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Supplemento a Salute Naturale n. 218 € 9,90 - P.I. 12/06/2017
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Speciale
L’INTESTINO SANO TI SALVA LA VITA
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L’INTESTINO SANO TI SALVA LA VITA
COME PROTEGGERE L’ORGANO PIÙ PREZIOSO COLON IRRITABILE Gli ultimi ritrovati per guarirlo subito VINCERE LA STIPSI Se ritrovi la regolarità elimini le tossine killer e ti assicuri la longevità IL MICROBIOTA Perché bisogna mantenere in salute la flora batterica SISTEMA IMMUNITARIO Come disinfiammare la mucosa intestinale: così rinforzi gli anticorpi LE CURE NATURALI I nuovi rimedi verdi che funzionano
È IL NOSTRO SECONDO CERVELLO Nell’intestino viene prodotta la serotonina, la sostanza del buonumore e della gioia di vivere
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soMMario
30 Il test
Scopri come sta il tuo intestino
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intestino eD eMozioni È il nostro secondo cervello
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intestino e psiCosoMatiCa ıl legame e la lettura delle malattie
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i DistUrBi piÙ FreQUenti
Il gonfiore intestinale:
è spesso legato allo stile di vita
44 Gli errori alimentari da evitare 46 Scegli i cibi più depurativi e leggeri 48 Alimenti necessari, ma a volte gonfiano 50 Segui il menu antifermentazioni 54 Gli integratori per un girovita sottile 58 Il colon irritabile:
come si manifesta e le cause più comuni
12 i Batteri intestinaLi
62 Così si arriva alla diagnosi 64 Cosa mangiare: i cibi sì e i cibi no 68 La dieta ideale che non disturba la pancia 72 Le cure naturali utili nei vari casi 74 La stipsi:
16 Le origini
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6 anatoMia e FisioLoGia
Scopri com’è fatto e come funziona
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Le FUnzioni Ci protegge dalle sostanze nocive C’è un popolo microscopico che convive con noi ıl corredo batterico si forma già nel grembo materno
quando l’intestino si blocca
ıl disturbo di chi tende a non esporsi ı consigli a tavola per ritrovare regolarità
18 Le funzioni
Migliaia di miliardi di microrganismi che lavorano per noi
20 Le difese
Con il sistema immunitario un’intesa millenaria
22 Dimagrimento
ınfluenzano anche il peso forma
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La saLUte DeL MiCroBiota ıl giusto equilibrio fra “buoni” e “cattivi”
26 Disbiosi
Se la flora si altera, ci si ammala molto di più
28 Le indagini da fare
Gli esami utili per verificarne la salute
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i proBiotiCi ı batteri alleati del benessere intestinale
108 I diversi tipi
Le varie specie: conosciamole insieme
110 Il loro ruolo
ı disturbi che curano: quando è utile assumerli
112 Negli alimenti
Dove li trovi nei cibi
114 come potenziarli
ı prebiotici: cibo e sostegno per i batteri “buoni”
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preVenzione L’alimentazione ıl programma detox: buon cibo, buona flora intestinale
120 Gli integratori 80 84
Gli enzimi, i rimedi naturali per la digestione
ıl menu settimanale antistipsi ı lassativi naturali: quando l’intestino è troppo pigro
122 I trattamenti
ıl lavaggio del colon, quando farlo
86 La dissenteria:
combatti così gli squilibri intestinali
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Le intoLLeranze aLiMentari
Al glutine:
causa un’infiammazione cronica dell’intestino
92 Gluten sensitivity: come affrontarla
96 Lattosio:
quando l’intestino non lo digerisce
98 I lieviti
sono causa di fermentazioni
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aLtre MaLattie intestinaLi Gli altri disturbi a carico dell’intestino: come curarli
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Redazione: Stefania Conrieri Progetto grafico e copertina: Roberta Marcante Foto: Shutterstock, Fotolia, 123rf
Supplemento a Salute naturale Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Autorizzazione al Tribunale di Milano n. 552 del 04-08-1998 ISSN 1128-4366 EDIZIONI RIZA S.P.A. Via Luigi Anelli 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Stampato da Rotolito Lombarda Spa Via Brescia 65 20063 Cernusco sul Naviglio (Mi)
Tutti i diritti riservati. Questa pubblicazione è protetta da copyright ©. Nessuna parte di essa può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
L’intestino
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ANATOMIA E FISIOLOGIA LE FUNZIONI
ci PRotegge dalle
sostanze nocive
La sua azione più importante è quella di difendere il corpo dagli agenti patogeni introdotti con il cibo
