La prostata in salute

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LA PROSTATA IN SALUTE

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LA PROSTATA IN SALUTE LE REGOLE INDISPENSABILI PER PROTEGGERLA DOPO I 40 ANNI Le cose da fare per mantenerla giovane ed evitare l’ipertrofia e anche il tumore:

• evita il sovrappeso • pratica attività sportiva • fai l’amore regolarmente • rispetta il sonno notturno • tieni sotto controllo colesterolo e glicemia

LA DIETA CHE LA SALVA Ci vogliono le vitamine contenute in pomodori, semi di zucca e crucifere

SPECIALE: GLI INTEGRATORI CHE NE CONSERVANO L’EFFICIENZA Cover PROSTATA ok.indd 7

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SOMMARIO

Ecco che cosa devi sapere per proteggere la prostata STRUTTURA, FUNZIONI E PATOLOGIE La prostata: identikit della ghiandola maschile Tutti i numeri del problema Tutte le similitudini con il seno femminile La prostatite: quando la ghiandola si infiamma Gli esami per individuare cosa l’ha causata Ecco come si cura la prostatite IPB: quando la ghiandola si ingrossa Come si esegue una diagnosi di IPB Le medicine usate contro l’ipertrofia Quando è necessaria la mano del chirurgo? È la sede del tumore maschile più diffuso Ecco come si fa a diagnosticare il carcinoma Ecco quali sono le migliori terapie oggi disponibili

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Non tutti i pazienti devono essere trattati Che cosa succede dopo l’intervento? Come ritrovare l’intesa sessuale Maschi e urologi: un rapporto difficile A che cosa serve il controllo del PSA

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LE NOVITÀ E LE RICERCHE In arrivo un test più accurato del PSA Un esame nuovo si fa con la saliva Tutte le prospettive dell’immunoterapia Anche gli ultrasuoni possono essere utili L’acido acetilsalicilico protegge Si può fare anche la diagnosi olfattiva Fumo e carcinoma prostatico: una questione aperta

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GRANDI

GUIDE

EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Immagini: Fotolia, 123rf, Shutterstock

STILE DI VITA E ALIMENTAZIONE

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Le visite di controllo iniziano a 50 anni La prevenzione che non ti aspetti: il sesso Via la pancetta e la ghiandola ringiovanisce Attenti anche ai valori del colesterolo Il buon sonno mantiene la prostata sana C’è un legame con la salute dell’intestino L’attività sportiva è alleata della prostata Test: in te le energie scorrono o ristagnano, infiammandoti? Come i vari cibi agiscono sulla ghiandola Gli alimenti che servono a fare prevenzione Il pomodoro, amico della prostata Dai semi di zucca una manciata di salute Ecco il menu che salva la prostata

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Stampato in Italia da: Caleidograf s.r.l. Via Milano 45, 23899 Robbiate (LC) Distribuzione per l’Italia: So.Di.P “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tutti i diritti riservati. Questa pubblicazione è protetta da copyright ©. Nessuna parte di essa può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.

INTEGRATORI E RIMEDI NATURALI La Serenoa repens, un farmaco naturale Anche l’ortica è una scelta vincente L’Ajuga reptans, un rimedio antico e sempre valido Zinco e selenio non devono mancare Il pino aiuta a vincere i disturbi pelvici Pygeum africanum: evita i risvegli notturni L’uva ursina cura la prostatite La vitamina D è antitumorale Elimina le infezioni con il mirtillo rosso La vitamina C come anticancro L’epilobio regolarizza gli ormoni

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struttura, funzioni e patologie

La prostata: identikit d Poco conosciuta anche dagli stessi uomini, diventa oggetto di attenzione solo quando si ammala o dà problemi. Invece è fondamentale per la vita sessuale e la continenza urinaria, senza dimenticare la capacità procreativa

Il 50% dei maschi italiani

non sa che cosa sia e nemmeno dove sia situata

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a prostata è una ghiandola fondamentale dell’apparato riproduttore dei mammiferi maschi. Presente in posizioni e dimensioni diverse nelle varie specie animali, nell’uomo può essere paragonata per forma e dimensioni a una castagna: il suo aspetto ricorda vagamente un cono, più largo nella parte bassa, che tende ad assottigliarsi in quella più alta. In genere raggiunge un diametro massimo (nella parte mediana) di circa quattro centimetri, mentre ha un’altezza di

tre e la misura antero-posteriore (quella da “davanti” a “dietro”) è di due centimetri circa. Il suo peso può variare dai 10 ai 20 grammi.

