Come gestire le emozioni

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Le emozioni sono la voce dell’anima, energie emotive che vengono dal profondo. Anche quelle apparentemente sgradevoli, come la paura, la rabbia e la gelosia, sono indispensabili per il nostro bene. Ci proteggono da persone e situazioni che sono pericolose o non adatte a noi. Non bisogna annullarle o reprimerle ma ascoltarle senza farsi travolgere. Se le lasciamo stagnare o le soffochiamo, possono invece straripare e farci ammalare. Nel libro spieghiamo come vivere in modo consapevole le varie emozioni, dalla gioia, alla tristezza, fino all’invidia. Se sono accolte e manifestate in modo sano migliorano il benessere e l’autostima, aiutano a esprimere a pieno la propria personalità.

Come gestire le emozioni

RIZA Guai a soffocarle: riemergono come disturbi fisici

Come gestire le emozioni Tutte le emozioni, anche quelle ritenute “sbagliate”, sono l’espressione della nostra energia interiore Ecco come farle diventare un’occasione di crescita

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Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

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Come gestire le emozioni Tutte le emozioni, anche quelle ritenute “sbagliate”, sono l’espressione della nostra energia interiore Ecco come farle diventare un’occasione di crescita

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Come gestire le emozioni Editing: Giuseppe Maffeis Copertina: Roberta Marcante Immagine di copertina: Alberto Ruggieri Immagini: Fotolia, 123rf © 2016 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.

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SOMMARIO introduzione Le emozioni sono le voci dell’anima

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Capitolo 1 Quali sono le emozioni e a cosa servono

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Capitolo 2 Le emozioni sono il tramite tra mente e corpo

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Capitolo 3 La paura ti salva la vita

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Capitolo 4 La rabbia va espressa, in modo sano

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Capitolo 5 La tristezza ti blocca per farti cambiare

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Capitolo 6 La gioia ti indica che la via è giusta

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Capitolo 7 L’invidia è uno stimolo a valorizzarti

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Capitolo 8 La gelosia: temi soprattutto di perdere te stesso

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Capitolo 9 Il disgusto: per difenderti e distinguerti

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Capitolo 10 L’emozione aiuta nel rapporto uomo-donna

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Introduzione

Le emozioni sono le voci dell’anima

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osa sono le emozioni? Che ruolo hanno nella vita di ogni giorno? A volte si ha l’impressione che siano scomode interferenze, una sorta di eredità della nostra parte primitiva di cui vorremmo liberarci, perché ci complicano la vita. Altre volte sopraggiungono in modo troppo intenso o fuori luogo così che emozionarsi diventa quasi una colpa, la confessione di una debolezza, il fallimento della capacità di autocontrollo. Altre volte invece si ha la sensazione che esercitino un controllo totale su di noi, trasformandoci in banderuole in balia di un vento capriccioso e volubile; oppure sono capaci di paralizzare ogni nostra iniziativa, facendoci girare a vuoto. Sappiamo altrettanto bene che le emozioni sono indispensabili: senza di loro non avremmo umanità, saremmo degli automi. Siamo pronti a vivere senza amore, senza gioia, sorpresa o speranza? Naturalmente no. E pensandoci bene, quante volte anche la rabbia, la paura, il disgusto ci hanno protetto da persone e situazioni pericolose o che non facevano proprio per noi? Le emozioni rappresentano, infatti, una sorgente di informazioni indispensabili per comprendere la nostra anima, per non perdere di vista cosa vogliamo, e per intuire cosa 7

