Riza Extra: Come non farsi più condizionare dagli altri

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COME NON FARSI

PIÙ CONDIZIONARE DAGLI ALTRI

Impara a non ascoltare i giudizi e le critiche.

Solo così ritrovi la fiducia in te stesso

NON CHIEDERE CONSIGLI

Più ci affidiamo al parere altrui e più perdiamo la capacità di raggiungere i nostri obiettivi

NON TORMENTARTI

Come evitare che una parola negativa ti mandi in crisi

ASCOLTA IL TUO ISTINTO

In ognuno di noi c’è una guida che sa dove condurci: dai retta alle sensazioni e alle intuizioni

RIZA RIZA LE TECNICHE PER DIFENDERTI DA CHI TI VUOLE MANIPOLARE

Vivi la tua vita, non quella che gli altri ti suggeriscono

PER PAURA DEI GIUDIZI DI CHI CI STA INTORNO, FINIAMO PER ADEGUARE

I NOSTRI COMPORTAMENTI AI LORO

MODELLI. COSÌ PERDIAMO DI VISTA

LA NOSTRA META: REALIZZARE

L’UNICITÀ CHE CI CARATTERIZZA

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SOMMARIO
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Spesso sei tu il giudice

di te stesso

I GIUDIZI RICEVUTI DALLE PERSONE INTORNO A NOI FINISCONO PER ALIMENTARE LA VOCE INTERIORE CHE CI CRITICA, CI DICE CHE ABBIAMO SBAGLIATO, CHE DOVREMMO ESSERE DIVERSI...

Devi seguire la tua strada anche andando controcorrente

LA NOSTRA NATURA SI ESPRIME SEMPRE A MODO SUO, NON COME VORREBBE IL MONDO ESTERNO O COME DECIDIAMO NOI, IN BASE AI MODELLI CHE CI SIAMO FORMATI

più inflessibile
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Vivi la tua vita, non quella che gli altri ti suggeriscono

Per Paura dei giudizi di chi ci sta intorno, finiamo Per adeguare i nostri comPortamenti ai loro modelli. così Perdiamo di vista la nostra meta: realizzare l’unicità che ci caratterizza

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Quanto ci influenza il giudizio degli altri? Tutti riteniamo di essere liberi, che le decisioni che prendiamo siano davvero nostre. Una buona domanda da farsi nella vita di tutti i giorni è questa: io sono come sono e provo quel che provo perché sono proprio così o perché in realtà ho assorbito critiche, giudizi, condizionamenti? Tante volte, nel corso della nostra vita, assecondiamo i desideri, la volontà e le convinzioni degli altri. Per evitare che ci giudichino e ci critichino, ci sentiamo in obbligo di comportarci come si aspettano che noi facciamo. Perciò andiamo incontro, più che alle nostre esigenze, a quelle delle persone che ci stanno intorno, per non rischiare di perdere il loro affetto o la loro stima. Così non viviamo la nostra vera vita e non esprimiamo pienamente noi stessi. Non limitarti a recitare la parte che ti hanno assegnato, sperimenta anche altri modi di essere, nei quali potrai sentirti davvero in sintonia con te stesso e mettere a frutto i talenti unici di cui sei portatore.

«dobbiamo renderci conto per tempo di una semplice verità: ciascuno vive, prima di tutto e realmente, dentro la propria pelle, e non nell’altrui opinione; perciò la nostra reale e personale situazione è, ai fini della nostra felicità, mille volte più importante di ciò che gli altri si degnano di pensare di noi».

Non dimenticare il tuo compito: realizzare te stesso

Li chiamano difetti del tuo carattere ma sono i fattori che ti rendono unico

Affidati al tuo sapere innato: conosce la strada giusta per te

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(arthur schopenhauer)

Non dimenticare il tuo compito: realizzare te stesso

occorre evitare che i giudizi esterni invadano il nostro sPazio interiore e ci sPingano ad agire nel modo indicato, come se noi fossimo la coPia di altri

la vita deve essere l’espressione della nostra unicità; molte volte le ansie, i disagi o la rabbia arrivano non perché siamo sbagliati, ma per ricordarci che noi siamo ben altro, per liberarci dai condizionamenti in cui siamo imprigionati.

