COME VINCERE LA PRESSIONE ALTA
È IL KILLER SILENZIOSO DI CUORE, CIRCOLO E CERVELLO
ALL’ORIGINE DEL DISTURBO
Ansia, stress, sovrappeso e alimentazione sbagliata
SOSTITUISCI IL SALE
Ecco le spezie che ti servono per evitare gli sbalzi pressori
I RIMEDI VERDI
LE TECNICHE
Piante, erbe e integratori per abbassare i valori
DI RILASSAMENTO
Sono fondamentali per controllare subito la tensione emotiva
FAI LA DIETA ANTI-IPERTENSIONE
Cosa portare in tavola dalla colazione alla cena
CHE COS’È
Il focus sul problema
6 L’ipertensione, la malattia del secolo
I dati nel nostro paese
10 I numeri del problema in Italia
I valori soglia
12 Quando scatta l’allarme?
Le ragioni del disturbo
16 Chili di troppo e stress: fra le cause di quei rialzi repentini
Le conseguenze negative
22 All’origine di infarti e ictus
Gli interventi mirati
24 Quando prendere la pastiglia?
Rispondi alle domande
26 Sei a rischio ipertensione? Scoprilo con il test
DISINTOSSICATI DAL SALE
Il pericolo è nel piatto
28 Mangiamo troppo salato
Il limite è meno di 5 g al giorno
I campanelli di allarme
30 Sale in eccesso? Ecco come scoprirlo
I “terribili” del sodio
32 Sai quanto sale c’è in…
Il sodio nascosto
34 Questi i cibi che ne contengono di più
Fai la spesa sana
36 Impara a leggere le etichette per dimezzare le dosi
Le scelte migliori
38 Poco, ma buono: è questo il sale da preferire in cucina
Una questione di equilibrio
40 L’antidoto al sale è... il potassio
Non rinunciare al sapore
42 Al posto del sale, insaporisci con questi sostituti
I consigli alimentari
44 Cosa mangiare dalla colazione alla cena
LA DIETA ANTIPERTENSIVA
I cibi che danno sollievo al cuore
48 Le regole d’oro a tavola per evitare questa nemica silente
Un modello alimentare vincente
52 La dieta Dash povera di grassi e iposodica
Cosa mangiare in pratica
56 Una settimana a basso contenuto di sodio: fai così
I RIMEDI NATURALI
Gli aiuti “verdi”
58 Le alternative per abbassare la pressione al naturale
Gli alleati sicuri
62 Gli altri rimedi che rendono elastiche le arterie
Gli elisir di lunga vita
64 Gli Omega 3: i custodi del cuore
Preziosi per cuore e vasi
68 Il potente effetto antipertensivo dei semi di lino
Le soluzioni omeopatiche
70 I rimedi in granuli per ogni causa
Una tecnica alternativa
72 Novità: il laser endovena a bassa frequenza
Le abitudini stress free
74 Rilassati meditando
Le piante adattogene
78 Quando serve, ci sono gli antistress naturali
La floriterapia
82 Quando il cuore va in affanno, ritrova la calma con un fiore
La visione psicosomatica
84 È la smania di controllo che vince sulle passioni
Il caso
88 «Le emozioni? Io so tenerle a bada!»
Ma poi la pressione sale
L’atteggiamento mentale
90 La cura è mollare la presa
Le tecniche che aiutano
94 Il volo dell’aquila ti insegna il distacco
L’IPERTENSIONE,
La chiamano anche il killer silenzioso perché può sussistere per anni senza dare alcun sintomo evidente
Ne soffrono solo in Italia 50 donne over 65 su 100 e spesso non lo sanno. Lo stesso accade per gli uomini. È l’ipertensione, la pressione arteriosa troppo alta, un killer silenzioso che si scopre solo quando ha già fatto danni. È una delle condizioni che favoriscono le malattie cardiocircolatorie, ma anche altri disturbi di diversa gravità. Fa parte del quadro clinico che disegna la sindrome metabolica e, insieme agli altri sintomi, determina una situazione di fortissimo rischio per la salute.