È collocata in una posizione delicatissima

Per quanto le sue dimensioni siano contenute, la sua posizione è “centrale” rispetto all’apparato genito-urinario. La dobbiamo infatti collocare idealmente tra il retto e la vescica, al di sopra del

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it della ghiandola maschile peritoneo. È posizionata in modo tale da “abbracciare” l’uretra, ovvero il canale che porta l’urina all’esterno, partendo dalla vescica. Così diventa facilmente intuibile (benché non si voglia anticipare ora il discorso medico, che affronteremo più avanti) come un qualsiasi problema a carico della prostata non possa che coinvolgere l’insieme dell’apparato urinario.

quelle prettamente ghiandolari, all’interno delle quali si genera il fluido che compone il liquido seminale. Vi sono però anche le cellule muscolari, che hanno il compito di spingere il liquido verso l’esterno e che controllano anche il flusso urinario. Vi sono poi cellule fibrose, che hanno sostanzialmente una funzione di supporto connettivo e di struttura.

Produce il liquido seminale

Attorno vi è una complessa rete di condotti e vasi

La funzione della prostata è duplice: svolge un ruolo chiave nella funzione riproduttiva producendo il liquido seminale che consente agli spermatozoi di essere nutriti e di potersi muovere in un ambiente liquido quando, dopo l’eiaculazione, devono procedere nel viaggio verso l’ovulo. Da un punto di vista urinario, invece, ha la capacità di modulare (o occludere, se necessario) il flusso delle urine, dato che la sua struttura muscolare abbraccia il canale, l’uretra, che porta le urine dalla vescica verso l’esterno. La definizione di ghiandola, riferita alla prostata, è un po’ sminuente rispetto alla complessità della sua struttura. Schematizzando, infatti, possiamo dire che al suo interno ci sono tre tipi di cellule. Le prime sono

Come è facile immaginare, il fatto che si tratti di una ghiandola così “centrale” in termini di posizione e con un ruolo tanto delicato da un punto di vista biologico, fa sì che la prostata sia al centro di una fitta rete di vasi sanguigni (deputati a portare il sangue ricco di ossigeno e riportare ai polmoni quello venoso, saturo di anidride carbonica), di innervazioni e linfonodi. I nervi in particolare servono a gestire i movimenti della vescica, ma anche il riflesso coitale (le spinte che si avvertono durante l’eiaculazione) e anche la funzione erettile. Questi fasci nervosi si trovano ai lati della prostata stessa e rappresentano una rete molto delicata e complessa. n

la storia medica

È sempre stato un organo misterioso Le conoscenze sulla prostata non hanno avuto lo stesso sviluppo lineare che hanno avuto quelle relative ad altri organi del corpo umano. La sua funzione non fu chiara fino a quando non intervenne Giovanni Battista Morgagni (era il 1761) a fornire una descrizione minuziosa della sua struttura e a parlare del ringonfiamento prostatico quale causa dei disturbi minzionali nella popolazione anziana. Va però ricordato che siccome la vita media della popolazione non superava spesso i 50 anni di età, i problemi prostatici erano rari, dato che in genere subentrano dopo questa età. Non si sentiva, quindi, l’esigenza di approfondire gli studi sul suo conto.

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STRUTTURA, FUNZIONI E PATOLOGIE

Tutti i numeri del problema

Per capire quanto sia delicata questa ghiandola, basti pensare che ogni anno si ammalano quasi 35 mila di tumore. E che l’80% degli ultrasettantenni soffre di iperplasia prostatica, cioè di ingrossamento

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a prostata è una ghiandola delicata, che tende ad accusare una serie di problemi, con il passare del tempo e l’avanzare dell’età. Vi sono una serie di disturbi correlati alla sua salute che andremo a descrivere nel dettaglio nelle pagine a seguire ma che qui anticipiamo da un punto di vista epidemiologico, ovvero numerico, per far comprendere quali siano le dimensioni del problema nella popolazione generale.

