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Gli ingredienti della prevenzione
In occasione della Settimana Nazionale della Prevenzione Oncologica della LILT è stato organizzato un evento digitale sulla sana alimentazione, con la partecipazione di UNICEB e CIA, alla presenza del ministro Roberto Speranza
La difesa della salute passa attraverso una sana e variegata alimentazione senza eccessi o esclusione di un alimento a discapito di un altro. Questa la considerazione del vicepresidente UNICEB FULVIO FORTUNATI a margine della tavola rotonda “Gli ingredienti della prevenzione: Qualità, quantità e preparazione dei cibi”, organizzata dalla LILT-Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori nella Settimana nazionale della prevenzione oncologica, alla presenza del ministro ROBERTO SPERANZA. «Veniamo da un anno diffi cilissimo, in cui il Covid non ha però fatto annullare le altre problematiche» ha dichiarato. «Dobbiamo continuare ad investire in interventi preventivi così come nelle attività di screening e lavorare soprattutto sulla prevenzione. La LILT ha fatto della prevenzione il focus della sua attività e da parte del Ministero della Salute c’è grande apprezzamento per il lavoro svolto: ci deve essere lo Stato, ci devono essere le associazioni, i medici, gli operatori sanitari, perché nessuno si deve mai sentire solo nell’affrontare la malattia». Dritto al punto è quindi andato subito il presidente della LILT
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nazionale FRANCESCO SCHITTULLI. «Le vittime di tumore nel nostro Paese sono in allarmante e costante crescita. I dati più recenti parlano di un incremento dei casi, in particolare dei tumori della mammella, del colon-retto, dei polmoni e del-
la vescica, e di un aumento della mortalità: un andamento su cui la pandemia da Covid-19 rischia di avere un effetto peggiorativo, a causa di screening e terapie rinviate per paura di contrarre il virus.
Purtroppo conosciamo i rischi della mancata prevenzione. Ciò che possiamo fare tutti, da subito, è adottare stili di vita sani, fare movimento, sottoporci periodicamente a visite di controllo, non fumare e soprattutto scegliere con cura gli alimenti di cui nutrirci».
«UNICEB, che rappresenta la fi liera delle carni, industria, produzione e trasformazione, ha investito il massimo sforzo sul benessere animale, adottando severi disciplinari» ha dichiarato Fulvio Fortunati. «Il consumatore italiano ha la totale tracciabilità del prodotto carne ovvero può sapere dove è nato, dove viene allevato e dove viene macellato l’animale da cui la carne proviene. Il nostro Paese ha tre volte i veterinari della vicina Francia e in Italia produciamo un prodotto carne di altissima qualità, che è venduto ad un prezzo inferiore rispetto al Nord Europa e agli USA».
Alla tavola rotonda sono intervenuti anche i presidenti di CIA – Agricoltori Italiani, Associazione Città dell’Olio, ENPAB – Ente Nazionale Previdenza e Assistenza dei Biologi insieme ai testimonial 2020 della Settimana nazionale della prevenzione oncologica, DEMETRIO ALBERTINI, dirigente sportivo ed ex calciatore, e lo chef DAVIDE OLDANI, il quale, in collegamento dalla sua cucina a Milano, ha realizzato una ricetta in diretta streaming a base di carne bovina, verdure e olio evo. «Quando si parla di carne si spende sempre qualche parola in più in negativo. Io non credo che sia così, perché un giusto modo di mangiare è quello di avere una cucina armoniosa e questo vuol dire sì alle verdure, sì ai legumi, sì alla frutta, sì ai carboidrati, sì alle proteine, in questo caso carne e pesce, per cui la buona e sana cucina deve essere variegata».
>> Link: www.lilt.it www.uniceb.it
Cinque regole per creare il post perfetto
Insta-meat, la carne si fa bella su Instagram
di Chiara Papotti
Per loro natura i social network si fondano su pochi, semplici, concetti: la scoperta, la connessione e il divertimento. Tre elementi che, nell’ultimo anno, sono venuti a mancare per l’impossibilità di vivere esperienze ed eventi di persona. Una pandemia globale, la conseguente crisi economica e l’emergenza climatica continuano a darci grandi preoccupazioni sul futuro, molti dubbi, poche certezze. Una cosa è, tuttavia, evidente: i social network si sono dimostrati fondamentali nel mantenere connessi professionisti e utenti durante le limitazioni imposte dalle misure di contrasto alla pandemia. E il 2020 è stato senza dubbio l’anno di Instagram.
Terreno fertile di promozione per tantissimi allevatori, macellai, produttori e operatori nel settore delle carni, la piattaforma è diventata in poco tempo una grande raccolta di immagini, capace di rivelare il lato più narcisista dell’atto del mangiare.