LA DEFINIZIONE
DELLA PATOLOGIA
Ma cos’è esattamente l’ipertensione? E quando si può dire che la pressione del
sangue è troppo alta? La pressione è la forza con cui il cuore spinge il sangue nelle arterie per far arrivare ossigeno e nutrimento a tutte le cellule del nostro corpo. Con il freddo o in montagna la pressione sale; con il caldo, al mare o nelle città calde, la pressione scende. L’ipertensione arteriosa è un’alterazione persistente della pressione. Può essere provocata da una malattia (per esempio del rene, del surrene, della tiroide) e causa a sua volta malattie: aterosclerosi, trombosi, aneurismi, emorragie, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, arresto cardiaco. Quando il sangue viaggia con una pressione alta per lungo tempo cuore, cervello e arterie rischiano gravi danni: gli organi si deteriorano e aumenta la probabilità di aritmie, infarto, ictus, aterosclerosi e trombosi.
MASSIMA E MINIMA
Quando parliamo di pressione, sono due i valori che vengono considerati: la minima e la massima. Questi corrispondono, appunto, al momento in cui la forza esercitata sui vasi sanguigni è al punto più alto e più basso. Un occasionale innalzamento della pressione non deve allarmare: è fisiologico che accada, ad esempio quando siamo arrabbiati.
LA PRESSIONE MASSIMA: SISTOLICA (SIS)
Viene chiamata pressione massima oppure sistolica quella che si registra quando i ventricoli si contraggono e danno la massima spinta al sangue (fase di sistole). Il sangue viene messo in circolo a una notevole velocità e genera la maggiore forza contro le pareti delle arterie, quindi la pressione raggiunge il livello più alto. Quando le arterie si restringono o diventano più rigide, il sangue incontra più difficoltà a fluire e la pressione aumenta.
La pressione massima si registra quando il muscolo cardiaco spinge il sangue nei vasi sanguigni
LA PRESSIONE MINIMA: DIASTOLICA (DIA)
Si verifica quando il cuore ha esaurito la spinta, gli atri e i ventricoli si rilassano (fase di diastole). Quando il cuore ha finito la fase di contrazione, inizia la fase di ritorno del sangue verso il muscolo cardiaco. Il getto di sangue nelle arterie diminuisce e cala la pressione, che arriva al valore più basso (pressione diastolica o minima) poco prima dell’inizio della nuova sistole. Il valore della minima dipende quindi non dalla spinta del cuore, ma dalla resistenza che il sangue incontra scorrendo nei vasi, ossia dalla loro elasticità.
La pressione minima si ha quando il cuore si rilassa e inizia la fase di ritorno del sangue verso di esso
PUÒ ESSERE
DOVUTA A UNA MALATTIA
Quando si ha la pressione costantemente elevata, e quindi un’ipertensione accertata, il medico per prima cosa deve verificare se essa sia provocata da una malattia; in questo caso si definisce come ipertensione secondaria, perché deriva da un problema primario, che è la patologia. Occorre controllare la condizione dei reni, perché questi organi svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione della pressione arteriosa. Generalmente se l’ipertensione si manifesta in età precoce (prima dei 30 anni) e se il livello della pressione rimane alto nonostante le cure ipotensive è possibile che la causa del disturbo sia legata proprio a malattie renali. La pressione alta può essere dovuta anche a squilibri ormonali dovuti a problemi della tiroide o dei surreni.
