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Libri Codice Lo Cascio
Buff alo Bill con due butteri (fonte: Verdone).
discussione, al termine della quale fu lanciata una sfi da incrociata tra i butteri di Cisterna di Latina, che all’epoca si chiamava Cisterna di Roma, e i cowboy del Wild West Show, rispettivamente con i cavalli americani di Buffalo Bill e con i puledri dell’Agro Pontino. La sfi da fu programmata dopo l’udienza dal papa del 3 marzo. La prima parte fu fi ssata per mercoledì 5 marzo e Buffalo Bill mise in palio un premio di 1.000 lire (circa 4.200 euro di oggi), mentre la seconda si svolse l’8 marzo. Entrambe le date videro il tutto esaurito, con un’attesa spasmodica da parte del pubblico.
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I cavalli cisternesi
I cavalli di Cisterna erano molto apprezzati fi n dal Medioevo, tanto che la Commissione militare di rimonta, incaricata degli acquisti di cavalli per la cavalleria e di muli per artiglieria di montagna, trovava nelle due fi ere della cittadina, che si svolgevano ogni anno, tutti i capi necessari.
Questa consuetudine durò anche dopo la seconda guerra mondiale, quando l’impiego di cavalli nell’esercito si era molto ridotto ed aveva cambiato utilizzo. La tradizione di allevamento di cavalli faceva sì che la maggior parte dei giovani cisternesi di leva andassero in cavalleria mentre i migliori maniscalchi della Scuola Militare di Cavalleria di Pinerolo erano di Cisterna (ANGIOLINO).
La prima sfi da
La prima sfi da ebbe inizio con l’arrivo da Cisterna nelle stalle di Palazzo Caetani di sei puledri, scelti tra quelli talmente focosi da essere stati rifi utati da quattro acquirenti successivi. Dopo un sopralluogo della polizia e del Genio civile, il 4 marzo i cavalli furono trasferiti nelle stalle del Wild West Show, ma, messi in stalla con quelli americani, si imbizzarrirono e due di essi si scorticarono i garretti e il ventre e dovettero essere esclusi dalla gara. Il 5 marzo alle 14:30 ebbe luogo il primo incontro, sotto una tempesta di pioggia e vento, davanti al meglio dell’aristocrazia e della politica romana. La Prefettura aveva fatto rinforzare e rialzare di 40 cm i parapetti che separavano il pubblico dalla pista. L’incasso era stato di oltre 25.000 lire, grazie anche alla vendita di 500 posti supplementari. Il compito dei cowboy era di mettere la capezza, sellare e domare i cavalli. Cody promise ai suoi cavalieri, nel caso ci fossero riusciti, pranzo e doppia paga come extra. I cowboy misero per tre volte il laccio ai puledri, ma per tre volte questi lo ruppero. Buffalo Bill si dichiarò ammirato per la forza di collo dei puledri cisternesi, spiegando che quelli messicani, i più robusti mai conosciuti da lui, non erano mai riusciti a spezzare le loro corde, mentre i cisternesi ne avevano spezzati tre, e quindi, seppure domati, avevano salvato l’onore della razza.
Sull’esito della prova le fonti divergono: secondo IL MESSAGGERO, in sette minuti i puledri furono messi a terra, poi in sedici minuti furono incapezzati, sellati e cavalcati. Secondo la versione cisternese, riportata da ANGIOLINO, i cowboy avrebbero iniziato la doma di quattro cavalli cisternesi, impiegando venti minuti, anziché i dieci concordati, e avrebbero fatto ricorso alla legatura dei testicoli e della lingua, considerati dai butteri metodi troppo rudi. Per VERDONE i cowboy domarono due puledri in cinque minuti e cavalcarono a pelo intorno all’arena, e anche il NEW YORK HERALD raccontò che i cowboy di Cody avevano domato in 5 minuti i puledri locali e che l’orgoglio ferito degli Italiani che assistevano li aveva portati a insultare Buffalo Bill e i suoi uomini
(BLACKMAN SELL e WEYBRIGHT). Un buttero spiegò al MESSAGGERO che il segreto dei cowboy era il lazo, che confondeva i cavalli, mentre coi metodi dei butteri ci volevano 12 giorni per mettere la sella a un cavallo.
