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Attualità Certifi cazioni e claims su benessere animale e uso dei farmaci Giuseppe Bitonti

L’appuntamento con SIAL Paris 2022 e con gli operatori italiani ed esteri ha registrato risultati molto positivi trattandosi infatti del primo evento globale che è riuscito a tornare al suo livello pre-pandemico, sia per il numero di espositori (oltre 7.000 espositori provenienti da 127 Paesi), che di visitatori (265.000 professionisti). Tra i protagonisti dell’industria delle carni non poteva mancare il Gruppo Cremonini che con Inalca, tra i maggiori player europei nel settore delle carni bovine, ha accolto buyer, operatori e visitatori nel proprio spazio espositivo. A pagina 100 un reportage della nostra visita al Padiglione 6 —quello dedicato alle proteine animali (e anche a qualche proteina vegetale!) — di questa edizione.

Certifi cazioni e claims

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su benessere animale e uso dei farmaci

di Giuseppe Bitonti

Spesso si parla delle “certifi cazioni” come un’imposizione da evitare e da cui essere protetti. Ma siamo sicuri che le certifi cazioni siano una sovrastruttura creata per appesantire e lucrare sul sistema zootecnico? Potrebbero essere, invece, se comprese e ben gestite, un’opportunità per l’intera fi liera?

Poiché riusciamo a vedere, e quindi comprendere, solo quello che conosciamo, rispolverando le nozioni apprese 25 anni fa mentre facevo i primi passi nel mondo della “qualità”, proverò a descrivere sinteticamente cosa si intende per certifi cazione, per poi analizzare se questo strumento può servire agli allevatori.

“Certificare” deriva dal tardo latino (inizio XIV secolo) certus, certo, e dal tema di facĕre, fare, ossia fare – certo, rendere certo, assicurare qualcuno. È evidente, perciò, da un lato l’antichità del concetto, che risale ancor prima ad Egizi e Romani, e dall’altro quanto possa essere impegnativo assumersi la responsabilità di assicurare la “certezza”.

Confezione di carne suina con marchio Beter Leven (Olanda).

Tabella 1 – Esempi di certifi cazioni europee del benessere animale

Paese Standard Gestore Accreditamento

Olanda Beter Leven ONG NO

Regno Unito

Spagna European Farm Partnership (WBD) Gruppo di retailers SI

Genesis Organismo di certifi cazione SI

Bienestar Animal Certifi cado (IAWS) Interporc NO

Welfare® IRTA NO

Tecnicamente e didatticamente,

la certifi cazione è l’atto mediante il quale un’organizzazione, di solito terza e indipendente, assicura che determinate caratteristiche di un prodotto, di un processo produttivo o di una organizzazione siano vere

ossia certe. Quindi per “certifi care” sono necessari 3 fattori base:

1. un documento che contenga i

requisiti, detto standard (suoi sinonimi sono: disciplinare, norma o documento tecnico).

In esso è descritto cosa si deve verifi care e rendere certo;

2. un’organizzazione, detta or-

ganismo di certifi cazione, con competenze tecniche, strutturali e “morali” in grado di verifi care i requisiti;

3. un documento, detto schema di

certifi cazione, che contenga le regole attraverso le quali l’or-

Beter Leven (in inglese Better Life) è un marchio creato in collaborazione con le maggiori organizzazioni animaliste per evidenziare le carni provenienti da allevamenti che hanno intrapreso un percorso di miglioramento del benessere animale. Il marchio prevede un sistema a “stelle” in grado di evidenziare il livello raggiunto dall’allevamento ed è utilizzato dai principali retailer sui prodotti fi niti. ganismo terzo deve verifi care e certifi care i requisiti.

Quando l’organismo di certifi cazione deve certifi care, analizza il prodotto, processo o organizzazione per verifi carne la conformità rispetto ai requisiti contenuti nello standard. Seguendo le regole e le tolleranze dello schema di certifi cazione, se esso risulta conforme, emette il certifi cato. Quindi quel “pezzo di carta”, spesso sminuito, detto certifi cato, è l’ultima fase di un processo lungo, complesso e denso di responsabilità.

Per dare maggior sicurezza al mercato, molto spesso la corretta applicazione dello schema di certifi cazione è controllata a sua volta da un organismo di livello superiore detto Organismo di accreditamento (ad esempio, Accredia in Italia) e lo schema viene detto accreditato. Per valutare una “certifi cazione” è necessario pertanto analizzare tutti e tre i fattori: la capacità dell’organismo di certifi cazione, la serietà e fl essibilità delle regole, ma soprattutto i requisiti. È dai requisiti, infatti, che capiamo a cosa serve quello schema di certifi cazione, qual è il suo obiettivo, la sua signifi catività e se e come potrebbe aiutarci.

Esiste poi una valutazione strategica che deve determinare: • la visibilità e riconoscibilità, anche internazionale, dello schema di certifi cazione; • se il mercato è disposto a riconoscere un valore alle caratteristiche che si vogliono enfatizzare; • tutele in caso di eventuali contenziosi.

Esistono ormai schemi di certifi cazione sui più svariati aspetti: • ambientali (Carbon footprint, ISO 14001, ISCC plus, Biologico ecc…); • etici (Benessere animale, SA 8000, ecc…); • sociali (uso degli antibiotici); • qualitativi (DOP, ISO 9001, ecc…).

La certifi cazione ha sicuramente un costo aziendale che è quello organizzativo e che sicuramente è il più rilevante, ma ha anche un costo per l’attività di controllo che di solito è il più evidente ma il meno rilevante. D’altra parte, le certifi cazioni possono avere anche indubbi vantaggi, come la possibilità di aiutare a ritagliarsi fette di mercato remunerative, tutelarsi in caso di contenzioso o garantire valutazioni omogenee tra diversi operatori.

Un esempio di “certifi cazione” che gran parte degli allevatori conosce è quella relativa alle “DOP”. L’esempio è puramente didattico, per cui pregherei il lettore di proseguire nella lettura, benché l’esempio citato possa comprensibilmente generare una automatica repulsione. Nelle DOP abbiamo: • un Disciplinare che contiene i requisiti (cosa devono mangiare i suini, quanto devono pesare, quanto tempo deve stagionare il prosciutto, ecc…); • un organismo di controllo che effettua i controlli; • un piano dei controlli e una serie infi nita di decreti e circolari che descrivono come, cosa, quando controllare, ecc…

Altro esempio di grande attualità è quello del benessere animale. In Europa, sul benessere animale, esistono da anni schemi di certifi cazione

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