IL DISTURBO DI TIPO INFIAMMATORIO

Cominciamo questa trattazione epidemiologica dei disturbi della prostata partendo da quello meno grave: la prostatite. Questa è in genere di origine batterica e il “picco” di massima diffusione si ha attorno ai 40 anni di età, che rappresenta il momento culmine di una fascia compresa tra i 30 e i 50 anni. Prima e dopo questa età

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i casi sono numericamente inferiori. Attorno ai 40 anni si gioca anche un’altra partita molto importante: è il momento in cui il disturbo rischia maggiormente di diventare cronico e dare, così, fastidi protratti nel tempo. Esiste una stima per cui la metà dei maschi soffre almeno una volta di prostatite, nel corso della propria vita. E questa tende a cronicizzare in una percentuale compresa tra i 5 e il 14% dei casi. Tale “imprecisione” delle stime deriva dal fatto che non c’è una uniformità di diagnosi, nelle varie aree del Paese: non sempre gli uomini accettano di consultare uno specialista qundo sono alle prese con problemi all’apparato riproduttore. Al contrario la maggior parte spera che i fastidi se ne vadano da soli o con cure “fai da te”.

della popolazione maschile nel corso della vita. Dato che il rischio tumorale aumenta con il passare del tempo e l’avanzare dell’età, la maggiore aspettativa di vita fa sì che siano anche aumentati i casi di carcinoma della prostata. Oggi, dati alla mano, circa un quarto della popolazione di ultrasettantacinquenni è affetta da questa patologia, con fastidi più o meno severi. n

È molto diffuso: sopra i 75

L’ipertrofia: quando aumenta di volume

anni un maschio su due lamenta disturbi in questa sede

L’ipertrofia prostatica benigna è una condizione molto diffusa tra la popolazione maschile e si manifesta in maniera via via crescente con il passare del tempo. Avremo modo di analizzare nel dettaglio come tale condizione sia correlata alle variazioni di assetto ormonale che dipendono dal passare del tempo anche nell’organismo maschile (al punto che, parallelamente alla menopausa femminile si parla di andropausa, nel maschio). Per adesso basta sapere che questa condizione è praticamente assente nei trentenni, salvo poi cominciare a essere più percepita e percepibile attorno ai 40 anni di età, momento in cui può colpire fino al 10% della popolazione. La curva dimostra chiaramente come vi sia una impennata di casi a partire dai 50 anni, momento della vita in cui sono anche suggeriti gli esami per il controllo della salute prostatica. Al di sopra dei 70 anni i casi di IPB (la sigla che sta per Ipertrofia Prostatica Benigna, appunto), toccano fino all’80% della popolazione (ovviamente maschile).

Il tumore, il più diffuso tra i maschi

Si tratta del tumore più diffuso nella popolazione maschile, al di là di quelli della cute (che hanno numeri ancora maggiori ma vengono catalogati in un registro apposito) e colpisce fino al 18%

il carcinoma

Nel 2017 ci sono stati 34.800 casi Per quanto riguarda il carcinoma prostatico, i dati del registro ARTIUM indicano che ogni anni vi è un numero che si aggira attorno ai 35 mila nuovi casi di tumore prostatico, ma sono dati in aumento perché è in aumento anche l’età media della popolazione italiana e il carcinoma della prostata è più frequente negli anziani. Secondo le indagini statistiche, nel corso dell’esistenza un italiano su sette si ammala di tumore alla prostata. E nella popolazione over 50 un connazionale ogni 16 è, in questo momento, portatore di tale problema.