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intestino, oltre a “nutrire” il corpo attraverso la digestione e l’assimilazione dei nutrienti, svolge anche altre funzioni molto importanti e meno conosciute. Una tra le più significative è quella di difendere il corpo dalle sostanze nocive introdotte nello stomaco attraverso gli alimenti (virus, parassiti, tracce di pesticidi e altre tossine). L’intestino infatti, nonostante sia ospitato nel “profondo” del nostro corpo, è tra i più esposti al contatto con l’ambiente esterno, perché vi transitano ogni giorno grandi quantità di cibi e bevande provenienti dall’esterno, che possono contenere agenti patogeni. Per contrastare i possibili “nemici” le mucose intestinali sono tappezzate dalle cellule del sistema immunitario (il tubo intestinale contiene il 60-70% di tutte
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quelle che si trovano nel corpo). Questa “pellicola protettiva” impedisce anche fisicamente agli aggressori di attaccare le pareti intestinali e di superarle, penetrando nel corpo. I meccanismi di difesa sono diversi e integrati fra loro: la microflora intestinale crea un ambiente ostile alla permanenza dei microrganismi dannosi; la mucosa intestinale intrappola i batteri patogeni e ne permette l’eliminazione; le cellule del sistema immunitario si attivano contro gli agenti estranei dannosi e li eliminano. Infine i microbi pericolosi vengono espulsi attraverso le feci, che ne contengono in quantità. Per questo motivo quando l’intestino non funziona correttamente e non svolge bene la funzione di “barriera” il corpo è più esposto a infezioni e patologie varie.
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I SUOI MECCANISMI DI DIFESA 1. BARRIERA FISICA • L’epitelio intestinale è caratterizzato da “tight junctions” o giunzioni occludenti che sigillano gli interstizi fra le cellule contigue formando una barriera protettiva che si oppone all’invasione da parte dei patogeni.
2. BARRIERA IMMUNITARIA • In risposta a uno stimolo infettivo, i linfociti B presenti sulla mucosa intestinale generano anticorpi IgA. • Le cellule epiteliali sintetizzano una sostanza che trasporta le IgA nel lume intestinale proteggendole dalla degradazione. • Le IgA svolgono diverse funzioni: - impediscono l’adesione dei microrganismi patogeni all’epitelio intestinale; - ne inibiscono la proliferazione; - neutralizzano le tossine prodotte dai batteri.
3. BARRIERA MICROBICA • Le specie batteriche presenti nell’intestino (microbiota) rappresentano un’ulteriore barriera che impedisce la nascita di un’infezione e la proliferazione di batteri nocivi, attraverso la produzione di sostanze antimicrobiche, defensive e mucine che li inattivano. I batteri, in pratica, sono intrappolati nello strato mucoso ed espulsi dall’intestino con i movimenti peristaltici. I batteri “buoni”, poi, riescono a neutralizzare le tossine batteriche e a ostacolare la penetrazione di allergeni. Ciò avviene, come abbiamo detto, anche grazie a un meccanismo noto anche come “colonization resistance“ o “effetto barriera”. • Lo sviluppo dei microrganismi è condizionato dalla presenza di un pH neutro; l’ambiente gastrico prevalentemente acido, non è perciò idoneo alla colonizzazione batterica e lo stomaco è l’organo dell’apparato digerente con il minor numero di batteri. ■
SEZIONE DELL’INTESTINO TENUE Mucosa intestinale con le pieghe del rivestimento interno su cui ci sono i villi
PIEGA DEL RIVESTIMENTO INTESTINALE
Ingrandimento della piega sulla cui superficie si possono distinguere i singoli villi
UN’IMMAGINE INGRANDITA DEI VILLI Ecco come si presentano i villi e la loro sezione interna dentro la quale si riconoscono le cellule epiteliali
CELLULE EPITELIALI E MICROVILLI
Sulle cellule epiteliali ingrandite si evidenziano i microvilli
I VILLI INTESTINALI: LE PORTE DEI NUTRIENTI • La mucosa che riveste interamente l’intestino tenue è ricoperta da piccole protuberanze chiamate villi, che aumentano la superficie intestinale per migliorare la potenza di assorbimento dei nutrienti. • Ogni villo contiene a sua volta dei microvilli attraverso i quali il glucosio (derivato da amido e saccarosio), gli aminoacidi (derivati dalle proteine), le vitamine e i sali minerali entrano nelle cellule intestinali e poi da qui passano nel sangue. • I villi sono strutture essenziali alla vita, la loro integrità comporta benefici importantissimi per la salute, quali: - una sana digestione enzimatica; - un assorbimento intestinale ottimale; - un’adeguata permeabilità intestinale in modo che vengano trattenuti solo i nutrienti preziosi e tenuto invece fuori qualsiasi agente dannoso per l’organismo.
