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Marketing Simone Rugiati si riconferma Ambassador per l’Italia della carne irlandese

La Tartare di Marchigiana fi rmata Centro Carne

Ecco qua la Tartare di Marchigiana dell’abruzzese Centro Carne: 160 grammi di prodotto, in cui vengono utilizzati solo e unicamente tagli pregiati di bovino razza Marchigiana “IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”. Il risultato è una tartare dal sapore gustoso, leggero, ideale per una giusta dieta equilibrata. È semplice e completa e necessita di un solo goccio di olio extravergine di oliva per essere perfetta. Confezionata con un pack innovativo, cartoncino 18x18 skin pack, certifi cato FSC, con conservabilità del prodotto fi no a 21 giorni. Il colore roseo resta inalterato, come sapore e odore del prodotto. All’apertura darà l’idea di un prodotto fresco, pronto per essere consumato. www.centrocarne.com

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La Battuta di Fassone

Dal cuore del Cuneese in Piemonte la famiglia Formento produce carne bovina di qualità con un lavoro continuo di creazione del valore lungo tutta la fi liera, dalla selezione dei capi bovini, agli allevamenti, lavorazione, monitoraggio e logistica. L’azienda MEC di Montanera (CN) è leader nella produzione della carne di razza Piemontese in una gamma articolata in varie linee, tra in osso, Iª, IIª, IIIª e linee dedicate tra cui questa Battuta di Fassone (in foto), già condita con olio extravergine d’oliva, sale e pepe, senza glutine, perfetta come antipasto o secondo piatto leggero. www.carnimec.it

che sostiene e sosterrà l’acquisto di carni fresche».

Data questa introduzione che ci aiuta a contestualizzare il prodotto, e forti del fatto che oramai le giornate si allungano sempre di più e che presto arriverà la tanto agognata stagione estiva, ecco che può essere interessante un focus sui ready to eat, preparati di carni cruda consumare senza la necessità di preparazioni o cotture. Qualsiasi carne o prodotto a base di carne considerato ready to eat non necessita di cotture aggiuntive per essere consumato in sicurezza, come ad esempio una tartare di carne e di pesce.

È ovvio che, in questo caso, il livello di igiene del processo sia assolutamente fondamentale, soprattutto dove il prodotto è crudo e consumato tale.

Progettato proprio per facilitare un consumo immediato, questo prodotto è oggi disponibile sul mercato in modalità e varianti differenti, orientate a soddisfare un consumatore moderno amante della carne e abituato a mangiarla al naturale, senza previa cottura, e a riconoscerne il sapore dalla texture e dalla naturalezza dei condimenti, evitando dunque salse coprenti.

In queste pagine trovate una carrellata dei prodotti scoperti nella GDO del nostro territorio per cogliere le novità e le innovazioni più interessanti.

Elena Benedetti

Bervini, il meglio dal mondo, pastrami compreso

Punta di petto bovino, sale, pepe, rosmarino e timo: quella che ammirate in foto è la versione del pastrami prodotta dalla Ala carni del Gruppo reggiano Bervini nel suo stabilimento di Ala in provincia di Trento. La ricetta arriva direttamente da un viaggio in Québec fatto oltre 30 anni fa da Renzo Bervini, presidente dell’omonimo Gruppo. Il taglio per la preparazione della tipica Viande fumée à la montréalaise o Smoked meat, come viene più semplicemente chiamato il pastrami da quelle parti, è infatti la punta di petto, il Beef brisket per intenderci, mentre negli Stati Uniti si utilizzano solitamente tagli più grassi ed una speziatura più accentuata, con la presenza di pepe, paprika, chiodi di garofano, aglio, coriandolo…

La punta di petto è un taglio generalmente piuttosto fi broso, ricco di tessuti connettivi, che necessita di lunghe cotture; è adatto ad esempio per il bollito e deve essere quindi di qualità elevata perché il pastrami che se ne ricaverà resti morbido e gustoso. Per questa versione pregiata parliamo di carne di bovino adulto selezionata e grain fed. La punta di petto viene immersa in salamoia, la si asciuga per bene e la si cosparge interamente di spezie, sale, pepe, rosmarino e timo, massaggiandola affi nché penetrino all’interno il più possibile. Seguono l’aff umicatura e la cottura a vapore.

Prima del sottovuoto il pastrami è ripulito dall’eccesso di spezie rimasto in superfi cie, così la carne risulterà più dolce e sarà maggiormente gradita alla maggior parte dei nostri connazionali, non così abituati ad imbottire i propri panini con la carne quando non si tratti di insaccati, hamburger o della mitica fettina di pollo panata. Tagliato a fette piuttosto spesse si può gustare così, al naturale, con un contorno di insalata di patate condita con yogurt arricchito con erba cipollina e prezzemolo o con la classica coleslaw a base di cavolo cappuccio, carote e maionese. Per mangiare il pastrami come ripieno di un sandwich, un toast, un bun o tra due fette di pane preferibilmente “nero”, integrale o di segale (il tipico sandwich americano), meglio tagliare invece le fette molto sottili, magari usando l’aff ettatrice al posto del coltello (photo © Massimiliano Rella).

>> Link: www.bervini.com

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