Il microbiota salva la tua salute

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RIZA NEL COLON C’È IL SEGRETO DELLA LONGEVITÀ

IL MICROBIOTA SALVA LA TUA SALUTE

IL MICROBIOTA SALVA LA TUA SALUTE

Grazie ai batteri buoni dell’intestino ti proteggi dai virus e ti difendi dalle malattie

ECCO COME RINFORZARLO CON I PROBIOTICI GIUSTI

QUESTI I BENEFICI CHE TI REGALA

RIZA

• Buonumore • Più anticorpi • Pancia piatta • Più energia

COSÌ VINCI STIPSI, COLITE E DISINFIAMMI TUTTO L’ORGANISMO

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SOMMARIO EDITORIALE

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IL SEGRETO DELLA SALUTE E DELLA LONGEVITÀ È NEL NOSTRO INTESTINO

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MICROBIOTA UN MONDO DI BATTERI PREZIOSISSIMI

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VIVE PIÙ A LUNGO CHI HA UNA MICROFLORA SANA

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L’INTESTINO È IL NOSTRO SECONDO CERVELLO. E SE FOSSE IL PRIMO?

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L’EQUILIBRIO DEL MICROBIOTA. LA TUA ASSICURAZIONE PER UNA VITA IN SALUTE

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TEST. QUANTO STAI CURANDO IL TUO MICROBIOTA?

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COSA DEVI MANGIARE PER NUTRIRE BENE IL MICROBIOTA

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I BATTERI BUONI VOGLIONO PIÙ INSALATA E MENO BISTECCA

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CIBI FERMENTATI: GLI “ATTIVATORI” DEL TUO BENESSERE

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PRENDITI CURA DELLA MUCOSA INTESTINALE È LA “CASA” DEL MICROBIOTA 42 ATTENZIONE ALLO ZUCCHERO! NUTRE I “CATTIVI”

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DIGIUNO INTERMITTENTE. FA BENE ANCHE ALL’INTESTINO

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BASTA UN GIORNO VEG PER MIGLIORARE LA TUA FLORA BATTERICA 48

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ECCO LA DIETA CHE RIPOPOLA IL TUO INTESTINO

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E IN PIÙ... 5 CONSIGLI PER MANGIARE IN MODO “MICROBIOTICO”

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I BATTERI DIVENTANO LA NUOVA FORMA DI CURA

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INTEGRATORI PROBIOTICI: QUANDO AL MICROBIOTA SERVONO I RINFORZI

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LE VARIETÀ UTILI CONTRO LA STIPSI

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HA L’INTESTINO IPERATTIVO? PUOI AIUTARLO COSÌ

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I BATTERI BUONI PER LE INFIAMMAZIONI INTESTINALI CRONICHE

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I PROBIOTICI RINFORZANO IL TUO SISTEMA IMMUNITARIO

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I PRODOTTI ADATTI PER I BAMBINI

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IL MICROBIOTA NEL RESTO DEL CORPO

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BATTERI BUONI IN OGNI ORGANO

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PICCOLI AMICI DI UN’EPIDERMIDE BELLA, GIOVANE E SANA I SUGGERIMENTI PER TUTTO L’ORGANISMO

VUOI PERDERE PESO? TI AIUTANO I BATTERI BRUCIAGRASSI

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MICRORGANISMI CHE CI FANNO SNELLI

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LA DIETA PANCIA PIATTA CHE FUNZIONA IN 72 ORE

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L’ATTIVITÀ FISICA È PROBIOTICA!

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Foto: 123, Adobe Stock, Shutterstock

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EDIZIONI RIZA S.P.A. Via Luigi Anelli 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Stampato in Italia da: Caleidograf s.r.l. Via Milano 45, 23899 Robbiate (LC) Distribuzione per l’Italia: So.Di.P “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tutti i diritti riservati. Questa pubblicazione è protetta da copyright ©. Nessuna parte di essa può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.

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Il segreto

della salute e della longevità è nel nostro intestino

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ConosCere Il MICroBIota

MICroBIota

Un MonDo Di BAtteri PreZiosissiMi STANNO SOPRATTUTTO NEL COLON E CI FORNISCONO ALCUNE VITAMINE ED ENZIMI INDISPENSABILI: DA LORO DIPENDIAMO PER DIGERIRE E DIFENDERE LA NOSTRA SALUTE

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e ultime ricerche scientifiche stanno cambiando il mondo della medicina e anche il modo in cui pensiamo a noi stessi a partire dalle scoperte fatte sul ruolo dei batteri che abitano in noi.