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INTESTINO ED EMOZIONI
È il nostro SEcONDO cERVELLO La flora batterica fa una cosa straordinaria: mette in comunicazione l’apparato digerente e il sistema nervoso
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indagine scientifica sul microbiota intestinale ha permesso enormi passi in avanti sulla comprensione del nostro organismo e delle sue funzioni. Oggi si sa, in particolare, che cervello e intestino lavorano in stretta collaborazione e tra questi due organi lo scambio di segnali è costante. Sappiamo, per esempio tutti come quando il cervello invia segnali di stress o emozioni di un certo tipo, l’intestino risponda magari con sintomi gastrointestinali più o meno eclatanti. L’attenzione verso questo secondo organo “pensante” nasce una cinquantina di anni fa, quando si iniziò a osservare una stretta connessione tra i neuroni presenti nell’intestino e il cervello e, in particolare, la loro capacità di agire indipenden-
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temente dal sistema nervoso centrale. Infatti, mentre gli altri organi sono vincolati strettamente a quest’ultimo, l’intestino è sì connesso, ma possiede anche la capacità di agire in autonomia e di fungere da grossa interfaccia tra l’esterno e il sistema nervoso centrale, “accogliendo” una quantità elevata di sostanze che vanno a interagire con il microbiota. La flora microbiologica, infatti, svolge un ruolo cruciale perché, oltre a consentire i processi digestivi, modula la motilità intestinale, la permeabilità e la sensibilità viscerale. Si tratta di una relazione che avviene attraverso uno scambio di messaggi ormonali con le cellule che rivestono la mucosa intestinale, ma anche con quelle immunitarie e del sistema nervoso enterico.
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Grassi e umore: un legame stretto È lì che nascono gli istinti primordiali
Cervello e intestino sfruttano diverse vie di comunicazione per dialogare. Ecco quelle principali. • Scambio di messaggi ormonali tra microbiota e mucosa intestinale. • Scambio di sostanze chimiche tra microbiota e sistema nervoso enterico, formato da 500 milioni di neuroni dislocati lungo nove metri all’interno dell’apparato digerente. • Collegamento di intestino e sistema nervoso centrale attraverso il nervo vago.
t
Osservando intestino e cervello si rimane colpiti da una straordinaria somiglianza strutturale: se notate, le circonvoluzioni cerebrali, infatti, richiamano immediatamente le tortuosità stessa delle pareti intestinali. Non solo. Questi due organi sono accomunati anche dalla medesima funzione: sia l’intestino, organo preposto alla produzione delle feci, sia il cervello, adibito a moltissime funzioni fra cui la produzione di pensieri, assimilano il mondo esterno, dando luogo a un prodotto che dovrà poi essere eliminato: i pensieri. Questi devono essere considerati come prodotti di scarto della mente, come materia, seppur sottile, da portare alla luce. In pratica gli stessi meccanismi in atto nelle parti più basse e primitive del nostro corpo operano anche a livelli più alti ed evoluti.
MICROBIOTA E SISTEMA nERVOSO CENTRALE Ecco le vie di comunicazione
come un computer Il sistema nervoso enterico è composto da una sorprendente rete inestricabile di neuroni concatenati tra loro e distribuiti lungo tutto l’apparato digerente. Sorprendente anche perché può contare su un numero pressoché uguale di neuroni rispetto a quelli
Alcuni studi effettuati con la risonanza magnetica dal Department of Physiology and Pharmacology dell’University of Calgary, in Canada, hanno evidenziato come l’introduzione di acidi grassi direttamente nello stomaco sia in grado di modificare lo stato emotivo e umorale. Inoltre riduce la sensazione di fame e genera un incremento di attività nelle regioni del cervello che elaborano le emozioni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Reviews Gastroenterology and Hepatology.
che funziona “a batteri”
presenti nel midollo spinale. La natura ha dislocato i neuroni intestinali in stretta connessione con le strutture che essi stessi controllano, tra cui importanti plessi che comunicano in modo simile a quello del sistema nervoso centrale, cioè attraverso sostanze chimiche
e specifici recettori. Tutto ciò è necessario per consentire lo svolgimento delle funzioni digestive e l’immissione nel flusso sanguigno dei nutrienti, ma anche per elaborare le informazioni e fornire in tempo reale la migliore risposta possibile per l’organismo.
