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Carnerie, l’impronta naturale della Val di Vizze Riccardo Lagorio
Secondo i dati dell’Osservatorio SANA, curato da Nomisma, nel 2021 (anno terminante a luglio) i consumi interni hanno registrato una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. La spesa delle famiglie italiane si è attestata a 4,6 miliardi di euro: 9 famiglie su 10 hanno acquistato almeno un prodotto bio nell’anno in corso. E negli ultimi dieci anni i consumi interni hanno registrato un’impennata del 133% (photo © monticellllo – stock.adobe.com).
peso fi sso dell’agroalimentare aumentano in quasi tutti i territori. Sulla spesa complessiva degli Italiani presso la Distribuzione Moderna l’incidenza, in valore, dei prodotti biologici durante il lockdown è di poco superiore al 3%, come prima di marzo. In sostanza, sia il biologico sia l’agroalimentare nel suo complesso sono cresciuti parallelamente e in maniera importante nelle settimane di chiusura.
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I prodotti a media e lunga conservazione sono preferiti a quelli freschi, in generale. Gli ingredienti necessari per la produzione casalinga di pasta o pizza sono aumentati anche sul fronte bio, oltre che convenzionale, con un +92% per le farine e un +63% per le basi per pizze bio.
Inoltre, i consumi di latticini freschi bio non hanno risentito in maniera grave degli effetti delle restrizioni, come avvenuto nello stesso settore a livello convenzionale.
Gli andamenti sono stati eterogenei: il latte a lunga conservazione ha segnato un +41% e si è venduto meglio del fresco. I formaggi hanno continuato a crescere (+14%) e lo hanno fatto ancora meglio di quanto avvenisse prima dell’isolamento.
È stato un boom per le uova biologiche che, già apprezzate prima del lockdown, in quella fase hanno segnato un +25%.
Non si può dire altrettanto per il vino biologico, una categoria da tempo in crescita, ma confi nata al 2% del carrello biologico del consumatore italiano. Durante il lockdown l’andamento positivo è rallentato anche perché si tratta di un prodotto che viene normalmente veicolato dalla ristorazione fuoricasa, in quella fase storica completamente al palo.
Il biologico resta dunque un ambito che, pur avendo dato già tanto, non fi nisce di stupire e di elargire soddisfazioni sul piano economico. A preoccupare è però il fatto di non essere in grado di sfruttare a pieno questo trend positivo, anche alla luce dell’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, soprattutto per alcune tipologie di alimenti.
Anche gli altri Paesi europei hanno compreso l’importanza dell’agricoltura biologica. La Francia, per esempio, nel 2020 ha registrato una progressione del 13%. In piena pandemia, la soglia di 50.000 fattorie è stata ampiamente superata, per arrivare a 53.483, che oggi rappresentano il 12% del totale delle società agricole francesi (dati: Agenzia francese per lo sviluppo e la promozione dell’agricoltura biologica).
Il ritmo di conversione non sembra mostrare segni di debolezza nemmeno Oltralpe. Nei primi cinque mesi del 2021 il numero dei nuovi impegni nel settore biologico ha portato ad un sostanziale equilibrio tra la produzione e il consumo. In effetti, il totale degli acquisti di alimenti provenienti da agricoltura biologica delle famiglie e da parte dei locali di ristorazione ha raggiunto 13,2 miliardi di euro nel 2020, con una crescita del 10,4%.
C’è ancora molto da fare dunque, anche nella necessità di raggiungere gli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che puntano ad un futuro con almeno 1 campo coltivato bio su 4.
Guido Guidi
Trend e bilancio positivi per la 33a edizione di SANA
Nella prima edizione post pandemia (9-12 settembre, in contemporanea con Cosmofarma Reazione e OnBeauty by Cosmoprof) SANA 2021 ha registrato ottimismo e grande dinamicità da parte degli espositori e degli operatori professionali/buyer intervenuti in fi era che hanno evidenziato l’esigenza e la volontà di tornare a incontrarsi in presenza. Il dinamismo negli scambi commerciali, i trend di mercato emersi dall’Osservatorio SANA (presentato in apertura di manifestazione, nell’ambito di Rivoluzione Bio gli Stati generali del biologico) e degli altri numerosi momenti di confronto hanno evidenziato, nel post pandemia, una ancor maggiore sensibilità verso l’ambiente e un concetto di wellness che coinvolge un numero sempre più ampio di interlocutori. Nascono anche per dare risposte a questo nuovo scenario, in rapida evoluzione, alcune nuove iniziative che SANA 2021 ha presentato in questa edizione e di prossima realizzazione. Come la nuova iniziativa SANA BUSINESS DAYS, che nel mese di giugno 2022 (23-24) si terrà ad Amburgo; un progetto dedicato agli operatori del settore (produttori e distributori) interessati ad ampliare i loro contatti commerciali in Germania, Austria e Svizzera. Il mercato tedesco è, oggi, l’area di maggior interesse in Europa per la cosmesi naturale, con un volume pari a 1.38 miliardi di euro (dato 2019) e un indice di crescita che si attesta al 9%.