È quello che viene chiamato microbiota. Il termine viene dal graco: micro, ovvero “molto piccolo” e bios, cioè “vita”. Si stima che il numero di batteri che ospitiamo sia di circa 39 trilioni, un numero che è superiore a quello delle cellule che costituiscono l’organismo umano. I batteri sono presenti un po’ ovunque, sulla pelle, nel naso, nelle orecchie, per le donne una comunità numerosa è presente nella vagina, ma soprattutto li abbiamo lungo il tratto gastrointestinale. Solo nel nostro intestino ne abbiamo circa il 70%. Nel sangue, salvo casi di infezione, non sono presenti batteri. Studi recenti stanno ipotizzando che ci siano batteri anche nel nostro cervello, finora considerato praticamente non colonizzato.

MICROBIOTA È l’insieme dei batteri del nostro corpo; si parla più di microbiota intestinale in riferimento a quelli presenti nel colon. Tale termine ha soppiantato quello di “flora intestinale”, o “microflora”, anche se queste espressioni restano nel linguaggio non scientifico.

nostrI osPItI

MICROBIOMA È il patrimonio genetico che ci deriva dai batteri che sono presenti nell’uomo. È estremamente ampio. I batteri intestinali hanno, solo loro, 3 milioni di geni. Si stima che il patrimonio genetico umano sia potenziato del 99% grazie a quello dei batteri.

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In questo micromondo, una buona parte dei batteri sono “specie specifici”, si tratta cioè di esseri che sono propri della specie umana, si sono evoluti dentro di noi e non potrebbero vivere senza l’uomo. Ma non consideriamoli parassiti, perché anche noi senza di loro non potremmo vivere. Si parla allora di “rapporto mutualistico” dove ciascuna delle parti ha un vantaggio.

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30 TRILIONI È il numero di batteri presenti nel corpo umano (un trilione corrisponde a mille miliardi). In realtà la loro valutazione è continuamente soggetta a ridefinizione.

1,5 - 2 KG È il peso in chili dei batteri che vivono con noi. Ed è un peso considerevole se si considera che i batteri che popolano il nostro colon hanno una lunghezza di pochi micrometri (un micrometro è un millesimo di millimetro).

500 È la varietà di specie di microrganismi presenti nell’uomo, un numero che però può anche aumentare. 160 sono le specie non patogene presenti nell’intestino.

CI FornIsCono un PatrIMonIo genetICo I batteri che risiedono nel nostro corpo sono portatori di moltissime informazioni genetiche: è quello che viene chiamato microbioma, cioè il genoma microbico, che per noi è un secondo corredo genetico. Quello interno, primario, è costituito dall’insieme delle informazioni genetiche che deriva dai genitori, ed è fisso e immutabile. Quello che viene dai batteri è invece modificabile, acquisito e molto più esteso. Ciò che è chiamato “microbioma umano”, ovverosia il patrimonio genetico riconducibile all’uomo ma dovuto alla presenza dei batteri, costituisce una delle più nuove e promettenti frontiere della ricerca scientifica, che consentirà di comprendere più a fondo (e magari influenzare) le funzioni di questi microrganismi e la nostra salute.

eCosIsteMa CoMPlesso La loro importanza è tale da spingere gli studiosi a cambiare il modo di guardare all’essere umano: non un individuo, ma un ecosistema, uno dei più complessi del pianeta. Ciò che sta emergendo in modo significativo è il coinvolgimento del microbiota nella prevenzione e, sempre più spesso, nella cura di molte patologie, soprattutto quelle legate al moderno stile di vita. Più avanzano gli studi più ci si concentra sul ruolo di questi batteri e in particolare sull’importanza che hanno quelli che dimorano nel nostro intestino.

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tUtte le FUnZioni DellA Flo I

l microbiota lavora per noi, e quello intestinale è particolarmente importante. Alla presenza di batteri intestinali vanno ricondotte una serie di funzioni molto diverse, tutte indispensabili per la nostra vita e per mantenerci in salute. Sono soprattutto i batteri definiti “simbionti” (chiamati così perché vivono in simbiosi con noi) quelli da cui ricaviamo vantaggio. Esistono poi i batteri cosiddetti “commensali”, che si nutrono delle sostanze di scarto, e infine alcuni batteri detti “opportunisti”, dai quali

potremmo anche venir danneggiati, ma che se tenuti sotto controllo dal resto della popolazione batterica risultano innocui. I batteri “buoni” fanno davvero molto per noi. Ecco una carrellata delle loro funzioni.