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IL GONFIORE INTESTINALE
gli integratori per un girovita sottile
Ti aiutano a eliminare le scorie che rallentano il metabolismo, ad appiattire la pancia e a ripulire i tessuti
P
er eliminare il gonfiore intestinale, l’apporto degli integratori a base di erbe sgonfianti può rivelarsi un aiuto prezioso. Gli integratori naturali detox che proponiamo depurano i tessuti e favoriscono il transito intestinale, aiutano a smaltire gli accumuli dovuti a ritenzione di liquidi, cattiva digestione, stipsi, presenza di processi fermentativi. Inoltre danno un’immediata carica di energia e aiutano anche a eliminare i centimetri in eccesso attorno al girovita. Infine alleggeriscono il fegato e favoriscono la diuresi, sgonfiando la pancia e facendoti sentire leggero e subito più in forma.
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il taraSSaco disintossica a fondo e dà sprint al metabolismo Il tarassaco appartiene alla famiglia delle Asteracee ed è conosciuto comunemente con il nome di “soffione” o “dente di leone”. È proprio la ghiandola epatica a beneficiare del prezioso contributo del tarassaco: la sua principale azione è quella disintossicante, a tutto vantaggio dell’organo centrale del metabolismo dei grassi, soprattutto quando questo ha bisogno di essere depurato a causa di un’alimentazione troppo ricca di zuccheri raffinati, cibi conservati e di grassi.
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• Puoi assumerlo in estratti o infuso - Il tarassaco si può trovare in commercio come estratto secco in capsule da 100 mg (da assumere 2-3 volte al dì) e come tintura madre (30 gocce, 3 volte al dì). Questo valido alleato si può assumere anche sotto forma di tisana (2 cucchiaini per una tazza di acqua bollente) o in decotto (si aggiunge la radice all’acqua durante l’ebollizione per almeno 5 minuti, poi si toglie dal fuoco e si lascia 10 minuti in infusione). Per una buona digestione, inoltre, puoi preparare una ricca insalata detox in questo modo: unisci un mazzetto di tarassaco a 100 grammi di spinaci e guarnisci con qualche spicchio di arancia.
I semi di lino per alleggerire i tessuti I semi di lino sono una ricca miniera di lignani, ossia fibre idrosolubili che aiutano a ripulire il colon e l’intero organismo, e di acido alfa-linolenico, un acido grasso essenziale della famiglia degli Omega 3 che protegge cuore e cervello e lubrifica le pareti intestinali. Ma non solo: Omega 3 e mucillagini regolarizzano i processi intestinali e permettono di ridurre l’adipe accumulato sul punto vita. I semi di lino stimolano il transito delle feci che, ristagnando troppo a lungo nell’intestino, provocano fermen-
Lo psillio
tazioni, gas e gonfiore. Una volta giunti nel tratto digerente, infatti, i semi di lino “spazzolano” delicatamente i villi intestinali liberandoli dalle scorie. Gli Omega 3 che contengono, inoltre, lubrificano il colon e neutralizzano i focolai infiammatori che causano meteorismo e inflaccidimento dei tessuti. • Puoi usare sia i semi sia l’olio - I semi di lino si trovano molto facilmente in commercio nei negozi di alimenti biologici e nelle erboristerie; per assumerli puoi fare così: la sera, metti in un bicchiere di acqua naturale un cucchiaio di semi di lino e lasciali in infusione per una notte, coprendo il bicchiere con un piattino. La mattina dopo bevi l’acqua a stomaco vuoto. Puoi seguire questa cura per un mese. Puoi sfruttare anche l’olio che da essi si ricava poiché è ricchissimo di tutta la gamma di acidi grassi essenziali del gruppo Omega 3, 6 e 9. n
Il carbone assorbe i gas Si tratta di una polvere ottenuta dalla lavorazione del legno di alberi come la betulla, il pioppo o il salice, che viene “attivata” usando vapore acqueo. In commercio lo si trova in tavolette, compresse e capsule. Se ne prendono da 2 a 6 al dì, a 2 ore di distanza dall’eventuale assunzione di farmaci (per evitare interazioni).
