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Un anno eccezionale per la Blonde d’Aquitaine
Il Consorzio ribadisce l’importanza della certifi cazione nella VII Settimana anticontraffazione del MISE: IGP è sinonimo di qualità, tipicità e territorialità in risposta alle contraffazioni
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La certifi cazione che garantisce la carne Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP è sinonimo di qualità, tipicità e territorialità. Lo ribadisce il Consorzio di tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” in occasione della VII Settimana anticontraffazione (3-7 ottobre) promossa dal Ministero dello Sviluppo economico. L’iniziativa è stata portata avanti con la campagna di comunicazione “Comprare prodotti falsi non è mai un buon affare” e con l’hashtag #prodottifalsidanniveri per sensibilizzare tutti sui gravi danni che l’acquisto di prodotti falsi, compreso l’agroalimentare minacciato dall’Italian Sounding, può provocare per la salute del consumatore e per l’economia italiana.
Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale ha ottenuto l’IGP, Indicazione Geografi ca Protetta, nel 1998, la prima Indicazione Geografi ca di qualità per le carni bovine fresche approvata dall’Unione Europea per l’Italia. La certifi cazione IGP si riferisce alla carne prodotta dalle razze previste dal Disciplinare di produzione — Chianina, Marchi-
La carne certifi cata con l’IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale può essere venduta solo ed esclusivamente nei punti vendita autorizzati controllati dal Consorzio di tutela, che monitora l’intera fi liera.
giana e Romagnola — e proveniente da bovini fra i 12 e i 24 mesi, nati e allevati nell’area dell’Appennino Centrale e in aziende assoggettate ai controlli per la verifi ca del rispetto del disciplinare di produzione.
Non esistono, quindi, la Chianina, la Romagnola o la Marchigiana IGP, dal momento che la razza è solo uno dei requisiti necessari per ottenere la certifi cazione del prodotto. Se è vero che queste tre razze vengono allevate in Italia e nel mondo, è altrettanto vero che solo la certifi cazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP tutela, valorizza e difende il loro legame con il territorio di origine e di produzione.
L’IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale apposto a fuoco sulla carne certifi ca il rispetto di tutti i requisiti previsti dal Disciplinare di produzione, sia nella fase di allevamento che in quelle successive legate alla macellazione e lavorazione. La carne certifi cata, inoltre, può essere venduta solo ed esclusivamente nei punti vendita autorizzati controllati dal Consorzio di tutela, che monitora l’intera fi liera, dall’allevamento all’arrivo in cucina.
Il Consorzio di tutela
del Vitellone Bianco dell’Appennino Cen-
trale IGP è stato costituito nel 2003 ed è stato riconosciuto uffi cialmente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel 2004. I suoi compiti principali sono promuovere e valorizzare il prodotto ma anche vigilare costantemente sulla tutela e salvaguardia del marchio IGP contro abusi, concorrenza sleale e contraff azioni. L’attività di controllo viene concordata annualmente con l’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità e svolta da agenti vigilatori qualifi cati del Consorzio su tutta la fi liera. Per contrastare il fenomeno delle crescenti contraff azioni e imitazioni, il Consorzio ha attivato sul proprio sito una sezione per raccogliere le segnalazioni sul prodotto
www.vitellonebianco.it/inviaci-le-tue-segnalazioni
nella quale, in tempo reale, è possibile segnalare irregolarità, pubblicità ingannevole, falsifi cazione del prodotto o del marchio. Per garantire la qualità del prodotto con una tracciabilità in tempo reale, inoltre, attraverso il sito maps. vitellonebianco.it/#/ristoranti-macellerie è possibile avere la mappatura delle macellerie e dei ristoranti iscritti al circuito ‘Ristorante Amico’ che hanno in carico il prodotto, tutelando consumatori, allevatori e macellai.
>> Link: www.vitellonebianco.it
La razza bovina di origine francese, ma allevata in Italia da decenni, nel 2022 ha compiuto 60 anni
La Blonde d’Aquitaine discende dal Bos Aquitanicus, una razza bovina che ha dato origine, nella Francia sud-occidentale, a bovini dal mantello fromentino e dalle mucose chiare. Tali animali sono noti per la loro grande forza, derivante da un’eccezionale muscolatura. La Blonde d’Aquitaine, poi, raccoglie nel suo patrimonio gene-
La Blonde d’Aquitaine presenta una corporatura equilibrata, con arti leggeri e pelle sottile. La sua muscolatura è marcata, con uno sviluppo maggiore nelle zone di collo, spalla, coscia e zona lombare (photo © Paolo Ferrante, Altaluce).
tico le qualità di altre tre eccellenti specie: la Garonnaise, la Quercy e la Blonde des Pyrénées.
È nel XIX secolo che ha inizio un processo di miglioramento genetico della razza, che prende il via anche grazie alla creazione dei primi sindacati d’allevamento.
Il primo Herd Book Garonnais (ovvero il libro — o registro — genealogico) viene redatto da ÉDOUARD GIRESSe, sindaco del comune di Meilhan-sur-Garonne, nel 1898. A questo si aggiungono, fi no al 1920, anche un Herd Book Quercy e un Herd Book Blonde des Pyrénées.
In questo periodo il settore agricolo è terreno fertile per i politici, che trovano diversi sostenitori nell’ambiente, concentrandovi la loro attività.
Proprio per questo motivo RA-
PHAËL TRÉMOUILLE — veterinario e Consigliere generale della IV repubblica — decide di consacrarsi allo sviluppo della Garonnaise.
Ma, allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale, segue un’importante mutazione delle campagne. Lo sviluppo della meccanizzazione ha infatti effetti diretti sulla popolazione dei bovini e dai 500.000 capi del periodo pre-bellico se ne arrivano a contare appena 200.000 nel 1958.
Trémouille si adopera, pertanto, nell’intento di unire la Quercy con la Garonnaise, allo scopo di garantirne la sopravvivenza. Il suo progetto vede definitivo compimento già nel 1961.
Un anno più tardi la nuova razza nata dagli sforzi di Trémouille viene a sua volta unita con la Blonde des Pyrénées.
Il 20 febbraio 1962 nasce la Blonde d’Aquitaine così come la conosciamo.
La data coincide con la creazione del suo Herd Book della razza, cui segue, dieci anni più tardi, quella dell’UPRA Blonde d’Aquitaine.
La Blonde d’Aquitaine si adatta facilmente a svariati tipi di clima. Per questa ragione la si può allevare dal Canada al Brasile, passando per gli Stati Uniti, oltre che, ovviamente, in Europa (photo © Paolo Ferrante, Altaluce).