Spesso è asintomatica ma le spie ci sono
Uno dei problemi che rendono l’ipertensione subdola è costituito dal fatto che questa condizione è asintomatica. A volte può evidenziarsi con un rossore persistente del viso, una più facile irritabilità o ancora, nei casi più seri, un mal di testa localizzato dietro la nuca al mattino (quando i valori pressori sono naturalmente più alti, per effetto della naturale produzione di cortisolo), dopo il risveglio. Tuttavia, come detto, si tratta di sintomi abbastanza sfumati che non permettono una diagnosi clinica e un riconoscimento immediato. Il danno da ipertensione tende invece a manifestarsi acutamente e all’improvviso, a carico del sistema cardiovascolare. Af nché si possa diagnosticare l’ipertensione, la pressione deve essere costantemente troppo alta, anche di notte
(per conferma, al medico servono almeno due misurazioni pressorie per visita, in 2-3 visite consecutive).
Se l’ipertensione accertata è moderata o grave, si ricorre in genere ai farmaci, che vanno assunti per tutta la vita. Ma se l’ipertensione è lieve, allora può essere suf ciente modi care l’alimentazione e correggere lo stile di vita: accorgimenti semplici e a costo zero che sono in grado di far regredire la malattia, di far tornare i livelli pressori nella norma, di salvare il cuore e le arterie e, di fatto, di allungare le nostre aspettative di vita. La dieta giusta ha infatti un ruolo preziosissimo non solo nella prevenzione della malattia, ma anche nel suo trattamento, a patto che ce ne si accorga in fase iniziale. Ecco qui a lato alcuni sintomi spia.
ALCUNI FARMACI ALZANO LA PRESSIONE
Anche l’assunzione di certi medicinali può far alzare la pressione. Cortisone ed efedrina sono sostanze ipertensivanti, ma attenzione anche ad alcuni farmaci di uso comune che possono aumentare la spinta del sangue: anticoncezionali, antinfiammatori non steroidei e antidepressivi. Anche gli anticongestionanti nasali e gli spray nasali usati per liberare le vie respiratorie sono ipertensivanti.
VERTIGINI
L’ipertensione può provocare disturbi dell’equilibrio, vertigini e sudore freddo, uno stordimento accompagnato dalla sensazione di sentire la testa girare.
EPISTASSI
Chi soffre di pressione alta è soggetto alla perdita frequente di sangue dal naso.
MAL DI TESTA
Il disturbo si può manifestare in varie forme: come una cefalea nucale, che si presenta di solito al mattino, oppure come un mal di testa improvviso e pulsante.
DISTURBI VISIVI
La pressione troppo alta agisce sul globo oculare e può provocare la vista di macchie nere, oppure l’apparizione di puntini luminosi che si sovrappongono al campo visivo.
RONZII ALLE ORECCHIE
L’acufene è un suono che viene percepito come se provenisse dall’interno della propria testa. Questo ronzio o rumore sordo può essere dovuto all’ipertensione.
STANCHEZZA
Con l’ipertensione il cuore si affatica di più perché spinge il sangue per vincere la resistenza delle arterie. Ciò può provocare astenia, cioè debolezza e affaticamento.
IMPOTENZA
La disfunzione erettile può essere legata a ipertensione, perché rovina le arterie e riduce l’af usso di sangue.
NORD EST 33% UOMINI NORD OVEST
I numeri del problema
IN ITALIA
La malattia si sta espandendo a macchia d’olio a causa dei vizi “moderni”. Anche le donne ne sono sempre più colpite
ipertensione è sempre più diffusa, esattamente come patologie che, come lei, hanno la loro origine nello stile di vita e nell’alimentazione “moderni” o frutto del “modello occidentale”, come il diabete. In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, legati al Progetto Cuore, l’ipertensione arteriosa, con valori uguali o superiori a 160/95 mmHg, è un problema che riguarda in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Il 19% degli uomini e il 14% delle donne sono in una condizione di rischio, ovvero con un valore della
pressione sistolica compreso fra 140 e 160 mmHg e quello della diastolica compreso fra 90 e 95 mmHg.
