Il dizionario delle erbe che guariscono

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RIZA Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

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Una guida alle erbe medicinali realizzata per offrire al lettore uno strumento di consultazione semplice ma completo e ricco di informazioni aggiornate ed esaurienti. Per ogni pianta trattata: proprietà, impieghi tradizionali, nuove scoperte della scienza e interazioni eventuali con i farmaci per un’assunzione sicura. Verranno anche illustrate le diverse preparazioni a base di piante (tinture madri, estratti secchi, macerati, oli essenziali…), fornendo tutte le preziose indicazioni sul loro utilizzo corretto.

IL DIZIONARIO DELLE ERBE CHE GUARISCONO

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Il Dizionario delle ERBE che guariscono Conoscere e utilizzare oltre 150 piante efficaci per vincere i disturbi più comuni

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Sommario Introduzione Conoscere le erbe Una guida alle piante officinali

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Abete Achillea millefoglie Aglio Agnocasto Agrimonia Alchemilla Aloe Amamelide Angelica Anice verde Arancio Artemisia Artiglio del diavolo Assenzio Astragalo

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Calendula Camomilla comune Camomilla romana Carciofo Cardo mariano Castagno Centella

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Damiana

Baobab Bardana Betulla Biancospino Borragine Borsa del pastore Boswellia

C

Cimicifuga Cipresso Cumino Curcuma

E

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Echinacea Eleuterococco Elicriso Enotera Equiseto Erica Erisimo Escolzia Eucalipto Eufrasia

42 43 44 45 46 46 47 47 48 48

Faggio Fagiolo Fico Fieno greco Finocchio Fumaria

49 49 50 51 52 53

Garcinia Ginepro Ginkgo Ginseng Gramigna Gymnema

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Ibisco

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Iperico Ippocastano

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Jojoba

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Konjac

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Lauro Lavanda Lemongrass Lespedeza Levistico Limone Lino Liquirizia Lupino Luppolo

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Maca Maggiorana Mais Malva Mandorlo Manna Marrubio Mate Melaleuca Meliloto Melissa Menta Mirra Mirtillo nero Mirtillo rosso Mirto Mormodica

70 71 71 72 73 74 74 75 76 76 77 77 78 79 79 80 80

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Nepeta Niaouli Nigella Noce Noce moscata Noni

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Olivo Olmaria Ononide Opunzia Origano Ortica

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Papaia Parietaria Partenio Passiflora Peperoncino Perilla Pervinca Phyllanthus Piantaggine Picrorhiza Pilosella Pino

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EDIZIONI RIZA S.p.A Via Luigi Anelli, 1 20122 Milano www.riza.it info@riza.it Immagini: Fotolia, 123rf, Shutterstock

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Pompelmo Prezzemolo Psillio Pungitopo Pygeum

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Quercia

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Rabarbaro Rafano Ratania Rauwolfia Ribes nero Rodiola Rosa canina Rosmarino

97 98 98 99 99 100 101 101

Salice bianco Salsapariglia Salvia Sambuco Sandalo Serenoa Soia Solidago

102 102 103 104 105 105 106 106

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Stampato in Italia da: Rotolito S.p.A. Stabilimento di Cernusco sul Naviglio (MI) Distribuzione per l’Italia: So.Di.P “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Tamarindo Tarassaco Tè Tiglio Timo comune Tormentilla Trifoglio Trifoglio fibrino

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107 107 108-109 110 111 111 112 112

Uncaria Uva ursina

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Valeriana Vaniglia Verbasco Verbena Veronica Viburno Viola del pensiero Vite

