Quercia La pianta della longevità
La sua storia, i miti, le leggende e le straordinarie proprietà curative per vivere no a cent’anni
Quercia La pianta della longevità
La sua storia, i miti, le leggende e le straordinarie proprietà curative per vivere no a cent’anni
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Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di ducia.
La collana degli Alberi che ci curano
Non esiste sulla terra un luogo più magico di un bosco popolato dagli alberi, dove il sole ltra tra le fronde e il vento sof a vivace tra le chiome. È lì che nasce in noi il desiderio di soffermarci a guardarli e respirare la loro fragranza… In quei momenti ritroviamo l’antico legame con la natura e la tranquillità interiore, la vera cura del nostro lato cosmico. Ecco perché Edizioni Riza ha pensato di realizzare questa collana di libri dedicata agli Alberi che ci curano, quelli che da sempre nella storia e nel mondo dei simboli e dei miti rappresentano la nostra eternità. Vogliamo offrire ai nostri lettori l’opportunità di celebrarli come li celebravano gli antichi, di conoscerli come li conoscono i botanici, di amarli come li ama Madre Natura. Scrisse il maestro zen Dõgen «Quando orisce un albero, orisce il mondo intero».
Edizioni Riza«Non c’è salvezza senza la natura. Non c’è salute mentale senza gli alberi, i ori, le radici, le montagne. Non c’è salvezza perché le piante che vediamo fuori di noi, le montagne che contempliamo, i umi, le sorgenti, sono presenze dentro di noi»
Raffaele MorelliTrova rifugio nel tuo albero interiore
uesta è l’epoca della storia che ha avuto le maggiori ricchezze, le migliori comodità e quantità di cibo impensabili per le generazioni che ci hanno preceduto. Eppure siamo sempre più scontenti. Che cosa è accaduto? Perché non siamo felici? Abbiamo la mente dominata dai pensieri, dai ragionamenti, siamo totalmente orientati sull’esterno, sui social, sui media. Il silenzio è il grande assente dalla nostra vita psichica: c’è solo in Natura! E così il grande studioso dell’anima François Cheng sottolinea quanto siamo posseduti da parole, de nizioni, informazioni che ci fanno perdere il cammino. «Al cospetto di questa valanga di nozioni o concetti, l’uomo moderno si sente smarrito. L’unità del suo essere è rotta» (François Cheng, L’anima, Bollati Boringhieri, 2018). Cheng ci sta dicendo che non ci sentiamo interi, ma spezzettati.
Le tue radici sono nella Natura
Questo è il dramma dei nostri tempi: abbiamo perduto la capacità di sentirci esseri unici. «Se l’uomo ha il coraggio di mettersi davanti a uno specchio, di fronte alla sua immagine spezzettata, non sa più dove sbattere la testa né a quale santo votarsi». Ma possiamo tornare interi? Secondo la saggezza antica, questo accade solo quando siamo immersi nella Natura, perché solo lì troviamo le radici. Questo è il vero lavoro da fare. Solo il legame con la Natura ci dà sicurezza e serenità.
E allora vai in un parco o in un bosco e scegli l’albero per cui senti più af nità. Chiudi gli occhi e visualizzalo dentro di te: senza saperlo stai facendo un rito, stai dicendo una preghiera, stai parlando con i tuoi antenati, con l’immagine antica che ti abita da sempre e che c’era da molto prima che tu esistessi. Se si ragiona così, si capiscono bene le parole degli aborigeni australiani, quando i politici, per fare un’autostrada, hanno abbattuto il loro albero sacro, quasi millenario: “Sentiamo il dolore dei nostri antenati”.
Questo albero era sacro soprattutto per le donne, perché da sempre andavano a partorire nascondendosi tra i suoi grandi rami e le sue foglie miracolose. Poi, una volta nato il bambino o la bambina, la placenta veniva seppellita sotto l’albero fra le radici, come a restituire alla terra, alle piante, alla natura qualcosa della creazione che aveva nutrito colui o colei che erano venuti al mondo. Perché dare la placenta alle radici?
Perché ciò che nutre la vita ama stare nel segreto, nel buio, nella terra più nascosta.
Il valore del silenzio
I Veda ci hanno insegnato dalla notte dei tempi che «gli Dei amano i segreti e avversano ciò che è palese» (Roberto Calasso, L’ardore, Adelphi, 2010, p. 44). Se noi sapessimo quanto è prezioso per la nostra salute il silenzio, il nascondersi dalla vista degli altri soltanto qualche minuto al giorno, eviteremmo tutte quelle parole inutili che ogni giorno tormentano la nostra psiche. Se non hai più un albero interiore in cui rifugiarti, se non c’è vicino a te una pianta da vedere orire ogni primavera e decadere ogni inverno, si formerà dentro di te l’idea malata che il mondo è fermo, che tu sei sempre uguale, che una pianta vale l’altra e che puoi estirparla quando vuoi, tanto non conta niente, che un’autostrada è il progresso, il vero futuro...
Guarda le piante nel loro splendore La prima cosa che ho fatto qualche giorno fa, tornando nella casa di campagna in Piemonte, è stato andare a vedere il pino, che è nato lì casualmente vent’anni fa. Sempre al suo posto, rigoglioso, in piedi accanto al salice. Stavano entrambi bene: guardare le piante nel loro splendore, mentre tutto tramonta, è come partecipare a una benedizione. Cosa accadrà di noi quando avremo imparato a fare a meno delle piante? Quando ci sembreranno secondarie al nostro sviluppo? Molti studiosi dell’anima dicono che diventeremo sempre più ansiosi, insonni, depressi. Potrebbe essere, ma io credo che soprattutto diventeremo aridi.