Nato nel 2010 da KEVIN SYSTROM e MIKE KRIEGER, Instagram oggi conta 1 miliardo di utenti attivi mensili, di questi più di 500 milioni lo utilizzano quotidianamente. Se fi no a pochi anni fa erano gli adolescenti e i Millennials i primi fruitori di questo social, oggi il target è diventato più maturo. La fascia d’età più popolare riguarda gli utenti tra i 25 e i 34 anni, seguita dalla quella dei 18-24 anni.
Le abitudini che hanno mostrato gli utenti durante la pandemia non sono soltanto un fenomeno interessante dal punto di vista antropologico: la loro analisi anticipa scenari verosimili per quanto riguarda l’evoluzione digitale e tecnologica. In una recente indagine1 condotta da Hootsuite, più della metà delle attività economiche intervistate ha dichiarato che nel 2021 sta pianifi cando di aumentare il budget da investire su Instagram (61%) e quasi la metà è deciso a fare lo stesso su
1) Gesti, mani che lavorano, dettagli e attimi della quotidianità. Questi sono stimoli e suggestioni che spesso coglie Roberto Liberati nel profi lo Instagram di Bottega Liberati di Roma, uno dei più sinceri e autentici (photo © instagram.com/bottega_liberati). 2) Ecco una tipologia di scatto che sta riscontrando parecchio successo nel mondo delle carni su Instagram: ridotta profondità di campo e tutto il fuoco sul taglio di carne, per mettere in evidenza texture e marezzatura. Lo usa spesso Henning Kvick, chef svedese da seguire su @kvicken71 (photo © kvicken71).
3) Foto impeccabile di Meatery OHG di Thomas Mair & Co. in Valdaora (BZ), a cui è accompagnato un post che descrive i tagli di Porterhouse Steak, razza Pustertaler Sprinzen, con frollatura di 9 settimane (photo © instagram. com/meatery.eu). 4) Nell’Instagram carnivoro domina il nero, i colori scuri, il legno. Timanzo, azienda di e-commerce delle carni con sede a Grosseto, si smarca dal mainstream con immagini su sfondo bianco, che richiamano il banco in marmo delle macellerie e fanno risaltare il prodotto. Qui una Skirt Steak, ricavata dal diaframma. Nel post si racconta il taglio e si danno suggerimenti sulla cottura (photo © instagram.com/timanzo).
Facebook (46%), YouTube (45%) e LinkedIn (44%). TikTok, nonostante la crescente popolarità, non ha suscitato il medesimo interesse tra gli investitori.
Il 69% degli intervistati ha, inoltre, affermato che, grazie ai social,
è riuscito a mantenere le relazioni con i clienti fronteggiando l’impatto
del Covid-19 sulla propria attività. I dati raccolti, inoltre, hanno confermato che nell’ultimo anno il food su Instagram non ha perso la sua capacità di attrazione, anzi è stata potenziata.
Tra le motivazioni che spingono un professionista del settore alimentare a scegliere Instagram come strumento di promozione per la propria attività non c’è solo quella di cavalcare il nuovo trend; a monte ci sono fattori pratici molto vantaggiosi: è facile da utilizzare, permette di pubblicare foto con il solo utilizzo di uno smartphone, è gratuito e sfrutta la sfera emozionale, aspetto essenziale della moderna gastronomia.
Che si tratti di un capo di bestiame, di un taglio anatomico particolare, di frattaglie o di un pronto a cuocere, la domanda che si pongono tutti gli instagrammer è sempre la stessa: “è instagrammabile?”.
Il cibo è un soggetto perfettamente inserito nella nostra routine quotidiana e, fi no a qualche anno fa, sembrava piuttosto bizzarro dedicare tanta attenzione a come fotografarlo. Eppure, la food photography, l’arte di fotografare il cibo, trae le sue origini da molto lontano. È sul fi nire del Cinquecento che si diffonde con successo lo stile della natura morta.
Rappresentazioni di frutta, selvaggina o altri oggetti inanimati diventano i soli protagonisti dell’immagine. In fotografi a per indicare uno scatto su un soggetto inanimato, come il cibo, si usa l’espressione inglese “still-life”, traducibile letteralmente con “vita immobile”. Si potrebbe erroneamente pensare che tutte le attenzioni che mette un pittore nel dipingere una natura morta, come luci, composizione, colori ecc., vengano meno quando si tratta di scattare una fotografi a al cibo. Ma nonostante l’avanzare delle tecnologie, valorizzare con uno scatto un alimento non è così semplice.
Anche nella fi liera delle carni la presentazione di un prodotto è molto importante perché, oltre a migliorare l’aspetto, stimola il desiderio e invoglia all’acquisto.
Sono 5 le regole che si possono facilmente applicare per creare post
effi caci su Instagram.