115 116 116 117 117 118 118 118

Withania

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Zafferano Zenzero Zucca

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Introduzione

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Conoscere le erbe

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via di sviluppo. Il gruppo internazionale di cento esperti OMS con sede nel WHO Collaborating Centre for Traditional Medicine di Chicago, negli Usa, nel 1996 ha messo a punto ventotto monografie su altrettante erbe officinali. In realtà un numero inferiore a quello delle piante usate, perché sono state prese in considerazione solo quelle ritenute efficaci e sicure. In questa guida alle piante officinali puoi trovare le più comuni e tradizionali del nostro paese, così come quelle di più recente utilizzo e provenienti da varie parti del mondo, tutte oggi facilmente reperibili in commercio. Potrai così usufruire dei loro benefici principi attivi allo scopo di ristabilire salute e benessere.

impiego curativo delle piante si perde con l’origine della storia, come sostiene anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in un suo documento, dove è detto che: «Le piante medicinali sono il sistema curativo più antico». Infatti, ne troviamo testimonianza in ogni grande civiltà del passato: da quella cinese all’indiana, così come presso gli assiri, gli egizi, i greci e i romani...Oggi, l’efficacia delle erbe officinali è dimostrata da numerosi studi e ricerche, ma anche dall’interesse che esse riscuotono presso organizzazioni internazionali come l’OMS, che ha compilato una lista di piante medicinali utilizzate nell’assistenza medica di base, in particolare nei paesi in

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Introduzione

Cenni di fitoterapia I

La storia

LA SCOPERTA DELLE PIANTE MEDICINALI vegetali solo in alcune circostanze, a poco a poco gli uomini impararono a riconoscere le proprietà di molte piante e a distinguere quelle che potevano essere utilizzate come nutrimento o come medicina. Già gli uomini delle palafitte conoscevano le proprietà medicinali del sambuco e del prugnolo, come dimostrano i semi ritrovati nei siti archeologici di Varese e di Parma e nelle zone delle palafitte di Casale. Secondo gli antichi, molte piante medicinali vennero però scoperte osservando gli animali. Plutarco sosteneva che l’Arum maculatum (gichero o gicaro) era utile per disintossicare l’organismo, perché aveva osservato che gli orsi appena usciti dal letargo invernale se ne nutrivano per ripulire

l rapporto tra essere umano e piante è cominciato tanto tempo fa, quando un nostro lontanissimo progenitore iniziò a nutrirsi con frutti ed erbe di vario genere. Si potrebbe supporre che, cibandosi di un particolare elemento vegetale, egli abbia notato un senso di benessere diffuso o il miglioramento di un qualche disturbo che lo affliggeva. In un secondo tempo, quest’uomo ricorse ancora a quell’elemento del regno vegetale per ottenere lo stesso beneficio. Nasce così l’impiego terapeutico delle erbe. Attraverso innumerevoli prove e intossicazioni o avvelenamenti casuali, e l’osservazione del comportamento degli animali erbivori e di quelli che si nutrono di

