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Il mare in museo Massimiliano Rella
Una rete di 5 musei racconta il mare salentino a turisti, studenti e appassionati
Il mare in museo
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di Massimiliano Rella
Il sostegno alla qualità dell’ambiente marino e alla sostenibilità della
pesca passa anche dai musei. In Salento, nei tre comuni più balneari della Terra d’Arneo — Gallipoli, Nardò e Porto Cesareo — il mare è raccontato a turisti, appassionati e studenti attraverso esposizioni, mostre, reperti storici, acquari viventi, iniziative didattiche e culturali.
In particolare la rete dei musei marini conta sulla presenza di cinque strutture ricche di curiosità: * il Museo del Mare Antico a Nardò; * l’Acquario del Salento a Santa
Maria al Bagno; * il Museo Civico Emanuele Barba e il Museo del Mare a Gallipoli; * il Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan a Porto Cesareo.
In alto: il Museo del Mare Antico a Nardò ospita importanti reperti di età romana provenienti da indagini archeologiche eff ettuate nel mare e lungo la costa neretina. A destra: teca con granchi al Museo del Mare di Gallipoli. Il percorso espositivo si snoda tra le meraviglie subacquee più piccole e la maggior collezione di cetacei della regione.
Gestito dall’associazione di promozione sociale The Monument People, e partner del Museo Archeologico dei Ragazzi, della cooperativa Terra di Mezzo e dello studio ambientale Avanguardie, il Museo del Mare Antico (www. museodelmareantico.it) è situato in una struttura che comprende un laboratorio a vista per il restauro delle anfore e dei reperti marini.
Il percorso di visita si snoda tra plastici, touch screen per i bambini, pannelli, reperti, oggetti di vita quotidiana, vetro, vasellame di pregio, bracciali, anelli, pesi da rete, antichi ami da pesca, conchiglie e video sulla storia costiera di Nardò dall’età romana in poi, fi no al ritrovamento di un relitto mercantile a 23 metri di profondità a 300 metri dalla costa, scoperto nel 1982.
L’Acquario del Salento (www.acquariodelsalento.it) è parte della rete dei musei di Nardò, aperto nel 2015 grazie ad un progetto di cooperazione tra Italia e Grecia che ha previsto la realizzazione di due strutture: una sull’isola di Cefalonia, in Grecia, nell’arcipelago delle Ionie, e l’altra in Salento, lungo la marina di Santa Maria al Bagno. I due musei, italiano e greco, sono dedicati ai pesci e ai fondali del Mediterraneo. Nell’Acquario del Salento troviamo, ad esempio, la rappresentazione di grotte sommerse e fondali dell’area di Porto Selvaggio e nelle quattro sale tanti esemplari in vasca: anemoni, oloturie, stelle marine, mormore, pesci pettine, murene, patate e pomodori di mare, scheletri di corallo, cernie brune, nurici, nudibranco (vacchette di mare), ricci matita, scorfani. Una cosa importante è che gli esemplari sono rimessi in mare dopo un certo periodo di tempo; i polpi invece più frequentemente, ogni 3-4 mesi.
Sull’isola di Gallipoli troviamo due musei. Il Museo civico Emanuele Barba è ospitato in un palazzo storico e si ispira alle camere delle meraviglie tedesche. Vanta tra le sue chicche una sezione archeologica, due tombe messapiche (maschile e femminile), uno scheletro di balenottera comune pescata a fi ne ‘700 e vari ritrovamenti in mare, tra cui due mine della prima e seconda guerra mondiale.
Il vicino Museo del Mare, invece, comprende scheletri di cetacei di proprietà comunale e la ricchissima collezione privata di crostacei, molluschi, conchiglie, invertebrati, echinodermi (ricci) ecc…, del professore e biologo marino GIORGIO CATALDINI, gallipolino, oggi direttore del Museo ma ex responsabile dell’ex centro studi Azienda leader nella realizzazione di impianti per acquacoltura off-shore chiavi in mano
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cetacei della Puglia e testimone della trasformazione dei fondali marini a Gallipoli negli ultimi decenni (www. mareagallipoli.it).
Il giro si conclude a Porto Cesareo, nel Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan (museobiologiamarina.unisalento.it), pensato dal suo fondatore per trasmettere informazioni sull’habitat e le abitudini di vita degli organismi in esposizione. Troviamo, tra le curiosità, campioni dei mari tropicali, pesci abissali dello Ionio, esemplari mostruosi e reperti di particolare interesse: la foca monaca, le vertebre caudali di capodoglio, un grande carapace di tartaruga Caretta caretta, un esemplare abortivo di squalo bicefalo e altro.