile per l’esportazione. L’Argentina ha sospeso più volte le sue licenze di esportazione e i macelli indiani sono stati colpiti dalle misure Covid-19.

I dati sulle importazioni nel primo semestre 2021 sono ancora negativi (–11%), a causa del calo della domanda nell’UE legato alla chiusura dei servizi di ristorazione e alla carenza di carne bovina sul mercato mondiale. Le importazioni dell’UE dovrebbero recuperare del 5% nel 2021, trainate dalla graduale riapertura dei servizi di ristorazione e del turismo in molti Paesi dell’UE.

Situazione diffi cile per le carni avicole

Il mercato delle carni avicole dell’UE sta attraversando una situazione diffi cile data dagli effetti dell’infl uenza aviaria soprattutto negli ultimi mesi, dalla riduzione della domanda dei servizi di ristorazione e dai costi elevati dei mangimi. Si prevede che la produzione diminuirà dello 0,9% nel 2021. Le esportazioni dell’UE risentiranno dei divieti relativi all’infl uenza aviaria, con un calo del 5% nel 2021. In tale contesto, l’industria avicola dell’UE ha reagito attuando una strategia di produzione “limitata”. Di conseguenza, la produzione avicola dell’UE ha continuato a diminuire nel primo semestre 2021 (–4,7% rispetto allo stesso periodo del 2020), con riduzioni delle produzioni registrate in tutti i principali paesi produttori (Paesi Bassi –17%, Polonia –8,6%, Spagna –5,7%, Francia –4,9%, Germania –3,4%).

Nel complesso, la produzione avicola dell’UE dovrebbe recuperare in parte nella seconda metà dell’anno, diminuendo solo dello 0,9% nel 2021 rispetto al 2020. Considerata la domanda dei servizi

del foodservice tornata alla normalità e la continua diminuzione dei casi di infl uenza aviaria, la produzione potrebbe crescere nel 2022 dell’1% rispetto al 2021.

Il consumo di carni avicole nell’UE dovrebbe rimanere stabile nel 2021 e tornare a crescere moderatamente nel 2022 (+1,2% rispetto al 2021).

Per quanto riguarda i prezzi medi dei polli da carne, nell’UE hanno raggiunto il picco a metà giugno per poi diminuire seguendo la normale tendenza stagionale; a metà settembre, il prezzo medio si aggirava intorno ai 196 €/100 kg, ancora ben al di sopra della media 2016-2020.

Molti partner commerciali dell’UE hanno applicato, a livello nazionale o regionale, divieti relativi all’infl uenza aviaria che rischiano di ostacolare le esportazioni per il resto dell’anno. Tuttavia, la decisione del Regno Unito di rinviare l’attuazione dei controlli sanitari e fi tosanitari alla frontiera al 1o luglio 2022 (invece del 1o ottobre 2021 come inizialmente previsto) dovrebbe confortare gli operatori che esportano nel Regno Unito.

Durante la prima metà del 2021, le esportazioni EU sono diminuite di 150.000 tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2019 (–13%). Le minori esportazioni verso le Filippine (–61%), il Regno Unito (–15%), Hong Kong (–68%) e verso il Sud Africa (–54%) — in totale –215.000 tonnellate — sono state solo parzialmente compensate dall’incremento delle esportazioni in Ghana (+26%) e Ucraina (+26%) pari a +38.000 tonnellate.

Le esportazioni dell’UE dovrebbero diminuire nel 2021 (–5% sul 2020) per poi stabilizzarsi nel 2022, a condizione che i divieti relativi all’infl uenza aviaria siano gradualmente revocati.

Seguendo l’andamento delle attività del comparto del foodservice, le importazioni di carni avicole nell’UE sono diminuite del 13% durante la prima metà del 2021, riuscendo, successivamente, a recuperare solo gradualmente.

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Gregge al pascolo in Nuova Zelanda (photo © Martin Bisof x unsplash).

