Alzheimer e Parkinson oggi si possono prevenire

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Alzheimer e Parkinson sono le due malattie più diffuse a carico del sistema nervoso. Al di là delle differenze specifiche, sono entrambe contraddistinte dal fatto che si tratta di patologie croniche e degenerative. Non esiste ancora una cura ma oggi sappiamo che lo stile di vita svolge un ruolo decisivo rispetto alla loro insorgenza: le ricerche scientifiche più recenti indicano chiaramente come, grazie a un’alimentazione ricca di antiossidanti, al rispetto dei ritmi circadiani e al mantenimento della propria curiosità intellettuale, sia possibile effettuare una prevenzione efficace. E si riduce il rischio anche per coloro che, in famiglia, hanno avuto più casi di queste patologie.

ALZHEIMER E PARKINSON. Oggi si possono prevenire

COLPISCONO UN MILIONE E MEZZO DI ITALIANI

ALZHEIMER E PARKINSON Oggi si possono prevenire Ecco le regole fondamentali che ringiovaniscono e rigenerano le cellule nervose LO STILE DI VITA La curiosità e l’avventura migliorano lucidità e memoria

LA CREATIVITÀ Fa bene al cervello e protegge i neuroni

DORMIRE BENE Spazza via le tossine cerebrali

L’ALIMENTAZIONE • Assumi più Omega 3 • Evita gli zuccheri • Mangia più frutti rossi

VIA I PESI MENTALI Rimuginare sul passato indebolisce la psiche

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Prendersi cura della flora batterica intestinale salva il cervello 06/02/20 17:21


SOMMARIO

Alzheimer e Parkinson: due malattie dei neuroni ....6

Il pericolo nasce tra bocca e gengive ���������������������� 36 Attenti ai disordini della flora intestinale �������������������� 38

Introduzione all’Alzheimer ......................9

La prevenzione dell’Alzheimer ..................41

Le testimonianze nella Storia ������ 10 Ecco come venne scoperta la malattia�������������������������������������� 12

È in cucina che abbatti tutti i rischi ������������������������������������ 42

Una patologia sempre più diffusa ������������������������ 14

I 10 alimenti che salvano i neuroni�������������������� 44

La responsabilità è di due proteine ��������������������������� 16

Tutti i benefici dell’integrazione ��������������������������� 46

I tanti modi in cui si manifesta ���� 18 Le tappe di sviluppo della patologia������������������������������� 22

Introduzione al Parkinson .....................51

Ecco come si effettua la diagnosi ������������������������������������� 26

Le testimonianze lasciate dalla storia ����������������������� 52

Fattori di rischio per l’Alzheimer ................29

La scoperta del morbo ������������������ 54 Tutte le cifre della patologia �������� 56

Che cosa favorisce la malattia ����� 30

Così nasce la malattia ������������������ 58

I danni causati del cattivo riposo �������������������������� 34

Come si presentano i sintomi del morbo ����������������������� 60 4

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È una patologia che evolve nel tempo �������������������� 64 Gli esami che servono per una diagnosi ��������������������������� 68

Le cause del Parkinson....................71 Rimane un mistero medico scientifico ������������������������� 72 La relazione tra patologia e microbiota ����������������������������������� 76 Il punto debole potrebbe essere il naso ��������������������������������� 78

La prevenzione del Parkinson....................81 Porta a tavola cibi freschi e colorati ��������������������� 82 Sport e danza salvano il cervello ������������������������� 86 Gli integratori danno una protezione in più �������� 88

Le altre patologie..............90 I deficit cognitivi dell’età avanzata ��������������������������� 92 Una panoramica sulle altre malattie neurodegenerative �������� 94 5

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PRESENTAZIONE

Alzheimer e Parkinson: d SI TRATTA DELLE DUE PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE PIÙ DIFFUSE NELLA POPOLAZIONE. SI CONTRADDISTINGUONO PER IL FATTO DI ESSERE CRONICHE E AVERE UN ANDAMENTO PROGRESSIVO. LA CHIAVE PER EVITARLE È NELLO STILE DI VITA

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Ancora non ne conosciamo la causa prima

a malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson sono due malattie del sistema nervoso che fanno parte della famiglia delle cosiddette patologie neurodegenerative. Si tratta di malattie contraddistinte da una caratteristica comune: corpi estranei (composti da agglomerati di proteine) finiscono con il danneggiare i neuroni fino a provocarne la morte. In questo modo, nel tempo, il danno si estende ad aree intere del cervello e ciò determina il venire meno di alcune facoltà.

Queste malattie condividono anche un altro aspetto: noi ancora non ne conosciamo la causa prima. La ricerca medica è riuscita a isolare quali sono le sostanze che si accumulano all’interno delle cellule cerebrali provocando il danno ma, a parte alcune eccezioni, il motivo per cui si formano questi accumuli è ancora parzialmente ignoto ed è questo che ci impedisce di mettere a punto terapie in grado di curare tanto la malattia di

PROTEGGERE I NEURONI Le cellule del sistema nervoso sono le strutture a rischio, per ciò che riguarda questo genere di malattie

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: due malattie dei neuroni L’origine è ereditaria? Se un genitore ha sofferto di Alzheimer o Parkinson, lo stesso destino toccherà anche ai figli? Il discorso è complesso e va quindi spiegato in maniera chiara. Lo faremo procedendo per punti.

