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Attualità Il benessere in etichetta: come si comunica l’animal welfare
85,6%
A favore della tradizione: alla luce del recente rapporto Censis, l’85,6% degli Italiani intervistati dichiara di non volere cibi e carni prodotti in laboratorio, ma da agricoltura e allevamenti tradizionali. Altra alternativa che non convince sono gli insetti, con l’83,9% che non è disposto a mangiarli. A pagina 30 un servizio sulla presentazione degli scenari e delle prospettive della “Filiera carne” da parte di UNAItalia e ASS.I.CA.
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Il benessere in etichetta: come si comunica l’animal welfare
La DGSante ha pubblicato un report sull’etichettatura relativa al benessere animale. Condotta tra aprile 2021 e febbraio 2022, l’indagine ha riguardato 51 schemi dei diversi Stati Membri
La Commissione europea (Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare, DGSante) ha analizzato 51 schemi di etichettatura del benessere animale, provenienti prevalentemente da fi liere private, valutandone l’impatto sui consumatori e sul mercato e sugli stessi animali. Il tutto è stato pubblicato in un report, “Study on animal welfare labelling”, disponibile in lingua inglese, francese e tedesca sul sito uffi ciale dell’UE1. La DGSante ha avviato il monitoraggio ad aprile del 2021, raccogliendo i dati degli schemi di etichettatura presenti negli Stati Membri dell’UE, nel Regno Unito e in Svizzera, 17 dei quali con informazioni sul metodo biologico. La ricognizione ha tenuto conto anche dei controlli previsti e dell’impatto sul benessere animale e sull’ampliamento del mercato.
L’Italia, con la Germania e l’Olanda, è fra i Paesi che hanno solo recentemente avviato schemi di etichettatura per iniziativa di istitu-
zioni pubbliche, ma, non essendo ancora operative, non sono state considerate dallo studio.
La consapevolezza dei consumatori e la necessità di informazioni
Che cosa è emerso dall’indagine? Innanzitutto che i consumatori
dell’UE hanno un basso livello di consapevolezza riguardo alle con-
dizioni degli animali d’allevamento. Secondo il sondaggio, quasi la metà dei consumatori dell’UE vorrebbe ricevere maggiori informazioni sulle condizioni di macellazione (40%, n. 9.306), alimentazione adeguata (40%), accesso agli spazi aperti (35%) e condizioni gene-
Secondo i risultati dello studio, i consumatori dell’UE hanno un basso livello di consapevolezza riguardo alle condizioni in cui gli animali d’allevamento sono tenuti. In tutti gli Stati Membri, però, i gruppi di età più giovani e le donne hanno mostrato il massimo interesse per l’introduzione di un sistema di etichettatura sul benessere degli animali.
rali (28%). Interessante anche il fatto che le condizioni di trasporto siano risultate di minore interesse nonostante il loro grande impatto sul benessere.
Due terzi dei consumatori dell’UE è consapevole che le informazioni a propria disposizione non siano suffi cienti per compiere scelte informate sull’animal welfare. Da sottolineare anche il fatto che i consumatori europei interpellati hanno ricevuto informazioni su questi argomenti dai media tradizionali e non attraverso le etichette degli alimenti. Infi ne, se dovesse essere introdotta un’etichetta, la maggior parte dei consumatori ne preferirebbe una che si applica a tutti i prodotti di origine animale.
In termini di differenze per Stato Membro o di caratteristiche socio-demografi che, è emerso che i consumatori degli Stati Membri del Nord Europa e Europa occidentale hanno un livello di consapevolezza dell’allevamento leggermente superiore rispetto a quelli degli Stati Membri del Sud ed Est. Al contrario, la domanda di informazioni sulle questioni relative al benessere degli animali è distribuita uniformemente in tutta l’UE. Infi ne, in tutti gli Stati Membri, i gruppi di età più giovani e le donne hanno mostrato il massimo interesse per l’introduzione di un sistema di etichettatura relativo al benessere degli animali.
Disponibilità a pagare di più
I consumatori si sono detti disposti a pagare un prezzo più alto per prodotti che dimostrino di provenire da fi liere che tutelano il benessere degli animali rispetto ad un prodotto standard. Tuttavia, la maggioranza non sarebbe disposta a pagare un prezzo più alto di quello che paga oggi per i prodotti del settore bio.