Prezzi in rialzo per le carni ovicaprine

Il mercato della carne ovina dell’UE deve far fronte a forti carenze di approvvigionamento globale e interno (produzione dell’UE +1,3%), che porta a prezzi relativamente alti. Le esportazioni dalla Nuova Zelanda vengono in parte reindirizzate verso l’Asia, affrontando allo stesso tempo costi di spedizione più elevati. L’attuale situazione commerciale tra l’UE e il Regno Unito continua ad aggiungere pressioni al ribasso su esportazioni e importazioni.

La produzione di carne ovina e caprina dell’UE è aumentata del 2,2% nel primo semestre 2021, infl uenzata dai prezzi positivi. I principali contributi a questa situazione provengono da Grecia (+9,9%, nonostante il calo degli ovini), Spagna (+4,7%), Francia (+4,3%) e Romania (+3%). La produzione in Irlanda è invece bassa, principalmente a causa dell’anticipazione della macellazione alla fi ne dello scorso anno, in vista di possibili attriti creati dal nuovo rapporto commerciale con il Regno Unito. Ciò ha comportato una diminuzione del –10,5% su base annua.

Sebbene la dimensione del gregge dell’UE sia rimasta relativamente stabile negli ultimi cinque anni, si sono verifi cati alcuni cambiamenti tra gli Stati membri. Ciò limita qualsiasi aumento sostanziale delle macellazioni totali nel 2021. Si prevede quindi che la produzione dell’UE cresca modestamente dell’1,3%. Un calo delle importazioni, non compensato da una maggiore produzione interna, spiega perché i prezzi degli agnelli pesanti sono sostanzialmente più alti nel 2021 rispetto agli anni precedenti. La riapertura dei servizi di ristorazione nella seconda metà del 2021 potrebbe aumentare la domanda di carne ovina sul mercato dell’UE.

Costi logistici e domanda in Asia limitano le importazioni UE Gli attriti nelle relazioni commerciali con il Regno Unito e la scarsa domanda da parte del Regno Unito hanno pesantemente infl uenzato le esportazioni di carne ovina dell’UE. Inoltre, gli attuali prezzi interni elevati e la carenza di approvvigionamento stanno mantenendo i prodotti all’interno dell’UE. Le esportazioni di carne ovina sono diminuite del 17% nel primo semestre 2021. I mercati di esportazione in Medio Oriente hanno mostrato evoluzioni contrastanti. Complessivamente, si prevede un calo del 12% delle esportazioni dell’UE entro la fi ne del 2021, seguito da una piccola ripresa nel 2022 (+5%).

Al contrario, le esportazioni di animali vivi hanno mostrato un aumento del 32% nel primo trimestre del 2021, ma sono diminuite dopo le festività religiose del –9% nel secondo trimestre. Molto meno animali sono stati spediti in Libia nel (–80% nel primo semestre), mentre le esportazioni sono aumentate in Giordania (+29%), Arabia Saudita (+44%) e Israele (+46%). Nel complesso, le esportazioni di animali vivi dovrebbero stabilizzarsi nel 2021 a causa della domanda sostenuta in Medio Oriente insieme a un’offerta interna limitata.

Le importazioni di carne ovina sono diminuite del 21% nel primo semestre 2021 a causa delle minori spedizioni dal Regno Unito e dalla Nuova Zelanda. Le importazioni dalla Nuova Zelanda sono diminuite del 21% nel primo semestre 2021 a causa degli elevati costi di spedizione e dell’attrattiva del mercato asiatico. I prezzi relativamente alti dell’UE dovrebbero attirare ulteriori importazioni nella seconda metà dell’anno. Con gli elevati costi di spedizione che probabilmente continueranno a limitare i volumi delle importazioni almeno a breve termine, si prevede che le importazioni diminuiranno del –18% nel 2021. Fonte: Ismea www.ismeamercati.it

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