IL MESSAGGERO, nell’edizione del 6 marzo, pubblicò un pezzo intitolato “La vittoria degli Americani” in cui raccontava “bisogna dirlo subito: gli Americani della compagnia del colonnello William Cody (Buffalo Bill) hanno vinto. Ed è stata una vittoria clamorosa, sublimemente bella”. Il tono trionfalistico del MESSAGGERO creò sospetti per un’eccessiva condiscendenza del giornale verso Buffalo Bill, motivata forse dalle numerose interviste rilasciate da Cody al giornale e da possibili ingressi gratuiti per i familiari dei giornalisti (ANGIOLINO).
La seconda sfi da
La sfi da con cavalieri cisternesi e cavalli del West avrebbe dovuto aver luogo il 7 marzo, ma i soci di Buffalo Bill rimandarono al giorno succes-
sivo, uffi cialmente perché i butteri non si erano presentati, mentre in realtà sembra si trovassero presso la direzione del circo, bloccati per la mancanza dell’interprete, che arrivò solo a fi ne spettacolo. Secondo alcuni, gli organizzatori avevano già fatto il tutto esaurito e volevano approfi ttarne, e garantirsi l’incasso massimo anche per il giorno successivo (ANGIOLINO). L’incasso fu di 25.000 lire e i biglietti andarono esauriti; i bagarini fecero affari d’oro e in serata andarono a festeggiare il lauto guadagno in un’osteria a Batteria Trionfale, dove, a seguito di un diverbio, una persona fu ferita a coltellate.
I cavalieri cisternesi, quattro a cavallo e sei a piedi, erano DOMENICO
BUCCI, FRANCESCO COSTANZI, CESARE FABBRI, ACHILLE FASCIANI, ACHILLE LAURENTI, ANGELO PETECCHI, BERNARDINO QUINTI, FILIPPO VALENTINI e AUGUSTO IMPERIALI, il più noto del gruppo, all’epoca trentenne. I butteri lavoravano nelle tenute Tanlongo, Giuliani, Franconi e Santovetti. L’8 marzo si aggiunge ALFONSO FERRAZZA, buttero della tenuta Franceschetti, che ebbe iniziali diffi coltà per la sella di tipo americano a cui non era abituato (AN-
GIOLINO, VELLUCCI, DI VIRGILIO et al).
I cavalli americani erano descritti da IL MESSAGGERO come “sperticatamente lunghi, magri e dinoccolati, gareggiano con quello dell’Apocalisse”. È interessante notare che sia i cowboy che i butteri addestravano i cavalli all’andatura dell’ambio.
La sfi da si svolse ancora sotto la pioggia e consisteva nel sellare e montare un cavallo, preso libero sul campo, entro dieci minuti. Il primo cavallo fu preso al laccio da Filippo Valentini, e poi fu sellato e Alfonso Ferrazza riuscì a montare in sella. Il secondo cavallo, un morello, fu preso al laccio, sellato, e Augusto Imperiali gli saltò in groppa, lo domò e fece il giro dell’arena tenendo le redini con la sola mano destra e il cappello nella sinistra. Prima del terzo cavallo intervenne Buffalo Bill, che prese spunto dal giro di campo di Imperiali per dire che il tempo massimo di dieci minuti era stato superato di mezzo minuto. Per questo a fi ne spettacolo rifi utò di pagare ai butteri che lo richiedevano il premio promesso, che aveva già dimezzato all’inizio della gara. Il pubblico non accettò questa mossa e iniziò a fi schiare, poi si fece una colletta per indennizzare i butteri vincitori e Augusto Imperiali, diventato l’eroe del giorno, fu immortalato dal conte Giuseppe Primoli, grande fotografo e discendente di Napoleone. Lo stesso Imperiali fu intervistato numerose volte nei decenni successivi, per rievocare il giorno di gloria vissuto nell’arena del Wild West Show.