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Non ci rendiamo conto che spesso, dando eccessivamente retta ai giudizi formulati su di noi, finiamo col farci condizionare pesantemente. Ci giudichiamo con gli occhi degli altri e pensiamo di essere sbagliati. A lungo andare diventiamo sempre più sensibili ai pareri altrui, più fragili e smarriti; seguiamo un percorso di vita che corrisponde sempre meno alle nostre reali esigenze. Solo maturando la

capacità di ascoltare la nostra voce interiore riusciamo a seguire la nostra vera strada. Se impari a guardarti con occhi diversi, senza aderire alle aspettative altrui, ma alle sensazioni che provi interiormente, puoi avvicinarti ai lati più profondi di te e scoprire la persona che sei. Al contrario, se rimaniamo superfi ciali e ci basiamo su quello che gli altri pensano di noi, finiamo col condividere i loro giudizi nei nostri confronti; in tal modo smet-

tiamo di essere naturali, perdiamo la gioia di vivere e la capacità di seguire l’istinto, schiacciato da ragionamenti esteriori. La nostra parte più vera, il nostro nucleo naturale, sa sempre cosa ci fa star bene, e con altrettanta precisione sa anche cosa non fa per noi. Peccato che abbiamo perso la capacità di ascoltarla: le nostre orecchie sono sempre puntate all’esterno, pronte sempre a percepire cosa gli altri si aspettano da noi.

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occorre mettere dei limiti ai condizionamenti esterni

Giànel 200 d.C. Plotino, filosofo neoplatonico, sottolineava come l’uomo tende ad essere troppo condizionato dai giudizi esterni, «soffocato dall’esteriorità, collegato da mille vincoli alle attrattive del mondo». Talmente impegnato nell’inseguire i comportamenti più adatti alle regole sociali e ai modelli comuni da smarrire il proprio percorso, e condannarsi a un’infelicità esistenziale che si manifesta sotto forma di ansia o depressione. Questo è il risultato che si ottiene nel tentativo di ade-

guarsi agli altri oppure alle rigide regole che noi stessi ci imponiamo. Plotino suggerisce una soluzione: occorre far emergere, sotto la scorza della maschera esteriore che indossiamo di solito, il nucleo profondo più vicino alla no-

stra autentica natura. Il primo passo per arrivare a far emergere la radice originaria che ci caratterizza è riconoscere quanto siamo sensibili ai modelli sociali e agli obiettivi comuni, che inseguiamo senza valutare se sono realmente adatti a noi e in grado di renderci felici. Tante persone ti dicono ogni giorno cosa devi fare, chi devi essere, come realizzarti. I familiari, gli amici, il partner spesso ti vogliono plasmare a loro immagine e somiglianza, ma ricorda sempre che tu sei tu e non devi permettere che ciò accada.

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«le preoccupazioni, i dispiaceri, le arrabbiature, i timori di tutti noi riguardano, nella maggior parte dei casi, ciò che gli altri possono pensare di noi…».
(arthur schopenhauer )

Una sana dose di “spirito di contraddizione” ti permette di definire la tua identità, evitando che la realtà circostante possa alterare la percezione e l’espressione dei tuoi reali bisogni. Gli animali marcano il proprio territorio per sopravvivere: segnano un perimetro e quando un nemico entra si mettono subito all’erta. Anche per te in qualche modo vale la stessa regola. In molte situazioni della vita occorre sperimentare l’opposizione al mondo circostante e una certa dose di antagonismo verso ciò che ti circonda; serve ritrovare la testardaggine che avevi da bambino, quando i tuoi “no” erano assoluti. Questi passi sono talvolta davvero necessari per intraprendere il tuo cammino personale e per non farti condizionare. A questo proposito vale il monito ricordato da Paul Valéry: «un uomo è intelligente quando manifesta una certa indipendenza dalle comuni aspettative».

Coltiva il tuo modo di essere te stesso Dare spazio alla tua originalità può provocare qualche scossone intorno a te, e spesso è proprio il timore della reazione degli altri a frenarti e a spingerti ad accettare la situazione. Ti chiedi: «Mi vorranno ancora bene? Li deluderò se faccio di testa mia?». La paura di perdere affetto e approvazione innesca un conflitto interiore che può tarparti le ali in partenza. In che modo allora fare

il primo passo? Chi ha represso a lungo bisogni e desideri è portato a “sbottare” e opporsi di punto in bianco, provocando però proprio le reazioni che teme. Spesso non è necessario tagliare subito i ponti: una buona strategia è occuparsi prima di sé che degli altri. Libera la tua originalità e trova degli spazi, al principio piccoli poi sempre più

ampi, per coltivare il tuo modo di essere, di parlare, di pensare. Lasciando affiorare ciò che sei e ciò che senti, inizierai a sentirti più sicuro, meno dipendente.