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l’intestino. Le cerbiatte, secondo Cicerone, curare. Fu Matteo Silvatico (XV sec.), prima di partorire mangiano il Seseli detto il Pandettario, a diffondere per primo montanum, mentre Aristotele racconta che questa idea; per esempio, egli raccomandava l’uso del dittamo per curare le ferite venne il frutto rosso del Ruscus aculeatus per indicato all’uomo dalle capre. facilitare le mestruazioni. Ebrei, egizi, greci e romani conoscevano Il medico, filosofo e alchimista Paracelso centinaia di piante medicamentose e, sino (1493-1541) fu il vero teorico della allo sviluppo della chimica moderna, la segnatura, sostenendo che il medico dovesse maggior parte dei medicinali era ricavata porre particolare attenzione alla forma dai vegetali. La conoscenza delle piante dei “semplici”, termine con cui all’epoca officinali era quindi ritenuta indispensabile si indicavano le piante, poiché Dio, per sia per i medici sia per i farmacisti; in aiutare l’uomo, ha marcato con segni un antico sigillo della Facoltà di indelebili le erbe medicamentose. Medicina di Parigi è raffigurata Così l’erba di San Giovanni, L’eufrasia una cicogna che tiene nel a causa delle sue foglie è un’erba becco un rametto di origano. perforate, ha proprietà officinale con fiori cicatrizzanti, mentre la che assomigliano LA TEORIA DELLA pulmonaria, con le foglie all’iride e proprio per SEGNATURA macchiate di bianco che questo la si è usata Durante il Rinascimento, ricordano i polmoni, cura fin dall’antichità per quando tutte le scienze proprio questi organi. curare gli occhi. naturali ebbero un grande Gian Battista della Porta sviluppo, la descrizione più (1535-1615), medico e dettagliata delle erbe officinali alchimista napoletano, osservò che portò a una loro conoscenza sempre i pastori e i cacciatori usavano una pianta più precisa e ampia. In questo periodo si dalle foglie cuoriformi per curare i disturbi sviluppò la teoria della segnatura, peraltro del cuore, così come le pecore si nutrono di già nota nel Medioevo, ma anche presso gli foglie a forma allungata per curarsi la lingua egizi, i cinesi e gli indiani. Secondo questa malata; e da qui anch’egli vide la possibilità teoria, le erbe medicamentose possono di trattare disturbi e malattie con le piante essere individuate per analogia morfologica che richiamavano alla mente per forma e/o tra la pianta e l’organo o la malattia da colore l’organo malato.

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Introduzione Natura, sia per la prevenzione sia per il LA CHIMICA MODERNA trattamento di numerosi disturbi e malattie. Paracelso affermava che scoprire le virtù Occorre tuttavia sottolineare che ciò non medicamentose dei semplici non basta, è sempre possibile, e che in alcuni casi è occorre infatti isolarne la “quintessenza”. di fondamentale importanza il ricorso ai Il termine alchemico quintessenza farmaci di sintesi, da assumere sempre sotto potrebbe indicare i principi attivi delle il controllo del medico. piante, quelli che la chimica moderna ha scoperto e isolato con il nome di aldeidi, L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE chetoni, terpeni, saponine ecc. In realtà, DELLA SANITÀ & CO. con questo termine gli alchimisti La definizione della indicavano anche una parte più pianta medicinale data sottile, energetica, della pianta, dall’Organizzazione Mondiale in grado di comunicare con la Rispettare della Sanità è la seguente: parte energetica dell’essere l’ambiente e «È pianta medicinale ogni umano che la introduce la sua biodiversità vegetale che contiene, in nel suo organismo; così il consente di avere a uno o più dei suoi organi, rimedio agisce in modo disposizione un infinito sostanze che introdotte armonico e controllabile, numero di erbe o messe in contatto con mentre l’impiego del solo medicinali. un organismo umano o principio attivo risulta più animale, svolgono in questo brutale e incontrollato nei un’azione farmacologica anche suoi effetti collaterali. Il dottor blanda». Da alcune decine di anni H. Leclerc, uno dei maestri della questa organizzazione internazionale esorta moderna fitoterapia francese, affermava organismi e singoli interessati a promuovere che: «Nulla è meno semplice di un ricerche sull’utilizzo delle piante medicinali, semplice», a evidenziare che nella pianta emanando anche le seguenti direttive: sono presenti numerosi elementi ● stabilire e aggiornare periodicamente che non è sempre possibile una classificazione terapeutica delle piante estrarre senza una loro medicinali; conseguente alterazione. ● elaborare norme internazionali che Per questo motivo oggi si regolino le preparazioni galeniche delle sta tornando all’impiego piante medicinali e indichino come delle piante medicinali così stabilirne il grado di purezza e attività; come vengono offerte dalla ● elaborare metodi atti a garantire l’impiego efficace e senza pericoli dei prodotti a base di piante medicinali, e in particolare delle loro preparazioni galeniche, nonché la diffusione delle informazioni utili nella terapia medica. Ricordiamo infine anche l’importanza di proteggere il regno vegetale e di salvare la biodiversità, vale a dire i molteplici tipi di vita e la variabilità genetica che contribuiscono a creare gli ambienti in cui viviamo, perché così facendo si difende la salute dell’umanità e della Terra.