1. Impiattamento
Scegliere la superfi cie giusta per lo scatto è la prima cosa da fare. I taglieri e i tavoli da picnic in legno conferiscono un aspetto rustico; sono adatti a fotografare preparazioni semplici, come carne cruda, preparazioni al barbecue, pronti a cuocere. Per le portate più elaborate, invece, meglio affi darsi a piatti in ceramica bianchi o neri, mai alle trasparenze che risultano estremamente complesse da fotografare a causa dei rifl essi e delle ombre.
Lo sfondo bianco risveglia l’idea di pulizia a cui tutti siamo affezionati, il nero comunica esperienza, profondità, valorizza ed esalta le materie prime.
Un’altra semplice regola seguita dagli instagrammer è l’applicazione delle geometrie; quando si impiatta,
In questa immagine ritroviamo la forma geometrica utilizzata nella disposizione degli elementi (coltello, tagliere e carne), l’uso impeccabile della luce e un fondo chiaro che rimanda all’idea di pulizia.
si preferisce cominciare dal centro del piatto per poi proseguire seguendo linee simmetriche. Ai particolari e alle materie prime vengono date forme geometriche ben defi nite come linee, cerchi, spirali: più la disposizione del soggetto è ordinata, migliore sarà la resa.
2. Illuminazione
Evitare di utilizzare il fl ash è la base per realizzare una buona foto prodotto. In linea generale si preferisce la luce naturale, che garantisce immagini più ricche e luminose. Gli scatti all’aperto sono quelli con prestazioni migliori, ma se si è impossibilitati a fotografare all’esterno, basta avvicinare il soggetto ad una fi nestra.
Uno strumento molto utile per chi opera nel settore food è la lightbox, letteralmente “scatola di luce”. Si tratta di un piccolo cubo, con pareti rivestite di materiale opalescente, spesso carta o materie plastiche, che ha il grande vantaggio di ammorbidire le fonti luminose poste al suo esterno. In pratica un set fotografi co pronto all’uso, all’interno del quale posizionare il soggetto, che viene illuminato da una luce morbida, uniforme e diffusa.
3. Inquadratura
Nella community dell’estetica del cibo non c’è peggior cosa di vedere una fotografi a non allineata e male inquadrata. La prima regola per evitare di cadere in errori tecnici è quella di attivare la griglia nella fotocamera dello smartphone: in questo modo sarà più facile ottenere scatti con la giusta regolazione, posizionando il soggetto tra le linee guida. La resa visiva migliore si ottiene a seconda della forma e della struttura di ogni prodotto. Fotografare a 45 gradi è consigliabile per valorizzare cibi voluminosi o a strati: tagliate, fi orentine, polli allo spiedo, ecc… Al contrario, per i prodotti con poco volume, come fettine, affettati, roast beef o salse, meglio mettersi in prospettiva zenitale (dall’alto “a picco” sul soggetto).
4. Editing
A scatto eseguito è il momento della post produzione. Aggiustare alcuni parametri come l’illuminazione, la nitidezza, la saturazione o il contrasto con un programma di editing consente di raggiungere uno scatto fi nale che rasenta la perfezione. Attenzione, però, a non esagerare. I fi ltri messi a disposizione da Instagram possono peggiorare la qualità delle immagini. Meglio editare con programmi specializzati per la post produzione. Tantissime sono le app scaricabili su app store per il fotoritocco, anche gratuite, come VSCO, Lightroom, Photoshop Express.
5. Testo
Prima di pubblicare, non trascurare il contenuto. Il testo di accompagnamento ad una fotografi a può sembrare in molti casi banale o di poco conto. Le realtà imprenditoriali che negli ultimi mesi si sono distinte per i post pubblicati su Instagram sono quelle che hanno saputo offrire momenti di leggerezza e divertimento, quello di cui le persone, in piena pandemia di Covid-19, avevano bisogno. Molte delle recenti indagini relative alla piattaforma di Instagram, mostrano che sono proprio i post più utili e piacevoli a stimolare gli acquisti, perché ciò di cui il consumatore ha più bisogno è un ritorno alla normalità. In altre parole, la sfi da è quella di trovare il giusto equilibrio tra un approccio personale e uno aziendale.
Metodo, tempo e passione
Utilizzare Instagram è davvero semplice, ma richiede metodo, tempo e passione. L’atteggiamento giusto per chi desidera investire su questa piattaforma è senza dubbio quello curioso: occorre prestare attenzione al cibo con occhi “fotografi ci”, diversi, oltre l’abitudine. Molto spesso è la capacità di individuare e fi ssare ovvi, piccoli particolari che consente di creare il post perfetto.
Chiara Papotti
Nota
1. “Social Trends 2021 Survey” di Hootsuite.