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La nuova vita di Tricase Porto Massimiliano Rella

Timone negli spazi dell’Associazione Magna Grecia e del Porto Museo di Tricase.

La rinascita di una comunità costiera oggi studiata in tutto il mondo

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La nuova vita di Tricase Porto

di Massimiliano Rella

Vuoi per scherzo, vuoi per nostalgia, fi no ad una ventina d’anni fa il paese di Tricase Porto era chiamato dai locali “Tricase Morto”. La simpatica sostituzione della lettera P voleva annunciare il rischio di un “funerale”, per fortuna mai avvenuto, anzi! Oggi questa piccola frazione sull’Adriatico è infatti tornata alla vivacità dei tempi d’oro. Caduta quasi in abbandono, anche la pesca ora può contare su 12 imbarcazioni gestite dai fi gli degli anziani pescatori, tutti sotto i 40 anni d’età. E se il silenzio regnava sovrano, adesso, anche d’inverno, in una giornata infrasettimanale, cioè durante il peggior fuori-stagione di una terra turistica come il Salento, puoi trovare locali e trattorie aperte e ben frequentate tutto il giorno.

Nulla di strano, se non fosse che stiamo parlando di un porticciolo circondato da un abitato abbastanza piccolo, che un tempo era in declino e a rischio di spopolamento e che oggi conta invece 8 ristoranti, un ittiturismo, eleganti bar, spazi sociali, B&B e il Centro Internazionale di Alti Studi “Agronomici” sul Mediterraneo (CIHEAM) stabilitosi qui nel 2018.

A coronare questo nuovo corso già nel 2013 fu istituito il Porto Museo di Tricase. Ma che cos’è un porto-museo? Potremmo defi nirlo

un museo vivente a cielo aperto, che abbraccia mare e terra, attività produttive e di tempo libero, pesca, barche, cultura, cibo, insomma è la comunità costiera che diventa “esposizione” permanente. Anche voi, mentre camminate a Tricase Porto, diventate un “pezzo” da

museo.

Numeri alla mano, oltre 200 attività commerciali del comune di Tricase (LE), paese di 17.000 abitanti a 4 km dalla costa, hanno sottoscritto la Carta dei principi e il Manifesto del Porto Museo. Inoltre, con lo sviluppo della comunità costiera, i pescatori sono diventati “docenti”, cioè esperti internazionali di pesca sostenibile, chiamati a dare testimonianza durante i corsi d’alta specializzazione del CIHEAM, sia in Italia che all’estero. «Il Porto Museo si estende e apre anche al territorio interno secondo lo spirito Un tempo chiamato “Tricase Morto”, il piccolo borgo salentino è divenuta un luogo di incontro di culture ed esperienze, un Porto Museo oggi modello di sviluppo sostenibile, simbolo d’accoglienza e d’apertura. Una comunità citata come buona pratica dalla FAO

del Mediterraneo, questo grande nostro mare tra le terre, e valorizza la vecchia fi gura tradizionale del pescatore-contadino», ci spiega l’ex pubblicitario ANTONIO ERRICO, oggi personaggio di riferimento dell’Associazione Magna Grecia.

L’associazione, nata nel 2002, è stata il primo nucleo di valorizzazione della comunità costiera da cui è partita la rinascita di Tricase Porto, grazie all’iniziativa di sette amici, tutti professionisti — medici, avvocati, creativi — e con un’infanzia di ricordi legati al porticciolo; chi poi emigrato al Nord, chi in città. Così, grazie all’associazione, sono nati una residenza internazionale delle arti e dei mestieri nei locali di una vecchia scuola; un “cantiere del gusto” sulla contaminazione gastronomica della Puglia, del Salento e di Tricase; un ricettario con una forte attenzione al pesce povero e ai prodotti della campagna, soprattutto ortaggi e legumi, che ispira il lavoro dei ristoranti.

L’Associazione Magna Grecia ha anche i suoi spazi ricreativi in locali ipogei davanti alla spiaggetta di Tricase Porto, dotati di cucina e tavoli per ritrovarsi con gli ospiti internazionali e condividere idee, progetti, ma anche cibo e ricette. Ogni delegazione del CIHEAM, ad esempio, è invitata a cucinare un piatto del proprio Paese d’origine. Inoltre, un’intera grotta è dedicata ad un originale progetto artistico: una raccolta in corso d’opera di quadri ispirati agli ex voto, quelle piccole “opere” che i pescatori commissionavano in segno di ringraziamento per esser sopravvissuti ad eventi pericolosi in mare.

Da questa tradizione prende spunto la collezione moderna di artisti locali e amatoriali dedicata a fatti positivi o negativi accaduti a Tricase Porto, come l’approdo nel ‘92 di un caicco di rifugiati curdi iracheni, un brutto evento climatico, una festa di piazza o l’arrivo di una delegazione straniera. Tricase Porto ospita infatti il Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici del Mediterraneo, organizzazione scientifi ca con sede centrale a Parigi e per l’Italia a Bari. Il CIHEAM promuove la formazione ad alti funzionari, tecnici e decision makers in arrivo da Europa, Africa, Asia, America latina e da ogni luogo interessato dal movimento della “Crescita Blu” e dal rapporto col mare in tutti i suoi aspetti: naturalistici, economici, culturali, di sviluppo sostenibile delle comunità costiere, di gestione delle risorse marine, di sostenibilità delle attrezzature di pesca, di valorizzazione del pescato, di diversifi cazione turistica, di scambi di buone pratiche di pesca, acquacoltura, pescaturismo, ecc…

Insomma, Tricase è divenuta un

luogo di incontro di culture ed esperienze, un Porto Museo oggi modello di sviluppo sostenibile, simbolo

d’accoglienza e d’apertura.

Nel porticciolo che un tempo temeva il “funerale”, e che è tornato a nuova vita nel 2011, nasceva anche il primo ittiturismo pugliese — Anime Sante — gestito da un’intera famiglia di pescatori che cucina solo il pescato del giorno: quando il mare lo consente, altrimenti serrande chiuse. Oggi la comunità costiera

di Tricase Porto è studiata in tutto il mondo ed è citata pubblicamente

come buona pratica dalla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

Massimiliano Rella

>> Link: www.portomuseotricase.org

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