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L’efficacia delle erbe medicinali LA BIODISPONIBILITÀ E LA TITOLAZIONE DEI PRINCIPI ATTIVI

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rispetto a quella della sostanza veicolata nel complesso naturale. Ne consegue che le sostanze naturali, anche se parzialmente grezze, sono in molti casi più efficaci di una sostanza pura, poiché in esse i principi attivi sono più “disponibili”. L’impiego delle erbe attraverso preparazioni semplici come infusi e decotti, che consentono di assumere, in forma solubile, il complesso delle sostanze contenute nella pianta, non sfrutta quindi un solo elemento, ma una vera e propria miscela di principi comprendente, oltre a quelli attivi, numerosi altri che agiscono come sostanze coadiuvanti, rendendo i principi attivi più disponibili e adatti per l’organismo.

o sviluppo della vita richiede reazioni chimiche fondamentali alle quali consegue la formazione di sostanze, comuni alla maggior parte degli esseri viventi, dette metaboliti primari (proteine, grassi, zuccheri, vitamine ecc.). Nelle piante, e non solo in esse, si producono altri elementi, detti metaboliti secondari; alcuni di essi, denominati genericamente “principi attivi”, possono stimolare e riequilibrare la salute fisica e psichica dell’essere umano. LA VERA CURA NON È IN UN SOLO PRINCIPIO ATTIVO Oggi esiste una nuova branca scientifica che si occupa della biodisponibilità dei principi attivi, vale a dire del loro assorbimento da parte dell’organismo e del loro grado di utilizzo da parte degli organi interessati. Grazie a questa nuova scienza si è potuto dimostrare che gli stessi principi attivi allo stato puro, pur avendo una struttura e un grado di purezza eccezionali, non agiscono come quando sono veicolati nel loro complesso naturale. Allo stato puro, anche se efficaci, tali principi danno in alcuni casi una risposta inferiore o sensibilmente diversa

LA TITOLAZIONE Le erbe officinali e i loro estratti possono contenere i principi attivi in quantità molto diverse, in base a tempo di raccolta e qualità del terreno su cui sono cresciute. Con la titolazione si certifica la presenza del principio attivo che caratterizza la pianta e le sue proprietà, quindi l’efficacia del prodotto che si intende utilizzare. Si possono quindi ottenere estratti con un contenuto costante di determinati principi attivi, che verranno veicolati con l’intero fitocomplesso.

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Introduzione

I preparati a base d’erbe DALL’INFUSO AL DECOTTO, DAL MACERATO ALLA TINTURA

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di tanto in tanto, per un tempo medio di 10 minuti. Si filtra quindi l’infuso con un colino a maglie strette e si spreme il residuo solido con l’aiuto di un cucchiaino.

e piante medicinali vengono impiegate in molte preparazioni: alcune possono essere fatte anche in casa, altre richiedono invece attrezzature e impegno altamente specialistici. Infusi, decotti, tisane, sciroppi, aceti ed oli medicinali, succhi, impiastri, impacchi, cataplasmi, suffumigi e inalazioni sono sicuramente realizzabili da chiunque ci si voglia cimentare. Qui di seguito sono elencate le preparazioni a base d’erbe medicinali più comuni.

◗ DECOTTO: si impiega soprattutto per radici, semi, cortecce e altre parti dure. Si ottiene ponendo la droga sminuzzata nella quantità prescritta di acqua in ebollizione; si copre il recipiente e si lascia sobbollire (bollire lentamente a fuoco moderato) per 5-30 minuti, secondo quanto stabilito dal fitoterapeuta. Quindi si filtra il decotto ottenuto attraverso un colino.