ideale contro il gonfiore in menopausa
Lo psillio, il cui nome scientifico è Plantago psyllium, è una piccola pianta erbacea annuale originaria del Medio Oriente. In fitoterapia vengono apprezzati i semi lucidi e scuri della pianta. L’assunzione dell’estratto determina l’aumento del volume del contenuto intestinale (ma non favorisce le fermentazioni) a causa del rigonfiamento delle mucillagini, e questo stimola la peristalsi, regolarizzando l’evacuazione. Lo psillio è ricco di fibre solubi-
li che non irritano l’intestino e che risultano essere adatte quando la pancia è gonfia a causa della colite. Lo psillio è indicato anche nei casi di stitichezza di origine ormonale, che si manifesta nei giorni che precedono il ciclo o durante la menopausa. Lo psillio va ingerito con una buona quantità d’acqua perché solo in questo modo le sue fibre possono creare il gel viscoso in grado di “ripulire” l’intestino e assorbire, oltre a scorie e tossine, anche zuccheri
e grassi per poi eliminarli. Ci vogliono almeno 250-300 ml d’acqua per accompagnare il contenuto di una bustina di psillio (circa 2 g), o per deglutire una capsula o compressa.
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IL COLON IRRITABILE
coSa Mangiare: i cibi sì e i cibi no I responsabili degli effetti sgraditi possono essere anche alcuni tipi di zuccheri contenuti in diversi alimenti
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on esistono a priori cibi giusti e cibi sbagliati validi per tutti. La tolleranza individuale è un concetto da tenere sempre presente, quando si parla di alimenti sì e di alimenti no per la pancia. In pratica, questo vuol dire che se a qualcuno, per esempio, le cipolle o le verze non danno alcun effetto negativo e ne può fare scorpacciate, un’altra persona più sensibile a questi alimenti potrà aspettarsi sicure conseguenze spiacevoli se esagera con le porzioni.
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Ciò accade perché la composizione del microbiota, cioè della flora batterica che abita il nostro intestino, cooperando per la digestione, è una caratteristica strettamente individuale. Può servire quindi come prima cosa tenere un diario alimentare, che dovrà essere particolarmente accurato quando si consumano i cibi di cui vi parliamo qui di seguito. Osservare quello che succede al corpo, giorno per giorno, e annotarlo regolarmente in un apposito spazio aiuterà a conoscere più a fondo le preferen-
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Meno zuccheri che fermentano Fatta questa premessa, il secondo passo è stare attenti a tavola ai cosiddetti cibi Fodmap. Di cosa si tratta? Dunque, alcuni anni fa, come trattamento per i soggetti che soffrivano di colon irritabile, è stato ideato un approccio alimentare denominato appunto Fodmap. Questa dieta è stata sviluppata dai ricercatori della Monash University di Melbourne, in Australia, ed è stata presentata sulle riviste specializzate nell’anno 2008. L’idea è che alcuni carboidrati fermentabili peggiorino i sintomi intestinali del colon irritabile perché provocano infiammazione e meteorismo. Ridurre o eliminare gli alimenti che li contengono ha effetti positivi, come è stato confermato anche da diversi studi successivi: riduce il gonfiore e i dolori addominali, il meteorismo e l’alternanza di stipsi e diarrea. Non a caso l’approccio alimentare è entrato a far parte già dal 2010 delle linee guida sulla sindrome del colon irritabile della British Dietetic Association, mentre un anno più tardi la Fodmap è stata inserita anche nelle linee guida terapeutiche nazionali dell’Australia.
Sono i grandi agitatori intestinali Fodmap è un acronimo dei termini inglesi che individuano le classi di carboidrati implicate ovvero Fermentable, Oligossaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols. Questi zuccheri sono assorbiti pochissimo a livello dell’intestino tenue, hanno un grande potere osmotico, cioè richiamano acqua, e sono fermentati rapidamente dai batteri intestinali, provocando disturbi del tutto sovrapponibili a quelli tipici della sindrome del colon irritabile, quindi gonfiori, crampi, diarrea e stipsi.
attenzione ai fodmap La sigla Fodmap sta per Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli. Ecco più nel dettaglio cosa sono e a cosa si riferiscono. • Gli oligosaccaridi sono rappresentati dai fruttani (polimeri del fruttosio) e dai galattani (polimeri del galattosio). L’uomo non possiede gli enzimi per digerirli e quindi non vengono assorbiti dall’intestino.
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ze dell’intestino e dello stomaco, cosa li fa irritare e cosa, invece, sembrano gradire e digerire senza problemi.