◗ Le proprietà dei tannini. Tali principi attivi svolgono alcune funzioni molto importanti. Eccole qui di seguito elencate.
-Astringente e antin ammatoria: si dice di quelle sostanze che agiscono localmente sui tessuti dell’organismo, senza avere un’azione irritante se usate alle dose opportune, diminuendo i processi in ammatori.
Gli impieghi dei tannini nell’industria L’uomo utilizza praticamente da sempre i tannini per le loro proprietà, non solo terapeutiche. Questi elementi sono infatti sfruttati in numerosi ambiti. Ecco gli impieghi più comuni.
– La concia delle pelli: i tannini reagiscono con il collagene e con le altre proteine, rendendo il prodotto conservabile e utilizzabile, in pratica trasformando la pelle in cuoio.
– La preparazione di lacche e inchiostri, per dare stabilità al colore.
– La tintura e la stampa dei tessuti
La chiarificazione del vino, della birra e dei succhi di frutta. Questo procedimento permette di ottenere bevande limpide.
La quercia –della birra e dei succhi di bevande limpide.
-Emostatica: in pratica causano una vasocostrizione dei vasi fermando o prevenendo le emorragie (di lieve entità). Proprio per questo vengono usati anche nella protezione dei capillari.
-Antibiotica, antivirale e antifungina: sono funzioni che li rendono ef caci contro batteri, virus e micosi. Va però detto che tali principi attivi, assunti attraverso i vegetali (come la quercia), non risultano mai potenti come i farmaci veri e propri.
-Antidiarroica: sono in rado di rallentare la peristalsi intestinale, quindi utili in presenza di colite con diarrea.
-Antipertensiva: abbassano la pressione sanguigna.
Per uso esterno, i tannini sono utili in caso di:
-in ammazione di pelle e mucose;
-piccole ustioni;
-sanguinamenti;
-in presenza di ipersecrezione delle ghiandole sudoripare e sebacee (sudorazione eccessiva e pelle e/o cuoio capelluto grasso).
◗ Nota: i tannini si trovano normalmente in molti vegetali utilizzati anche come alimenti, per esempio caffè, tè, cacao, carcio , cachi, fragole, noci, arachidi, mandorle, castagne, legumi, uva ecc., e non presentano particolari controindicazioni né effetti collaterali. A dosi elevate possono però causare irritazioni della pelle e delle mucose. L’assunzione in quantità elevate di tannini può inoltre ostacolare l’assorbimento di alcuni nutrienti tra cui ferro, zinco e vitamine. Per questo si suggerisce spesso di non bere più di 4-5 tazze di tè al giorno, in quanto è particolarmente ricco in tannini.
I suoi principi attivi
La quercia
Così preservi i principi attivi volatili Alcune piante medicinali, come la radice di quercia, possono essere macerate a freddo prima di essere usate. Versa 500ml di acqua fredda su 25g di radice taglio tisana essiccata, e conserva la miscela in un luogo fresco per una notte; filtra attraverso un colino a trama fitta e bevi durante il giorno. In questo modo preservi i principi attivi volatili (oli essenziali) presenti nella resina della quercia. Questi hanno proprietà drenanti, depurative e balsamiche, oltre a essere potenti battericidi. I macerati a freddo sono adatti anche per uso esterno.
SCIROPPO
Scalda 500ml di decotto in una casseruola. Aggiungi 500g di miele bio (o di zucchero integrale) e mescola con cura nché si è sciolto tutto. Lascia raffreddare e versa in un paio di bottiglie sterilizzate di vetro scuro. Sigilla con un tappo di sughero (usa il sughero perché gli sciroppi spesso fermentano, e le bottiglie chiuse ermeticamente potrebbero esplodere). È indicato come rimedio energizzante, in convalescenza: uno o due cucchiai al giorno, massimo tre.
Miele.TINTURA MADRE
Per prepararla si utilizza come solvente una miscela di alcol e acqua. In genere, per 20g di radice taglio tisana si impiegano 50ml di alcol (vodka o rum) miscelati a 50ml di acqua. Si può utilizzare anche la radice fresca, ma in questo caso è opportuno raddoppiare la dose di pianta richiesta, perché bisogna tenere conto che la pianta fresca è molto più ricca di acqua rispetto a quella essiccata. Le tinture così preparate vanno conservate in aconi di vetro scuro e devono essere consumate entro 2-3 anni. Procedi mettendo la radice spezzettata in un grosso barattolo e copri con una miscela di vodka o rum e acqua. Sigilla il barattolo, conservalo in luogo fresco per 2 settimane e scuotilo ogni tanto. Adatta un ltro per gelatina o di mussola attorno al bordo di un torchietto e, se necessario, bloccalo con un elastico, quindi versarci la miscela. Passa la miscela nella caraffa per mezzo del torchietto (il residuo può essere usato come ottimo terriccio). Versa il liquido ltrato in bottigliette pulite di vetro scuro con contagocce. La tintura preparata è indicata per tutti i disturbi descritti nelle pagine precedenti alla dose di 25 gocce in poca acqua per 3 volte al giorno, 15 minuti prima dei pasti.
Nota: in alcuni casi una tintura preparata con alcol etilico non è consigliabile, per esempio in presenza di gastrite o epatite, oppure quando si curano ex-alcolisti. In tali casi, unisci un piccolo quantitativo (25-50ml) di acqua in ebollizione alla dose della