1 Una strettissima minoranza di casi (poche centinaia di famiglie nel mondo) soffre di forme ereditarie di Malattia di Alzheimer o di Parkinson. In queste situazioni è stato trovato il gene “difettoso” che è interamente responsabile della malattia. Si tratta, comunque e come precisato, di una larga minoranza e pertanto tale evenienza è rara. Nel corso di questa trattazione non parleremo ulteriormente di queste situazioni cliniche, perché seguono percorsi a sé. 2 Posto che Alzheimer e Parkinson non sono malattie ereditarie, in alcune famiglie si presenta un numero di casi statisticamente più alto rispetto a quanto non avvenga nella popolazione normale. Qui dobbiamo introdurre il concetto di familiarità: all’interno di quelle famiglie, sono presenti alcune fragilità genetiche le quali, per non essendo in grado di determinare la malattia, ne causano la predisposizione. È importante comprendere che la predisposizione indica una maggiore suscettibilità, ma non è una condanna verso la malattia stessa. 3 I ricercatori sono concordi: seguendo uno stile di vita sano (come quello che andremo a descrivere nelle prossime pagine della nostra trattazione), il pericolo di incorrere nell’Alzheimer o nel Parkinson diminuisce sensibilmente, anche in caso di eventuale familiarità. Ciò accade perché, grazie alle buone abitudini, non si attivano quei geni che possono portare allo sviluppo delle patologie. Vale quindi la pena specificare che tutti dovrebbero seguire le indicazioni che daremo. Ancora di più se in famiglia si sono verificati casi di patologie neurodegenerative.

Alzheimer, quanto il morbo di Parkinson (e anche le altre patologie simili, benché meno diffuse). In mancanza di terapie, la scienza ha però maturato una certezza: grazie ai nostri comportamenti quotidiani possiamo ridurre il rischio, e abbattere

le probabilità di incorrere in queste patologie. Alimentazione equilibrata, sport, rispetto del sonno notturno, protezione dei propri spazi di interesse e attività rigeneranti sono una vera e propria terapia preventiva. 7

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La prevenzione

dell’Alzheimer È IN CUCINA CHE ABBATTI TUTTI I RISCHI

I 10 ALIMENTI CHE SALVANO I NEURONI

Esiste un legame stretto tra cucina e malattia di Alzheimer, comprovato dal fatto che una alimentazione di tipo mediterraneo, cioè povera di proteine animali e ricca di vegetali, svolge una riconosciuta azione protettiva. A patto di prediligere cotture semplici e non far mancare mai alimenti crudi.

Alcuni cibi hanno dimostrato di possedere proprietà in grado di allontanare sensibilmente il rischio Alzheimer. Si tratta di alimenti comuni e facili da reperire. Sono soprattutto di origine vegetale, e hanno la caratteristica di essere molto ricchi di antiossidanti e di vitamine, in grado di neutralizzare la formazione delle placche amiloidi.

TUTTI I BENEFICI DELL’INTEGRAZIONE In natura ci sono molte sostanze che, isolate e sperimentate allo scopo di migliorare le capacità cognitive, hanno dato buoni risultati anche nella prevenzione delle malattie neurologiche che colpiscono le facoltà cognitive. Di conseguenza, ecco che una corretta integrazione, scegliendo nella vasta gamma di proposte naturali, può fare la differenza per preservare memoria, lucidità e anche benessere psichico.

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Il Parkinson LE TESTIMONIANZE LASCIATE DALLA STORIA

LA SCOPERTA DEL MORBO

Le più remote risalgono a oltre 7000 anni fa. Tra i tanti che ne descrissero le manifestazioni, ci furono persino Leonardo da Vinci e William Shakespeare.

Il nome della malattia si deve all’impegno di un medico inglese, James Parkinson, il quale scrisse un saggio molto esaustivo sulle manifestazioni di questa patologia.

TUTTE LE CIFRE DELLA PATOLOGIA

COSÌ NASCE LA MALATTIA

Si tratta della seconda malattia neurodegenerativa più diffusa nel mondo. I numeri sono in aumento e la disabilità che provoca rappresenta un danno sanitario, sociale ed economico.

Il Parkinson è dovuto al danneggiamento dei neuroni che producono la dopamina. Questa sostanza svolge la sua azione sia sulla coordinazione motoria che sul tono dell’umore.

COME SI PRESENTANO I SINTOMI DEL MORBO

È UNA PATOLOGIA CHE EVOLVE NEL TEMPO

Rigidità e tremore sono le manifestazioni tipiche della malattia, Oggi però si studiano le possibili “avvisaglie” della stessa, che si presentano con molti anni di anticipo.

Il Parkinson è una malattia degenerativa e quindi tende a peggiorare con il passare degli anni. Grazie alle terapie l’evoluzione può essere frenata efficacemente.