Un diario per annotare la risposta del corpo Annotare su un diario cosa succede al corpo dopo l’assunzione di un determinato alimento ti aiuterà a predisporre un’alimentazione rispettosa delle tue esigenze specifiche per limitare al massimo i fenomeni fermentativi e putrefattivi.
conosciamoli meglio
I fruttani a catena lunga sono chiamati “inulina”, una fibra solubile e indigeribile che è benefica per il microbiota intestinale “buono”. • Il fruttosio è un monosaccaride, uno zucchero semplice, e non necessita di processi digestivi. Può creare problemi di assorbimento, soprattutto se è presente in quantità maggiore del glucosio. • Il lattosio è un disaccaride (formato da due zuccheri semplici, glucosio
e galattosio) e viene escluso dalla dieta Fodmap solo se ci sono problemi di assorbimento dovuti alla carenza di un enzima specifico, cioè la lattasi, che scinde il lattosio in glucosio e galattosio. La lattasi può essere insufficiente per motivi genetici o per disturbi intestinali. • I polioli sono alcoli degli zuccheri assorbiti lentamente dalle pareti intestinali.
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LE INTOLLERANZE ALIMENTARI
LATTOSIO:
quando l’intestino non lo digerisce
Ne soffre chi ha un deficit (parziale o totale) dell’enzima necessario a digerire lo zucchero del latte FORMAGGI STAGIONATI E YOGURT PIÙ TOLLERATI È normale che l’intolleranza si manifesti in modo meno acuto con il consumo di formaggi stagionati e yogurt: questi contengono meno lattosio perché questo è abbattuto con la stagionatura o digerito dai fermenti.
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l lattosio è lo zucchero del latte vaccino: è un disaccaride frutto della combinazione di due zuccheri semplici (il galattosio e il glucosio). Una volta introdotto, per essere digerito dall’organismo, è scomposto nei due zuccheri semplici grazie all’enzima lattasi. Senza questo enzima, il lattosio non può essere scisso e di conseguenza digerito. In assenza (o in presenza ridotta) della lattasi, il lattosio ingerito raggiunge l’intestino crasso e qui è fermentato dai batteri. Questo processo porta alla formazione di gas come idrogeno, metano o anidride carbonica e richiama acqua, cosa che provoca i tipici sintomi da intolleranza al lattosio. un problema sempre più diffuso: mentre l’allergia è rara ed è causata dalle proteine del latte vaccino.
PUÒ ESSERE ANCHE TRANSITORIA Si distinguono tre tipi di intolleranza al latte e derivati. Una enzimatica dovuta alla mancanza o alla carenza della lattasi; un’intolleranza da sovraccarico e da infiammazione cronica, tipica di chi soffre di disturbi intestinali gravi come la celiachia e un’intolleranza innescata da sostanze chimiche nel latte, come farmaci, metalli ecc. Il deficit di lattasi può essere congenito (raramente) mentre più frequentemente è acquisito, di solito dovuto a un deterioramento della mucosa intestinale in seguito a un processo infiammatorio o infettivo (gastroenterite). Per capirlo, il medico consiglia al paziente un mese di dieta senza lattosio e poi la ripetizione del breath test (vedi box qui in alto). Se l’esame questa volta risulta negativo, significa che l’intolleranza era causata da un’infiammazione intestinale.
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HAI UNA CARENZA DI LATTASI? Scoprilo con il Breath test Il test più affidabile per la diagnosi è chiamato H2 Breath Test: dura circa quattro ore e in questo tempo viene misurata più volte, dopo l’assunzione di una soluzione a base di acqua e lattosio, la produzione di H2 (molecola di idrogeno) che resta in circolo ed è eliminato attraverso il respiro in seguito alla produzione nell’intestino di fermentazioni e gas. In assenza di lattasi, questi fenomeni si aggravano e aumenta la quantità di H2 espirata, con valori diversi a seconda dell’entità del malassorbimento.
COLPA DELL’INQUINAMENTO DA FARMACI? Ormoni sintetici sono spesso usati negli allevamenti per aumentare la produzione di latte, anche se oggi la legge in Italia li vieta. Inoltre, poiché le mucche producono quantità di latte in eccesso rispetto a quelle che sarebbero naturali, esse vanno frequentemente incontro a infiammazioni delle mammelle, trattate con l’uso di antibiotici. Anche se è obbligatorio un periodo di sospensione della mungitura dopo la somministrazione dei medicinali, tracce di questi farmaci sono state rilevate in campioni di latte e di latticini e potrebbero essere causa di intolleranza.
