Le donne hanno un’emotività più profonda e spiccata, sentono gli eventi della vita con maggiore coinvolgimento e passione. Questa non è una debolezza ma una forza, perché le mette in contatto diretto con le energie interiori che ci portano sulla strada giusta per realizzare noi stessi. Le emozioni vanno accolte ed espresse, non soffocate: anche la tristezza, la paura e l’ansia sono stimoli alla crescita personale, ci conducono al nostro vero benessere. Questo libro consiglia come vivere bene i sentimenti che toccano l’animo femminile nelle diverse età. Conoscere a fondo le emozioni e saperle gestire significa imparare l’arte di stare bene con se stesse in ogni situazione e in ogni momento. Nel libro troverete i consigli più utili sugli atteggiamenti da adottare, gli esercizi psicologici e i fiori di Bach che aiutano a trovare la serenità.
Le emozioni. Il punto di forza delle donne
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Le emozioni Il punto di forza delle donne
Come vivere i sentimenti e star bene in ogni fase della vita
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Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
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Le emozioni. Il punto di forza delle donne Editing: Giuseppe Maffeis Grafica di copertina: Roberta Marcante © 2015 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
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Sommario introduzionE
Accogliere le emozioni per star bene..................... 7 L’ADOLESCENZA
La bambina lascia il posto alla donna.................... 43 20-30 anni
La ricerca della propria strada.............................. 63 30-45 anni
Si realizzano i progetti della vita........................... 85 45-55 anni
Ora dedicati al tuo benessere.............................. 117 60 anni e oltre
Una stagione da vivere pienamente..................... 145
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Età della donna ed emozioni: introduzione
Accogliere le emozioni per star bene
Nessuna emozione è giusta o sbagliata, tutte sono portatrici di un’energia utile alla nostra crescita. Le donne vivono l’emotività con maggiore intensità rispetto agli uomini. È un punto di forza, perché tutti i sentimenti, anche quelli più forti e aspri, se vengono accolti ed espressi, sono fonti di benessere
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età della donna ed emozioni: introduzione
Le emozioni non vanno giudicate, ma accettate
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e emozioni sono messaggeri dell’anima: ci informano su ciò che sta accadendo dentro di noi. Se le ascoltiamo, ci guidano verso il nostro benessere. Siamo abituati a dividere le emozioni tra quelle “positive”, come la gioia, e quelle “negative”, come la rabbia o la tristezza. Anche se potrà sembrare strano, gli stati emotivi più salutari sono invece proprio quelli che arrivano all’improvviso e scardinano le certezze dentro cui ci siamo rinchiusi. Come una folata di vento, spazzano via i dogmi, i luoghi comuni e gli schemi ripetitivi, riportandoci su una strada più autentica e più vicina alle nostre energie profonde. Ecco perché le emozioni, anche quelle più forti, spiacevoli e aspre, non vanno mai giudicate o negate, ma accolte di volta in volta per quello che sono, senza commenti, senza giudizi. Le emozioni sono nate con l’uomo; quelle di base, ossia quelle innate, che si riconoscono in qualsiasi essere umano, a prescindere da razza, cultura, tempo e luogo, sono otto: gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia, anticipazione. Non hanno bisogno di essere apprese, siamo già predisposti geneticamente a manifestarle in determinate occasioni o di fronte a certi stimoli.
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Ogni emozione può avere un’intensità diversa; la rabbia, ad esempio può insorgere all’inizio come semplice irritazione e sfociare in una vera e propria furia o ira. Dall’unione delle diverse emozioni di base e dall’interazione di queste ultime con la propria esperienza si ottengono emozioni più raffinate e complesse. Le emozioni hanno una precisa funzione evolutiva: nascono come dispositivo di adattamento alla realtà e potente spinta istintiva che ci induce a mettere in atto i comportamenti che ci consentono di sopravvivere e di perpetuare la specie. Senza queste reazioni immediate e innate (paura, disgusto) non potremmo scappare di fronte a un pericolo, ricercare e coltivare una passione, un interesse, una relazione (gioia) ma neanche mangiare o fare l’amore. Non potremmo esplorare e conoscere qualcosa di nuovo (sorpresa), non potremmo superare il lutto o le esperienze dolorose (tristezza), né difenderci dagli attacchi (rabbia). Le emozioni servono, però, anche a comunicare agli altri quel che ci accade dentro e a capire quello che provano, per poter interagire con loro. Non a caso, le espressioni mimiche che manifestano le emozioni di base sono innate e uguali in tutto il mondo e in tutte le culture. Le emozioni, anche quelle opposte tra loro, come gioia e tristezza, sono destinate a intrecciarsi e rincorrersi, come vuole l’antica legge degli opposti; sono complementari e non nemiche. 9
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età della donna ed emozioni: introduzione
Nessuna emozione è giusta o sbagliata L’arcobaleno delle emozioni è vario e ricco, ma tutte sono “giuste” e utili così come sono, perché portano un messaggio unico che ci è di aiuto in quel momento della nostra esistenza, per quanto spiacevole esso sia. Aboliamo subito la distinzione fra emozioni positive e negative: ci sono emozioni che ci fanno stare bene subito e altre che sul momento ci fanno stare male, ma poi si riveleranno utili; nessuna è finalizzata a recarci danno: il loro scopo è sempre il nostro bene. Accettare i propri sentimenti mentre li stiamo vivendo, senza respingerli, può riservarci straordinarie sorprese. La rabbia, ad esempio, per quanto invadente e fastidiosa, arriva per ricordarci che siamo vivi, ci dimostra che abbiamo rispetto di noi stessi e delle nostre esigenze; serve a darci la spinta a reagire di fronte a ciò che ostacola la nostra autorealizzazione. Ma quando la rabbia viene razionalizzata e trattenuta senza avere il modo di esprimersi (il che non vuol dire che l’espressione debba essere violenta) allora l’energia tenuta sopita dentro di noi provoca malesseri, non solo psicologici, ma anche fisici. Secondo la psicosomatica, infatti la rabbia a lungo inespressa si sfoga dentro di noi trasformandosi in mal di fegato o altri disturbi. Avviene con tutte le emozioni: la mente razionale viviseziona i sentimenti e spegne così la loro funzione vitale, legata a forze istintive, che agiscono sul corpo, senza passare per il filtro del cervello.