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Introduzione

sta succedendo alle persone intorno a noi. Provengono dalla sfera più profonda della nostra interiorità - non a caso si definiscono “viscerali” - e intrattengono un dialogo privilegiato con la nostra anima. La combinazione personale e unica di emozioni che sentiamo ed esprimiamo, momento dopo momento, caratterizza la personalità di ciascuno. Piuttosto che annullarle o tenerle a bada strategicamente, vi proponiamo di avvicinare le emozioni per fare la loro conoscenza, per farle diventare più “intime” e imparare a non temerle, riconoscendole per quel che sono: la voce della nostra anima, un sussurro che diventa un frastuono assordante quando ci tappiamo le orecchie per non sentirle. Le emozioni, anche quando ci mettono in imbarazzo e in difficoltà sono energie potenzialmente costruttive, a patto però che vengano vissute consapevolmente. Altrimenti, rimangono inespresse e serrate nel nostro cuore e possono arrivare a farci ammalare. Immaginiamo che dentro di noi vi sia una sorgente di acqua pura che, se scorre liberamente, irriga e rende fertile il terreno, se invece è contenuta in argini troppo rigidi o costrittivi, rischia di trasformarsi in una forza ostile. Quando l’energia emotiva ristagna può, infatti, generare malattie somatiche o depressione. Quando finisce per straripare, può causare attacchi di panico o somatizzazioni acute. Per comprendere come si possono vivere le emozioni nel modo più naturale, guardiamo i bambini che sono capaci di piangere e ridere poi subito dopo. Ecco cosa vuol dire viverle secondo natura: saperle riconoscere nel momento in cui arrivano e non soffocarle, contrastarle o cercare di 8

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Le emozioni sono le voci dell’anima

correggerle. Non si tratta nemmeno di scegliere se domarle, subirle o esserne in balia. Sono forze alleate da cui c’è sempre qualcosa da imparare. Sono cartelli stradali che ci indicano la direzione da prendere, quando aspettare o avere la precedenza e ci avvisano quale deviazione non imboccare… Bisogna seguirle con fiducia per poter accedere a tutte le risorse e le energie della nostra sorgente interiore. Fidarsi di ciò che sentiamo è molto importante per il nostro equilibrio e la nostra autostima. Solo così possiamo esprimere la nostra personalità. Non rimane che imparare come riconoscerle e accoglierle nel modo giusto, per entrare in contatto con loro, senza bloccarle né lasciarsi travolgere.

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Capitolo 1

Quali sono le emozioni e a cosa servono Non esistono emozioni negative perchĂŠ ognuna porta un messaggio di inestimabile valore. E tutte sono alleate della nostra salute psicofisica

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Capitolo 1

Sono istintive e innate

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e emozioni hanno una precisa funzione evolutiva: sono un dispositivo di adattamento alla realtà. Sono la parte consapevole di una potente spinta istintiva che ci induce a mettere in atto i comportamenti di base necessari per sopravvivere e per perpetuare la specie: fuga, attacco e paralisi sono i principali. Senza queste reazioni immediate e innate non potremmo scappare di fronte a un pericolo quando proviamo paura o disgusto; non potremmo coltivare una passione, un interesse o una relazione con gioia, sorpresa e speranza ma neanche mangiare o fare l’amore. La sorpresa ci spinge a essere curiosi verso le novità; la tristezza ci chiude in noi stessi per farci elaborare e superare le esperienze dolorose. La rabbia ci difende dagli attacchi altrui e dalle ingiustizie. Le emozioni sono altrettanto indispensabili per comunicare agli altri quel che ci accade dentro e intuire la stessa cosa in loro. Non a caso, l’espressione mimica delle emozioni fondamentali è innata, prescinde dalla cultura e dall’apprendimento per imitazione, tant’è che viene messa in atto anche dai bambini nati ciechi. Le emozioni possiedono perciò una forza comunicativa indispensabile per dialogare con la nostra anima e con gli altri, facendo sbocciare ed esprimere la nostra personalità nel mondo. 12

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Quali sono le emozioni e a cosa servono

Come si esprimono Dal punto di vista biologico, le emozioni si esprimono a tre livelli diversi, proprio per la loro finalità specifica di permettere una migliore sopravvivenza nei confronti dell’ambiente esterno, dello stato d’animo interno e dell’ambiente sociale. Questi tre livelli si attivano ogni volta che proviamo un’emozione, anche se non ce ne accorgiamo: • viscerale: si attiva uno stato di vigilanza e allerta, per esempio il cuore batte più forte, lo stomaco si chiude, si inizia a sudare… • comportamentale: si esprime secondo schemi automatici, per esempio attacco o fuga; • espressivo: si rivela tramite le espressioni del volto e la postura, per comunicare agli altri lo stato emotivo. Se da un lato questi tre livelli rendono riconoscibile e utile l’emozione, dall’altro possono essere il modo in cui l’emozione inespressa o negata si somatizza nel corpo e ci fa ammalare. Meno la componente espressiva o comportamentale si manifestano, infatti, più la componente viscerale diventa intensa. Ogni emozione può avere, inoltre, un’intensità e un’evoluzione diverse; la rabbia, ad esempio, può insorgere all’inizio come semplice irritazione e sfociare in una vera e propria furia o ira. 13