nessere è ormai superata. I latti vegetali in commercio (di riso, soia, mandorle) sono spesso addizionati con calcio, ma questo minerale si trova in numerosi altri alimenti vegetali, come verdure a foglia verde e crucifere (rucola e cavolo riccio), erbe aromatiche (santoreggia, maggiorana, timo), alghe (le hiziki e la kombu), legumi (ceci e cannellini), tofu, mandorle, semi di papavero e sesamo. ■
ANCHE SENZA LATTE, FAI IL PIENO DI CALCIO La teoria secondo cui abbiamo bisogno di latte, formaggi e latticini per assumere la dose di calcio necessaria al nostro be-
I SINTOMI TIPICI Gonfiore e dolori addominali di tipo crampiforme, meteorismo, diarrea e/o nausea. A volte, però, l’intolleranza al lattosio non scatena nessun sintomo specifico ma solo disturbi generici: il 75% degli intolleranti non sa di esserlo. Per calmare l’intestino è utile l’omeopatico Magnesia muriatica 9 CH: 3 globuli ogni 1015 minuti. Si consiglia poi l’assunzione di probiotici (con un dosaggio di almeno 5 miliardi di microrganismi protettivi), privi di lattosio o sorbato di potassio, irritanti.
IL PROGRAMMA IN 2 FASI PER ELIMINARE I FASTIDI L’intolleranza al lattosio può manifestarsi in forme più lievi o più intense. Nei casi più gravi occorre escludere latte e derivati per tutta la vita o in alternativa assumere le compresse di lattasi. Nei casi più lievi è possibile sperimentare una dieta temporanea di esclusione seguita da una reintroduzione graduale. Ecco come fare. 1. FASE DI ESCLUSIONE Elimina temporaneamente i prodotti che lo contengono. La durata della dieta di esclusione varia da persona a persona. In genere 4-6 settimane sono sufficienti per fare scomparire i principali disturbi. Nei
soggetti più sensibili e con un intestino più delicato e infiammato possono essere necessari tempi leggermente più lunghi (non superiori a 6 mesi). Sostituisci così latte e derivati • Latte di soia e derivati arricchiti con calcio; • altri latti vegetali arricchiti con calcio (mandorle, riso, miglio); • latte delattosato; • crema di mandorle al 100% spalmabile (al posto del burro); • biscotti, crackers o altri prodotti senza lattosio; • prosciutto cotto e salumi in genere senza lattosio.
2. FASE DI REINTRODUZIONE Stabilito che tutti i disturbi presenti sono scomparsi con l’eliminazione del lattosio dalla dieta, si possono reintrodurre dosi sempre crescenti di lattosio per verificare il limite della propria tolleranza, sempre che il soggetto desideri reintrodurre latte e derivati. Puoi iniziare introducendo una volta alla settimana prodotti con lattosio, partendo da quelli più tollerabili, come i formaggi stagionati (il parmigiano reggiano invecchiato di almeno 36 mesi e i formaggi a pasta dura invecchiati). Fra i formaggi con più lattosio, invece, spiccano ricotta, mozzarella e crescenza.
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I PROBIOTICI - IL LORO RUOLO
i disturbi Che Curano: quando è utile assumerli
Svolgono molte funzioni: disinfiammano il colon, prevengono le infezioni e vincono i disturbi digestivi piÙ CalCio e maGNeSio L’assunzione di probiotici fa aumentare l’assorbimento di calcio e di magnesio, due sali minerali molto importanti per la nostra salute. Sappiamo che magnesio e calcio lavorano in perfetta sinergia: il primo favorisce il metabolismo del calcio e la sua fissazione nelle ossa, le quali contengono entrambi i minerali.
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probiotici ci vengono in aiuto per attenuare una serie di disfunzioni e patologie legate in primo luogo al settore gastrointestinale, ma il loro effetto benefico si esercita indirettamente anche sul benessere e sulla salute dell’intero organismo, come è comprovato da una ormai lunga serie di solidi studi sperimentali e clinici. Ecco allora una breve panoramica delle condizioni che possono essere migliorate mediante assunzione di probiotici.
in Caso di intestino irritabile e Colite Oggi sono molti gli studi clinici e di laboratorio sull’efficacia dei probiotici nel trattamento della sindrome da intestino irritabile. Meglio in questo caso non esagerare con l’associazione di probiotici a fibre che, se in dosi eccessive, possono irritare ulteriormente l’intestino.
Per la diarrea aCuta, in adulti e bambini Alcuni ceppi probiotici, come L. reuteri, L. rhamnosus, L. casei e Saccharomyces cerevisiae (boulardii) si sono dimostrati efficaci per migliorare il quadro clinico della diarrea acuta di origine infettiva nei bambini. Per gli adulti, invece, il batterio più efficace si è dimostrato l’Enterococcus faecium.
doPo un trattamento antibiotiCo Il trattamento a base di probiotici è utile quando si è affrontata una cura antibiotica. Spesso infatti dopo l’assunzione di questi farmaci l’equilibrio eubiotico si altera, con conseguenti disturbi gastroenterici e, per esempio, la tipica diarrea da Clostridium difficile, che tende a espandersi quando la flora residente rimane sguarnita.