◗ INFUSO: si utilizza soprattutto per foglie, gemme e fiori, e per tutte le droghe ricche di componenti volatili, di aromi delicati e di principi attivi che si disciolgono con l’azione combinata dell’acqua e del calore. Si ottiene portando a ebollizione la quantità di acqua prevista e versandola subito sulla droga sminuzzata posta in un recipiente adatto; si mescola delicatamente, si copre e si lascia riposare, agitando

◗ TISANA: è formata dall’unione di più droghe, per la scelta delle quali occorre rivolgersi a un fitoterapeuta esperto. L’associazione delle piante medicinali si deve infatti basare, per quanto possibile, su criteri di similitudine morfologica, combinando tra loro, per esempio, piante tenere o a tessuto compatto e duro; oppure piante

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Le tinture idroalcoliche si consumano in piccole quantità: in genere 1030 gocce, in un poco di acqua, 1-2 volte al giorno.

Come si preparano le tinture idroalcoliche Le tinture idroalcoliche possono essere preparate anche in casa. A tale scopo si utilizza alcol etilico generalmente tra i 50 e i 70°. Per ottenere tali gradazioni, si mescola l’alcol etilico a 95° (quello usato per i liquori) con acqua minerale naturale. Le proporzioni variano secondo la gradazione alcolica che si vuole conseguire: per un alcol a 50°, per esempio, si versano in una bottiglia da un litro 510 ml di alcol a 95° e l’acqua necessaria per riempire il recipiente, quindi si agita bene. Per effettuare la macerazione è preferibile osservare le seguenti indicazioni: - porre l’erba sminuzzata in una bottiglia di vetro scuro a chiusura ermetica con la metà dell’alcol indicato. La proporzione è in genere di una parte di erba intera o parti da utilizzare (radici, scorza ecc.) per ottenere 5 parti di tintura finale: per avere 100 ml di tintura, per esempio, si impiegano 20 g di erba e 100 ml di solvente; quindi, in questa fase si uniranno solo 50 ml di alcol. - Si lascia macerare il tutto per 5-10 giorni; il recipiente va messo al riparo dalla luce e deve essere agitato di tanto in tanto. - Trascorso il tempo previsto, si filtra la preparazione con un colino a maglia fitta e si spreme il residuo; il filtrato si conserva in un nuovo recipiente, sempre di vetro scuro e a chiusura ermetica. - Il residuo viene invece rimesso nel recipiente originario e si unisce la quantità di alcol necessaria per ottenere il volume finale prescritto. - Si lascia macerare per altri 2 giorni, si filtra, si spreme nuovamente il residuo, quindi si uniscono i due filtrati.

di uno stesso ecosistema. In ogni caso, bisogna evitare di combinare un numero eccessivamente elevato di piante: 4-6 possono bastare. Una regola generale per la preparazione delle tisane prevede l’impiego di una pianta base, le cui proprietà sono il fondamento dell’azione terapeutica che si vuole ottenere, di una pianta sinergica, in grado di potenziare l’azione della prima, e di una pianta correttrice, che migliora le caratteristiche organolettiche (sapore, colore ecc.) della preparazione. La tisana si prepara in infuso o decotto.

◗ MACERAZIONE: consiste nell’immergere la droga tagliuzzata, pestata o ridotta in polvere in un apposito solvente (acqua, vino, birra, aceto...). Si lascia macerare da alcune ore fino a 10 giorni, agitando il tutto di tanto in tanto. La macerazione viene utilizzata quando la pianta contiene sostanze volatili che andrebbero disperse con il calore, oppure quando si vuole che passino in soluzione solo determinati principi, come nel caso dell’altea che, infusa a freddo in acqua, cede soltanto le sue mucillagini. ◗ ALCOLITI E ALCOLATURI: sono preparati che si ottengono per macerazione delle piante medicinali in alcol etilico a diverse gradazioni. Secondo la tecnica di preparazione, possono essere suddivisi in: - alcoliti ottenuti mediante estrazione da droghe essiccate (tinture idroalcoliche); - alcoliti ottenuti mediante estrazione da piante fresche (alcolaturi); - alcoliti zuccherini (vini medicati, elisir).