Ci aiutano a digerire: la funzione principale della flora batterica è quella metabolica. I batteri “buoni” ci aiutano, per esempio, a digerire quello che mangiamo. Alcuni dei geni che ci forniscono i batteri ci servono per produrre enzimi necessari alla

LE “FAMIGLIE” BATTERICHE PIÙ COMUNI La popolazione batterica dell’intestino è costituita al 95% da batteri anaerobi (cioè che non hanno bisogno dell’ossigeno per vivere) e dall’1 al 10% circa da anaerobi. Sono presenti anche microrganismi che possono avere effetto patogeno, ma che sono controllati numericamente dai batteri buoni. Benché il profilo batterico intestinale sia differente da individuo a individuo e venga influenzato da un’ampia serie di fattori, almeno 57 specie sono comuni a tutti gli individui. Bifidobatteri e lattobacilli sono comuni e servono per la digestione. I ricercatori di Heidelberg in Germania hanno esaminato il DNA batterico di persone provenienti da Europa, Asia e America, scoprendo che in ogni intestino prevale una di queste tre famiglie batteriche: Bacteroides, Prevotella, Ruminococcus. Le tre tipologie sono correlate ad alcune caratteristiche particolari (enterotipi), come la ricorrenza di dolori intestinali, la maggiore esposizione a malattie infiammatorie intestinali oppure al sovrappeso.

BIFIDOBATTERI

LATTOBACILLI

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rA intestinAle scomposizione dei nutrienti (è il caso di latte o carboidrati complessi). Ed è il genoma batterico a determinare la velocità con cui metabolizziamo i nutrienti.

Producono sostante preziose: i batteri favoriscono la sintesi di alcune vitamine, come la B12, la B6 (anche se non in grandi quantità) e la vitamina K. Una flora batterica sana fa fermentare le particelle non digerite e produce acidi grassi molto importanti per il benessere perché servono alle cellule epiteliali dell’intestino (acido acetico, acido propionico, acido butirrico). L’acido butirrico, in particolare, rappresenta un fattore di protezione contro lo sviluppo del cancro del colon. Inoltre si deve proprio ai batteri la produzione di alcuni aminoacidi importanti come arginina, glutamina, cisteina.

POSTO CHE VAI, BATTERI CHE TROVI I batteri intestinali si trovano soprattutto nel colon, dove la concentrazione è di circa un miliardo per millilitro di contenuto fluido. Molti meno sono nel tenue, dove, se in eccesso, causano una patologia nota come sindrome da eccessiva proliferazione batterica del piccolo intestino (Small Intestinal Bacterial Overgrowth o SIBO). Nel colon i batteri si differenziano per luogo e per funzione. Nel colon ascendente detto biofermentatore, ci sono batteri ad attività metabolica, che “digeriscono” i nutrienti e producono le sostanze utili al nostro benessere. Nel colon discendente sono presenti batteri dalle cui reazioni derivano scarti e molecole tossiche: ecco perché è qui che è più facile che si verifichino mutazioni cancerose.

Rinforzano la mucosa intestinale: la microflora colonizza la mucosa intestinale, impedisce l’attecchimento dei patogeni e previene l’insediamento a lungo termine di pericolose specie batteriche, come ad esempio la salmonella. Svolge dunque un ottimo effetto barriera. I batteri “buoni”, inoltre, proteggono la mucosa intestinale garantendo quelle “giunzioni strette” che rendono le pareti intestinali permeabili solo ai nutrienti e non a tossine, scarti metabolici o allergeni. Regolano l’attività del nostro sistema immunitario: la microflora intestinale è importante anche per la maturazione del sistema immunitario, lo sviluppo di una morfologia normale dell’intestino e il mantenimento di una risposta infiammatoria adeguata e immunologicamente bilanciata. Molti dei nostri batteri “allenano” il sistema immunitario a difenderci da microrganismi

nocivi e in più alcuni di questi sono in competizione con germi patogeni, tanto che più sono numerosi i “batteri buoni”, meno spazio c’è per quelli “cattivi” per proliferare.