GLI ESAMI CHE SERVONO PER UNA DIAGNOSI Il Parkinson viene diagnosticato clinicamente, cioè attraverso i sintomi. Dato che non è facile avere una conferma strumentale della diagnosi, le analisi di approfondimento servono soprattutto a escludere che ci siano altri problemi a determinare i disturbi.

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introduzione al parkinson

Le testimonianze lasciate dalla storia Le prime descrizioni della patologia risalgono addirittura a 5000 anni prima di Cristo, quando i testi ayurvedici non solo trattavano ampiamente il fenomeno Ma proponevano l’uso di rimedi naturali. studiati ancora oggi con interesse

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ampavata è un termine indiano che appartiene alla tradizione ayurvedica con il quale si indica una malattia contraddistinta da rigidità, difficoltà di movimento, tremori a riposo. Le descrizioni di questa malattia nei testi vedici risalgono a oltre 7000 anni fa ma sono talmente accurate da costituire ancora oggi un vero e proprio trattato di incredibile attualità e precisione descritti-

va. Nei Veda, considerati un dono del dio Brahma, si indicava non solo la malattia ma anche una cura: si tratta di un legume che noi oggi abbiamo classificato come Mucuna pruriens. La mucuna viene ancora oggi usata nel trattamento del Parkinson poiché contiene quantità significative di L-dopa, uno dei pochi farmaci che (come vedremo in seguito) consentono di attenuare i sintomi della patologia.

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È presente anche nei testi cinesi più antichi All’interno del Su wen, il testo medico più antico della medicina tradizionale cinese, c’è una descrizione accurata della malattia di Parkinson. Il testo risale al 500 avanti Cristo e testimonia come la patologia fosse conosciuta anche all’interno di quell’antico regno.

Era già noto nella medicina greco-romana

compiere interessanti considerazioni in proposito, intuendo quindi che fosse un problema di tipo neuropsicologico, dovuto alla mancata risposta del corpo agli “ordini” della mente.

Una descrizione molto accurata della malattia di Parkinson venne effettuata anche dal medico e anatomista greco Erasistrato di Co, che visse tra il 350 e il 250 avanti Cristo. Egli la definì come una sorta di paralisi paradossale, per cui il malato poteva bloccarsi da un momento all’altro, a metà di un’azione, prima di riprendere il movimento esattamente dal punto in cui lo aveva interrotto. Le conoscenze del mondo greco-romano (che potevano contare anche sui contributi di Aulo Cornelio Celso e Dioscorde Pedanio, solo per citare due personalità mediche del periodo) confluirono poi nell’opera di Galeno, il quale descrisse a sua volta tutti i disordini motori tipici della malattia, così come operò una distinzione tra i vari stadi della stessa. E fu Galeno a collegarne la comparsa con l’avanzare dell’età, introducendo il concetto di “fattore di rischio”.

Alcuni dicono che fu Shakespeare il vero scopritore Questa idea si deve a un passaggio dell’Enrico VI; durante una battuta tra Dick e Say, Dick chiede a Say come mai tremasse. E Say risponde: “The palsy, not fear, provokes me”. La frase tradotta, significa: “La paralisi, non la paura, mi fa tremare”. L’uso del termine paralisi si riferisce al tipo di rigidità e ai disturbi motori tipicamente parkinsoniani. Paralisi e tremore, dunque, rappresentano i due sintomi chiave della malattia, che però dovette attendere ancora due secoli e mezzo prima che qualcuno riuscisse a darne una descrizione accurata e moderna, di tipo medico. Il qualcuno in questione fu James Parkinson il quale, come era costume, ebbe modo di vedere battezzata la malattia con il suo cognome, quale riconoscimento per il contributo dato alla sua identificazione.

Anche Leonardo da Vinci ne fu impressionato Il genio leonardesco, nella sua capacità di osservazione, non si fece sfuggire le peculiari caratteristiche con cui si presenta il Parkinson. Ed ebbe modo di 53

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La prevenzione

del Parkinson PORTA A TAVOLA CIBI FRESCHI E COLORATI

GLI INTEGRATORI DANNO UNA PROTEZIONE IN PIÙ

Nella prevenzione di questa malattia neurodegenerativa, l’alimentazione svolge un ruolo molto importante. Bisogna infatti fare il pieno di antiossidanti, in modo da bloccare sul nascere il processo che porta alla formazione delle proteine nocive formate dall’alfa-sinucleina.

Alcuni nutrienti si sono dimostrati sperimentalmente in grado di intervenire positivamente sul sistema nervoso alle prese con l’esordio del Parkinson. Ecco perché è lecito supporre che, usati come integratori, siano anche capaci di effettuare una ulteriore protezione nei confronti della patologia.

SPORT E DANZA SALVANO IL CERVELLO Non va dimenticato che il Parkinson è essenzialmente un disturbo di tipo motorio. Ecco il motivo per cui il movimento, oltre ad agire sui muscoli, è in grado di proteggere anche e soprattutto le aree cerebrali preposte al movimento. Lo sport è un’ottima arma di prevenzione. Anche il ballo, attività che coniuga movimento e divertimento, assicura benefici notevoli e, forse, persino superiori.

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