Anche in questo caso esiste una diversa versione: BLACKMAN SELL e WEYBRIGHT riportano il racconto del NEW YORK HERALD secondo cui Cody, per placare gli animi, avrebbe concesso agli Italiani di domare i broncos del West, ma in meno di un minuto tutti i butteri sarebbero stati sbalzati a terra. Gli stessi autori raccontano che Buffalo Bill avrebbe allora concesso agli Italiani di usare ferri e catene, ma dopo mezz’ora li avrebbe interrotti perché usavano sistemi troppo brutali. IL MESSAGGERO del 9 marzo, forse per compensare la precedente sbandata fi loamericana, uscì con il titolo “La vittoria dei butteri romani”.
La tournée del 1906
Nel corso della seconda tournée, dal 22 al 28 marzo 1906, lo spettacolo si tenne nell’area del Macao, nei pressi dell’attuale Biblioteca Nazionale Centrale, al Castro Pretorio. Nell’occasione assistettero allo spettacolo il re e la regina e il sovrano donò a Buffalo Bill un portasigarette d’oro con monogramma di brillanti. Non risulta che in occasione di questa seconda venuta del Wild West Show si siano svolte ulteriori sfi de tra Italiani e cowboy. Il pubblico fi schiò sonoramente i cavalieri cosacchi del Wild West Show identifi candoli con le truppe zariste che avevano represso nel sangue le insurrezioni in Russia del 1905. Si venne poi a sapere che i “cosacchi” di Buffalo Bill erano in realtà in gran parte georgiani e molti di essi erano profughi politici che avevano dovuto abbandonare la loro patria per evitare di essere deportati in Siberia. Di conseguenza i fi schi del pubblico li avevano molto rattristati. La pace fu sancita da una solenne bicchierata offerta dai repubblicani romani in una trattoria presso la stazione, chiusa con il canto di inni rivoluzionari italiani e russi.
Andrea Gaddini
Bibliografi a
ANGIOLINO G. (1990), Cavalli e Cavalieri di Cisterna, Tip. Alfi o Boschi & Figli, Cisterna.
BLACKMAN SELL H., WEYBRIGHT V. (1976), Buffalo Bill e il selvaggio
West, Longanesi, Milano. COLLIER E. (1969), Buffalo Bill, A.
Mondadori, Milano.
CROFT-COOKE R., MEADMORE W.S. (1976), Buffalo Bill, Longanesi,
Milano.
DI VIRGILIO A., LAPROVITERA A., Pascutti D. (2011), L’uomo che sfi dò le stelle: Augusto Imperiali, il buttero che sconfi sse Buffalo Bill, Tunué,
Latina. ROMANO P. (1947), Buffalo Bill a
Roma, in Natale di Roma, 1947 ab U. c. 2700, Staderini, Roma, pp. 46-48. RYDELL R.W., KROES R. (2006), Buffalo
Bill show: il west selvaggio, l’Europa e l’americanizzazione del mondo,
Donzelli, Roma. STERN G. (1994), Buffalo Bill a Trieste,
La mongolfi era, Trieste. VELLUCCI L. (2008), I butteri, Buffalo
Bill, il West: i giorni della sfi da e della Luna in fi ore. Quando il buttero Augusto Imperiali batté Buffalo
Bill: il romanzo e la storia, Edizioni
Pugliesi, Martina Franca. VERDONE M. (1993), Feste e spettacoli a Roma: circhi e arene, cortei e cavalcate, cacce, giostre, caffè concerto, teatri e cinema, Newton Compton,
Roma.
