L’arte della spontaneità
Solo le azioni istintive
ci conducono verso la gioia di vivere e ci fanno stare bene davvero
Solo le azioni istintive
ci conducono verso la gioia di vivere e ci fanno stare bene davvero
Solo le azione istintive
ci conducono verso la gioia di vivere e ci fanno stare bene davvero
L’arte della spontaneità
Editing: Giuseppe Maffeis
Grafica di copertina: Roberta Marcante
Illustrazione di copertina: Alberto Ruggieri
© 2017 Edizioni Riza S.p.A.
via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.
Introduzione
Ognuno di noi ha un’immagine precisa di se stesso: è convinto di conoscere esattamente il proprio carattere, con tutte le qualità e i difetti. Ma quest’immagine spesso non corrisponde alla nostra essenza reale, perché è stata costruita in base ai giudizi altrui, al pensiero comune, alle aspettative che ci siamo creati. Di conseguenza non viviamo in sintonia con quello che siamo realmente, ma ci sforziamo di vivere come vorremmo essere. Ci comportiamo in modo non spontaneo, per adattarci ai modelli che ci siamo proposti. Da qui nascono la scontentezza e l’insoddisfazione che talvolta ci pervadono, anche senza un motivo preciso. La soluzione ai nostri disagi è trovare la spontaneità e la naturalezza nelle nostre azioni, smettendo di recitare, per vivere davvero la nostra vita.
Per essere felici dobbiamo essere in sintonia con le leggi dell’anima, che ha bisogno soprattutto della nostra spontaneità, solo allora secerne le sostanze della gioia di vivere, della cura di noi stessi.
Spontaneità significa affidarsi, cogliere la vita come un viaggio verso la propria realizzazione: non aspettarsi niente, ma godersi tutto senza sforzarsi di correggere le debolezze e le insicurezze che sentiamo dentro di noi, perché sono doni preziosi. La via della spontaneità è ascoltare ciò che accade dentro di noi, senza cercare le cause o immaginare le conseguenze: così facciamo dell’interiorità la nostra guida infallibile.
Osserviamo ciò che proviamo dentro di noi - Ecco come fare per seguire la via della naturalezza: rivolgere lo sguardo dentro di noi, ascoltare l’istinto e il carattere, realizzare la nostra unicità, imparare a stare con noi stessi. Abituiamoci dunque a percepire il nostro interno. Solo ciò che accade in noi è naturale e davvero nostro, non è naturale invece fare teorie e ragionamenti su quello che sentiamo. Guardarsi dentro significa imparare ad amare ciò che accade spontaneamente, affidarsi alla propria essenza e lasciarsi guidare: ecco il segreto per trovare tutto le risposte che cerchiamo invano fuori di noi.
L’anima chiede solo di essere guardata, non di essere guidata e costretta a seguire percorsi non suoi. Ognuno di noi deve seguire il proprio percorso di vita e la mappa è segnata nel nucleo profondo che esiste in tutti e che ci guida a realizzarci, se lo lasciamo fare. La nostra essenza naturale è ciò che ci rende unici. Come fare per assecondarla? Basta affidarsi all’istinto. L’istinto è la voce della Natura in noi, dotata di un potere immenso sul nostro benessere. Negli animali l’istinto fa compiere imprese incredibili, invece accade spesso che gli uomini ne siano spaventati e lo temano, cercando di controllarlo. Succede perché l’istinto nasce prima che si formi la nostra idea del bene e del male. Ma è proprio questo che lo rende indispensabile per realizzare la nostra natura, proprio come accade ad animali e piante.
Se ti affidi all’istinto prenderai la strada giusta, perché sa sempre che cosa è meglio per te. Liberati dai vincoli della ragione, del pensiero comune e delle abitudini; lascia spazio all’istinto, all’intuizione, all’insolito e alle novità: ti indicano la strada per esser più spontaneo e naturale, per essere te stesso e vivere una vita che sia davvero tua.
Puoi essere felice solo se sei spontaneo e naturale. Non seguire dei modelli ma lasciati sempre guidare dalla tua interiorità, che ti indica la via giusta.
“Le
cose al di fuori del loro stato naturale né vi si adagiano né vi durano”, ricordava il filosofo
Giambattista Vico. Nessuno, cioè, può essere felice lontano dalla propria strada.