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Un MiCroMonDo CHe CAMBiA Con noi o

gnuno di noi, un po’ come ha impronte digitali e un Dna solo suo, ha anche un proprio corredo batterico. Non a caso si parla di “gut bacterial fingerprint” ovvero impronta digitale data dai batteri intestinali. Sono stati riconosciuti, come abbiamo visto, tre enterotipi, (Bacteroides, Prevotella, Ruminococcus). L’appartenenza a un tipo o a un altro non dipende dall’etnia, dall’età, dal genere e nemmeno dalla dieta. Non si sa ancora con certezza a cosa sia legata, forse al gruppo sanguigno, attraverso il sistema immunitario. Ma il nostro microbiota nasce con noi e con noi si trasforma e invecchia.

sI ForMa alla nasCIta Prima della nascita, l’intestino è parzialmente sterile; in passato si riteneva che lo fosse del tutto, ma recentissime ricerche hanno accertato che un primo passaggio di batteri si verifica già nel grembo materno. Ma la vera e propria formazione della microflora batterica avviene con il parto, quando l’intestino del neonato comincia a popolarsi di batteri, virus e funghi che lo colonizzano durante il passaggio attraverso il canale vaginale della madre e che vanno a occupare tutti gli spazi sulle pareti intestinali. Durante il parto naturale il bimbo entra in contatto con la flora batterica vaginale e intestinale della madre, formata soprattutto da lattobacilli, produttori di acido lattico che protegge da germi patogeni. Ne ingerisce una piccolissima parte, e questi sono i primi “probiotici” che assume. Subito dopo, incontra

NASCITA

3 ANNI

Prima colonizzazione batterica

Sviluppo di un microbiota adeguato

i germi della pelle della madre e quelli presenti nell’ambiente. In poche ore nel corpo del nascituro si sta già moltiplicando qualche generazione di batteri.

svIluPPo rogressIvo Perché si formi una flora batterica adeguata, tuttavia, occorrono circa 3 anni di tempo e questo periodo è cruciale perché determinerà la composizione della popolazione intestinale che accompagnerà l’individuo nella vita adulta. Conta il tipo di parto, ma per definire il nostro universo batterico ha importanza anche il modo in cui veniamo nutriti nei primi mesi di vita. I bifidobatteri trasmessi attraverso il latte materno ai neonati sono utili per comporre una microflora sana. Dagli studi è emerso che le persone che non

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12 ANNI

ETÀ ADULTA

65-70 ANNI

Definizione del microbiota

Modificazioni del microbiota in base a dieta e stile di vita

Progressiva riduzione dell’efficienza del nostro microbiota

sono state allattate al seno, e quindi non hanno assorbito questi batteri, sono più esposte al rischio di sovrappeso e anche di intolleranza al glutine. Acquisiamo una maggior varietà del microbiota nei primi anni, grazie anche allo svezzamento. L’infanzia è un momento decisivo, in cui fare molta attenzione all’uso degli antibiotici e valutare, eventualmente, il ricorso a probiotici per non creare squilibri. Ma la nostra flora intestinale continua a evolversi, fino a raggiungere il massimo sviluppo tra i 20 e i 40 anni. Poi, anche in considerazione del nostro stile di vita, i nostri batteri cominceranno a “invecchiare”. Un grande momento di cambiamento è identificato fra i 65-70 anni. Il microbiota risente del tempo che passa e, soprattutto se ci sono importanti fattori di squilibrio, vede diminuire la propria capacità protettiva e metabolica. In particolare, negli ultrasessantenni si registra una diminuzione di bifidobatteri.

UNA MAPPATURA IN EVOLUZIONE

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Il numero, le specie, i geni che derivano dai nostri batteri sono ancora un campo in via di esplorazione. È stato avviato, anni fa, lo Human Microbiome Progect, un’indagine finanziata dal National Institutes of Health statunitense, che ha coinvolto circa 80 università per creare il database di riferimento per il microbioma umano, definito anche genoma umano esogeno. Ma scoperte su nuove specie batteriche sono praticamente all’ordine del giorno. È del 2019 la scoperta di ben 100 specie di microrganismi finora sconosciuti, isolati e studiati da un gruppo di scienziati del Wellcome Sanger Institute (Regno Unito), dell’Hudson Institute of Medical Research australiano e dell’European Bioinformatics Institute.