Sempre in chiave di internazionalizzazione, ma per il settore food, SANA 2021 ha visto la defi nizione di una ancor più stretta collaborazione fra BolognaFiere, FederBio e Naturland (ente certifi catore tedesco) per la promozione del bio italiano sui mercati esteri; un altro contributo per valorizzare la qualità dei prodotti nazionali, supportando le strategie di marketing e di export dei nostri produttori. Ottime, quindi, anche le prospettive per l’area food le cui aziende specializzate nella produzione e distribuzione di alimenti bio ripartono dal bilancio in positivo di SANA lasciandosi defi nitivamente alle spalle le diffi coltà legate alla pandemia, aprendosi con ancora maggior dinamismo a nuovi mercati e potenziando ulteriormente i canali di vendita on-line. Apprezzato, dagli operatori, il lancio di SANATECH, il Salone professionale dedicato alla fi liera della produzione agroalimentare, zootecnica e del benessere, biologica ed ecosostenibile. «SANA e Rivoluzione Bio 2021 hanno dato il segnale positivo della ripartenza e sono state occasione per fare il punto sul settore, facendo emergere il trend costante di crescita sia nella produzione che nel mercato, con un balzo notevole dell’export» ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio. «Ma ha fatto emergere anche le criticità che dobbiamo affrontare rapidamente se vogliamo cogliere le opportunità di questa fase nella quale i cittadini scelgono sempre di più i prodotti biologici e l’Europa punta in maniera determinata sul bio. Servono scelte politiche chiare, coraggiose, che investano nel biologico per supportare la transizione ecologica dell’agricoltura italiana a partire dal Piano Strategico Nazionale della PAC con l’obiettivo del 30% di superfi cie coltivata a bio al 2027, all’approvazione defi nitiva della legge e all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale sul biologico».
«In chiave di sostenibilità economica, ambientale e sociale, nell’ultimo anno il ruolo del biologico si è rafforzato grazie ad un mercato estremamente ricettivo verso i prodotti bio e di origine italiana. Questo ha attribuito uno speciale signifi cato all’edizione 2021 di SANA — ha dichiarato Roberto Zanoni, presidente AssoBio — a pochi mesi dall’approvazione in Senato della legge sull’agricoltura biologica, che adesso attende il passaggio alla Camera. Il grande interesse per il mondo del biologico, oltre ad essere l’espressione di un settore solido e con ampie possibilità di crescita, è anche l’affermazione della volontà sempre più frequente da parte dei consumatori di scegliere biologico e condividere i valori da esso veicolati. Dimostrazione di questa volontà è stata l'affl uenza ai convegni organizzati da AssoBio: il convegno “Food: Packaging&Bio. Indagine AssoBio sul packaging sostenibile” ha sottolineato l’importanza del binomio prodotto-packaging sostenibile come aspetto fondamentale di coerenza, che il consumatore ha compreso a pieno e che ormai si aspetta. Le nostre aziende hanno sposato questa missione e durante questa edizione di SANA lo hanno dimostrato con la loro esperienza e i numeri».
SANA dà appuntamento alla sua business community a Bologna dall’8 all’11 settembre 2022 (photo © www.sana.it).
Carnerie,
l’impronta naturale della Val di Vizze
Agricoltura biologica, carne e salumi prodotti in maniera sostenibile al Maso Jörgnerhof. Una questione di scelte e consapevolezza, dall’allevamento al packaging fi no alla vendita e all’on-line
di Riccardo Lagorio
«Per ottenere la carne che noi desideriamo abbiamo incrociato la razza Sveva con Duroc e Mangalica» spiega Varena Angerer, fondatrice di Carnerie con Alexander Guadagnini. «La nascita e la crescita avvengono a ciclo chiuso e con l’alimentazione sana che abbiamo stabilito la copertura fi nale di grasso è eccellente: la carne fresca è marezzata e i salumi sono saporiti». Gli animali vivono per la quasi totalità del tempo all’aperto una vita priva di tensioni e affaticamenti, arricchita da un’alimentazione naturale, per lo più a base di erba e fi eno (photo © F-TECH).
In alto: quello di Carnerie è un allevamento che rispetta i fabbisogni naturali degli animali, che vivono all’aria aperta. A destra: nella bottega di Carnerie c’è la possibilità di degustare i vari prodotti, dalla carne ai salumi, e effettuare visite guidate della fattoria (photo © F-TECH).
L’ autunno arriva presto tra i boschi della Val di Vizze. Vipiteno non è distante, ma più di ogni altra località qui hanno puntato tutto su relax, tradizioni e lentezza. Il panorama che fa da sfondo è una natura strepitosa, diventata un’icona della montagna per intenditori, per chi predilige un’atmosfera d’altri tempi senza rinunciare alle comodità per le quali l’Alto Adige è universalmente apprezzato. Le 217 aziende agricole attive sono il biglietto da visita dell’impronta naturale della valle. Ampia e coltivata all’imbocco di Prati, la valle si stringe poco dopo e al borgo di Avenes la strada si impenna. Ci vuole ancora qualche chilometro per incontrare una zona paludosa dove ontani, salici e betulle affrescano il panorama insieme a giunchi e calte palustri. MARIO SARTORI, lo storico locale, conferma che la valle era chiamata “la grande pozza” e tale rimane durante il disgelo fi no a metà primavera prima del borgo di San Giacomo. Grube (pozza, in italiano), un pugno di case a mezza costa, prende il nome da questo fenomeno.
È dal biotopo pressoché unico che si lascia il fondovalle per raggiungere il Maso Jörgnerhof, di fi ne Settecento, alto sulla conca. Ancora per qualche giorno, fi no all’arrivo della prima neve, ma forse anche più tardi, gli animali di
ALEXANDER GUADAGNINI e VARENA ANGERER pascolano all’aperto. Hanno da poco