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fra i tanti prodotti in vendita, scegli il migliore Che si tratti di integratori da supermercato o da farmacia, oppure di alimenti arricchiti, la regola è quella di scegliere i prodotti a più alta concentrazione di batteri probiotici. Il dosaggio minimo per ottenere benefici è di almeno un miliardo di batteri vivi, ma i migliori sono quelli che ne contengono diversi miliardi, che hanno più probabilità di raggiungere il colon e aderire alle sue pareti. Bisogna infatti ingerire consistenti popolazioni di microrganismi perché i benefici siano sensibili. Prima dell’acquisto di probiotici, dunque, controlla sempre l’etichetta: oltre alla quantità di batteri deve riportare il nome completo del ceppo batterico e la data di scadenza, che va rispettata, perché il prodotto si inattiva rapidamente. Inoltre è fondamentale la conservazione in frigorifero, secondo le indicazioni suggerite, alla temperatura adatta. L’importante, quando si assumono i probiotici, è scegliere i prodotti giusti e continuare il trattamento con costanza, prendendoli tutti i giorni regolarmente, per 3-4 settimane, assumendoli lontano dai pasti con acqua fredda. Per prevenire la diarrea da antibiotici nei bambini, sono stati usati con successo i batteri S. cerevisiae Lyo, L. rhamnosus GG, B. lactis, S. thermophilus. Per gli adulti, invece, si raccomandano i seguenti probiotici: Enterococcus faecium, S. cerevisiae Lyo, L. rhamnosus GG, L. casei nel latte fermentato con L. bulgaricus e S. thermophilus; B. clausii, L. acidophilus.
per l’intolleranza al lattosio
Prima di affrontare lunghi viaggi
Aiutano anche a dimagrire
Spesso, prima di viaggi intercontinentali, il medico prescrive l’assunzione di probiotici, e raccomanda di continuarla per tutta la durata del soggiorno all’estero. Serve infatti per rinforzare il microbiota e proteggerne l’equilibrio, tamponando gli effetti nocivi che potrebbe avere il contatto con bacilli patogeni, veicolati dai cibi o dalle acque, specialmente se si soggiorna in Paesi ad alto rischio, come l’Africa, il Medio Oriente e il Sudamerica.
Contro l’Helicobacter pylori I batteri probiotici sembrano avere un ruolo anche nella prevenzione della colonizzazione dello stomaco da parte dell’Helicobacter pylori, un batterio spesso nocivo e in alcuni casi correlato alla comparsa di ulcera peptica, di adenocarcinoma gastrico, di gastrite cronica. I probiotici, infatti, ne rallentano l’espansione e riducono l’infiammazione gastrica. Nelle cure contro questo batterio si è dimostrata efficace l’assunzione di: L. rhamnosus GG, B. clausii, yogurt con lattobacilli e bifidobatteri, S. cerevisiae, L. casei nel latte fermentato con L. bulgaricus e S. thermophilus.
I probiotici hanno effetti anche sull’intolleranza al lattosio, soprattutto nei bambini. Migliorano la digestione del lattosio e riducono i sintomi dell’intolleranza. Sono utili il B. infantis, il L. rhamnosus GG, il B. animalis. Nel caso degli integratori vanno scelti quelli specificatamente senza lattosio.
I probiotici bilanciano l’assimilazione degli alimenti, evitando che l’intestino assorba troppi grassi e zuccheri; evitano i picchi glicemici, contrastando la fame nervosa che si manifesta poco dopo aver mangiato dolci o carboidrati raffinati; favoriscono la sazietà perché regolarizzano la secrezione dei succhi gastrici; contrastano l’infiammazione del tratto digerente e prevengono la formazione di gonfiore addominale. n
Quelli ideali per i vari problemi Stipsi e gonfiore traggono vantaggio da Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei o Bifidobacterium bifidum. Lactobacillus reuterii è indicato invece in caso di enterocoliti, mentre Lactobacillus salivarius è utile per le malattie gastro-enteriche infiammatorie. In caso di disbiosi serve il Lactobacillus rhamnosus, che con il Lactobacillus plantarum è utile dopo una cura con antibiotici e contro la candida. I bifidi aiutano invece a depurare l’intestino.
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