PERCENTUALI MAGGIORI
NEL NORD EST
Esistono poi delle differenze legate alle zone d’Italia. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità: dal Progetto Cuore nel Nord Est è il 37% degli uomini e il 29% delle donne a essere iperteso; il 22% degli uomini e il 16% delle donne si trovano in una condizione di rischio. Cala di poco la percentuale nel Nord Ovest: il 33% degli
uomini e il 29% delle donne sono ipertesi; il 20% degli uomini e il 15% delle donne sono in una condizione di rischio. Migliora di poco la situazione al Centro dove il 31% degli uomini e il 29% delle donne sono ipertesi, mentre il 18% degli uomini e il 13% delle donne sono in una condizione di rischio. Si risale invece al Sud e nelle isole dove il 33% degli uomini e il 34% delle donne sono ipertesi; il 17% degli uomini e il 13% delle donne sono in una condizione di rischio. A questi dati ne va aggiunto un altro molto preoccupante: il 14% degli ipertesi non sa di esserlo.
PIÙ RISCHI PER LE DONNE
DOPO LA
MENOPAUSA
Le donne corrono meno rischi di soffrire di ipertensione, almeno no alla menopausa. Gli estrogeni infatti hanno un effetto ipotensivante. Fino ai 60 anni di età gli uomini hanno mediamente una pressione arteriosa superiore di circa 5 mmHg rispetto alle donne, ma dopo i 60 anni questa differenza si riduce e si annulla. Con l’entrata in menopausa però le cose cambiano e la donna ha lo stesso rischio di diventare ipertesa dell’uomo. Secondo uno studio condotto dalla Augusta University l’incidenza della malattia nelle donne è più elevata rispetto agli uomini dopo la menopausa. In età fertile le donne sono maggiormente protette grazie a un particolare tipo di cellule del sistema immunitario, note come cellule T regolatorie (Tregs in inglese). La ricerca è stata condotta su topi trattati con farmaci che aumentano la pressione arteriosa.
PICCOLI IPERTESI CRESCONO...
Uno dei fattori che possono portare all’insorgere dell’ipertensione è l’età, ma lo stile di vita e le abitudini alimentari possono anticipare di molto i tempi. Come ha messo in luce uno studio promosso dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, il 4% dei bambini e degli adolescenti italiani, compresi in una fascia d’età che va dai 4 ai 18 anni, ha la pressione alta e 4 bambini su 100 sono ipertesi già alle elementari. Ma se consideriamo anche i bambini con valori pressori persistentemente alti (la cosiddetta pre-ipertensione) le percentuali aumentano attestandosi tra il 5,7 e il 7%. In questi casi pesa, ovviamente, la familiarità con la malattia, ma un ruolo sempre maggiore lo stanno avendo anche abitudini scorrette che sono le stesse che agiscono sugli adulti, ovvero consumo eccessivo di sale e zucchero e vita sedentaria.
I ricercatori hanno misurato la pressione degli animali dopo tre settimane dall’inizio della somministrazione dei farmaci, evidenziando una maggiore incidenza negli esemplari maschi. In entrambi i sessi si sono riscontrati livelli alti di linfociti T proin ammatori ma solo nelle femmine erano presenti anche alti livelli di cellule T regolatorie capaci di contrastare l’effetto dei linfociti T. I ricercatori hanno somministrato ai topi gli anticorpi per neutralizzare le cellule T regolatorie con una riduzione del 30-40% del loro livello in entrambi i sessi. Misurando poi la pressione ai roditori si è visto che solo la pressione arteriosa degli esemplari femminili aveva raggiunto quella dei maschi. Lo studio dimostra quindi che le cellule T regolatorie contribuiscono, in età fertile, a mantenere sotto controllo la pressione nelle donne. ■
È VERO CHE CON L’ETÀ AUMENTA?
Numerosi studi hanno spazzato via questo falso mito. Il punto nodale, per ciò che riguarda la pressione sanguigna, non è tanto l’età anagrafica, ma i processi di invecchiamento delle cellule situate nell’endotelio delle coronarie, cioè la parte interna di questi grossi vasi sanguigni. Se, soprattutto per motivi legati allo stile di vita, queste si infiammano, finiscono con l’ingrossarsi, determinando una diminuzione del diametro interno del vaso stesso.