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Capitolo 1

Le emozioni più importanti Le emozioni hanno un ruolo rilevante per adattare l’individuo all’ambiente. Proprio per la loro importanza evolutiva, alcune emozioni sono definite primarie. Si tratta di emozioni di base, che tutti possono riconoscere negli altri, perché si esprimono nello stesso modo in tutti gli esseri umani, nell’espressione del volto e nel comportamento, indipendentemente dalla cultura. Le emozioni primarie hanno anche una specifica attivazione cerebrale, che i ricercatori hanno individuato in modo sempre più preciso. Le altre, che derivano dalla combinazione di diverse emozioni primarie, si definiscono secondarie.

Quelle primarie Le emozioni primarie, secondo una delle classificazioni più accreditate, sono: 1. rabbia: conseguenza della frustrazione, si esprime attraverso l’aggressività ed è una potente spinta di attacco se viene espressa verso l’esterno; se repressa può causare, a lungo andare, diversi sintomi psicosomatici in quanto l’attivazione fisiologica permane e danneggia l’equilibrio dell’organismo. Un esempio è il classico mal di stomaco dopo una riunione di lavoro. Ha una funzione difensiva; 2. paura: è un’emozione molto istintiva che ci allerta 14

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Quali sono le emozioni e a cosa servono

per una situazione potenzialmente pericolosa. Ha una funzione protettiva; 3. tristezza: si origina in seguito a una perdita, a un lutto, oppure a causa di uno scopo non raggiunto; 4. gioia: è legata alla soddisfazione. Si tratta di un’emozione molto intensa e piacevole; 5. sorpresa: si origina da un evento inaspettato, e può essere seguita da paura oppure da gioia; 6. disgusto: è la risposta repulsiva contraddistinta da un’espressione facciale specifica.

Quelle secondarie Oltre alle emozioni primarie, esistono anche altre emozioni, chiamate secondarie. Tutte le altre, poi, nascono dalla combinazione di quelle base con altri stati d’animo. Per esempio, gioia e fiducia contraddistinguono l’amore; fiducia e paura creano la sottomissione; tristezza e disgusto insieme danno origine al rimorso oppure al senso di colpa. Ecco quali sono le emozioni secondarie: • allegria: è un sentimento di piena e viva soddisfazione dell’animo; • invidia: è uno stato emozionale di ostilità, in cui un soggetto sente un forte desiderio di ottenere ciò che l’altro possiede, o di avere le sue qualità; • vergogna: è la reazione emotiva che si prova come conseguenza della trasgressione di regole sociali; 15

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Capitolo 1

• ansia: è la reazione emotiva angosciosa che si scatena quando si teme un pericolo ipotetico, distante e rivolto al futuro, e si immaginano situazioni spiacevoli che non necessariamente si verificheranno; • rassegnazione: è la disposizione d’animo di chi accetta pazientemente un dolore o una sfortuna; • gelosia: è lo stato emotivo che deriva dalla paura di perdere qualcosa che appartiene già al soggetto o qualcuno che gli è vicino; • speranza: si tratta della tendenza a ritenere che fenomeni o eventi siano gestibili e controllabili, e quindi possano essere indirizzati verso esiti migliori, più fortunati e più felici; • perdono: è la sostituzione delle sensazioni spiacevoli che seguono un’offesa percepita (per esempio rabbia e paura) con delle sensazioni gradevoli (per esempio empatia e compassione); • offesa: si tratta del danno morale che si arreca a una persona con atti o con parole; • nostalgia: è uno stato di malessere causato da un acuto desiderio di un luogo lontano, di una cosa o di una persona assente o perduta, di una situazione finita che si vorrebbe rivivere; • rimorso: è lo stato di pena o turbamento psicologico sperimentato da chi ritiene di aver tenuto comportamenti o azioni contrari al proprio codice morale; • delusione: si tratta dello stato d’animo di tristezza provocato dalla constatazione che le aspettative e le speranze coltivate non hanno riscontro nella realtà. 16

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Quali sono le emozioni e a cosa servono