Caratteristiche di un sistema di etichettatura
I consumatori interpellati hanno dichiarato che il loro grado di fi ducia sull’etichetta sarebbe maggiore se lo schema di etichettatura fosse gestito da ONG o da autorità pubbliche europee, piuttosto che da autorità pubbliche nazionali o da operatori del settore alimentare. L’indagine ha inoltre mostrato che i consumatori risponderebbero probabilmente positivamente a qualsiasi futura iniziativa di etichettatura che copra più di una specie animale (ad es. pollame, bovino, suino), diversi sistemi di produzione (ad es. free-range, biologico) e ampia copertura della fi liera produttiva
Nel contesto della strategia Farm to Fork, potrà essere l’Unione Europea, attraverso iniziative della Commissione, a dare un valore aggiunto al benessere degli animali e a farne comprendere meglio l’importanza lungo tutta la catena alimentare. C’è una forte domanda al consumo oggi non soddisfatta e una chiara esigenza di semplifi cazione degli attuali sistemi di etichettatura
Il pack del Filet d’Ardenne dell’azienda belga Marcassou con il marchio “Le cochon bien-être”, risultato di una collaborazione con tutta la fi liera. Per quanto riguarda la modalità di ricezione di informazioni sul benessere degli animale attraverso uno schema di etichettatura, solo una minoranza di consumatori ha espresso interesse per il canale digitale (QR-code e/o sito web), preferendo la classica etichetta con logo e testo (photo © sillonbelge.be).
(ad es. compresa la macellazione). Per quanto riguarda la “modalità” di ricezione delle informazioni, la maggioranza dei consumatori dell’UE preferirebbe un’etichetta vera e propria (testo+logo), mentre soltanto una minoranza ha espresso interesse per il canale digitale (QRcode e/o sito web). In termini del necessario sistema di controlli che dovrebbe essere alla base di un sistema di etichettatura del benessere, la letteratura indica che uno schema che includa un mix di controlli pubblici e audit privati è più effi cace. Ciò signifi ca che un sistema può fornire un’ampia copertura (tramite revisori di terze parti) e affi dabilità (da parte delle istituzioni pubbliche) combinando audit e controlli svolti da revisori di terze parti (per garantire l’indipendenza), insieme a audit interni e controlli da parte delle istituzioni pubbliche.
Gli attuali schemi di etichettatura del benessere animale: caratteristiche e problemi
L’indagine della DGSante ha rilevato che i sistemi esistenti contribuiscono a creare distorsioni in termini di concorrenza tra i produttori che commercializzano in più Stati dell’UE a causa della diversità di parametri utilizzati nella valutazione del benessere e dei differenti costi associati che impediscono una competizione su basi uniformi. L’esistenza di molteplici schemi di etichettatura del benessere ha contribuito a creare confusione nei consumatori, che interpretano erroneamente etichette visivamente simili o hanno diffi coltà a confrontare prodotti con etichette diverse ma che utilizzano linguaggi e terminologia similare.
L’analisi ha mostrato anche che gli attuali schemi di etichettatura del benessere degli animali sono stati un fattore che ha contribuito a una “rinazionalizzazione” di alcuni segmenti del mercato. Lo studio ha infatti rilevato che i regimi esistenti con indicazioni sul benessere spesso includono indicazioni sull’origine nazionale del prodotto (attraverso simboli e colori). Infi ne, l’infl uenza dei rivenditori nella fi liera di approvvigionamento potrebbe avere un impatto negativo sui produttori che allevano gli animali secondo standard di benessere più elevati. Questo perché i rivenditori potrebbero decidere di enfatizzare il rispetto del benessere animale di alcuni prodotti con standard medio-bassi di benessere animale come strumento di marketing, spinti dalla combinazione della concorrenza a livello di prezzo con altri rivenditori e dalla convinzione che è improbabile che i consumatori paghino di più per più alti standard di benessere.
Conclusioni
La generale mancanza di informazioni specifi che dei consumatori, nonostante il loro livello di preoccupazione e la domanda esistente, suggerisce che sarebbero necessarie campagne educative, le quali contribuirebbero anche ad aumentare l’impatto di qualsiasi tipo di intervento, accrescendo la consapevolezza e la motivazione degli acquirenti. L’indagine sulla dimensione economica dei sistemi di etichettatura del benessere degli