Così, quando sarà necessario, diventerà più semplice affrontare gli altri, senza più vederli come un muro invalicabile ma come delle persone alla pari di te.

sCrivi una diChiarazione d’indipendenza

Chi subisce l’influenza del giudizio degli altri spesso non pensa nemmeno come fare a contrastarla; teme di essere criticato ancora di più, di essere considerato ostile o ingrato. Ecco allora che scrivere una lettera, anche senza inviarla, può offrire la possibilità di esprimere finalmente i propri sentimenti più profondi in modo protetto e sicuro, evitando un contatto diretto con chi di solito ci condiziona con i suoi pareri. Attraverso lo specchio della scrittura si inizia a familiarizzare con quello che davvero vorremmo fare, ed è il primo passo per poi provare a realizzarlo. Trova un momento tranquillo tutto per te e scrivi una lettera rivolta alla persona che ha l’abitudine di voler indirizzare la tua vita. Scrivi quello che pensi e che in realtà vorresti fare, senza censure e paure. Quando hai finito di scrivere, lascia “riposare” la lettera, poi nei giorni successivi torna ogni tanto a leggerla, anche senza spedirla e senza fare progetti, ma solo ascoltando quello che provi. Hai piantato semi che germineranno al momento opportuno.

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stai seguendo davvero la strada adatta a te?

Prova a porti questa domanda: «Sto vivendo la mia vita?». Questo è un interrogativo che dovremmo farci tutti ciclicamente, perché in fondo non esistono questioni più im-

Jung nel “Libro rosso”: «Guai a coloro che vivono seguendo dei modelli! La vita non è con loro. Se voi vivete seguendo un modello allora vivrete la vita del modello, ma chi do-

Crediamo di dover diventare migliori, coraggiosi, intraprendenti, sicuri: vogliamo essere vincenti, cerchiamo l’affermazione sociale, imitiamo gli altri, lavoriamo in continuazione sui -

mo di guadagnare “un posto al sole”... Non ci rendiamo conto che la felicità non può mai derivare dall’adesione a uno schema esterno. E come potrebbe essere? Il seme si realizza sviluppando appieno -

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Ci lasCiamo Condizionare

Diciamo troppi “sì” a ciò che le convenzioni o i luoghi comuni ci indicano di fare o a ciò che noi stessi ci imponiamo come scelte obbligate. Paradossalmente non riusciamo invece a dire di no, a rifiutare legittimamente ciò che ci allontana dal nostro percorso di evoluzione personale, quello che ci porta ad essere ciò che nel profondo già siamo.

riparti da te stesso «Ciascuno deve custodire e santificare la propria anima nel modo e nel luogo a lui propri, senza invidiare il modo e il luogo degli altri. Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primigenio e unico. Ognuno nasce diverso perché non è chiamato a fare il già fatto, bensì quello che c’è da fare» scrive Martin Buber nel libro “Il cammino dell’uomo”. Pertanto è vitale ripartire da noi stessi. Se rientriamo in sintonia con il nostro internoladdove risiede il seme di ciò che siamo e di ciò che saremo - allora tutto cambia: è come se d’improvviso smettessimo di arrancare su per una salita impervia e cominciassimo a filare in discesa, dato che riscoprire se stessi significa per prima cosa ritrovare la propria strada. Quando siamo sul nostro sentiero ce ne accorgiamo immediatamente: facciamo gli incontri giusti, siamo felici senza motivo apparente, custodiamo segreti, ci arrivano proposte interessanti, scopriamo talenti, le cose ci vengono facili, ogni giorno capitano novità...

(louise

esprimi la tua natura Guardarci dentro non significa catalogarci in un modello preciso e valido per sempre; è impossibile e fuorviante volerci definire una volta per tutte, sia perché siamo in costante evoluzione sia perché la radice di ciò che siamo risiede nello sconosciuto che abita in noi. Osservarci significa invece lasciar emergere dal mondo interno i nostri mille volti, che di volta in volta ci porteranno a fare scelte su misura per noi, senza prestare orecchio ai giudizi degli altri e ai loro suggerimenti sul modo “giusto” di comportarci. «Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada» ci ricorda James Hillman nel libro “Il codice dell’anima”. Con ciascuno di noi viene al mondo qualcosa di unico: costringerlo in uno schema significa soffocarlo. Se permettiamo alla nostra natura di esprimersi liberamente, senza condizionamenti esterni, allora fiorirà, e noi con essa.