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vIve PIÙ a lungo CHi HA UnA MiCroFlorA sAnA

LA NOSTRA GIOVINEZZA E LA DURATA DELLA NOSTRA ESISTENZA SONO STRETTAMENTE CORRELATE AI BATTERI INTESTINALI: LO SI È CAPITO STUDIANDO IL COLON DEI CENTENARI DELLA TERRA

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ual è uno dei segreti dei centenari che vivono nelle “zone blu” del pianeta, e cioè le aree geografiche in cui l’aspettativa di vita sfiora o addirittura supera i cento anni? Che cosa accomuna gli over 100 dell’arcipelago giapponese di Okinawa e quelli che abitano le campagne dell’Ogliastra? Perché a Icaria, un’isola dell’Egeo, l’età media supera i novanta, e a Loma Linda, in California, le persone vivono dieci anni in più rispetto al resto degli Stati Uniti? La risposta è nel microbiota intestinale. La scienza si è affacciata da relativamente poco tempo sulla complessità del nostro microbiota e i più recenti studi stanno mettendo

in evidenza che i nostri batteri intestinali sono coinvolti in una serie di meccanismi che possono spiegare la maggior resistenza alle malattie e una vita più lunga. Molti studi stanno evidenziando anche che il benessere intestinale, fatto soprattutto da una dieta che tiene conto di cosa piace mangiare ai nostri batteri, di un uso mirato di probiotici e di uno stile di vita rispettoso delle esigenze della nostra pancia, è il modo migliore per mettersi al riparo dalle malattie del mondo moderno. Analizzando, infatti, ciò che vi è in comune tra le popolazioni più longeve (e anche meno colpite da patologie di degenerazione cerebrale) è emerso che il microbiota intestinale, sebbene localizzato

MINOR RISCHIO DI DIABETE Il diabete mellito si manifesta in età adulta e che sta diventando un vero e proprio allarme sociale. Sono molte le ricerche che stanno studiando il ruolo dei batteri intestinali nello sviluppo e quindi nella prevenzione di questa malattia. Un nuovo studio svedese, condotto dall’accademia Sahlgrenska in Svezia si aggiunge ad altri precendenti nel legare lo sviluppo della malattia anche ad alcune alterazioni nella composizione della flora batterica intestinale. Questo apre nuove importanti strategie di cura.

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PROBIOTICI LA LONGEVITÀ SI COLTIVA FIN DALL’INFANZIA Se i batteri intestinali hanno un ruolo così importante nel mantenimento della salute è importante che si inizi a prendersi cura della flora intestinale fin da bambini. Le indicazioni alimentari (con la giusta assunzione di fibre) e l’uso mirato di probiotici è una sorta di assicurazione sulla vita, perché allevare, fin da bambini, un microbiota sano è un’ottima forma di prevenzione. In particolare i batteri “buoni” contrastano quei fenomeni infiammatori che, con il passare del tempo e con la crescita e l’età adulta, possono essere all’origine di patologie metaboliche e sistemiche.

nell’intestino, non limita a esso i suoi effetti, ma garantisce un benessere esteso a tutto l’organismo, cuore e cervello compresi.

ciate a un buono stato di salute e produttori di molecole utili all’organismo, come gli acidi grassi a catena corta. È stato anche rilevato che, negli ultracentenari, il microbiota si differenzia da quello di centenari e anziani per la presenza di due specie di batteri tipici del microbiota di individui giovani, ossia bifidobatteri e Akkermansia, ai quali sono in genere riconosciute notevoli attività antinfiammatorie. Inoltre, è risultata abbondante una terza specie di batteri, appartenenti alla famiglia delle Christensenellaceae, che è considerata una promotrice della salute dell’epitelio intestinale. Insomma, la diversa composizione della flora batterica è senz’altro uno dei fattori che spiega una maggior longevità.

sPeCIe “rIngIovanentI” Qualche anno fa uno studio, condotto da scienziati dell’Università degli Studi di Bologna e dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha messo a confronto il microbiota di 24 ultracentenari tra i 105 e i 110 anni con quello di 15 centenari (tra i 99 e i 104 anni), 15 anziani (tra i 65 e i 75 anni) e 15 giovani adulti (tra i 20 e i 50 anni). È stata notata l’abbondanza di batteri appartenenti alle famiglie Ruminococcaceae, Lachnospiraceae e Bacterioidaceae - generalmente asso-