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struttura, funzioni e patologie

Tutte le similitudini con il seno femminile Paragonare la prostata alla mammella può sembrare una forzatura. Ma la loro vulnerabilità e determinate caratteristiche funzionali ed ereditarie comuni dicono che sono molto più simili di quanto possa sembrare

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i sono molti motivi per cui il seno della donna e la prostata nell’uomo possono considerarsi organi simili. Certo, svolgono funzioni molto diverse e sono dislocati anche in distretti corporei molto lontani, ma al di là di queste differenze macroscopiche, emergono sempre più similitudini tra gli uni e l’altra. Al punto che per certi versi possiamo considerarli analoghi, nel sesso opposto.

condividono il fatto di essere delle ghiandole

Anche se le finalità sono molto diverse, il tessuto ghiandolare è primario nel seno come nella prostata. Come tutte le ghiandole, poi, hanno uno scopo secretivo, ma anche in questo caso tra seno e prostata vi è una similitudine: quella di essere responsabili della produzione di secrezioni che permettono il nutrimento. Il seno materno con-

Se va in sofferenza, testimonia una certa rigidità interiore Tale analogia consente anche di interpretare le difficoltà e i disturbi della prostata come una mancata accettazione della parte “morbida”, femminile di sé. L’uomo è molto legato a una immagine di forza, che non deve lasciar trasparire vulnerabilità. Il corpo maschile “difende”, per così dire, le parti più delicate all’interno delle cavità dell’addome, la zona che è più semplice da proteggere, anche solo nella lotta. Ma se la protezione è giusta e normale, questa non deve diventare una negazione. La parte femminile di ogni uomo, se non viene a sua volta accudita, si ribella e infiamma, diventa più grande per farsi notare. O degenera in qualcos’altro.

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sente di allattare il bambino appena nato, mentre la prostata serve a garantire la vitalità del seme maschile in vista della fecondazione. Questo aspetto particolare rende l’uno e l’altra molto importanti per sentirsi in qualche modo “completi” nel proprio mondo di riferimento, femminile e maschile.

purtroppo entrambi sono molto vulnerabili

Una prima analogia tra seno e prostata è dovuta al fatto che si tratta delle parti del corpo più vulnerabili, rispetto alla malattia tumorale. Statisticamente, infatti, è stato calcolato che un uomo su sette si ammalerà di tumore prostatico nel corso della sua vita. È un dato simile a quello femminile, per cui la malattia si sviluppa (numeri alla mano) in una donna su otto.

Si ammalano anche per colpa dell’alterazione dei medesimi geni

le neoplasie hanno una causa genetica simile

Alcuni tumori del seno e della prostata sono legati a una mutazione genetica dei geni BRCA 1 e 2. nella donna tale fragilità è più pericolosa che nell’uomo, ma potrebbe diventare decisiva per stabilire che la familiarità dei tumori al seno non va calcolata solo sulla linea femminile ma anche sull’asse che lega padre e figlia. n

chiamati BRCA 1 e 2

in comune hanno anche il fatto che i problemi tumorali hanno origine ormonale

La crescita di alcuni tumori al seno (in questo caso non tutti, ma comunque si tratta di una maggioranza significativa) e della prostata viene stimolata da ormoni, come gli estrogeni o gli androgeni. Di conseguenza per entrambi è stata messa a punto una terapia ormonale che è diretta a contrastare l’azione delle ghiandole che producono tali ormoni, in modo che non abbiano un’azione proliferativa sul tumore.

l’analogia

I 50 anni come età spartiacque Non è un caso che proprio ai 50 anni, quando fisiologicamente finisce l’età fertile dell’esistenza, molti uomini e donne inizino a vedersi con occhi diversi e si lascino andare nella falsa convinzione che, terminato il compito procreativo, venga meno anche una certa utilità, una funzione indispensabile al proprio scopo biologico sul pianeta. È in questo momento della vita che parte la curva più epidemiologicamente significativa dei disturbi a seno, ovaie, prostata. Nell’ultimo caso tali problemi raccontano una mancanza di cura di sé e del proprio bisogno di esplorare una dimensione creativa, vivificante, vitale che invece la maggior parte delle persone ritiene (erroneamente) appartenere al passato.

