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CLAI: un sorriso che è territorio, cultura e responsabilità sociale
Ufficializzato il rebranding di CLAI, diretto da un gruppo di comunicazione e marketing con una visione e un respiro internazionali. Ne parliamo con Gianfranco Delfini
di Elena Benedetti
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Ogni storia che ha successo segue un percorso di continuo adattamento e cambiamento, in un processo di aggiustamento verso quelle che sono le dinamiche del mercato, le mutevoli tendenze di acquisto dei suoi clienti e, non dimentichiamolo, il contesto nel quale si opera. Questo vale sia per grandi che per piccole realtà. Perché alla fi n fi ne tutti dobbiamo fare i conti con la nostra capacità di mantenere quote di mercato, rinnovandoci giorno dopo giorno, per farci scegliere ancora una volta.
C’è una realtà italiana che ha parecchio da raccontare, forte della strada percorsa fi no ad oggi e che ha stupito anche uno dei graphic designer più famosi al mondo, giusto per capirci colui che disegnò l’iconica mela di Apple. Ma andiamo con ordine.
mi dice GIANFRANCO DELFINI, direttore marketing del Gruppo CLAI, in una piacevole chiacchierata telefonica ad inizio estate.
«Poteva una pandemia globale fermare 545 lavoratori e allentare i progetti multicanale sui quali è stato speso tanto lavoro, risorse e investimenti?». La risposta è ovviamente no!
L’intervista con Delfini l’ha confermata, con l’affermazione di un punto forte e chiaro: «a nostro parere ci sono grosse opportunità in questa crisi globale e noi di CLAI abbiamo senza alcun dubbio le risorse per portare novità al settore.
La nostra azienda sta lavorando a progetti di forte crescita nel lungo periodo e il rebranding — l’esercizio strategico di ripensare il brand in un’ottica più evolutiva — era appunto uno strumento per concretizzare questo percorso di crescita nel miglior modo possibile. In questo modo siamo in grado di trasmettere anche a chi non ci conosce la storia e la realtà di CLAI attraverso nuovi obiettivi di posizionamento di mercato e di vendite». E forse, dopo i mesi di chiusura che ci siamo lasciati alle spalle era davvero il momento di portare una proposta positiva. Ma chi è CLAI?
«CLAI, Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi, è una realtà che ha come fi ne la produzione di carne bovina e suina e salumi di qualità e lo fa con estrema attenzione e sensibilità» sottolinea Delfini.
L’azienda opera principalmente in due stabilimenti: a Sasso Morelli di Imola (BO), in una sede dedicata alla produzione dei salumi, e a Faenza (RA), dove sono attive le linee di macellazione e sezionamento dei bovini e dei suini, adottando le procedure operative più avanzate per assicurare il benessere animale e alti standard di qualità nel sistema di trasformazione e lavorazione.
I prodotti dell’azienda sono presenti in tutti i canali di vendita e in tutte le regioni italiane e negli ultimi anni CLAI ha esteso la propria presenza sui mercati esteri soprattutto nel comparto dei salumi.
Rebranding per costruire un futuro col sorriso
Per realizzare la strategia di rebranding che porterà l’identità e la strategia di comunicazione della cooperativa nell’evoluzione del proprio business, CLAI si è affidata all’Università di Milano-Bicocca, per ottimizzare il processo interno di valore, e a ROB JANOFF, uno tra i più quotati graphic designer al mondo, per far emergere nel nuovo logo i valori, l’identità e le distintività della cooperativa: “le nostre persone”, la filiera 100% italiana e la “tradizione e innovazione”.
Il nuovo logo di CLAI, presentato uffi cialmente nel mese di luglio, è un sorriso, potente strumento del marketing, empatico e diretto. Frutto di un lungo lavoro di scambio con Janoff e il suo team di creativi, volati in Italia per visitare la cooperativa al fine di coglierne l’essenza, il nuovo logo è oggi più che mai la nuova immagine di CLAI. «Per noi la persona è sempre al centro, il che significa che la felicità sta nella realizzazione del proprio io, nell’essere consapevoli del saper fare e nel credere in una comunità di persone» mi dice Gianfranco Delfini.
L’idea di felicità torna spesso nelle sue parole. «È un concetto legato al benessere, allo stare bene nel modo più immediato possibile, attraverso l’empatia, il sorriso, la scelta dei prodotti giusti. Quei prodotti di qualità per momenti di qualità da trascorre insieme alla propria famiglia, ai propri amici».
Responsabilità sociale e territorio, la forza di CLAI
«Ma non dimentichiamoci che dentro a quel sorriso c’è anche la responsabilità sociale, le materie prime di fi liera, i soci allevatori» aggiunge Delfi ni. «La nostra è una fi liera tutta italiana con 140 soci allevatori di bovini e suini. A Faenza curiamo la macellazione e la lavorazione delle carni per il canale tradizionale, oltre alla lavorazione delle cosce e dei salumi.
Vede, noi abbiamo gli allevatori che siedono nel consiglio di amministrazione di CLAI e che si fanno sentire! Il pro è che questa è una cooperativa vera. Il contro è che per prendere decisioni ci sono più passaggi ma la forza di questa realtà straordinaria è che tutto viene condiviso». E la condivisione crea visione e forza nella sua realizzazione.
«Poi c’è il concetto di una cooperativa attiva sul territorio e questo aspetto è importante per favorire lo sviluppo del nostro mercato locale, della cultura del nostro operare, delle attività benefiche che supportiamo, del nostro ruolo d’impresa. Questo è un qualcosa molto importante e vogliamo comunicarlo».
La strategia di CLAI
Questo processo strategico di nuova immagine aziendale su quali presupposti fonda il proprio prodotto? «Per prima cosa deve essere un prodotto buono, di qualità, italiano — come tutte le nostre carni —, proveniente da una fi liera controllata e tracciata e, non ultimo, socialmente responsabile» mi risponde di getto Gianfranco Delfi ni. «Oggi di che cosa ha bisogno il nostro cliente? Ce lo chiediamo tutti i giorni: bisogna capire le occasioni d’uso sia in termini nuovi che aggiuntivi e lavorare sui nuovi prodotti». Come ad esempio i salumi senza conservanti, «vera esaltazione della materia prima», o soluzioni nuove, lavorazioni uniche («come il nostro Salame Milano che sta nelle celle di stagionatura 15 settimane!»).
CLAI è sul mercato da 10 anni: «oggi siamo 545 persone, 150 in più rispetto allora. A parte una manciata di persone — tra le quali il sottoscritto — i nostri uomini e le nostre donne sono tutti del territorio, cresciuti a pane e CLAI come sento sempre ripetere. Anche per questo la responsabilità sociale è una nostra priorità, sia nella selezione delle materie prime che nel processo produttivo». Quella di CLAI è una bella storia tutta italiana, autentica, fatta di persone e di relazioni e di una coerenza che non scende a compromessi per sacrificare la qualità.
Elena Benedetti