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Abete NOME BOTANICO: Abies pectinata D.C.; Abies alba Miller; Picea abies Karsten FAMIGLIA: Conifere ORIGINI: Nordamerica, Europa settentrionale. PARTI UTILIZZATE: aghi e le giovani sommità fresche. PROPRIETÀ: antidolorifico, anticatarrale, diuretico (quindi è anche anticellulite) e antisettico. IMPIEGHI: per trattare i disturbi dell’apparato respiratorio e di quello urinario, e i dolori reumatici. INTERAZIONI: non sono note.

QUANDO E COME UTILIZZARLO ◗ Disturbi dell’apparato respiratorio: 1 cucchiaino di aghi in una tazza di acqua in ebollizione; sobbollire per 2-3 minuti, quindi filtrare e bere una tazzina 2 volte al giorno. ◗ Dolori reumatici, cellulite: diluire 1-2 gocce di olio essenziale in un cucchiaio di olio di mandorle dolci e utilizzare la miscela per massaggiare la zona interessata. ◗ Per stimolare la produzione di globuli rossi,, l’accrescimento della statura e il fissaggio del calcio nelle ossa; in caso di anemia, carie dentaria, osteoporosi, fratture, ritardi nella crescita, inappetenza, balbuzie: assumere 30-50 gocce di macerato glicerico (Abies alba MG 1 DH) in un po’ di acqua, 1-3 volte al giorno per 2 mesi circa. Per i bambini, somministrare la dose minima. ◗ Tosse e catarro: porre 1-3 gocce in un catino di acqua ben calda ed esporsi ai vapori con il capo coperto.

AVVERTENZA: sarebbe meglio non utilizzare l’olio essenziale di abete puro sulla pelle. Può infatti essere responsabile di irritazioni cutanee, provocando anche reazioni allergiche. Inoltre, è meglio non assumerlo per via orale in dosi superiori a 1 goccia per 200 g di base da aromatizzare.

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Achillea millefoglie NOME BOTANICO: Achillea millefolium L. FAMIGLIA: Asteracee (Composite) ORIGINI: Europa. PARTI UTILIZZATE: sommità fiorite e foglie. PROPRIETÀ: antispasmodiche, amarotoniche, antibatteriche, cicatrizzanti, leggermente sedative. IMPIEGHI: viene usata nella terapia dell’insufficienza venosa degli arti inferiori, in caso di emorroidi, nella regolarizzazione del ciclo mestruale, nei problemi gastrointestinali (difficoltà di digestione, diarrea, stitichezza ecc.) e in caso di sovrappeso. CONTROINDICAZIONI: possibili reazioni allergiche. INTERAZIONI: può ridurre l’assorbimento dei farmaci che hanno azione anticoagulante e di quelli per il controllo della pressione arteriosa.

QUANDO E COME UTILIZZARLA ◗ Difficoltà di digestione, diarrea, stitichezza, dolori mestruali: porre un cucchiaino di erba in una tazza di acqua calda; lasciare riposare per 10 minuti, quindi filtrare. Bere 1-3 tazze al giorno, fino alla scomparsa dei sintomi. ◗ Sovrappeso: assumere 5 gocce di TM (tintura madre) diluite nell’infuso caldo (v. punto precedente) per 3 volte al giorno. ◗ Emorroidi e ragadi anali: porre 50 g di erba essiccata in 10 litri di acqua calda; lasciar intiepidire (o raffreddare se dà più sollievo) prima di utilizzare per lavaggi e impacchi.

AVVERTENZA: l’uso prolungato delle foglie può rendere la pelle eccessivamente sensibile alla luce. Inoltre, dosi elevate dei suoi estratti possono provocare mal di testa, nausea e vertigini. È utile attenersi sempre alle indicazioni riportate.

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