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Ci ProteGGono DAll’inFiAMMAZione Q

uella che viene definita infiammazione di basso grado, ovvero un’infiammazione non percepibile ma continua e sistemica, è considerata la causa di tutte le più gravi malattie, soprattutto di quelle a carattere degenerativo. Un microbiota sano è uno scudo nei confronti dell’infiammazione, perché i batteri intestinali, come detto, sono fondamentali per mantenere intatti i tessuti delle pareti intestinali. Grazie anche all’azione dei batteri, le cellule specializzate che formano l’epitelio intestinale restano serrate tra loro, in modo da impedire che sostanze nocive penetrino nell’organismo, esercitando una sorta di permeabilità “selettiva”. I nostri batteri, infatti, contribuiscono direttamente a rinforzare l’effetto barriera dell’intestino, poiché alcuni di loro producono acidi grassi a catena corta (SCFA) che rinforzano la mucosa intestinale e potenziano il sistema immunitario nella difesa dagli agenti patogeni. Una situazione di squilibrio a livello della microflora fa sì che la mucosa intestinale lasci filtrare nell’organismo tossine, batteri, e altri organismi patogeni, ma anche alimenti parzialmente digeriti. Questo può portare a quella che viene definita “sindrome della permeabilità intestinale” o anche “leaky gut sindrome”, ovvero “sindrome dell’intestino gocciolante”, espressione che sta a significare pro-

prio che l’intestino presenta delle “aperture” attraverso le quali possono penetrare nell’organismo anche componenti dannose. Questa condizione può portare a un’infiammazione generale dell’intestino, ed è anche all’origine di reazioni del sistema immunitario che possono causare lo sviluppo di allergie, intolleranze e, secondo alcuni studi, anche di patologie autoimmuni. La composizione del microbioma può ridurre o aumentare la produzione di mediatori pro-infiammatori e immunitari che raggiungono il cir-

UNA SPERANZA Ci sono studi che stanno valutando il ruolo dei batteri intestinali come strumento di prevenzione dei tumori. Una ricerca diretta e coordinata da Humanitas, pubblicata su Nature Microbiology, una delle più prestigiose riviste scientifiche, dimostra per la prima volta che un ceppo di batteri intestinali svolge un ruolo protettivo contro lo sviluppo del tumore del colon-retto. Analizzando il microbiota di pazienti in uno stadio precoce di sviluppo del

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INFLUENZANO IL COLESTEROLO Sono ormai diversi decenni, poi, che i batteri intestinali sono stati messi in relazione con i livelli del colesterolo. L’evidenza emerse intorno al 1964, quando alcuni ricercatori si trovarono di fronte all’apparente paradosso di alcuni masai e abitanti del Serengheti. Queste popolazioni mangiavano molta carne, ma stranamente il loro colesterolo era a livelli minimi. Come spiegarlo? Oltre che con un livello di attività fisica non comune, anche con l’alto consumo di latte fermentato, utile a batteri buoni che intervengono favorevolmente nel metabolismo dei grassi. Anche test successivi misero in luce che alcuni batteri come il Lactobacillus reuteri sono in grado di ridurre il colesterolo in circolo, aiutando così a prevenire aterosclerosi e malattie cardiovascolari.

colo ematico e da qui influenzano le condizioni generali di salute.

BatterI BuonI Per Il Cuore I batteri intestinali, nel bene o nel male, sono stati correlati anche a un maggior o minori rischio di infarto ed eventi cardiovascolari in generale. Da recenti studi è emerso che uno stato di squilibrio del microbiota può essere implicato nei fattori di rischio cardio-metabolici, così come nella regolazione della pressione arteriosa. Lo conferma uno studio recente, condotto dall’Università del Colorado, che ha notato come alterazioni nella composizione del microbiota determinino l’attivazione di processi infiammatori che toccano anche le arterie. Già in passato i ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, negli Usa, avevano esaminato diversi studi condotti su più di 150mila pazienti, per concludere che in chi soffre di malattie infiammatorie intestinali il rischio di ictus e infarto può aumentare fino al 25%.

CONTRO I TUMORI tumore intestinale è stata osservata l’assenza di una famiglia di batteri, chiamati Erysipelotrichaceae, ai quali sono state riconosciute proprietà antitumorali, perché capaci di bloccare il proliferare incontrollato delle cellule. Questa importante scoperta apre nuove strade alla diagnosi precoce nei pazienti a rischio per questi tumori. Ma la composizione del microbiota può influenzare la risposta immunitaria in altri tipi di tumore, come quello epatico, quello all’esofago o allo stomaco.

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