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struttura, funzioni e patologie

La prostatite:

l’infiammazione che colpisce i quarantenni Si tratta del disturbo più diffuso in questa fascia di età e dipende soprattutto dalle infezioni ma anche da tensione, disturbi intestinali e troppa sedentarietà

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on il termine prostatite si intende l’infiammazione della ghiandola prostatica. I motivi per cui si può verificare tale infiammazione sono molti e possono dipendere da una infezione di tipo batterico (con la risalita di germi dall’uretra che si annidano proprio nella prostata), da uno stato infiammatorio legato a una malatia a trasmissione sessuale, da un periodo di stress particolare o persino da una eccessiva sedentarietà, che porta a gravare sul perineo, mandando in sofferenza la prostata. Non va dimenticata la stitichezza: anche questa può dare una infiammazione indiretta.

Si ritiene che anche lo stress

possa essere la causa di questo problema

Provoca un malessere generale simile alla cistite

In genere l’infiammazione della prostata dà una serie di sintomi simili a quelli delle infezioni delle vie urinarie. Ci sono sintomi di carattere generale come febbre (con punte che superano i 38 gradi e mezzo, specialmente nella fase di esordio o nei momenti acuti), dolore pelvico e addominale oppure alla schiena. Anche un senso di pesantezza e dolenzia alla zona perineale può essere indicativa di prostatite. Infine va segnalato come anche dolori al retto possano essere connessi ad una infiammazione della ghiandola e non (come potrebbe sembrare) espressioni di un disturbo intestinale. A questi sintomi di carattere “generale” se ne uniscono altri, più specifici. 12

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Le differenze tra le diverse tipologie: Tipo I – La prima tipologia è la prostatite acuta di tipo batterico

Si distingue perché ha una insorgenza molto rapida (si può passare dalla salute perfetta a un profondo malessere nel giro di poche ore). Come suggerito dal nome, la causa è batterica e si tratta in genere degli stessi patogeni che causano infezione alle vie urinarie (vescica e, nei casi più gravi, reni). La prostatite però è anche la conseguenza di malattie sessualmente trasmesse, come l’infezione da clamidia, gonorrea e altri.

Tipo II – La prostatite cronica batterica

condivide la causa del disturbo, ma i sintomi sono molto più sfumati, al punto da non causare rialzi febbrili e dolori particolarmente intensi. La diminuzione dell’intensità dei sintomi viene però compensata dalla durata di questi: in genere si parla di prostatite cronica quando il disturbo ha una durata continua e ininterrotta da almeno 3 mesi.

ampio circa i motivi della comparsa di questo quadro infiammatorio. Secondo alcuni esperti potrebbe essere scatenata da un problema infiammatorio delle innervazioni connesse alla ghiandola. Per altri ricercatori il problema potrebbe essere autoimmune e altri ancora individuavano in un eccesso di stress psicofisico la causa scatenante. La totale mancanza di febbre è la differenza più importante tra questa prostatite e le precedenti.

Tipo IV – Si tratta di una situazione

particolare per cui, a seguito di controlli per la valutazione della fertilità, compare la presenza di globuli bianchi nel secreto della prostata, ma senza che ciò determini dolore locale o disturbi generalizzati. Il motivo per cui questa situazione non determina alcun disturbo è ancora ignoto.

Tipo III – La prostatite cronica di origine non batterica è una patologia particolare che prende il nome anche di sindrome dolorosa pelvica. Si tratta del tipo di prostatite più diffuso nella popolazione maschile e c’è un dibattito ancora molto

Ci sono disturbi “localizzati”

Le prostatiti oltre ai disturbi di tipo generale che abbiamo appena descritto, possono provocarne anche altri, localizzati. Quelli che vengono più spesso riferiti dai pazienti sono le alterazioni urinarie (che possono andare dall’esigenza di urinare spesso e in maniera impellente fino all’assenza dello stimolo, ma spesso viene lamentato

anche bruciore durante la minzione), la difficoltà ad eiaculare durante il rapporto sessuale (oppure la stessa funzione viene portata a termine ma con la comparsa di un dolore addominale e penieno). Possono poi verificarsi perdite e non è infrequente che tanto l’eiaculato quanto le urine siano scure a causa di piccole perdite di sangue; una situazione comune nelle infiammazioni acute. n 13

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