Ognuno di noi si è formato una certa idea di se stesso: il proprio carattere, le qualità, i difetti... In realtà gran parte di questa immagine è illusoria, fittizia e innaturale, creata ad esempio dai “bravo” o dai “cattivo” che ci hanno detto a partire dall’infanzia, dalle mete che tutti considerano importanti e che quindi anche noi abbiamo fatto nostre, dalla capacità o meno di fare “quello che fanno tutti”, per cui veniamo giudicati “in gamba” o “scarsi”. L’immagine che abbiamo di noi, in molti casi, è l’immagine che vorremmo che gli altri avessero di noi! Non è così che siamo in realtà, ma è solo come crediamo di essere. Per questo ci comportiamo in modo non spontaneo e non naturale, cercando di rinforzare questa immagine. Inseguiamo qualcosa di limitato, condizionato e vincolato al verificarsi di determinate condizioni: pensiamo
di essere felici se otteniamo certi risultati, se godiamo di un certo status, se rispettiamo certi canoni, se gli altri ci riconoscono e apprezzano... È un modo di considerare se stessi che dobbiamo costantemente proteggere dagli imprevisti perché ogni mutamento è sentito come pericoloso, anche quelli che in realtà ci farebbero bene per ritrovare la nostra spontaneità e naturalezza.
Recitiamo una parte che non ci corrisponde - Ci sforziamo di essere perfetti, di aderire a un modello esterno. Vivere in modo naturale significa invece affidarsi a quella forza interna che continuamente ci ricrea.
«Ecco, io, “per natura”, non sopporto… », è un’espressione che dà un’impronta alla nostra esistenza e forza il nostro cammino perché, pensando di essere fatti in un certo modo, e restando chiusi in quest’ottica, non ci potrà mai capitare mai nulla di nuovo e non potremo mai restare pienamente in quello che facciamo. Ad esempio, mentre facciamo l’amore, invece di assaporare l’attimo, ci chiediamo: “È vero amore? Lo amo davvero? È sincero? Sono abbastanza bella, sono abbastanza giovane per lui? Come andrà a finire?”. Addio alla spontaneità, alla naturalezza e anche al piacere genuino.
«Com’è difficile essere spontanei, semplici…» diceva
Jung. Nella nostra cultura è diventato così difficile, perché ci sentiamo autentici solo quando “recitiamo” il personaggio che ci sembra darci più successo con gli altri. Non ci preoccupiamo invece dell’essenziale: lui, o lei, ci attrae, in questo momento? Questo solo conta, mentre recitare una parte ci allontana da noi stessi.
Cerchiamo sempre di percepire il nostro interno. Ciò che accade in noi è naturale, fare teorie e ragionamenti su quello che sentiamo invece no!
Allora qual è l’atteggiamento mentale più naturale? Se l’evento è già avvenuto, non bisogna disturbarlo con i pensieri, ma osservarlo e basta. Se non è avvenuto, pensarci crea problemi, non soluzioni. Allo stesso modo non bisogna costruire dei giudizi fissi su di noi, che ci ingabbiano in schemi che ostacolano il nostro modo naturale di comportarci. Non dobbiamo definirci. Noi non siamo generosi e basta, ma siamo anche generosi. Non siamo buoni o cattivi, siamo anche buoni e cattivi. Stiamo litigando? Prendiamo atto dell’evento e basta. Non diciamo a noi stessi che non dovremmo, che non è giusto... Percepiamo la furia che è in noi e aspettiamo che esaurisca la sua funzione: questo significa essere naturali.
Occorre percepire che cosa accade dentro di noi. La percezione è il farmaco. E, cosa più importante, non attribuiamo al disagio che proviamo nessuna causa. Non continuiamo a pensare che stiamo male perché il marito ci ha lasciato, il capo ci ha ripreso, un’amica ci ha tradito... In questo modo attribuiamo sempre all’esterno l’origine dei nostri sentimenti, affidiamo sempre agli altri la regia della nostra vita.
Diventa il regista della tua vita - Arriva un momento nell’esistenza di ognuno in cui bisogna prendere la vita nelle proprie mani, diventarne protagonisti. Non è facile, ma neppure difficile: la vita è nostra e non possiamo fare solo le comparse, altrimenti stiamo vivendo il film di qualcun altro. Per diventare protagonisti della nostra vita guardiamoci dentro, osserviamo come siamo davvero e dove ci porta il nostro mondo interno, così possiamo essere registi della nostra esistenza; non sempre ci riusciamo, ma quando cominciamo a farlo non ci verrebbe mai in mente di tornare indietro, a recitare una parte minore.
Percepire, osservare senza commento, significa estrarre dal “piombo” dei pensieri la forza creatrice della coscienza. Guardarsi dentro e osservare il proprio nucleo naturale ci cura e ci cambia più di qualsiasi altra cosa al mondo.