L’ALLARME? Quando scatta
Le linee guida europee hanno stabilito che le terapie vanno iniziate quando si supera la soglia 140-90
S
econdo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la pressione è ottimale quando la massima è inferiore a 120 e la minima è inferiore a 80. Quando i valori si aggirano intorno a 130 di massima e 85 di minima allora si parla di “pressione normale”. Se invece la massima è compresa tra 130 e 139 e la minima tra 85 e 89, allora in medicina si parla di “pre ipertensione”. Nei casi di “ipertensione lieve”, invece, la massima oscilla tra 150 e 159, men-
tre la minima oscilla attorno ai 95. I casi di “ipertensione moderata” sono quelli che registrano una massima compresa tra 160 e 179, e una minima che oscilla tra 100 e 109. I casi più gravi di ipertensione sono quelli in cui la massima supera i 180 e la minima i 110. La pressione è soggetta a numerose variazioni nel corso della giornata, e quindi per ottenere i valori precisi di un paziente è necessario calcolare una media tra diverse misurazioni eseguite in differenti momenti della giornata.
QUELLI OTTIMALI
SONO STATI ABBASSATI
Nel 2018 la European Society of Cardiology (Esc) e la European Society of Hypertension (Esh) hanno pubblicato nuove linee guida sulla valutazione dei valori pressori. È consigliato l’inizio di un trattamento medico già per chi ha la pressione tra i 130139/85-89 e anche per le persone tra i 65 e gli 80 anni che hanno un’ipertensione lieve, tra i 140149/90-99. L’obiettivo proposto per tutti coloro che hanno meno di 65 anni è mantenere la pressione massima tra i 120 e i 129 mmHg.
L’IMPORTANZA
DEL DIARIO PRESSORIO
Tenere un diario è sempre un modo ef cace per comprendere la propria condizione di salute. Lo si fa quando si vuole dimagrire ed è utile anche per monitorare la pressione, soprattutto in una condizione di pre-ipertensione. Il diario pressorio è inoltre uno strumento che si può mettere a disposizione del medico per una valutazione corretta delle proprie condizioni. È facile da compilare: basta segnare su un foglio i dati relativi a due misurazioni della pressione (minima e massima) fatte al mattino e ripetute anche alla sera, e le relative pulsazioni. È
LA CLASSIFICAZIONE DELLA MALATTIA SUGGERITA DALL’OMS/ISH
Basata sui livelli della pressione arteriosa nei soggetti adulti di età uguale o superiore a 18 anni.
Categoria
Pressione arteriosa in mm Hg
Sistolica Diastolica
Ottimale < 120 < 80
Normale 120 - 129 < 85
Pre ipertensione 130 - 139 85 - 89
Ipertensione di Grado 1 borderline
Ipertensione di Grado 1 lieve
Ipertensione di Grado 2 moderata
Ipertensione di Grado 3 grave
Ipertensione sistolica isolata
borderline
Ipertensione sistolica isolata
140 - 149 90 - 94
150 - 159 95 - 99
160 - 179 100 - 109
≥180 ≥110
140 - 149 < 90
≥150 < 90
N.B. Quando la pressione sistolica e diastolica di un paziente rientrano in categorie differenti la classificazione va fatta in base alla categoria maggiore.
importante appuntare anche accadimenti particolari, emozioni ed eventualmente alcune variazioni nella propria dieta (per esempio giornate senza caffè, riduzione di sale…).
LA VERA IPERTENSIONE È QUELLA NOTTURNA
Durante il giorno ci sono molti fattori che possono portare la nostra pressione al rialzo: emozioni, fretta, attività fisica, cibo. Di notte, mentre dormiamo, invece, i valori pressori sono meno influenzati. Per questo se la pressione rimane alta durante le ore di riposo la condizione di ipertensione diventa significativa. Uno degli esami consigliati, per stabilire la gravità del problema, è infatti l’holter pressorio che misura la pressione nell’arco delle 24 ore, quindi anche durante il sonno.