Non vanno giudicate positive o negative Sebbene possiamo distinguere le emozioni in primarie e secondarie, non ha senso considerarle buone o cattive, positive o negative. Giudicarle è la cosa peggiore che possiamo fare, perché le emozioni sono “giuste” e utili così come sono. Portano un messaggio unico, l’unico che può aiutarci in quel momento, per quanto apparentemente spiacevole esso sia. Il vissuto dell’emozione, se non giudicato, può riservarci delle sorprese, per esempio: la rabbia, per quanto pervasiva e disturbante, può ricordarci che siamo vivi, che abbiamo rispetto di noi stessi e darci la spinta per reagire o la consapevolezza che abbiamo a cuore quella situazione. Oppure la tristezza, quando si manifesta come una dolce, lieve, melanconia ci spinge a trovare l’affetto delle persone care. Siamo abituati a considerare alcune emozioni negative, non solo perché disturbano la nostra quiete ma anche perché è stata attribuita loro dalla società una valutazione morale che le rende riprovevoli; è il caso di rabbia, tristezza, senso di colpa. Questo processo culturale ci ha danneggiato non poco: rinnegare o reprimere l’aggressività o la rabbia senza trovare vie di sfogo, ad esempio, non ha fatto altro che generare esplosioni di violenza 17

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Capitolo 1

del tutto irrazionali e sempre più frequenti che tanto ci sgomentano, imputate, a torto, solo alla follia di chi le commette. In senso opposto, l’attribuzione di un valore assolutamente positivo alla gioia e alla serenità ha fatto sì che esse diventassero le sole emozioni che vorremmo vivere, alimentando un’aspettativa a dir poco irrealistica. Il nostro concetto di serenità o di felicità identifica questa condizione in uno stato di pace che però è incompatibile con la natura umana. Le emozioni, anche quelle opposte tra loro, come gioia e tristezza, sono destinate a intrecciarsi e rincorrersi, perché sono complementari e non nemiche. Aboliamo quindi la distinzione fra emozioni positive ed emozioni negative: ci sono emozioni che fanno stare bene e altre che fanno stare male, ma nessuna è finalizzata a recarci danno.

Se le reprimi ti ammali Alcune emozioni insorgono in modo repentino ed evidente, come la paura o il “colpo di fulmine”; altre si manifestano in sordina, come il rancore o alcune forme di ansia. In entrambi i casi, persistono solo se alimentate dal nostro ragionamento, perché il tempo delle emozioni è il presente: ciò che sentiamo è qui e ora. Questa caratteristica delle emozioni può esserci di grande aiuto per imparare a essere più coinvolti in ciò che facciamo, più concentrati e paradossalmente efficienti, come suc18

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Quali sono le emozioni e a cosa servono

cede quando ci lasciamo assorbire da ciò che ci appassiona, oppure siamo immersi in un film che ci diverte, o stiamo con le persone che amiamo. Quando le emozioni permangono dentro di noi, ciò avviene perché sono alimentate dal pensiero oppure rimangono inespresse, e l’attivazione fisiologica non si conclude. Allora arrivano i disagi. A livello psicologico si possono manifestare attacchi di panico, ansia, depressione. L’approccio psicosomatico ci spiega come molti sintomi di tipo fisico celano una componente emotiva ancora attiva e nascosta: disturbi digestivi, intestinali e cutanei ne sono un esempio. Reprimerle può portare, a lungo termine, anche a manifestare disturbi somatici più importanti: come pressione alta, patologie cardiache oppure infiammatorie. Per le patologie cardiache, per esempio, si riscontra spesso nella persona un mix esplosivo tra reattività e controllo dell’emotività, una caratteristica definita “personalità B”. Anche in alcuni tipi di tumori, per esempio al seno, è stata rilevata frequentemente la presenza di emozioni rabbiose represse, tanto da far parlare di una personalità a rischio, definita di tipo C. Molti pensano che l’eccesso di emotività generi disturbi anche a livello corporeo. In realtà, è piuttosto la loro negazione a creare i maggiori problemi. Sapersi destreggiare con le emozioni, in un equilibrio dinamico, riduce il rischio di malattie psicosomatiche, previene e aiuta a superare i disturbi dell’umore, l’ansia, la depressione e gli attacchi di panico. 19

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