Sitografi a
• it.wikipedia.org/wiki/Buffalo_Bill. • Raccolta digitale di periodici della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (IL MESSAGGERO). • Raccolta digitale di periodici della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma
(L’ILLUSTRAZIONE ITALIANA).
Il metodo effi cace che unisce scienza e cucina
Codice Lo Cascio
“N egli ultimi due anni, ogni mese, ho curato la rubrica delle ricette scientifi che per il BBQ4ALL MAGAZINE. Chi è abbonato sa bene che non sono mai stato banale, nemmeno con le ricette più semplici. L’idea è sempre stata quella di prendere una ricetta, analizzarla senza sensi di colpa, rimetterla in discussione e applicare quei micro-processi che la scienza ha messo a benefi cio della gastronomia, per migliorare la resa del piatto stesso. Ritengo di esserci riuscito. Questo libro è una raccolta di tutte le mie ricette scientifi che più qualche inedito. Ma ciò che è più importante è che contiene il fi lo conduttore che lega il pensiero e scientifi co alla cucina e ne cambia completamente l’approccio.
La pasta coi ricci è perfetta? Per alcuni sì, per altri no. Quali criticità presenta di solito? Le ho cercate, le ho sviscerate e, secondo il mio protocollo, le ho sistemate. Adesso la pasta coi ricci è perfetta? Forse no. Ma la mia versione scientifi ca è la versione che spinge al massimo la resa del riccio e della pasta senza svilirne il gusto mentre si rende gradevole ad un più alto numero di palati diversi. Alla domanda ‘Ma sono le stesse ricette presenti nel MAGAZINE?’, rispondo sì, lo sono, più qualche inedito più un capitolo dove ti consegno la chiave del metodo che ti permetterà di creare le tue versioni scientifi che, volendo, dei piatti proposti. Sono solo una ventina di ricette ripartite però in circa 400 pagine. È un tomo enorme.
Se sei stufo dei metodi empirici, se pensi che in forno a 180 ºC per 20 minuti non signifi chi assolutamente nulla per nessuna preparazione, se sei convinto che bollire un pezzo di carne sia il modo migliore di mortifi carlo e non di cuocerlo, se sai montare una maionese a mano con la frusta in non più di un minuto e se non hai più avuto nessuna carbonara dopo la mia versione scientifi ca allora questo è il libro che stavi aspettando”.
Gianfranco Lo Cascio
GIANFRANCO LO CASCIO Codice Lo Cascio
Il metodo effi cace che unisce scienza e cucina
www.bbq4all.it
Gianfranco Lo Cascio nasce a Palermo il 4 settembre 1974. A 9 anni viene iniziato dai genitori alla passione per i cibi cotti sul fuoco e a 10 anni il padre gli fa costruire un grill in acciaio inox adatto alla sua età. Da quel momento non smette mai di grigliare. La sua ricerca sulle cotture sul fuoco lo porta negli Stati Uniti e lo mette in contatto col mondo del barbecue americano. Si accorge che sul web italiano non esiste alcun punto di riferimento per gli appassionati e decide di crearne uno. Nasce così, il 16 ottobre 2006, il dominio bbq4all.it. Nel 2009 comincia a collaborare con l’Italian Food Style Education Culinary Institute (IFSE) e nel 2010 BBQ4All diventa la più grande community italiana di cultori della cucina sul fuoco trasformandosi in blog. Alla fi ne del 2011 sceglie di dedicarsi a BBQ4All e creare un’identità e un’impronta solo italiana del barbecue. Nasce il claim “American Skills, Italian Style”. Nel 2012 a Gianfranco e la sua squadra vengono richiesti corsi di cucina sul grill e oggi sono quasi 150 i corsi organizzati annualmente. Col supporto tecnico di WEBER STEPHEN pubblica l’ebook “I Segreti del Griller Gourmet”. Dal 2012 partecipa con lo staff di BBQ4All alla rassegna Golosaria. E qui inizia il concepimento di questo libro (photo © facebook.com/groups/bbq4all.defenders).