Provare da sé la pressione è facilissimo
Per usare correttamente da soli gli apparecchi per la pressione occorre seguire alcune regole. La prima regola è di non misurarsi ossessivamente la pressione ad ogni occasione, magari pensando che possa essere all’origine di qualche disturbo momentaneo. Una singola mi-
surazione non dà un’indicazione precisa sulla pressione reale, perché può essere in uenzata da vari fattori, tra cui anche la tensione nervosa. Per maggiore sicurezza è meglio eseguire due o tre rilevazioni a distanza di 10 minuti una dall’altra e fare la media dei valori.
ECCO COME SI FA
1. Scegli un apparecchio con certi cazione europea, facile da usare e anche da “leggere”. Per assicurarti della sua af dabilità puoi far effettuare dei controlli periodici sulla corretta taratura dello strumento, magari confrontando le sue misurazioni con quelle effettuate dal medico con un apparecchio a mercurio.
2. Le condizioni di misurazione devono essere standard: stai seduto comodo o sdraiato, senza aver bevuto caffè, fumato o fatto attività siche pesanti prima della rilevazione.
L’APPARECCHIO PER MISURARLA
La pressione è misurata con un apparecchio medico chiamato sfigmomanometro, che è stato inventato da Scipione Riva Rocci, un medico torinese, e presentato ufficialmente nel 1896. Questo apparecchio è costituito da un bracciale di tela provvista di una camera d’aria, una pompa per gonfiare la camera di aria e una colonna graduata a mercurio (da 0 a 300 millimetri) dove si leggono i valori della pressione. L’unità di misura con cui si esprime il valore della pressione è il millimetro di mercurio (mm/Hg).
3. L’ambiente deve essere tranquillo e confortevole (per temperatura e rumori); prima della misurazione rimani fermo per qualche minuto, allo scopo di rilassarti.
4. Le prime volte misura la pressione su entrambe le braccia, poi se non registri differenze fra i valori riscontrati puoi usare il braccio che ti è più comodo. Se invece ci sono differenze (cosa che succede soprattutto nelle persone anziane), allora misura la pressione sul braccio con i valori più elevati.
5. Libera il braccio dai vestiti togliendo maglie o camicie; non arrotolare le maniche, per non stringere i vasi sanguigni e alterare la pressione; avvolgi il manicotto (che sia di misura non
Oggi esistono molti apparecchi automatici per misurarla, ma lo sfigmomanometro manuale resta lo strumento più affidabile.
troppo stretta) attorno al braccio all’altezza del cuore.
6. La prima misurazione potrebbe dare dei valori più elevati del reale, a causa dell’ansia che può presentarsi nel misurarsi la pressione. In ogni caso è sempre consigliabile ripetere la rilevazione un paio di volte, a distanza di alcuni minuti.
7. L’operazione va ripetuta almeno due volte alla settimana, meglio la mattina, se esiste il dubbio di essere ipertesi; anche se è ipertensione quando i valori pressori sono stabilmente elevati.
8. Annota i valori della pressione su un diario e riferiscili al medico durante le visite, in modo che possa farsi un’idea più completa e precisa dell’andamento della tua pressione. ■
PER CAPIRE
SE DIPENDE DAL SURMENAGE Un esame molto semplice per comprendere se l’ipertensione dipende da un periodo di affaticamento è quello connesso alla rilevazione di due ormoni, il cortisolo e l’aldosterone, prodotti nei periodi di surmenage psicofisico. La rilevazione del cortisolo è salivare e i valori normali sono compresi tra 0,3 e 3,3 ng/ml. L’aldosterone si rileva dal sangue e i valori devono essere compresi tra 80 e 250 pg/ml.