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L’emotività femminile: punto di forza Spesso le donne vengono considerate “troppo emotive”, attribuendo all’emotività un significato negativo, perché questa tendenza le renderebbe più fragili. Al contrario, la maggiore sensibilità è un punto di forza delle donne, perché consente loro di vivere più intensamente. Inoltre offre anche una capacità di “leggere” la realtà che va oltre il puro piano razionale. Non è vero, infatti, che le emozioni offuscano la mente; l’intelligenza più sottile è quella del nostro intuito, la capacità di tenere in considerazione fattori di diverso tipo, compresi quelli irrazionali. Le persone più dotate e intelligenti non sono affatto fredde e insensibili, ma uniscono all’acume intellettivo la sensibilità che deriva dalle percezioni emotive. Le donne colgono prima e meglio i messaggi che l’emozione ci invia attraverso i segnali corporei. Anche quelli che vengono dalle altre persone. Questa caratteristica si è sviluppata in particolare per assolvere meglio il ruolo familiare e sociale che è stato attribuito alla donna: la cura dei bambini, ma anche dei malati e degli anziani. Nello svolgimento di questo compito è importante avere empatia nei confronti delle persone e saperne coglierne i sentimenti e gli stati d’animo anche se non li si sa esprimere chiaramente. Essere più sensibili non va dunque considerato un difetto, non è sinonimo di debolezza o di dipendenza verso gli altri.
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età della donna ed emozioni: introduzione
Le emozioni e la ragione In alcune occasioni, mentre la ragione ci dice di lasciar perdere («Non è l’uomo che fa per me...») il sentimento ci trascina («Non è esattamente il mio uomo ideale ma non riesco a stargli lontano...»). Ma le emozioni e la razionalità sono due forze complementari e non opposte e dobbiamo imparare a farle dialogare, anziché metterle l’una contro l’altra. La maggior parte delle emozioni che sperimentiamo, in realtà, scaturisce da una mediazione in cui interviene la ragione, perché essa attribuisce significato agli stimoli che colpiscono i nostri sensi. Non è lo stimolo sensoriale in sé a scatenare la reazione emotiva, ma il senso che a esso attribuiamo attraverso l’esperienza e il ragionamento. Ci è stato imposto il primato della razionalità e le emozioni sono state messe in disparte. Ma emozione e razionalità sono davvero nemiche? Che le emozioni non vadano addomesticate ma utilizzate a fianco delle nostre facoltà intellettive, lo ha chiaramente dimostrato lo psicologo Daniel Goleman, che ha coniato l’espressione “intelligenza emotiva”, per indicare quell’insieme di capacità che ci consente di essere consapevoli di quel che sentiamo, di dare un nome alle emozioni, di gestire i sentimenti, di entrare in sintonia con gli altri, di leggere che cosa si nasconde dietro un tono di voce, un movimento o un gesto. È la capacità di “pensare sentendo” e di “sentire pensando”. 12
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In questo modo l’emozione diventa davvero consapevole. Grazie a questa consapevolezza, le persone riescono ad ascoltare le proprie emozioni e a guidare al meglio la propria vita, conquistando una percezione più sicura di ciò che realmente provano nei vari momenti e di quello che effettivamente occorre fare per il proprio benessere.
Spegnere le emozioni o esserne travolti? La capacità di osservare istante per istante le proprie emozioni e i propri stati d’animo è fondamentale per la comprensione psicologica di se stessi; l’incapacità di farlo ci lascia alla mercé della spinta emotiva turbolenta oppure ci porta a cercare l’annullamento dell’emotività. Queste due opposte posizioni sono entrambe pericolose per l’equilibrio psicofisico. Se ci lasciamo travolgere dalle emozioni, senza riconoscerle davvero, diventiamo banderuole in balia di un vento capriccioso e volubile; così il rapporto con gli altri diventa difficile; nascono frequenti incomprensioni che possono contribuire a creare insicurezza personale, danneggiano l’autostima e ci lasciano un senso di frustrazione. Se invece cerchiamo di spegnere del tutto le emozioni, scivoliamo in una visione del mondo troppo distaccata, fredda, razionale, in bianco e nero. Così reprimiamo gli impulsi interiori, che sono l’espressione della nostra unicità. Ci comportiamo in maniera asettica, uguale a quella di tutti gli altri. 13
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