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«non ci sono due fiocchi di neve uguali né due margherite uguali. ogni persona è un gioiello eccezionale, con doti e capacità uniche. ci limitiamo quando tentiamo di essere come un’altra persona. godi della tua unicità».
hay)

smetti di credere di essere come ti disegnano gli altri

Igiudizi ascoltati in famiglia, a scuola, dagli amici, dagli istruttori sportivi, tendono a darci un’etichetta, una definizione che poi ci condiziona. Il guaio principale è che cresciamo in un ambiente che tende alla definizione perpetua, alla catalogazione, alla classifi cazione. Si comincia dai genitori: «È un bambino così dolce, una peste, un terremoto, un angelo...». Si prosegue a scuola: «È un alunno timido, estroverso, indisciplinato, studioso, menefreghista...». Si continua con gli amici: «È un tipo solare, è uno a posto, è inaffidabile, è

una brava persona ma...». Ci sono poi le somiglianze: «È tutto suo padre, ha preso il carattere del nonno, ha il talento della madre...». I paragoni: «Tuo fratello è più attento; se vuoi fare strada

nella vita impara da tuo cugino che è più sveglio...». Questo insieme di definizioni ha tratteggiato con il tempo un identikit con cui nel bene o nel male ti sei trovato a fare i conti: sia che tu lo abbia sposato più o meno consapevolmente, sia che tu abbia lottato per modificarlo, lo hai comunque dato per scontato. Ti sei fatto l’identikit, o te lo sei lasciato fare, quasi fossi un colpevole o un fuggiasco. E in fondo lo sei. Infatti sei in fuga da te stesso. Vuoi essere te stesso? Per prima cosa smetti di identificarti, smetti di definirti. Più ti

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«ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro».
(mark twain)

chiudi in un ritratto e più ti sentirai male quando succederà qualcosa per cui agirai in contrasto con ciò che credi di essere.

sei davvero e sempre CosÌ?

Pensa a tutte le volte in cui ti sei sorpreso di te stesso, nel bene o nel male. Credevi di essere una persona fedele, e hai tradito. Pensavi di essere incapace, e invece te la sei cavata alla grande. Credevi di essere tollerante, e invece hai fatto una scenata per un nonnulla. In questi momenti rivelatori ti sfiora il sospetto di non conoscerti affatto, tanto che talvolta arrivi a sospettare di ospitare dentro di te un personaggio nascosto, verso il quale, a seconda dei casi, provi ammirazione o diffidenza, orgoglio o repulsione, attrazione o terrore. E spesso cadi nel senso di colpa, quando compi “un’azione non da te”. Più ti scopri diverso da come ti sei dipinto, più la stima di te si intacca, tanto che cominci a nutrire la sensazione di aver tradito la tua identità profonda. In realtà hai solo squarciato il pessimo ritratto che avevano fatto di te stesso, e hai fatto emergere tracce del volto diverso che possiedi.

In realtà sin dalla prima infanzia dentro di noi convivono modi di essere opposti e tendenze divergenti. Tu sei una cosa, ma sei anche il suo contrario, e in modo del tutto naturale. La contraddizione è un elemento portante del nostro essere. Senza di essa

possiedi molti volti Che spesso non ConosCi

Il guaio è che rifiutiamo i vari aspetti che vivono in noi perché abbiamo accettato la definizione che hanno dato di noi gli altri, attraverso i giudizi. Ci siamo uniformati agli standard e ai modelli, che provengono dall’esterno e che ci imponiamo noi stessi. Possediamo molti volti e se non li portiamo in scena finiamo per stare male o addirittura ammalarci. Ti hanno giudicato timido? Non è vero: all’occorrenza sai essere intraprendente e perfino sfacciato. Ti hanno sempre detto che sei una fanatica dell’ordine? A volte invece hai voglia di caos e confusione. Non liquidarle come rare eccezioni o piccole deviazioni da una norma rigida. Non esiste una norma. Non sei una persona standard, nessuna lo è. Però ti comporti come se lo fossi, perché hai accettato di definirti come ti hanno giudicato gli altri. Che spreco di risorse! L’errore è fissarti in un determinato modo d’essere, quando invece sei sfaccettato e per giunta in continua evoluzione. Non spaventarti del tuo attacco di rabbia, anche se sei sempre stato di indole pacifica. Non temere di dire no a coloro ai quali hai sempre detto di sì. Più lati di te impari ad accogliere e più la tua autostima sarà completa e funzionale al progetto che l’anima ha per te.

saremmo inchiodati alla fi ssità. Ma come fare concretamente per non fissarsi in un singolo personaggio? Per prima cosa smetti di autodefinirti, interrompi la catena di

montaggio delle etichette. Non darti mai per scontato. Non sei un ingranaggio o una macchina... L’anima non conosce automatismi, schemi, ripetizioni.

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